Psicopedagogia d.ling. Briganti 2010

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Psicopedagogia d.ling. Briganti 2010

"Stanza di lavoro della classe" Forum didattico a cura di Floriana Briganti - corso di Psicopedagogia dei linguaggi, att. didattica aggiuntiva Suor Orsola Benincasa Napoli


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    Messaggio  dongiacomo vittoria Lun Gen 10, 2011 7:53 pm

    in questo periodo studio un esame nel quale vengono trattate le diverse forme di disabilità....bhe è molto bello e toccante un concetto che ho letto riguardo la cecità,vorrei condividere con voi il suo profondo significato: la cecità costringe chi ne è affeto ad un lungo tirocinio che lo tiene isolato dal mondo,cio' puo' fortemente minare la sua già fragile personalità.il cieco non è un malato, è colui il quale rimane lontano dal "consorzio umano" perchè mancante di un importante mezzo....la simulazione mi ha permesso di sperimantare questa realtà!!sono convinta che noi tutti e la società facciamo ben poco per queste persone....loro al contrario sono persone speciali perchè seppur mancanti di questo mezzo utilizzano canali diversificati tanto da riuscire ad accostarsi a noi.
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    Messaggio  annamaria loreto Lun Gen 10, 2011 8:11 pm

    Inizialmente ho perso la percezione di tutto, l'essere bendati mi ha fatto isolare, anche se inizialmente non ero per niente concentrata, infatti della prima poesia letta dalla prof non ricordo nulla! mi ha colpita la seconda poesia: ho percepito la voglia di libertà della ragazza disabile, il bisogno di sentirsi libera dalle catene del suo handicap. Le immagini rappresentative non potevano non essere il volo dell'uccello sul mare,il sole ed il vento, il tutto rappresentativo per me dell'infinità e dell'immensità. la condizione di cecità, ha permesso di rappresentarmi le immagini senza deconcentrarmi. Ad un certo punto però sono diventata insofferente, soprattutto quando la prof si muoveva nell'aula per far intervenire le mie colleghe, in quanto non riuscivo a collocare la sua presenza nell'aula e ciò mi ha disorientato.
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    Messaggio  margherita molitierno Lun Gen 10, 2011 9:02 pm

    questa simulazione mi ha fatto pensare subito alla signora a giovanna una signora di 58 anni, non vedente da circa 10 anni.
    persona molto solare e simpatica.durante il servizio civile sono stata i suoi occhi per 11 mesi.
    in questo periodo le sono stata molto vicino, l'ho aiutata molto nelle commissioni fuori casa tipo andare all'ufficio postale o dal medico. solo grazie a quest'esperienza di simulazione in classe ho capito quali fossero le sue vere e proprie difficoltà. per me ascoltare le poesie è stato inizialmente difficile, poi mi ha colpito la poesia NON
    non parlom non cammino , non scrivo, non chatto, non canto, ma sogno e vivo.
    parole che mi hanno fatto capire che tutti hanno desideri e voglia di vivere.
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    Messaggio  margherita molitierno Lun Gen 10, 2011 9:05 pm

    dongiacomo vittoria ha scritto:in questo periodo studio un esame nel quale vengono trattate le diverse forme di disabilità....bhe è molto bello e toccante un concetto che ho letto riguardo la cecità,vorrei condividere con voi il suo profondo significato: la cecità costringe chi ne è affeto ad un lungo tirocinio che lo tiene isolato dal mondo,cio' puo' fortemente minare la sua già fragile personalità.il cieco non è un malato, è colui il quale rimane lontano dal "consorzio umano" perchè mancante di un importante mezzo....la simulazione mi ha permesso di sperimantare questa realtà!!sono convinta che noi tutti e la società facciamo ben poco per queste persone....loro al contrario sono persone speciali perchè seppur mancanti di questo mezzo utilizzano canali diversificati tanto da riuscire ad accostarsi a noi.



