Psicopedagogia d.ling. Briganti 2010

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Psicopedagogia d.ling. Briganti 2010

"Stanza di lavoro della classe" Forum didattico a cura di Floriana Briganti - corso di Psicopedagogia dei linguaggi, att. didattica aggiuntiva Suor Orsola Benincasa Napoli


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    Messaggio  Andreina Russolillo Sab Gen 01, 2011 12:29 pm

    Penso spesso alla cecità..e non so il perché! Rifletto soprattutto su due situazioni: nascere o diventare ciechi, mi sono sempre chiesta quale delle due mi avrebbe creato più disagio..
    Le sensazioni provate in aula mi hanno solo dato conferma di ciò che ho sempre pensato, e cioè, il non vedere mi crea un senso di oppressione, mi fa andare in panico soprattutto perché amo avere il controllo delle situazioni, cosa che in aula non è avvenuta! Ho vissuto una situazione di "ansia paralizzante"..
    Diciamo che questa situazione mi ha aiutata a trovare una risposta all’interrogativo che, per semplice curiosità, mi sono sempre posta; nascere ciechi probabilmente ti fa conoscere il mondo sotto altri aspetti..attraverso cose diverse, probabilmente ti aiuta anche a sviluppare un senso di orientamento e di tranquillità che, invece, chi diventa cieco, non può avere!
    Non so se sono riuscita a spiegarmi, ma intendo dire che essere privati di qualcosa che in precedenza si aveva forse crea più disagio rispetto a chi quella cosa non l’ha mai avuta e quindi ha dovuto cercare sin dall’inizio delle strade diverse …..per conoscere il mondo, per approcciare con altre persone, per vivere la propria vita..
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    Messaggio  Barbara Morra Sab Gen 01, 2011 10:53 pm

    Ritrovarmi con gli occhi bendati non è stato semplice, eppure quando la prof. ci ha preanunciato ciò che dovevamo fare ho pensato che sarà mai, quante volte da bambina ho giocato in cameretta con le mie sorelle a "MOSCACIECA" ed invece è stato tutto così strano e diverso.Inizialmente ero tutta presa ad analizzare la nuova situazione che stavo vivendo tantoevvero che non sono riuscita ad ascoltare la prima poesia letta dalla prof. poi man mano ho iniziato ad utilizzare l'altro mio senso che mi favoriva nel capire ciò che accadeva attorno a me (l'udito) così o iniziato ad ascoltare le poesie facendo scorrere tutte le immagine nella mia mente.Nella seconda parte alla fine della lattura delle poesie quando la prof. si è avvicinata al mio banco per dar voce alla collega che mi era accanto, certa della sua vicinanza ero tranquilla, ma poi mi sono sentita persa e sbalordita di ciò, perchè credevo di avere la situazione sotto controllo, quando la prof. si è allontanata ed io me ne sono accorta solo quando ho sentito la sua voce in lontananza.E' stato allora che realizzato che il fatto di non vedere mi terrorizza, ti rende insicura e fragile, inoltre non riesci a cogliere ciò che un semplice sguardo può farti capire il che va oltre ad ogni parola.
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    Messaggio  marzia Dom Gen 02, 2011 7:46 am

    l'esperienza del laboratorio di simulazione è stata molto significativa. Con gli occhi bendati, mi sono sentita sola, isolata, anche se sentivo rumori, che provenivano dal corridoio, e voci, alcune anche familiari .Inoltre non partecipavo alla conversazione in una maniera completa, perchè non riuscivo a condividere lo sguardo ,le emozioni di chi parlava.Ho capito che la vista è importantissima....
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    Messaggio  Settembre Patrizia Dom Gen 02, 2011 5:16 pm

    Sono letteralmente terrorizzata dalla cecità....ecco perchè ho provato una sgradevolissima sensazione ad essere bendata.
    Al buio mi sento paralizzata, non riesco neanche quasi a respirare. Quindi, ho dovuto cercare di controllare queste mie forti sensazioni,e sono riuscita a concentrarmi poco su quanto stesse accadendo in classe. Non so perchè, ma trovo questa situazione di svantaggio estremamente destabilizzante da sempre, la benda non ha fatto altro che acuire una mia convinzione quasi ancestrale. Inevitabilmente la poesia che mi ha più colpito è sta " non".
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    Messaggio  Maddalena Cefariello Dom Gen 02, 2011 10:59 pm

