Psicopedagogia d.ling. Briganti 2010

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Psicopedagogia d.ling. Briganti 2010

"Stanza di lavoro della classe" Forum didattico a cura di Floriana Briganti - corso di Psicopedagogia dei linguaggi, att. didattica aggiuntiva Suor Orsola Benincasa Napoli


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    Messaggio  clementina spiaggia Sab Dic 18, 2010 6:31 pm

    questo laboratorio mi ha toccato particolarmente....a volte non capiamo quanto siamo fortunati ad avere gli occhi per vedere il mondo,per muoverci,per toccare.ho capito quanto è importante la vista...durante questa prova mi sono sentita persa.se devo essere sincera non vedevo l ora di togliere il foulard,mi sentivo mancare l aria...mi sentivo ansiosa....
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    Messaggio  Antonella Raimondo Sab Dic 18, 2010 7:07 pm

    Anke io come Rosa Sgariglia, durante un laboratorio all'università, fui bendata e ci fu chiesto di riconoscere degli oggetti, camminare su una striscia cercando di non andare in altre direzioni... le sensazioni provate furono molteplici: smarrimento, paura, confusione, disorientamento, gli stessi che ho riscontrato nei commenti delle colleghe. Ciò che però mi rasserena è che cmq nel caso della mancanza di un'abiltà (quella del vedere) sono sviluppate altre in maniera più acuta. Infatti, nel caso della simulazione, una volta bendate, è prevalso l'udito per ascoltare le poesie.. Tante volte siamo più attratti verso persone, oggetti e non prestiamo attenzione all'ascolto del mondo che ci circonda, facendo prevalere tra i sensi quello della vista!
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    Messaggio  di gregorio patrizia Dom Dic 19, 2010 8:15 am

    Per noi il buio è notte, per noi il buio è sinonimo di oscurità, morte....per molti il buio è VITA. Ed è inconcepibile per noi, ma assolutamente meraviglioso,come spesso chi non ha mai visto i colori riesca a provare comunque un arcobaleno di emozioni.
    E'ammirevole come chi non ha mai visto il sole riesca ad avere un sorriso così luminoso, ed è maledettamente vero che chi non vede con gli occhi risce a guardare molto più in profodità di chi si ferma alla semplice apparenza. Eppure non è affato facile...basta una benda per rendersi conto di come ci senta persi senza la luce, spaesati, smarriti, privati di qualunque riferimento...a volte può bastare un semplice panno nero per farci comprendere quanto davvero siamo fortuati...
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    Messaggio  Roberta De Lucia Dom Dic 19, 2010 9:00 am

    Antonella Ariante ha scritto:La simulazione che abbiamo fatto in classe è stata un'esperienza molto forte che mi ha colpita in modo particolare. Quando ero completamente al buio ho provato una forte ansia e un senso di angoscia tanto che avrei voluto togliermi di colpo la sciarpa ma, dopo questo primo momento di ansia, ho pensato all'esperienza del mio ultimo tirocinio specialistico che mi ha formata molto. Durante il percorso di tirocinio ,infatti, ho affiancato una bambina non vedente e starle accanto mi ha fatto conoscere un aspetto della realtà che purtroppo molte persone vivono ovvero il buio. Quando mi sono trovata al buio ho capito almeno in parte come è vivere senza i colori e mi sono sentita sola e spaventata per questo, una delle poesie che mi hanno colpito è stata proprio quella in cui l'autrice esprimeva il suo stato di solitudine e per un momento anche io mi sono sentita come lei.Questa è stata un'esperienza che mi ha dato la possibilità di riflettere sulla reale condizione del "diverso" perchè per 10 minuti anche io sono stata "diversa" ma solo perchè avevo gli occhi bendati ma ero uguale all'autrice della poesia perchè, abbiamo provato le stesse sensazioni,questo significa che la diversità è solo apparente poichè siamo tutti uguali perchè siamo TUTTI PERSONE e ciò spesso è dimenticato.

    Sono d'accordo con te Antonella, ed ho immaginato che anche tu come me, quando la prof c ha chiesto di bendarci avresti pensato al nostro percorso di tirocinio... credo che c abbia formato molto!
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    Messaggio  vincenzaromano Dom Dic 19, 2010 9:58 am

    Durante la simulazione ho provato sentimenti ed emozioni forse totalmente diversi dalle altre ragazze. Dopo alcuni secondi, serviti per fare un' analisi razionale della situazione che stavo vivendo, sono entrata nella mia vita... non ho ascoltato nessuna poesia, nessun rumore, nè apertura di porte, squilli di telefono... nulla.... ero chiusa nel mio mondo!!! ho provato quel senso di pace che forse cercavo e desideravo.... non ho avuto paura di cosa stesse succedendo!!
    Non so il motivo di ciò.... forse perchè viviamo una vita troppo frenetica in cui non abbiamo mai tempo di riflettere e pensare...o anche perchè comunque sapevo che era solo una simulazione e che sarebbe durata pochi minuti....
    certo mi spaventa l'idea di vivere senza avere la vista... mi terrorizza il solo pensare di non poter più vedere lo sguardo delle persone che amo, il loro volto, ciò che si cela dietro ad uno sguardo!
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    Messaggio  ANNARITA DI DOMENICO Dom Dic 19, 2010 11:45 am

