Psicopedagogia d.ling. Briganti 2010

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Psicopedagogia d.ling. Briganti 2010

"Stanza di lavoro della classe" Forum didattico a cura di Floriana Briganti - corso di Psicopedagogia dei linguaggi, att. didattica aggiuntiva Suor Orsola Benincasa Napoli


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    Messaggio  Admin Ven Dic 17, 2010 3:42 pm

    laboratorio Simulazione
    inserisci qui il tuo commento alla simulazione e alle poesie.
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    Messaggio  Fabiana.Barone Ven Dic 17, 2010 4:23 pm

    Con gli occhi bendati ho avuto molta difficoltà a partecipare alla conversazione. Ho provato a rivolgermi verso il lato da cui sentivo provenire la voce degli altri, ma mentre di solito riesco ad aggiungere spontaneamente un commento a ciò che gli altri dicono, oggi non riuscivo a farlo, non riuscivo a condividere con un semplice sguardo le loro parole o le loro emozioni. Credo che in questa esperienza si viva una forte sensazione di smarrimento. La professoressa si spostava da un luogo all'altro dell'aula ed era difficile capirlo prima che parlasse. Sentivo continui rumori provenire dall'esterno dell'aula, rumori che di solito riesco ad ignorare ma che bendata percepivo in modo molto più forte. Mi sono sentita sola, non avevo nessuno seduto accanto a me e non potevo fare nulla per sentirmi vicina agli altri...
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    Messaggio  alessandra balestrieri Ven Dic 17, 2010 5:59 pm

    Che dire, avevo un foulars sugli occhi e mi sono sentita perduta... Davo poca attenzione alle vere voci in classe, ero preoccupata... Ho capito che la vista per me è imporatantissima... è un punto di orientamento.Mi sono sentita un impedita, capace di non far nulla.Sono molto limitata senza vista.
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    Messaggio  maria esposito Ven Dic 17, 2010 6:13 pm

    Questo laboratorio mi ha davvero sorpresa!!! ho provato una sensazione di inquietudine perchè ero al buio (bendata) e mi sono sentita sola ma allo stesso tempo si è creata un'atmosfera molto introspettiva, di pace, di quiete, infatti mi ha colpito l'intervento di una ragazza che diceva appunto che in quel momento non aveva dato ascolto alle parole dell'insegnante perchè aveva provato una sensazione di pace, di dialogo interiore. delle sei poesie lette dall'insegnante quella che più mi ha colpito come ho detto in classe condividendo con tutti le mie impressioni è stata la seconda dal titolo "vorrei....potrei" (di Sara), in quanto chi ha scritto proiettava in un gabbiano, questo animale dalle grandi ali, il suo senso di libertà, la voglia di conoscere il mondo; da questo ho avuto l'impressione che l'autrice della poesia trovi come penalizzante il suo handicap, non lo accetti. Un'altra poesia che mi ha colpito è stata la sesta in cui un uomo chiedeva di essere chiamato per nome e non disabile, diversamente abile o handicappato ecc.chiedeva solamente di essere riconosciuto per quello che è, un individuo, essere unico e irripetibile.
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    Messaggio  Roberta De Lucia Ven Dic 17, 2010 7:00 pm

    Prima di parlare dell'esperienza vissuta vorrei condividere con voi l'esperienza che ho vissuto durante il mio percorso di tirocinio della didattica aggiuntiva. Questo perchè quando la prof. ci ha annunciato che avrebbe fatto con noi un esperimento con un foulard e ci avrebbe bendato io non ho fatto altro che pensare al bambino che ho conosciuto durante il mio percorso di tirocinio. Questo bambino ha un deficit visivo e anche la sua insegnante ha lo stesso deficit. Quando mi sono ritrovata dinanzi a questa situazione la prima emozione che ho provato è stato quello di aver paura... paura di non saper cosa dire, paura di ferirli magari non volendo...PAURA E BASTA! poi mi sono resa conto che quella paura non aveva senso, erano come me io avrei dato qualcosa a loro come loro l'avrebbero dato a me anche se non vedenti! Ed stato proprio così! Si è creato un rapporto bellissimo mi hanno insegnato tanto ... e non vi dico che emozione quando è arrivato il complimento più bello della vita da parte del bambino: "Roberta come sei bella!" ... bella era legato al mio essere e non al mio aspetto fisico o ancora quando gli ho dato un bacino sulla mano e lui mi dice :" che bel bacio!"... questa esperienza mi ha fatto crescere tanto e mi ha fatto riflettere arrivando alla conclusione che difronte alla diversità se così si vuol chiamare non bisogna nè avere paura nè essere indefferenti nè pensare che bisogna arrendersi!
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    Messaggio  giulia allocca Ven Dic 17, 2010 8:01 pm