    è vero sono pienamente d'accordo con te. Queste persona hanno una marcia in più e ci insegnano a vivere
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    Messaggio  idagiovannettone Lun Gen 10, 2011 10:04 pm

    Davvero emozionante!!Mi ha un pò spaesato, ma mi sono resa conto del fatto che non si riflettiamo mai abbastanza!!
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    Messaggio  alessiadipalma Lun Gen 10, 2011 10:50 pm

    Durante il laboratorio ho vissuto numerose e profonde emozioni. Mentre ascoltavo le varie storie ero sola nel banco e questo mi ha permesso ancora di più,oltre all'uso della benda, di allontanarmi dalla realtà circostante. Dopo aver ascoltato le varie storie, la docente ha ritenuto opportuno far esprimere le emozioni provate durante l'ascolto ad alcune persone presenti in aula. Una delle ragazze che ha espresso le proprie emozioni era seduta dietro di me. Mentre ella raccontava la sua esperienza, anche io mi sentivo chiamata in causa e protetta per la presenza fisica della docente che mi era accanto. Subito dopo mi sono resa conto che il corpo della docente era lontano dal mio,a quel punto il senso di protezione da me provato è subito svanito. L'esperienza effettuata in questo laboratorio mi è piaciuta davvero tanto perchè, anche se per un solo attimo, mi sono immersa in quel mondo oscuro di persone che vivono, ascoltano e provano emozioni così forti e così intense da renderle persone veramente speciali!
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    Messaggio  Mazzola Maria Mar Gen 11, 2011 8:36 pm

    ansia, smarrimento, paura...queste sono le sensazioni che ho provato durante questa simulazione.
    Ogni rumore mi sembrava amplificato, non riuscivo a concentrarmi sulle poesie, venivo distratta dai rumori in sottofondo, cercavo con l'udito di percepire quello che non riuscivo a vedere associando ogni minimo rumore ad un' immagine e cercando di percepirne l' intensità per capire la distanza e la provenienza. e' proprio vero molte volte si danno per scontate cose che invece sono importantissime!
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    Messaggio  filomena iacono Mer Gen 12, 2011 4:16 pm

    maria esposito ha scritto:Questo laboratorio mi ha davvero sorpresa!!! ho provato una sensazione di inquietudine perchè ero al buio (bendata) e mi sono sentita sola ma allo stesso tempo si è creata un'atmosfera molto introspettiva, di pace, di quiete, infatti mi ha colpito l'intervento di una ragazza che diceva appunto che in quel momento non aveva dato ascolto alle parole dell'insegnante perchè aveva provato una sensazione di pace, di dialogo interiore. delle sei poesie lette dall'insegnante quella che più mi ha colpito come ho detto in classe condividendo con tutti le mie impressioni è stata la seconda dal titolo "vorrei....potrei" (di Sara), in quanto chi ha scritto proiettava in un gabbiano, questo animale dalle grandi ali, il suo senso di libertà, la voglia di conoscere il mondo; da questo ho avuto l'impressione che l'autrice della poesia trovi come penalizzante il suo handicap, non lo accetti. Un'altra poesia che mi ha colpito è stata la sesta in cui un uomo chiedeva di essere chiamato per nome e non disabile, diversamente abile o handicappato ecc.chiedeva solamente di essere riconosciuto per quello che è, un individuo, essere unico e irripetibile.

    condivido pienamente le considerazioni della mia collega, sensazioni contrastanti si sono create; un senso di smarrimento, ma anche di quiete
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    Messaggio  Maria Rosaria Antignano Mer Gen 12, 2011 8:44 pm

    Anna Cozzuto ha scritto:Quando la professoressa ci ha detto di bendarci pensavo che dovessimo camminare bendati per l'aula e a quel punto mi sono preoccupata delle figuracce che avrei potuto fare. Una volta bendata la docente ha iiziato a leggere delle poesie e mi sono subito resa conto di capire meglio ciò che stava dicendo, tanto da immaginare delle vere e proprie scene in relazione a ciò che si stava leggendo. La poesia che mi ha maggiormente colpita è stata "Chiamatemi per nome", pechè ha messo in rilievo la nostra tendenza a classificare chi è diversamente abile non facendo lo stesso con chi, invece, è ritenuto "normale". Mentre ascoltavo sentivo le parole più vicine tanto da provocarmi un vero e proprio brivido.
    .Sono d'accordo con te Anna, Chiamatemi per nome è da considerare una delle poesie più belle in assoluto.
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    Messaggio  Maria di Nuzzo Mer Gen 12, 2011 8:55 pm