    Questo laboratorio è stato insolito ma molto efficace: bendate abbiamo ascoltato delle poesie. Non poter vedere mi ha disorientata, ho fatto fatica a prestare attenzione alla voce che leggeva le poesie, l'ho avvertita quasi come un sottofondo, mentre ogni suono o ruomore, anche un fruscio è stato fonte di distrazione e di inquietudine.
    Queste sensazioni che noi vedenti ignoriamo, sono costanti in chi non vede.Ciò mi ha fatto riflettere sull'importanza della vista e sulle difficoltà che quotidianamente incontra chi non vede.
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    Messaggio  altragiulia Dom Dic 19, 2010 12:15 pm

    Come si raccontano i colori a qualcuno che non li ha mai visti? Come vi sentireste se d'improvviso vi venisse tolta la vista? Come cambierebbe la vostra vita? Pif si trova ad un raid in pedalò organizzato dall'associazione italiana ciechi, un'occasione per incontrare ragazzi non vedenti e capire con loro i passi fatti per raggiungere l'autonomia. Scoprirà che c'è un modo per superare gli ostacoli provocati dalla cecità, ma le barriere più alte rimangono quelle causate dalle paure e dai pregiudizi di noi che possiamo vedere, ma spesso non sappiamo guardare. come disse Saramago siamo ciechi che vedono

    consiglio a tutti di vedere questa puntata del programma televisivo Il Testimone, condotto da Pif su mtv. http://ondemand.mtv.it/serie-tv/il-testimone/s01/il-testimone-s01e12-1
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    Messaggio  mariacannavale Dom Dic 19, 2010 12:48 pm

    Appena bendata ho provato un senso di curiosità,"curiosità" nel provare come si può sentire un non vedente.
    A dire la verità non sono riuscita a prestare attenzione alla prima poesia ero troppo concentrata ad ascoltare i rumori all'interno dell'aula come il rumore della porta che si è aperta molte volte;ma mi concentravo anche ad ascoltare rumori che non c'erano,volevo proprio capire come le persone cieche non avendo uno dei sensi erano capaci di sentire anche dei minimi rumori a cui noi non prestiamo attenzione e non ci accorgiamo neanche dell'esistenza.Poi ho iniziato ad ascoltare le altre poesie ma dopo un po'ho provato un senso di oppressione,mi muovevo in continuazione sulla sedia,cercavo la mano della mia compagnia che mi era accanto,mi sentivo mancare l'aria;volevo ritornare a vedere.
    Alla fine quando mi sono tolta la benda è stata una liberazione.
    In merito alle poesie ho preferito la poesia:"NON" in cui la persona che scrive dice:non scrivo,non parlo non cammino, non chatto,non canto;ma sogno, ma amo,ma vivo,e sono sola.
    Un' altra poesia è stata quella dal titolo:"CHIAMATEMI PER IL MIO NOME"in cui la persona disabile dice:non chiamatemi non vedente,disabile,celebrolesa;ma chiamatemi con il mio nome,voi non sentite mica chiamarvi persona portatore di occhi castani oppure persona abile ma chiamate quella persona per il suo nome;fate lo stesso con me!
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    Messaggio  Anna Cascone Dom Dic 19, 2010 6:38 pm

    Mi sono sentita smarrita e persa: anche se ero fisicamente presente in aula, con la mente ero altrove.
    Ho percepito un senso di vuoto intorno a me, ero paradossalmente sola con me stessa.
    Non riuscivo neanche ad ascoltare bene le parole delle poesie, solo la frase della terza poesia mi ha rimbombato nella mente: "Non chiamiamoli disabili, down...ma con il loro nome".
    Perché bisogna sempre "etichettare"chi é diverso?
    Ognuno di noi, anche se disabile, é una persona con una propria personalità ed originalità.
    Non vedere ciò che c'é intorno a noi é bruttissimo.
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    Messaggio  fortuna arpaia Dom Dic 19, 2010 6:46 pm