    Oggi mentre guardavo alle falde del kilimangiaro,LICIA COLO',ha ospitato in studio la forza della danza "SIMONA ATZORI.Un incontro emozionante che ci insegna quanto l' amore per la vita e l'arte riescono a far superare qualsiasi ostacolo.
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    Messaggio  maddalena costanzo Lun Gen 03, 2011 9:27 pm

    A distanza di tanti giorni dalla simulazione, chiudendo gli occhi mi sembra di rivivere ancora le emozioni di quel giorno,la voce della prof., i rumori amplificati, tutti i pensieri che si susseguivano nella mia mente ed il senso di smarrimento che ho provato quanto i pensieri tristi occuparono la mia mente, mi sembra ancora di sentire la voce della prof.con l'enfasi e le pause che caratterizzavano le recitazione delle poesie, mi sembra di rivivere tutto come un eco. E' stato un esperimento veramente significativo che non nascondo di tanto in tanto ripeto quando ho voglia di stare sola, con me stessa.
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    Messaggio  maddalena costanzo Lun Gen 03, 2011 9:27 pm

    A distanza di tanti giorni dalla simulazione, chiudendo gli occhi mi sembra di rivivere ancora le emozioni di quel giorno,la voce della prof., i rumori amplificati, tutti i pensieri che si susseguivano nella mia mente ed il senso di smarrimento che ho provato quanto i pensieri tristi occuparono la mia mente, mi sembra ancora di sentire la voce della prof.con l'enfasi e le pause che caratterizzavano le recitazione delle poesie, mi sembra di rivivere tutto come un eco. E' stato un esperimento veramente significativo che non nascondo di tanto in tanto ripeto quando ho voglia di stare sola, con me stessa.
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    Messaggio  Ida D'Onofrio Mar Gen 04, 2011 6:18 pm

    Pensando di dover portare il fulard ho subito immaginato di dover muovermi nell'aula al buio con gli occhi bendati. Ad essere sincera forse sarebbe stato meglio perchè la lettura delle poesie al buio mi ha provocato un tumulto di stai d'animo. Stare ferma ad ascoltare senza vedere ciò che accadeva intorno a me mi ha dato l'occasione di immaginare realmente ciò che si prova ad essere non vedenti. Se invece avessimo avuto la possibilità di muoverci sicuramente ci saremmo distratti e non avrei vissuto lo stato d'animo e sopratutto il sentimento di tristezza che invece ho provato. Questo , rispetto sagli altri laboratori che la prof.ssa ci ha proposto è stato quello che ho vissuto con più intensità. A me non piace stare al buio , mi sento smarrita, ciò mi provoca nervosismo. Questa mia debolezza caratteriale, aggiunta alle parole degli autori delle varie poesie ascoltate, mi ha resa vulnerabile e non nascondo che tornando a casa ho portato con me lo stato di malessere provato in aula.Durante la lettura delle poesie mi sono spesso distratta,perchè non vedevo l'ora di togliere il fulard però quando riuscivo a controllare l'ansia e lo stato d'animo , proponendomi di stare tranquilla mi abbandonavo alle parole degli autori. E' difficile in queste circostanze mettersi realmente nei panni di chi vive con queste difficoltà. Ciò che possiamo fare, è immaginare il vuoto e l'isolamento che si prova e che forse ad un certo punto queste condizioni sembrano normalità . Dico forse perchè ho quasi il timore di esprimermi rispetto a tutto ciò , io sono rimasta al buio per un attimo sapendo che dopo qualche minuto, tolto il fulard tutto sarebbe ritornato come prima ma nonostante questa sicurezza,ero in panico.L'esperienza vissuta in aula mi ha fatto ricordare un'immagine vista qualche anno fà ad una delle edizioni del Grande Fratello quando tra i concorrenti c'era un ragazzo non vedente. Un giorno il ragazzo si distese sul prato della casa insieme ad un'altra concorrente la quale gli chiese: "Cos'è per te il verde?". Il ragazzo rispose: " Per me il verde è rappresentato da qesto momento che sto condividendo con te!". Non sono riuscita ad analizzare dettagliatamente quello che volesse dire perchè la TV trasmette solo gli spezzoni che fanno odiens però se gli autori del Grande Fratello si fossero soffermati, magari durante una diretta, su quelle parole, sicuramente dal confronto dei due ragazzi distesi sull'erba sarebbero emerse tante verità, emozioni, stati d'animo, parole sincere, semplici e spontanee di un ragazzo non vedente che possono essere universalizzabili a tutti coloro, che come lui, vivono una condizione di cecità.
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    Messaggio  smaldonesimona Mar Gen 04, 2011 9:10 pm