    Ho avuto solo PAURA, la stessa che ho quando sono al buio e tutto intorno non è nient' altro che silenzio! Forse è proprio questo che mi ha spaventata, nella simulazione in aula: quell' intenso silenzio che mi ha sfiorato l' anima, accanto al non poter vedere è diventato Paura!!! Ma di cosa? Del buio sopra i miei occhi, del male che mi impediva di vedere la luce, quella vera racchiusa negli occhi della mia migliore amica seduta proprio lì, accanto a me...
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    Simulazione - Pagina 6 Empty con gli occhi bendati

    Messaggio  pasqualina lo sapio Gio Gen 13, 2011 9:14 am

    Durante questa simulazione ho avuto modo di percepire, avendo gli occhi bendati, sensazioni ed emozioni mai provate prima. Mi sentivo alquanto spaesata e intimorita dal fatto di non poter avere la situazione sotto controllo.
    Improvvisamente, sentendo la porta aprirsi, avrei voluto togliermi di getto la benda per vedere chi fosse entrato in quel momento. Tale situazione mi ha quindi lasciato molto inquieta.
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    Messaggio  Marilena Fevola Ven Gen 14, 2011 6:22 am

    Le poesie ascoltate mi hanno colpito tanto e mi hanno fatto riflettere su un aspetto a cui non avevo mai pensato, che invece a quanto pare è causa fondamentale del malessere dei disabili, forse più della loro disabilità fisica. In molte delle poesie traspare la loro sofferenza dovuta non tanto alla non abilità di un braccio o di una gamba ma causata soprattutto dalla solitudine, dal non sentirsi capiti, dal sentirsi inchiodati al pavimento da sguardi poco complici, freddi e imbarazzanti. Queste persone vorrebbero avere accanto qualcuno che li capisca e li comprenda, una persona da amare e da cui sentirsi amati, qualcuno con cui condividere cose, fare progetti o semplicemente sognare. I disabili soffrono davvero tanto questa assenza e per me pensare a questo è più triste e angosciante che pensare alla loro disabilità fisica, che a quanto pare riuscirebbero a superare con molta facilità grazie semplicemente ad uno sguardo complice, una mano da stringere, un sorriso amico, un pò di calore umano.
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    Messaggio  rosadagostino Ven Gen 14, 2011 11:23 am

    Quando mi sono bendata gli occhi con il foular ho subito avvertito una sensazione di vuoto intorno a me...dopo ho cercato di concentrarmi sulle poesie lette dall'insegnante,notando che la prima poesia non sono riuscita ad ascoltarla tutta,questo perchè evidentemente in un primo momento sono rimasta un pò sconcertata dalla situazione:ero improvvisamente al buio,accanto a me non c'era nessuno,ero concentrata solo su me stessa e su ciò che stavo provando in quel momento.Dopo invece ho cercato di concentrami sulle poesie.Poesie piuttosto toccanti dove ci sono state frasi del tipo :"i loro occhi mi inchiodano al pavimento", "vorrei essere un gabbiano per volare sopra il mondo senza essere riconosciuto" ,frasi che mi hanno rattristata perchè comprendo (soprattutto avendo gli occhi bendati)come queste persone cerchino nonostante le difficoltà di incoraggiarsi a vivere una vita normale di ricompensare la disabilità cercando di sviluppare le altre abilità,ma comprendo anche come la società purtroppo li influenza creando loro l'handicap... e non tutti hanno una personalità forte come quella dell'Aztori che a tale proposito afferma "che i veri limiti sono negli occhi di chi ti guarda".
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    Messaggio  valeria trabattoni Ven Gen 14, 2011 3:55 pm