    Il laboratorio della simulazione è stato forse il laboratorio che più mi ha coinvolto fino ad oggi, la senzazione è stata indescrivibile, l'essere bendata e quindi privata della vista mi ha dato la possibilità di ascoltare le poesie lette dalla professoressa con maggiore coinvolgimento, quella che più mi ha colpito è stata la poesia di Gennaro Morra "In Bilico" quando ho sentito i versi "Ho paura di cadere non tanto per il dolore che potrei avvertire ma per il peso dei loro occhi che su quel pavimento mi potrebbero inchiodare" mi sono talmente immedesimata che ho sentito il peso di quegli occhi che mi inchiodavano al pavimento.
    E' stato interessante anche il confronto con le colleghe dal quale è emerso che ognuna era stata coinvolta in maniera soggettiva ed ognuna aveva vissuto a modo proprio e con emozioni differenti l'esperienza.
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    Messaggio  Fabiana.Barone Dom Dic 19, 2010 9:30 pm

    Roberta De Lucia ha scritto:Prima di parlare dell'esperienza vissuta vorrei condividere con voi l'esperienza che ho vissuto durante il mio percorso di tirocinio della didattica aggiuntiva. Questo perchè quando la prof. ci ha annunciato che avrebbe fatto con noi un esperimento con un foulard e ci avrebbe bendato io non ho fatto altro che pensare al bambino che ho conosciuto durante il mio percorso di tirocinio. Questo bambino ha un deficit visivo e anche la sua insegnante ha lo stesso deficit. Quando mi sono ritrovata dinanzi a questa situazione la prima emozione che ho provato è stato quello di aver paura... paura di non saper cosa dire, paura di ferirli magari non volendo...PAURA E BASTA! poi mi sono resa conto che quella paura non aveva senso, erano come me io avrei dato qualcosa a loro come loro l'avrebbero dato a me anche se non vedenti! Ed stato proprio così! Si è creato un rapporto bellissimo mi hanno insegnato tanto ... e non vi dico che emozione quando è arrivato il complimento più bello della vita da parte del bambino: "Roberta come sei bella!" ... bella era legato al mio essere e non al mio aspetto fisico o ancora quando gli ho dato un bacino sulla mano e lui mi dice :" che bel bacio!"... questa esperienza mi ha fatto crescere tanto e mi ha fatto riflettere arrivando alla conclusione che difronte alla diversità se così si vuol chiamare non bisogna nè avere paura nè essere indefferenti nè pensare che bisogna arrendersi!

    Leggendo quello che hai scritto ho rivisto me stessa. Non ho avuto nessuna esperienza simile ma ho sempre portato con me un po' di paura di rapportarmi con i bambini disabili. E' stata questa paura che inizialmente mi ha portato a non frequentare i corsi della didattica aggiuntiva. Tutti mi consigliavano di farlo ma non mi sentivo in grado di insegnare sul sostegno, avevo paura di non sapermi rapportare con un bambino disabile. Come ho detto anche alla professoressa nelle prime lezioni, la mia non era solo paura del "diverso" ma anche paura di fare qualcosa di sbagliato. Per fortuna un po' alla volta la sto superando!
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    Messaggio  daniela aversano Dom Dic 19, 2010 9:55 pm

    sentire senza poter guardare è stata una sensazione strana, volevo cercare di ascoltare la professoressa ma venivo continuamente distratta dai tanti piccoli rumori che normalmente forse non avrei sentito..........quando però ho ascoltato queste parole " non scrivo, non parlo, non cammino, non canto, non chatto, non amo, non sogno, sono viva e sola" ho sentito un vuoto profondo, inspiegabile, è strano , non so neanche descriverlo, forse perchè non mi sono mai messa nei panni di chi realmente prova queste cose giorno dopo giorno per sempre poi non come noi, ed è triste molto triste, anche perchè mi sento davvero impotente..........
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    Messaggio  rosa nebiante Dom Dic 19, 2010 11:03 pm

    Quando la prof. ci ha detto di portare un foulard, ho immaginato a cosa potesse servirci. Di certo non sapevo delle peosie ma avevo capito che l'intento era quello di volerci "privare", anche se per pochi minuti, di uno dei sensi, quello della vista.
    inizia la lezione, e dopo un pò, restando sempre al nostro posto ci siamo bendate. strana sensazione. il buio. e ora, cosa succederà?! all'inizio un pò spaesata, poi però la prof. ha iniziato a leggere delle poesie, e io ho concentrato la mia attenzione alle sue parole. la prof. continua a leggere, e mentre ascoltavo mi chiedevo: e dopo, cosa succederà?..... dopo, sempre bendate, abbiamo commentato, chi le poesie, chi il proprio stato d'animo. io ho alzato quasi subito la mano; la prof. avvicinandosi a me, mi ha toccata la mano, dandomi cosi la "parola". ha fatto cosi con chiunque alzava la mano.
    ma quanti avevano alzato la mano? e come ha fatto a spostarsi da una parte all'altra dell'aula senza che me ne accorgessi (io continuavo a parlare rivolta verso di lei, almano cosi credevo). è stato questo il momento che più mi ha spaventata.... non sapere, non riuscire a capire, a vedere gli altri, i loro movimenti, le loro espressioni...... scatta solo allora la paura. tutta la sicurezza che mi aveva accompagnata fin dall'inizio della simulazione ora mi aveva abbandonata, e l'attenzione che ero riuscita a prestare alle poesie non è stata la stessa verso le mie colleghe a cui la prof. dava la parola. ho dimenticato che era una simulazione, e non facevo altro che ripetermi: come fanno? come pensano che sia il mondo? come fanno a fidarsi, a non sentirsi spaesati? (pensando ai non vedenti)
    ho ripensato a lungo a questa sensazione, e credo che più che paura della situazione (come invece è accaduto per me ) loro ne avranno in noi; noi che possiamo "vedere" tutto ma che restiamo ciechi dinanzi al "diverso".