    Appena bendata ho avuto una sensazione di vuoto,non riuscivo a pensare ed ascoltare le prime due poesie,solo la terza sono riuscita ad ascoltare e quello che ho avvertito è un senso di solitudine cioè ho pensato; sono viva ma nello stesso tempo mi sento sola.
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    Messaggio  Maria Domenica Dongiacomo Ven Dic 17, 2010 11:37 pm

    La primissima reazione, dopo essermi bendata è stata quella di toccare la mia compagna di banco, ho sentito con la mano il suo corpo vicino a me e le ho detto "Imma dove sei?", e quello ke mi ha colpito è ke qnd lei ha risposto, ho sentito il suo tono di voce molto alto, forse xke era girata verso di me, ma è stato come se all'improvviso avessi attivato maggiormente l'udito, per percepire meglio... forse...
    Durante la lettura delle poesie non riuscivo ad ascoltare xke ero distratta da tutti i rumori di sottofondo che sembravano essere amplificati, il telefono ke squillava, la porta ke si è aperta e poi kiusa (pensavo anke alla reazione ke poteva avere la persona ke era entrata vedendoci tutte bendate), una cerniera...
    Dalla lettura, chiara, a voce alta della docente, al commento di alcune persone, c'è stato un cambiamento notevole in me, xke improvvisamente il fatto di non sentire quella voce forte ma lontana, con altre persone ke parlavano in sottofondo, mi ha fatto sentire estremamente isolata, insicura, infatti non sono riuscita a commentare nulla.
    Imma, la ragazza seduta affianco a me, ha alzato la mano x intervenire (l'ho scoperto dopo) ma io non ho avvertito il suo movimento. Improvvisamente ho sentito la voce della docente ke diceva "dopo puoi intervenire" e mi ha colpito il fatto di non aver percepito nemmeno la sua presenza, il suo avvicinarsi, ma solo la sua voce, anche se non ho capito da dove proveniva.
    Un'esperienza davvero da provare, anche se puo farci avvicinare solo minimamente a quello che una persona non vedente effettivamente prova... Avrei voluto sperimentare anke l'intervento al microfono, forse sarebbe stato ancora piu forte come esperienza!
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    Messaggio  Del Prete Melania Sab Dic 18, 2010 9:46 am

    L'esperienza di simulazione condotta in classe è stata molto significativa. Forti le sensazioni che ho provato. In un primo momento, subito dopo essermi bendata, mi sono sentita smarrita, come se intorno a me non ci fosse nessuno e fossi sola in aula; una profonda sensazione di insicurezza. Non appena la prof. ha iniziato a leggere le poesie, mi sono sentita subito rassicurata dalla sua voce e lasciata condurre dalle parole delle stesse, concentrandomi solo su ciò che le mie orecchie ascoltavano. Quando la prof ha finito di leggere ho riprovato quella sensazione di insicurezza sperimentata all’inizio. Sono rimaste impresse nella mia mente alcune frasi dell’ultima poesia ascoltata: “Chiamatemi per nome, non voglio più essere conosciuta per ciò che non ho, ma per quello che sono, una persona come tante altre. Chiamatemi per nome, non più portatore di handicap. Chiamatemi per nome…” Grazie a questa esperienza abbiamo potuto sperimentare ognuno a suo modo cosa significhi sentirsi diverso e nel caso specifico cosa significhi non poter avere contatto visivo con ciò che ci circonda. Penso che esperienze del genere siano importanti perché aiutano a riflettere e a sviluppare quell’empatia nei confronti non solo del diverso, ma dell’altro che, a mio parere, è una componente fondamentale nelle relazioni interpersonali.

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    Messaggio  Roberta De Lucia Sab Dic 18, 2010 9:55 am

    ... quando la prof ci ha detto di bendarci non ha avuto nè ansia nè paura solo un senso di spaesatezza. Inizialmente ammetto di aver toccato le mie colleghe per sentirmi più sicura, è stato un gesto spontaneo!dopodichè ho cercato di focalizzare la mia attenzione sulle poesie, davvero commoventi! però la mia attenzione è calata quando ho ascoltato la quinta poesia, forse catturata dal silenzio che mi cirocondava ... faceva paura più quello piuttosto che l'essere bendata! L'ultima poesia secondo me è stata la più bella e realista ... non chiamiamoli DISABILI o DOWM o TRETAPLEGICI ... ma con il loro vero nome! ed è in questo momento che ho dato la mano alla mia amica, quella poesia mi ha toccato!
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    Messaggio  ester.iorio Sab Dic 18, 2010 10:04 am