    quando avevo gli occhi bendati mi sono sentita smarrita e ho avuto una sensazione di vuoto dentro, non riuscivo nemmeno a distinguere le voci intorno. Questa sensazione me la sento spesso raccontare da mia madre poichè è da circa un anno che ha avuto problemi di salute e a causa dei quali giorno per giorno sta perdendo la vista. Quando cerco di tirarla su, spronandola, (perchè spesso piange) mi dice:"prova a bendarti per cinque minuti gli occhi e fai un giro per la stanza poi mi dici come ti senti"!
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    Messaggio  idadragone87 Mer Gen 05, 2011 3:33 pm

    Dopo tanti giorni penso che essere bendata è stata un'esperienza forte. Appena appoggiato il foulard davanti agli occhi all'improvviso il nulla.Tutto davanti a me è come se fosse scomparso,non avevo più la possibilità di vedere la docente di fronte,la mia amica al mio fianco,le colleghe in tutta l'aula.Ero completamente immersa in una situazione estranea,mai vissuta però con la consapevolezza che c'è,esistono persone non vedenti.La simulazione è durata diversi minuti,nel frattempo la docente ci leggeva delle poesie,le immaginavo proiettate e io allo stesso tempo le leggevo con la mente.Dalla lettura di questi versi emergevano stati d'animo di persone con disabilità,c'era chi reclamava i propri diritti,chi nonostante la propria condizione ama la vita,chi vuole essere considerato al pari degli altri.Io in quel momento di buio non ho vissuto attimi di ansia o panico,forse perché sapevo che prima o poi tutto sarebbe finito.Il pensiero era rivolto a chi vive realmente questa condizione,a quanta sofferenza può avere dentro.Non ho mai avuto una testimonianza diretta da parte di un non vedente ma da quanto ci trasmettono tv, giorniali,libri nella loro vita fanno esattamente ciò che fanno gli altri:mangiano,leggono,studiano,lavorano,però con modalità diverse.Insomma,hanno trovato un altro modo di vivere la vita e di essere felici.
    "L'uomo che ha accettato con tutto il cuore l'oscurità,scopre che essa è diventata luce.E chi accoglie il dolore a braccia aperte scopre che per lui esiste solo la felicità". Osho [i]
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    Messaggio  FILOMENA BARRACCA Gio Gen 06, 2011 8:49 pm

    Questo corso mi sorprende sempre di più, ogni nuova lezione è fondamentale e scopro dei tratti della mia personalità che non sapevo di avere. Infatti non credevo che un semplice foulard potesse suscitare in me queste medesime emozioni. Quando la docente ci disse che dovevamo essere bendate, pensai subito che (anche se per pochi minuti) avrei subito la perdita della vista, un organo di senso necessario nella mia vita e nella mia quotidianità. Quando mi bendai il mondo attorno sembrava pericoloso, nel senso che non sapevo cosa mi potesse succedere….i rumori sembravano più forti ed in me vi era una sensazione di paura e di ansia. Quando la docente ci disse che doveva leggere sei poesie subito mi tranquillizzai: non dovevo fare altro che ascoltare la sua voce chiara e limpida, richiamava tutta la mia attenzione e il mio pensiero era rivolto solo e esclusivamente ai protagonisti delle poesie. Sono state per me tutte commoventi ed emozionanti e sono state fonte di riflessioni. Ho capito che non bisogna paragonare tutti i diversamente abili “uguali” perché ognuno ha la propria storia, la propria esperienza…la propria vita. La prima poesia “L’Angelo del Signore” mi ha fatto riflettere che questo ragazzo Riccardo vive una situazione di malessere provocato dai genitori perché lui si sente in colpa di essere nato così, e di offrire ai genitori un figlio con un destino sciagurato. Un’altra poesia che particolarmente mi ha colpito è ”Vorrei…Potrei” che ci racconta di Sara, vorrebbe essere libera come un gabbiano capace di volare sopra il mondo, senza essere riconosciuta. L’ultima poesia che la ritengo più significativa è ”Chiamatemi per nome” la protagonista vuole essere conosciuta per quello che è, cioè come una persona come tutte le altre con il suo volto, i suoi pensieri, la sua gioia da condividere e non essere solo riconosciuta come portatrice di handicap.
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    Messaggio  Alessandra De Vita Gio Gen 06, 2011 11:47 pm