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    Messaggio  Mercogliano Veronica Lun Dic 20, 2010 12:39 am

    Rosa Sgariglia ha scritto:Purtroppo, per motivi personali, nell'ultima lezione ero assente , ma nonostante la mia assenza mi sono informata, da altre colleghe, su ciò che è stato fatto in classe e, anche dalla lettura di alcuni commenti, ho avuto modo di vedere che è stato svolto l'esperimento della benda. Certamente io non posso intervenire su ciò che è stato detto in aula, ma posso dire le mie impressioni su questo tema. Circa due anni fa, durante un laboratorio disciplinare svolto all'università, la docente ci ha chiesto di chiudere gli occhi e farci condurre dalle altre ragazze. In quel momento ho provato una strana sensazione soprattutto paura di non essere supportata dalla mia "guida", infatti, nonostante ci veniva chiesto di non aprire gli occhi e di lasciarci condurre dalla collega, io inevitabilmente ho aperto gli occhi per vedere cosa accadesse intorno a me. Io ho fatto questo "esperimento" solo per pochi minuti e, come ho detto, ho avuto timore, ma immagino tutte quelle persone non vedenti che affrontano la loro vita quotidianamente in questa situazione.

    Anche io non ero in classe venerdi' 17 ma non per poca voglia ma semplicemente perchè avevo un esame da sostenere che tra l'altro è andato benissimo! Very Happy
    Spero di poter comunque esperimere una mia opinione a riguardo. Anche io come Rosa, semestri fa, ho seguito un laboratorio durante il quale abbiamo lavorato sulla corporeità e, a riporva dell'importanza del corpo e dei nostri sensi, la prof. ci ha fatto chiudere gli occhi chiedendoci di lasciarci guidare da una compagna... ricordo benissimo la sensazione di spaesamento che ho provato...ero in difficoltà perchè non vedendo con i miei occhi non riuscivo a star serena...temevo di cadere, temevo che qualcuno potesse farmi uno scherzo, temevo in quei minuti di non poter essere piu' autonama nei movimenti...non oso immaginare una vita senza la sicurezza dataci dagli occhi. Io in famiglia ho un parente non vedente e spesso lo sento dire che seppure non vede riesce ad immaginare le cose...ma come fa? io mi chiedo. Talvolta mi sembra che sappia cogliere meglio di me la bellezza delle cose e delle persone e lo fa servendosi dell'udito, si fida cioè di cio' che ascolta, del vibrato che lo circonda. E' incredibile lo sviluppo degli altri sensi che soppresicono all'assenza di altri...

    Vi è mai capitato di restare al buio improvvisamente a causa di uno stacco di corrente? Cosa è la prima cosa che vi capita di fare? Io prsonalmente protendo le braccia in avanti cercando di farmi strada alla ricerca di una candela o di una torcia, toccando gli oggetti (seguo il muro, tocco i mobili, a volte le porte,ecc.) per aiutarmi ma non è semplice perchè non riconosco a pieno lo spazio intorno a me (non oso immaginare poi se mi trovassi in un ambiente diverso dalla mia casa, la difficoltà sarebbe raddoppiata!)...questo è un tipo di simulazione che mi capita di fare diverse volte ed ogni volta ho difficota' nel gestire lo spazio e i movimenti...alla fine pero'sono fortunata perchè c'è sempre il mio papà ad aiutarmi, dandomi sicurezza nella convivenza di quel buio momentaneo. Penso che per i non vedenti sia cosi', all'inizio c'è paura ma con l'aiuto di qualcuno accanto a se (parenti, amici o i cani addestrati) riescono ad organizzare il proprio spazio e lo personalizzano con quei segnali percettibili al tatto..ed è proprio il tatto,insieme all'udito, il senso importante che li aiuta a vivere una vita il piu' possibile "normale"!