    Laboratorio emozionante e coinvolgente! non credevo di sentirmi in quel modo... da bendata ho provato una sensazione di panico e ansia... sarà stata la voce di quel silenzio che ho avvertito in aula...
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    Messaggio  nadia montuori Sab Dic 18, 2010 10:25 am

    Quando la prof nella lezione precedente ci aveva chiesto di portare un foulard avevo immaginato tutto una altro tipo di laboratorio.
    Pensavo volesse farci provare a muoverci nello spazio circostanze con gli occhi bendati e devo dire che questa cosa, solo a pensarci, mi metteva un po' ansia.
    Invece è stato diverso...la prof ci ha semplicemente chiesto di ascoltare alcune poesie "al buio". Già in quel momento mi sono tranquillizzata e il fatto di essere bendata non mi ha fatta sentire nemmeno a disagio.
    Quello che però mi ha colpito è che mentre la prof leggeva le poesie io spostavo la mia attenzione verso altre fonti di rumore. Il telefono che squillava fuori dall'aula, la porta che ad un certo punto si è aperta ed è entrato qualcuno. Proprio in questo momento mi è successa una cosa strana; ho come avvertito la presenza di qualcuno che aprendo la porta e vedendoci tutte bendate si è fermato qualche secondo forse sorpreso da ciò che gli è apparso davanti, e proprio in quel momento c'è stata una brevissima pausa nella voce della prof che leggeva.
    In quei pochi secondi ho provato disagio, perchè non potevo vedere chi c'era sulla porta, cosa volesse in quel momento e istintivamente mi sarei tolta la benda.
    Ripeto che è stata una sensazione strana proprio perchè sicuramente se avessi avuto gli occhi aperti probabilmene non avrei nemmeno prestato attenzione a ciò che c'era intorno...e invece il senso dell'udito in quel momento è stato predominante su tutti gli altri.
    Credo sia proprio quello che succede alle persone non vedenti che "sentono" tutto attraverso gli altri 4 sensi...
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    Messaggio  Beatrice Palmieri Sab Dic 18, 2010 10:42 am

    Appena bendata ho percepito una sensazione di vuoto , di completo isolamento da tutto quello che mi circondava .Sono riuscita ad scoltare le prime poesie poi , mi sono persa nei miei pensieri.Il pensiero che più mi tormentava era quello di non poter vedere cosa stesse succedendo intorno a me .Con gli occhi bendati però ho percepito rumori di sottofondo che normalmente non sentivo perchè presa da altro, in quella circostanza invece sembravano amplificati.In un attimo mi sono sentita sola e ho pensato a quelle persone non vedenti, io che sono stata "non vedente" per pochi minuti mi sono sentita impotente e isolata figuriamoci una persona che lo è per tutta la vita .questa esperienza mi ha fatto molto riflettere.
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    Messaggio  nadia montuori Sab Dic 18, 2010 10:48 am

    ...nella seconda parte del laboratorio, quando la prof ci ha chiesto dei "commenti al buio" io non sono riuscita a parlare. Quella sensazione di tranquillità iniziale che avevo appena bendata è diventata, dopo, insofferenza.
    La prof girava tra i banchi mentre altre ragazze esprimevano le loro sensazioni, ma io in quei momenti non vedevo l'ora di togliermi la benda.
    Infatti solo una volta "liberata" sono riuscita ad intervenire nella discussione.
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    Messaggio  Rosa Sgariglia Sab Dic 18, 2010 11:11 am

    Purtroppo, per motivi personali, nell'ultima lezione ero assente , ma nonostante la mia assenza mi sono informata, da altre colleghe, su ciò che è stato fatto in classe e, anche dalla lettura di alcuni commenti, ho avuto modo di vedere che è stato svolto l'esperimento della benda. Certamente io non posso intervenire su ciò che è stato detto in aula, ma posso dire le mie impressioni su questo tema. Circa due anni fa, durante un laboratorio disciplinare svolto all'università, la docente ci ha chiesto di chiudere gli occhi e farci condurre dalle altre ragazze. In quel momento ho provato una strana sensazione soprattutto paura di non essere supportata dalla mia "guida", infatti, nonostante ci veniva chiesto di non aprire gli occhi e di lasciarci condurre dalla collega, io inevitabilmente ho aperto gli occhi per vedere cosa accadesse intorno a me. Io ho fatto questo "esperimento" solo per pochi minuti e, come ho detto, ho avuto timore, ma immagino tutte quelle persone non vedenti che affrontano la loro vita quotidianamente in questa situazione.
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    Simulazione Empty le poesie...