    Quando abbiamo fatto la simulazione, il mio pensiero è andato subito a mia nonna, che non c'è più da un anno. Lei era cieca, non lo è stata per tutta la sua vita, ma lo è diventata negli ultimi 30 anni. Quindi non ha avuto mai il piacere purtroppo di vedere molti dei suoi nipoti, ma in un certo senso è come se avesse seguito ugualmente le tappe della nostra vita, soprattutto attraverso il TATTO e l'UDITO. Come era dolce quando le facevo visita, arrivavo e la chiamavo "Nonna" e lei non esitava nel rispondermi "Alessandra" e la prima cosa che mi accarezzava erano le mani, dicendomi sempre: "Come sono piccole". Soprattutto quando faceva freddo me le riscaldava nelle sue ed io la sentivo molto vicino, non importava che non potesse vedermi, quel contatto fisico andava ben oltre lo sguardo degli occhi. Nei giorni di festa le piaceva molto accarezzarmi per "scoprire" quale indumento indossassi e voleva anche che glielo spiegassi nei particolari: si rallegrava ed io con lei. Comunque era molto bello leggere nei suoi occhi, seppure oscurati dalla cecità, la gioia di vivere, la gioia di sentire la nostra presenza, la gioia di essere amata...
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    Messaggio  francesca Ven Gen 07, 2011 2:00 pm

    Admin ha scritto:laboratorio Simulazione
    inserisci qui il tuo commento alla simulazione e alle poesie.
    attraverso questa esperienza ho avuto la possibilità di capire l'importanza della vista e in un qualche modo percepir almeno in parte le difficoltà delle persone non vedenti..
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    Messaggio  sonia palmieri Ven Gen 07, 2011 2:51 pm

    nell'attivita di simulazione in cui sono stata bendata e impossibilitata di vedere anche solo per un attimo mi sono sentita dispersa e immedesimata nelle persone disabili,poi quando la voce ha iniziato a narrare poesie, la mia paura si è pacata ed è stato come se tutta me stessa fosse legata a quella voce infatti la paura inizialmente provata non c'era piu.Poi finita la voce è come se quella paura ritornasse insieme ad un senso di dispersione e solitudine. inerente alla poesia quella che piu mi ha colpito è stata quella in cui la ragazza diceva" non chatto,non scrivo,non canto, ma amo,vivo" e quindi dimostra la forza di vivere di queste persone e la voglia che sentono di farlo nonostante la loro difficoltà.La tristezza è poi tornata in me quando la poesie si è conclusa con il termine "sono viva e sola" proprio per evidenziare la solitudine e l'emarginazione che provano queste persone!
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    Messaggio  Carmela Capasso Ven Gen 07, 2011 3:32 pm

    Questo laboratorio è una vera sorpresa ..mi tocca in fondo al cuore e all'anima perchè mi "costringe" a confidarmi i con me stessa, a stringere fortemente le braccia intorno a me perchè non ho nessuno accanto, o se ci fosse stata , a prendere la mano della mia compagna seduta accanto ....ecco...queste sono le sensazioni che mi restano fortememente impresse nel momento in cui cade l'oscurità seppur consapevole di poter farla cessare in qualsiasi momento...ecco l'oscurità cambia la percezione di me stessa e del rapporto con me e con il mondo...penso alle mie sensazioni, ai rumori insoliti che la luce non mi fa percepire, sento la tristezza, la malinconia, la gioia di vivere espresse dalla voce che narra di storie di vita diverse attraverso varie poesie...e le intreccio alla mia vita e alle mie ensazioni....poi finisce l'oscurità e mi ritrovo un pò smarrita ma forse anche più arricchita ...
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    Messaggio  Immacolata Del Sorbo Ven Gen 07, 2011 5:52 pm

    mentre ero con gli occhi bendati mi sono rilassata e sono intervenuta alla discussione spontaneamente poichè non mi sentivo giudicata dagli altri.
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    Messaggio  TAGLIALATELA ASSUNTA Ven Gen 07, 2011 7:11 pm