    Ultima modifica di Mercogliano Veronica il Lun Dic 20, 2010 11:36 am - modificato 2 volte.
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    Messaggio  alessandra.golia Lun Dic 20, 2010 8:45 am

    Oggi in aula la professoressaha chiesto a tutti noi di bendarci gli occhi e devo dire che rispetto a molte altre ragazze che hanno provato un senso di angoscia e di ansia io devo dire che mi sentivo calma e tranquilla. Ad un certo punto la prof. ha cominciato a leggere delle poesie (6 per la precisione) e io sono riuscita con molta tranquillità ad ascoltarele tutte cercando di capire ciascuna cosa volesse trasmettere e mi sino accorta che tra queste c'era una poesia che avevo già letto e precisamente quella di Gennaro Morra il cui titolo è "In Bilico". Allo stesso tempo riuscivo anche a percepire i rumori che erano fuori l'aula e anche quando in aula è entrata una persona.
    Con questa simulazione mi sono resa conto di quanto le persone non vedenti riescono a percepire ogni piccolo particolare, quello che a noi che vediamo molto spesso sfugge. A me è capitato in passato di lavorare con una bambina non vedente ed è stata una delle esperienze più belle e gratificanti della mia vita anche perchè era una sfida che nessuno voleva affrontare, insegnare a nuotare ad una bambina non vedente dalla nascita era per g li altri un'impresa impossibile.... ma per me non fu così e anche se ci misi più di un anno per raggiungere quell'obiettivo alla fine fu una grande soddisfazione vederla nuotare finalmente da sola!!! Per fare ciò ho dovuto più volte sperimentare su me stessa cosa si provasse a stare in acqua (dove tra l'altro in tutta la vasca neppure io riuscivo a toccare con i piedi sul fondo, a staccare le mani dal bordo della vasca e non sapere dove essere... ma Lei questa paura non l'aveva perchè era capace di vedere anche senza gli occhi ed è così che siamo insieme riuscite a raggiungere quest'obiettivo!!! E la ringrazio per avermi insegnato tanto pur avendo all'ora solo 8 anni.
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    Messaggio  alessandra.golia Lun Dic 20, 2010 8:52 am

    Al mio commento volevo aggiungere una poesia che per caso ho trovato su Internet sfogliando del materiale che mi serviva e che io credo racchiuda un pò tutto il discorso che è stato fatto in aula:

    La ragazza disabile
    Di Daniele Veccerin

    Nel mondo siamo tanti
    Belli brutti magri e grassi
    Di tutte le razze e i colori
    Ma infondo i normali sembrano sempre i migliori.
    Non può parlare
    E questo agli altri può imbarazzare
    Però può far molto
    Anche se alla gente sembra poco
    Ogni giorno raggiunge nuovi traguardi
    All’apparenza semplici ma per lei importanti
    Sguardi indiscreti
    Le scivolano addosso
    E famiglia ed amici le danno conforto
    Apprezza le cose che magari noi neanche notiamo
    Vive il giorno con entusiasmo raro
    In questa poesia ho detto
    in tutto il mondo chi mai è perfetto?
    valentina carbone
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    Messaggio  valentina carbone Lun Dic 20, 2010 10:12 am

    E'stata unasensazione starna e nuova quella di essere bendata ed ascoltare delle poesie, dovendomi quindi concentrare. Non ho provato però nessun senso di disagio. La mia attenzione era canalizzata all'ascolto delle poesie. Solo alla fine della lettura ho cercato e toccato il piede della mai compagna di banco per cercare una sicuraezza, quasi a voler avere la conferma che accanto a me ci fosse qualcuno che potesse capire la mia situazione.
    Ho ascoltato, comunque, con interesse le poesie e tra le sei quella che mi ha colpita di più è stata la sesta : "Chiamatemi per nome". Sembra banale ma molte persone vengono discriminate inizialmente proprio per delle accezioni che gli vengono date come handicappato, paralitico o cerebroleso senza che quste persone possano avere una loro identità peronale...un nome proprio.
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    Messaggio  maria d'elia Lun Dic 20, 2010 10:24 am

    Come già detto nel mio intervento sulla simulazione i non vedenti hanno una cecità agli occhi noi spesso abbiamo la cecità dell'anima in quanto non vediamo anzi non vogliamo vedere l'evidenza.A proposito di ciò ho trovato a mio parere una bella poesia.