    Messaggio  ester.iorio Sab Dic 18, 2010 11:47 am

    Ascoltando le sei poesie narrate dalla Prof. ho provato per ognuna delle emozioni diverse: tristezza, paura, angoscia e dispiacere... Quella che in particolare mi ha colpito è stata quella dal titolo "NON"...
    "NON PARLO, NON CAMMINO, NON SCRIVO, NON CANTO, NON CHATTO....MA SOGNO E VIVO..."
    Parole che hanno toccato il mio cuore e la mia anima... I love you
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    Messaggio  Antonella Ariante Sab Dic 18, 2010 12:40 pm

    La simulazione che abbiamo fatto in classe è stata un'esperienza molto forte che mi ha colpita in modo particolare. Quando ero completamente al buio ho provato una forte ansia e un senso di angoscia tanto che avrei voluto togliermi di colpo la sciarpa ma, dopo questo primo momento di ansia, ho pensato all'esperienza del mio ultimo tirocinio specialistico che mi ha formata molto. Durante il percorso di tirocinio ,infatti, ho affiancato una bambina non vedente e starle accanto mi ha fatto conoscere un aspetto della realtà che purtroppo molte persone vivono ovvero il buio. Quando mi sono trovata al buio ho capito almeno in parte come è vivere senza i colori e mi sono sentita sola e spaventata per questo, una delle poesie che mi hanno colpito è stata proprio quella in cui l'autrice esprimeva il suo stato di solitudine e per un momento anche io mi sono sentita come lei.Questa è stata un'esperienza che mi ha dato la possibilità di riflettere sulla reale condizione del "diverso" perchè per 10 minuti anche io sono stata "diversa" ma solo perchè avevo gli occhi bendati ma ero uguale all'autrice della poesia perchè, abbiamo provato le stesse sensazioni,questo significa che la diversità è solo apparente poichè siamo tutti uguali perchè siamo TUTTI PERSONE e ciò spesso è dimenticato.
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    Messaggio  giovanna arpaia Sab Dic 18, 2010 1:15 pm

    quando ho avuto gli occhi bendati mi sono sentita sola in un mondo che non mi era familiare, ho cercato di ascoltare le voci ma mi risultava difficile Shocked mi giravo in continuazione perchè non riuscivo a distinguere le voci e la loro provenienza, le parole si accavallavano, mi sentivo spaesata, impaurita, per un attimo ho pensato come può essere la vita dei non vedenti....... Crying or Very sad
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    Messaggio  Rosa Di Nitto Sab Dic 18, 2010 1:54 pm

    La simulazione di giovedì è stata veramente interessante, avevo già partecipato ad un'esperienza del genere quando andavo alle scuole superiori e ricordo che mi tolsi subito la benda perchè non volevo stare al buio!. dopo essermi bendata ho cercato subito la mano della mia compagna e mi sono rilassata appena ho sentito la voce della professoressa, la quale ci ha letto delle poesie e durante l'ascolto ho incominciato a pensare che le persone non vedenti hanno un coraggio e una forza indescrivibile nel vivere la vita.
    la poesia che mi ha colpito di più è "CHIAMATEMI PER NOME". penso che rispecchia molto la società di oggi piena di pregiudizi e superficialità.... bisogna ricordare che non bisogna giudicare le persone prima di capire chi sono veramente.
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    Messaggio  maria d'elia Sab Dic 18, 2010 2:29 pm

    E stata un' esperienza unica ed emozionante di durata infinitamente poca ma di intesità infinitamente ricca .Inizialmente mi è venuto un attacco di ansia,di paura per il buio per la perdita di orientamemto e avevo l'istinto di toccare la mia collega vicino per non sentirmi sola, e all'inizio non ho sentito nessuna poesia. Solo alla fine ho iniziato ad ascoltare le poesie e in particolare mi ha colpito l'ultima poesia :" chiamatemi per nome "e in particolare la frase :"non voglio più essere conosciuta per ciò che non ho , ma per quello che sono :una persona come tante altre ...". Infatti secondo me bisogna amare , donare senza pensare se è bianco o se è nero ,semplicemente perche è....Pian piano ho iniziato ad "ascoltare il buio "che in un certo senso ha illuminato "la cecità"del mio animo .Il non vedere mi ha portato a vivere questo momento con intensità dove tutto si è amplicato (tatto, udito ...)e anche il tempo ha avuto un significato diverso.Riflettendo su questa esperienza e pensando ai non vedenti ho capito quante cose diamo per scontato ciò che per me vedente è stata solo una sfida è la quotidianità di chi non vede. Solo quando sperimentiamo personalmente le cose riusciamo a cogliere il vero significato e le diverse emozioni che si provano.
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    Messaggio  caprio carmela Sab Dic 18, 2010 2:41 pm