    Durante quest’attività laboratoriale ci è stato chiesto di bendarci gli occhi e ascoltare delle poesie lette dalla prof. Si è trattato di un’esperienza inconsueta che mi ha dato la possibilità di soffermarmi a riflettere, anche se solo per poco, sulle difficoltà che i non vedenti affrontano quotidianamente. Forse quasi mai ci soffermiamo a riflettere su quanto siamo fortunati nel poter vedere ciò che ci circonda. Dopo essermi bendata la sensazione di buio ha subito generato in me sentimenti contrastanti: un connubio tra curiosità, novità ma subito seguito da paura, disorientamento e percezione di un pericolo incalzante…
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    Messaggio  Maria Rosaria Antignano Ven Gen 07, 2011 10:15 pm

    La simulazione,cosa dire è stata un'esperienza caratterizzata da smarrimento continuo a tratti angosciante temevo di urtare di cadere, non capivo da dove precisamente provenissero le voci mi giravo di continuo ,spaesata come un bimbo in cerca della propria madre,sembravo mia figlia disperata quando cambio stanza.Ho solo potuto lontanamente immaginare cosa può provare chi per natura non può vedere,ammiro con forza tutti i cosidetti diversi in quanto sono capaci di vedere e sentire con gli occhidell'anima.
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    Messaggio  natale maria Sab Gen 08, 2011 1:44 pm


    l poesia che mi ha maggiormente colpita è stata quella che recitava tali parole: “Chiamatemi per nome, non voglio più essere conosciuta per ciò che non ho, ma per quello che sono, una persona come tante altre.....ciò mi fa capire che è sbagliato classificare una persona solo per un handicap!!


    Ultima modifica di natale maria il Sab Gen 08, 2011 2:03 pm - modificato 1 volta.
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    Messaggio  natale maria Sab Gen 08, 2011 1:59 pm

    Con questa attività laboratoriale mi sono trovata per la prima volta anche se per poco a non vedere , con gli occhi bendati è sorta in me ansia e paura in quanto con l'ascolto delle poesie non riuscivo a capire bene dove provenisse la voce , infatti inzialmente ero poco concentrata perchè distratta da altri rumori poi dopo ho cercato di concentrarmi ma il non vedere rendeva tutto difficile. Questa esperienza mi ha fatto ritornare alla mente che un giorno fuori l'università c'era un ragazzo che mi chiese informazioni di come raggiungere la posta ,dandogli le informazioni il ragazzo se ne andò e solo dopo guardandolo da lontano mi accorsi che era cieco.. rimasi sbalordita da quel ragazzo era riuscito ad accostarsi a me senza vedermi ed io che vedevo non mi ero accorta che era cieco.Tutto ciò mi fa riflettere sul fatto che è difficile vedere con gli occhi di un non vedente ma anche che bisogna considerarli come delle persone normali perchè sono del parere che hanno delle capacità della vista più sviluppate in quanto riescono a vedere anche nel "buio".
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    Messaggio  Danila Riello Sab Gen 08, 2011 3:26 pm

    Durante e dopo questa simulazione, ho provato un senso di ansia e di angoscia che mi ha accompagnato per tutta la serata
    ; può essere una cosa un pò esagerata, ma posso assicurarvi che è così.
    Nonostante il foulard stretto che m'impediva di vedere, facevo sforzi enormi per vedere quello che non riusivo a vedere.
    Essere " ciechi" per un giorno è un'immagine che mi ha provocato molto disagio e molta angoscia.
    Deve essere difficile spiegare a qualcuno che non vede dalla nascita cosa significhi vedere, osservare.. nascono sapendo di essere diversi ma non capendo cosa hanno perso.. diverso da chi perde la vista a causa di un incidente.. sà cosa ha perso.. ed è dura non poter più vedere.. ma io credo che chi è cieco dalla nascita possa lo stesso vedere il mondo con gli occhi dell'anima.. ho sentito di persone che ti descrivono dettagliamente cose sentimenti persone.. solo con il tocco della mano.. usando immaginazione.. e un tocco di ironia.. sicuramente non vedrà mai i mille colori del mondo, ma non vedrà nemmeno cosa è invece capace un uomo con due occhi funzionanti..
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    Messaggio  teodolinda natale Sab Gen 08, 2011 7:30 pm