    LA CECITA DELL' ANIMA

    una notte ho sognato un bambino ,
    da solo giocava in mezzo al prato .
    Aveva gli occhi chiusi ,sfiorava i petali .
    Mi chiese :come sono questi fiori ?
    Belli ,gli risposi.
    Perchè sono belli
    mi guardava con gli occhi chiusi
    e mi sentii stringere il cuore .
    Perchè sono colorati di giallo ,rosso verde e blu ,risposi
    e com è il giallo? il rosso? il verde ?e il blu? mi chiese
    mi guardava con gli occhi chiusi
    e mi senti mancare il fiato
    non lo so risposi
    te lo spiego io mi disse .
    Con gli occhi chiusi si avvicino a me ,mi fece sedere .
    Mi chiuse gli occhi mi accarezzò , mi baciò,mi abbracciò.
    Con gli occhi chiusi mi sorrideva -
    La mattina mi svegliai e mi accorsi che avevo ancora gli occhi chiusi
    Provai ad aprirli, ma non ci riusci
    provai ad immaginare, ma non ci riusci.
    Con gli occhi chiusi non ancora ho imparato a sorridere.

    ANTONIO SABIA

    Un cieco "legge e vede "più attentamente di quanto noi vedenti pensiamo di osservare con i nostri occhi .Il cieco riesce a colorare ogni cosa con naturale semplicità
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    Messaggio  marica della vecchia Lun Dic 20, 2010 12:19 pm

    Admin ha scritto:laboratorio Simulazione
    inserisci qui il tuo commento alla simulazione e alle poesie.
    L'esperimeno e la lettura delle poesie mi hanno colpito davvero moltissimo...sicuramente perchè è stata un'esperienza del tutto nuova e allo stesso tempo anche particolare perchè mai nessuno di noi si è trovato in una situazione simile.
    Ammetto che sebbene sia rimasta molto colpita dalle poesie allo stesso tempo sono riuscita a concentrarmi se non dalla terza poesia in poi in quanto durante i primi minuti nel quale ero bendata non sono riuscita a focalizzare l'attenzione sulle poesie, bensì ero distratta da tutti i rumori esterni, ovvero il suono del telefono e poi l'aprirsi della porta dell'aula, solo successivamente sono riuscita a focalizzare l'attenzione sulla voce della nostra docente che leggeva le poesie e tra quest'ultime due sono rimaste particolarmente impresse nella mia mente, la terza, ovvero quella in cui c'era scritto:"non chatto, non scrivo, non parlo ma amo vivo e SONO SOLA, e poi l'ultima poesia dove c'era scritto:"chiamatemi per nome,perchè solitamente non chiamiamo gli altri portatori di icchi neri o miope".
    Queste due poesie in particolar modo mi hanno indotto a pensare di come spesso noi agiamo anche incosapevolmente nei confronti delle altre persone, e cosa sicuramente grave non ci rendiamo conto di come un nostro piccolo gesto o anche una piccola parola può generare in loro grande turbamento e sofferenza.
    Mi sono resa conto che l'etichettare rientra nella nostra vita quotidiana, succede tutti i giorni, non per forza in cattiva fede ma succede con tutte le conseguenze tragiche che quest'azione comporta.
    Durante i minuti in cui sono stata al buio ho provato ad immaginare come si potessero sentire le persone affette da cecità ma ovviamente non sono riuscita a darmi delle risposte.
    Stare al buio non mi ha provocato alcun tipo di panico o disagio anche perchè sapevo che sarebbe arrivato il punto in cui la nostra docente ci avrebbe detto di togliere la benda.... ma a loro questo momento non arriverà mai.. è difficile immedesimarsi in queste situazioni, purtroppo si posso solo vivere per poter capire, però sicuramente noi possiamo fare qualcosa partendo proprio dai nostri atteggiamenti che sappiamo essere sbagliati. Iniziamo da questo, riflettiamo prima di parlare e sicuramente le cose andranno meglio.
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    Messaggio  Luigi Migliaccio Lun Dic 20, 2010 1:14 pm

    Essere stato privato della vista mi ha fatto "notare" altre strade che mi hanno aiutato comunque a percepire ciò che sentivo. Mentre ascoltavo le parole lette dalla prof la mia mente in maniera incontrollabile elaborava delle immagini facendomi vivere tutte le situazioni ascoltate. la mente però ometteva o cancellava le scene che non mi piacevano e le parole "brutte" le sostituiva con parole "belle".
    all'inizio mi sono sentito per un attimo spaesato o quasi impaurito pur sapendo che non mi poteva succedere niente di male ma poi con la voce della prof mi sono tranquillizzato e mentre ascoltavo le poesie mi rendevo conto che senza immaginazione non si piuò affatto vivere.
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    Di Chiara Maria


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    Messaggio  Di Chiara Maria Lun Dic 20, 2010 2:44 pm

    Quest'esperimento e' stato decisamente interessante , inizialmente quando la professoressa ci ha chiesto di bendarci per ascoltare delle poesie non avevo per nulla considerato i diversi stati d'animo che successivamente avrei vissuto. Inizialmente sentivo solo le parole delle poesie, successivamente alle parole si sono uniti sentimenti di paura , ansia ed anche le sofferenze che le varie poesie esprimevano : il sentirsi in colpa nei confronti dei genitori ,il sentirsi diversi rispetto ai normodotati...... . Sono tutti sentimenti che mi hanno aiutato a capire come le persone diversamente abili spesso non riescono a convivere con le loro disabilita'
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    Messaggio  Maria di Nuzzo Lun Dic 20, 2010 3:43 pm