    Con gli occhi bendati , ho avuto un senso di smarrimento e ,subito ho pensato a tutte quelle persone che sfortunatamente non hanno la possibilità di osservare e godersi le cose belle della vita. Le parole della prof.,mentre leggeva le poesie, sono state un punto di riferimento per me ,che persa in un mondo ,oscuro e senza limiti ,non avrei saputo uscirne.
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    Messaggio  mariagnese ranieri Sab Dic 18, 2010 3:14 pm

    La prima cosa che ho pensato è "com'è buio"!!!!
    Quindi ho provato a concentrarmi su quanto stesse dicendo la prof, ma suoni di telefono, porte che si aprivano, sembravano distogliermi.. e continuavo a pensare che non poter vedere, rendersi conto di tutto è orribile!
    Cercavo di immaginare la posizione della professoressa, delle colleghe nei banchi per ridisegnare la realtà, ma sembrava uno sforzo enorme!!!!!
    Secondo me è tragico non poter vedere..ma forse è ancora più trmendo perderla dopo averla avuta!!!!
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    Messaggio  Anna Cozzuto Sab Dic 18, 2010 3:32 pm

    Quando la professoressa ci ha detto di bendarci pensavo che dovessimo camminare bendati per l'aula e a quel punto mi sono preoccupata delle figuracce che avrei potuto fare. Una volta bendata la docente ha iiziato a leggere delle poesie e mi sono subito resa conto di capire meglio ciò che stava dicendo, tanto da immaginare delle vere e proprie scene in relazione a ciò che si stava leggendo. La poesia che mi ha maggiormente colpita è stata "Chiamatemi per nome", pechè ha messo in rilievo la nostra tendenza a classificare chi è diversamente abile non facendo lo stesso con chi, invece, è ritenuto "normale". Mentre ascoltavo sentivo le parole più vicine tanto da provocarmi un vero e proprio brivido.
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    Messaggio  Silvia Nardi Sab Dic 18, 2010 4:22 pm

    credo che questo esercizio serva a far capire cosa significhi non poter usufruire di una parte del nostro corpo, in questo caso la vista. è disorientante ma pian piano cominci a prestare attenzione agli altri sensi come l'olfatto, l'udito che si affina di più, l'immaginazione perchè si presta più attenzione a ciò che si ascolta per orientarsi e sembra di ascoltare di più anche le proprie sensazioni e la propria voce interiore.
    C'è un silenzio pieno.! Il silenzio dei ciechi, quindi, non è vuoto, non è assenza!!.
    Sei più presente nel "qui ed ora", più attento, più centrato!!
    mi viene da pensare che non ho chiuso il senso della vista chiudendo gli occhi ma di averlo aperto!!..................
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    Messaggio  dongiacomo vittoria Sab Dic 18, 2010 5:53 pm

    "NON PARLO, NON CAMMINO, NON SCRIVO, NON CANTO, NON CHATTO....MA SOGNO E VIVO..."
    che altro aggiungere? vivere da questa parte dove perennemente regna la luce anche in assenza del sole non è cosa da poco...prima di adesso puo' sembrarvi strano ma per me era piuttosto scontanto vivere nela normalità. un'esperienza del genere credo mi abbia resa molto piu' capace di capire cosa si prova ad essere non vedenti e soprattutto consapevole che al di là delle immagini ci sono molti altri modi per "guardare" qualcosa, semplicemente toccando o ascoltando attentamente.
    mi sono tante volte sentita a disagio nel portare gli occhiali da vista perchè miope in alcune occasioni,infatti molto spesso le sostituisco con le lenti a contatto,bhe delle volte...forse tutte le volte che ho pensato di essere imbruttita da quelle lenti non avevo la benchè minima consapevolezza di questo grande ed immenso dono : la vista.
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    Messaggio  Tonia Falanga Sab Dic 18, 2010 5:57 pm

    Appena iniziata la simulazione ho creduto di non poter resistere a lungo...la sensazione di non vedere mi faceva sentire leggermente soffocata..! Dopo qualche minuto poi mi sono detta che non sarebbe durata a lungo,ed è in quel momento che ho capito quale grande sofferenza provano le persone che questa sensazione la vivono costantemente...tra le poesie ascoltate la più bella e significativa per me è quella che racconta di come basterebbe una mano tesa,o un sorriso ad alleviare la sofferenza provata da chi cade ed è inchiodato a terra dagli sguardi che lo giudicano, piuttosto che dalla sua malattia.

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