    Stare al buio è una situazione che non sopporto e la mia insofferenzenza aumenta se mi trovo in un ambiente affollato e rumoroso. La sensazione che sempre provo è di essere indifesa, in balia dell'ambiente che mi circonda, sul quale non posso esercitare alcun controllo, essendo ridotta la mia capacità di fare previsioni su quello che all' interno di esso mi succederà.
    Durante il tirocinio dell' anno scorso il mio supervisore propose a noi tutte tirocinanti di ascoltare un elenco di parole ad occhi chiusi, in quella situazione fui l' unica a rifiutare di chiudere gli occhi, da allora ho pensato vedendo che gli altri non manifestavano questa difficoltà, che anche oggi ho, alle mie insicurezze e a quanta forza e sicurezza invece hanno le persone che vivono senza poter contare sul senso della vista.
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    Messaggio  daniele robledo Ven Gen 14, 2011 10:39 pm

    premetto che purtroppo non ero presente alla simulazione , ma comunque ho letto i commenti e comunque lovevo dire la mia anche se non il valore di una persona che ha provato sulla sua pelle , senza la vista io mi sentirei senza vita , penso sia una delle cose più importanti anche più della sordità e del fatto di essere muti , mi fa impressione il fatto che ci siano milioni di persone che non posseggono la vista , e di solito io non provo pietà per gli altri ,ma quando penso che gli altri non possono vedere quello che vedo io e che non lo potranno fare mai , mi sento male e non vorrei che fosse cosi , vi saluto con un esempio che fece il prof. Sibilio (non so se ve lo ricordate) lo scorso anno ad un corso , stavamo parlando della cecità , era sera ed il prof ci disse la differenza del nostro mondo adesso e la condizione di disabilità del cieco adesso , poi ci disse se il mondo fosse oscurato per sempre e non ci fosse la luce elettrica, (noi eravamo in aula al suor orsola al quinto piano), ci disse immaginate che succedesse adesso , chi sarebbe il disabile??voi o la persona cieca??chi tornerebbe a casa nell'oscurità dal quinto piano dell'università, voi o la persona disabile cieca???quest'esempio mi è rimasto impresso , la differenza la fa il mondo e il modo in cui viviamo
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    Messaggio  assunta marchesano Ven Gen 14, 2011 11:18 pm

    Purtroppo durante questa lezione non ero presente, ma voglio commentare ugualmente perchè la cecità è sempre stata una delle mie più grandi paure...

    https://www.youtube.com/watch?v=sNHlEK55rI4

    Cerco sulla radio
    la mia "onda del cuore"
    gioco col mio gatto
    per sentire rumore
    sono solo attimi...
    Proprio difficili
    Sola in questa stanza
    grigia senza colori
    laura sta cantando
    storie di strani amori
    sono solo attimi
    proprio difficili
    Ti cerco nei miei
    mille pensieri
    Ricordi com'eri
    ti perdo
    e non ti ho avuto mai
    Senza te
    Sento che
    la mia vita
    è difficile ma
    non è finita
    in salita lo so
    penso che ce la farò
    senza te
    o con te
    io volerò
    senza te
    sento che
    la mia vita
    è difficile ma
    non è finita
    qualche cosa farò
    anche se poi sbaglierò
    senza te
    io volerò
    Poi mi viene in mente
    una fotografia
    immagini sbiadite
    della nostra allegria
    sono solo attimi...
    proprio difficili
    Ti cerco nei miei mille pensieri
    ricordi com'eri
    ti perdo e non ti ho avuto mai
    Senza te sento che
    la mia vita
    è difficile ma
    non è finita
    in salita lo so
    penso che ce la farò
    senza te o con te
    io volerò
    Qualche cosa farò
    anche se poi sbaglierò
    senza te o con te
    io volerò
    senza te... o con te