    Ero con gli occhi chiusi ad ascoltare quelle poesie, intorno a me vigeva un gran silenzio che personalmente amo dato che riesco ad entrare più facilmente in contatto con la mia interiorità. Una dopo l'altra quelle parole accarezzavano il mio animo e penetravano dritto al cuore. Avere gli occhi bendati mi faceva pesare il non vedere come un fardello difficile da accettare, ma allo stesso tempo il poter sentire era grande, intenso, prevaleva, tanto da realizzare un grado di attenzione alto, continuo, costante. Quando è stata letta la poesia "in bilico" di Gennaro Morra, ho percepito un nodo alla gola e due lacrime hanno attraversato i miei occchi senza cadere!In particolare ai versi: "Barcollo come un birillo...Ho paura di cadere non tanto per il dolore che potrei avvertire, ma per il peso dei loro occhi che su quel pavimento mi potrebbero inchiodare".Così da subito come un flash mi è apparsa l'immagine di Gesù inchiodato alla croce. E allora ho fatto una riflessione:solo con i nostri occhi curiosi e maliziosi, con il nostro fare superficiale e con le nostre parole dette così tanto per emergere,abbiamo la capacità di INCHIODARE, di incutere paura, di far sentire una nullità, una persona che davvero è meno fortunata di noi.
    Ciascuno di loro per me diventa un Gesù, che muore inchiodato a quella croce ogni qualvolta noi assumiamo questi atteggiamenti.
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    Messaggio  *maria di santo* Lun Dic 20, 2010 3:54 pm

    Roberta De Lucia ha scritto:Prima di parlare dell'esperienza vissuta vorrei condividere con voi l'esperienza che ho vissuto durante il mio percorso di tirocinio della didattica aggiuntiva. Questo perchè quando la prof. ci ha annunciato che avrebbe fatto con noi un esperimento con un foulard e ci avrebbe bendato io non ho fatto altro che pensare al bambino che ho conosciuto durante il mio percorso di tirocinio. Questo bambino ha un deficit visivo e anche la sua insegnante ha lo stesso deficit. Quando mi sono ritrovata dinanzi a questa situazione la prima emozione che ho provato è stato quello di aver paura... paura di non saper cosa dire, paura di ferirli magari non volendo...PAURA E BASTA! poi mi sono resa conto che quella paura non aveva senso, erano come me io avrei dato qualcosa a loro come loro l'avrebbero dato a me anche se non vedenti! Ed stato proprio così! Si è creato un rapporto bellissimo mi hanno insegnato tanto ... e non vi dico che emozione quando è arrivato il complimento più bello della vita da parte del bambino: "Roberta come sei bella!" ... bella era legato al mio essere e non al mio aspetto fisico o ancora quando gli ho dato un bacino sulla mano e lui mi dice :" che bel bacio!"... questa esperienza mi ha fatto crescere tanto e mi ha fatto riflettere arrivando alla conclusione che difronte alla diversità se così si vuol chiamare non bisogna nè avere paura nè essere indefferenti nè pensare che bisogna arrendersi!

    La tua esperienza è stata sicuramente molto forte, e condivido in pieno quello che dici, il bambino che avevi nel tirocinio non aveva vista, non ti poteva vedere, nonostante cio lui è andato oltre, per lui eri bella e basta indipendetemente se aveva mai visto i tuoi occhi o il tuo viso.
    La tua esperienza riportata mi ha fatto pensare molto al discorso fatto in classe sugli stereotipi di bellezza, la bellezza nn è sempre in cio che si vede, ma in cio che si sente! E tu nel tuo piccolo sei riuscita a trasmettere il tuo essere.
    Quindi mi collego al tuo invito e aggiungo che dobbiamo andare oltre l'aspetto fisico, oltre le apparenze, soffermarci di piu sulla qualità delle persone, che importa se non hanno la vista o se magari non possono correre come facciamo noi, che importa se avranno bisogno di piu tempo per arrivare ad una soluzione.Anche se la strada puo essere la medesima credo che puo essere percorsa in vari modi!
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    Messaggio  claudia esposito Lun Dic 20, 2010 3:57 pm