    Quest'attività laboratoriale è stata molto interessante perchè mi ha permesso,anche se per poco, di calarmi nei panni di un non vedente. Inizialmente, mi sono sentita un pò spaesata poichè sentivo intorno a me solo rumori, per questo la prima cosa che ho fatto è stata quella di cercare il contatto della mia amica di banco ...in seguito quando la professoressa ha iniziato a leggere le poesie è nato in me un brivido e una commozione. Tra le frasi che maggiormente mi hanno colpita:"Il mio precario equilibrio mi tiene in bilico...non posso commettere il minimo errore...ho paura di cadere non tanto per il dolore che potrei avvertire ma per il peso dei loro occhi che su quel pavimento mi potrebbero inchiodare". "Chiamatemi per nome, non voglio più essere conosciuta per ciò che non ho, ma per quello che sono, una persona come tante altre. Chiamatemi per nome, non più portatore di handicap..."
    Al buoi senza vedere con l'opportunità di poter solo ascoltare ... quest' esperienza è stata molto significativa poichè mi ha fatto capire ancora di più come la vita di un diversamente abile sia difficile e sia una continua lotta per conquistare il diritto di essere ciò che si è.

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    Messaggio  teodolinda natale Sab Gen 08, 2011 8:14 pm

    Silvia Nardi ha scritto:credo che questo esercizio serva a far capire cosa significhi non poter usufruire di una parte del nostro corpo, in questo caso la vista. è disorientante ma pian piano cominci a prestare attenzione agli altri sensi come l'olfatto, l'udito che si affina di più, l'immaginazione perchè si presta più attenzione a ciò che si ascolta per orientarsi e sembra di ascoltare di più anche le proprie sensazioni e la propria voce interiore.
    C'è un silenzio pieno.! Il silenzio dei ciechi, quindi, non è vuoto, non è assenza!!.
    Sei più presente nel "qui ed ora", più attento, più centrato!!
    mi viene da pensare che non ho chiuso il senso della vista chiudendo gli occhi ma di averlo aperto!!..................


    Si,è proprio vero essere ciechi non vuol dire "assenza" perchè dove c'e questa mancanza loro riescono ad equipararla con una grande capacità di sentire i suoni e le emozioni, che chi vede a volte non riesce a percepire e vedere.
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    Simulazione - Pagina 5 Empty Re: Simulazione

    Messaggio  orsolina dell'aversano Lun Gen 10, 2011 7:45 am


    L'esperienza di simulazione è stata per me qualcosa di nuovo, mi sono sentita molto emozionata. Inizialmente non riuscivo a sentire bene la voce della Prof., successivamente con un pò di concentrazione sono riuscita a sentire solo le ultime poesie ,ero molto agitata in quanto non potevo osservare ciò che accadeva ,e ho pensato di come la mia vita potesse essere complicata se non vedessi e di come facessero i non vedenti a condurre l'intera vita in questo modo..in me è nata un sorta di ammirazione per tali persone che ogni giorno inventono il loro "mondo a colori"!!
    Stef Baiano
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    Simulazione - Pagina 5 Empty Re: Simulazione

    Messaggio  Stef Baiano Lun Gen 10, 2011 6:48 pm

    In aula la prof ci ha letto alcune poesie e noi nell'ascoltarle avevamo gli occhi bendati.Queste erano tutte molto belle e toccanti,ma ciò che più mi ha impressionata è stato il dover vivere questa esperienza della durata di circa 10 minuti,in una condizione di cecità.
    Il vedere tutto nero e buio davanti ai miei occhi è stato bruttissimo....
    E' stato come vivere nelle tenebre,nella paura,isolata da tutti e da tutto.
    In questo arco di tempo in cui sono stata bendata,ho riflettuto su me stessa e sul fatto che molto spesso si da per scontato il preziosissimo dono "della vista".Durante questa simulazione,inoltre,per non sentirmi sola,il più delle volte,ho cercato un contatto fisico con la mia compagna che era seduta accanto a me.

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