    Roberta De Lucia ha scritto:Prima di parlare dell'esperienza vissuta vorrei condividere con voi l'esperienza che ho vissuto durante il mio percorso di tirocinio della didattica aggiuntiva. Questo perchè quando la prof. ci ha annunciato che avrebbe fatto con noi un esperimento con un foulard e ci avrebbe bendato io non ho fatto altro che pensare al bambino che ho conosciuto durante il mio percorso di tirocinio. Questo bambino ha un deficit visivo e anche la sua insegnante ha lo stesso deficit. Quando mi sono ritrovata dinanzi a questa situazione la prima emozione che ho provato è stato quello di aver paura... paura di non saper cosa dire, paura di ferirli magari non volendo...PAURA E BASTA! poi mi sono resa conto che quella paura non aveva senso, erano come me io avrei dato qualcosa a loro come loro l'avrebbero dato a me anche se non vedenti! Ed stato proprio così! Si è creato un rapporto bellissimo mi hanno insegnato tanto ... e non vi dico che emozione quando è arrivato il complimento più bello della vita da parte del bambino: "Roberta come sei bella!" ... bella era legato al mio essere e non al mio aspetto fisico o ancora quando gli ho dato un bacino sulla mano e lui mi dice :" che bel bacio!"... questa esperienza mi ha fatto crescere tanto e mi ha fatto riflettere arrivando alla conclusione che difronte alla diversità se così si vuol chiamare non bisogna nè avere paura nè essere indefferenti nè pensare che bisogna arrendersi!

    Che bello... sei stata fortunata! credo che queste esperienze siano davvero importanti per formarci ulteriormente... oltre ad essere utili per noi future docenti, credo siano esperienze che almeno una volta nella vita ognuno di noi dovrebbe vivere.. fino a quando non si è a contatto "diretto" con persone simili non si può capire che gioia e sensibilità hanno e sono in grado di trasmettere! Io ho avuto esperienze simili (anche se non con persone non vedenti) grazie all'anno di servizio civile che ho svolto. Se prima di tale esperienza ero "intenerita" da loro, dopo tale esperienza sono "fortemente empatica".. c'è un qualcosa che mi spinge sempre a mettermi in contatto con loro.. anche un semplice saluto.. perchè so quanto possa essere per loro importante!
    PS:purtroppo non ero a lezione e quindi non posso commentare l'esperienza della benda... Sad
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    Messaggio  Roberta De Lucia Lun Dic 20, 2010 5:45 pm

    claudia esposito ha scritto:
    Roberta De Lucia ha scritto:Prima di parlare dell'esperienza vissuta vorrei condividere con voi l'esperienza che ho vissuto durante il mio percorso di tirocinio della didattica aggiuntiva. Questo perchè quando la prof. ci ha annunciato che avrebbe fatto con noi un esperimento con un foulard e ci avrebbe bendato io non ho fatto altro che pensare al bambino che ho conosciuto durante il mio percorso di tirocinio. Questo bambino ha un deficit visivo e anche la sua insegnante ha lo stesso deficit. Quando mi sono ritrovata dinanzi a questa situazione la prima emozione che ho provato è stato quello di aver paura... paura di non saper cosa dire, paura di ferirli magari non volendo...PAURA E BASTA! poi mi sono resa conto che quella paura non aveva senso, erano come me io avrei dato qualcosa a loro come loro l'avrebbero dato a me anche se non vedenti! Ed stato proprio così! Si è creato un rapporto bellissimo mi hanno insegnato tanto ... e non vi dico che emozione quando è arrivato il complimento più bello della vita da parte del bambino: "Roberta come sei bella!" ... bella era legato al mio essere e non al mio aspetto fisico o ancora quando gli ho dato un bacino sulla mano e lui mi dice :" che bel bacio!"... questa esperienza mi ha fatto crescere tanto e mi ha fatto riflettere arrivando alla conclusione che difronte alla diversità se così si vuol chiamare non bisogna nè avere paura nè essere indefferenti nè pensare che bisogna arrendersi!

    Che bello... sei stata fortunata! credo che queste esperienze siano davvero importanti per formarci ulteriormente... oltre ad essere utili per noi future docenti, credo siano esperienze che almeno una volta nella vita ognuno di noi dovrebbe vivere.. fino a quando non si è a contatto "diretto" con persone simili non si può capire che gioia e sensibilità hanno e sono in grado di trasmettere! Io ho avuto esperienze simili (anche se non con persone non vedenti) grazie all'anno di servizio civile che ho svolto. Se prima di tale esperienza ero "intenerita" da loro, dopo tale esperienza sono "fortemente empatica".. c'è un qualcosa che mi spinge sempre a mettermi in contatto con loro.. anche un semplice saluto.. perchè so quanto possa essere per loro importante!
    PS:purtroppo non ero a lezione e quindi non posso commentare l'esperienza della benda... Sad

    Si, sono stata fortunata... rifarei quella esperienza altre mille volte! Sono cambiata dopo quest'esperienza ... è bello scoprire il loro mondo ... il nostro credo sia vuoto!

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