    Da piccola mi piacevano molto le canzoni di Annalisa Minetti, ed in particolare quella che ho riportato sopra...ma non riuscivo a guardare la cantante alla TV, ogni volta che la vedevo cambiavo canale, ero presa da un senso di inquietudine, quasi paura...Un giorno mia mamma mi portò a un suo concerto...vederla da vicino fu un'emozione indescrivibile...e non dimenticherò mai il momento in cui eravamo vicino la sua auto, io la chiamai forte e lei si girò verso di me sorridendo...ed io mi chiedevo..."come ha fatto a voltarsi proprio verso di me?Come può sorridere una persona a cui manca la vista?" Da quel momento qualcosa in me cambiò...capii che la sua vita era difficile, ma non buia, non come l'avevo immaginata io...Ancora oggi ammiro questa cantante ed il suo modo di affrontare la vita, ed ogni volta ke la vedo in compagnia del suo bambino rimango affascinata...

    Io purtroppo la mia paura non l'ho ancora superata, e trovo una grande difficoltà a restare al buoi. Durante il laboratorio di movimento tenuto dalla prof. Besia ho provata una situazione simile a quella vissuta in aula...Ognuno di noi doveva chiudere gli occhi e farsi guidare dal compagno...ma io non riuscii a fidarmi e a tenere gli occhi chiusi!
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    Messaggio  Valeria Orefice Dom Gen 16, 2011 8:06 pm

    Appena abbiamo messo la benda, mi sono sentita spaesata, più vulnerabile ed indifesa e ho avvertito l'istintivo bisogno di stringere la mano della mia amica Tonia, fortuna che ho trovato posto vicino a lei quando sono arrivata in aula! Poi ho pensato che in fondo ero tra persone che conosco, qualcuna di queste è anche mia amica, e non avevo nulla da temere...quando abbiamo iniziato a leggere le poesie mi sono completamente dimenticata della benda e sono stata trasportata solo dalle parole delle poesie...in particolare ho trovato toccante il verso della poesia di Gennaro Morra, in cui si avverte la condizione di equilibrio precario, un equilibrio la cui stabilità non dipende dalle potenzialità del soggetto, ma dal giudizio e dal comportamento degli altri, per cui sono gli altri che ti inchiodano a terra. Altra poesia bella è quella in cui si avverte tutta la dialettica tra i deficit e le potenzialità di chi scrive e che recita più o meno così: "Non parlo, non cammino. MA AMO" . Mi è piaciuta perchè sottolinea come molte volte valutiamo una persona, anche un alunno, in base a ciò che sa fare, invece dietro c'è una persona, unica ed irripetibile, che per quanto diversa, o per quanto abbia abilità diversa, è umana come ogni altra persona. ed è l'umano che ci rende uguali. Infine ho trovato toccante anche quella poesia che mi sembra sia stata scritta da un bambino di Israele, perchè rimanda ad un immediato senso di libertà.
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    Messaggio  ANGELA MARTINO Ven Gen 21, 2011 7:09 pm

    La simulazione effettuata in classe mi è servita a comprendere in che condizione ogni giorno sono costretti a vivere i non vedenti, è stato difficile capire dove si spostava la professoressa, ho udito rumori che prima ignoravo o che ritenevo secondari, mentre per i non vedenti ogni sigolo rumore ha un significato e una collocazione.
    La poesia che più mi ha colpito è stata quella in cui un uomo chiedeva di essere chiamato per nome e non disabile, diversamente abile o handicappato, egli chiedeva di essere riconosciuto come un individuo, un essere unico e irripetibile.
    Anche la poesia "NON" è stata bellissima, la quale raccontava di una persona che diceva:non scrivo,non parlo non cammino, non chatto,non canto;ma sogno, ma amo,ma vivo,e sono sola.
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    Messaggio  MURANO FULVIO Sab Gen 22, 2011 11:44 am

    penso che la paura di diventare ciechi ci accompagni un pò tutti perchè consapevoli dell'importanza di VEDERE, GUARDARE soprattutto nella nostra di società considerata la società dell'immagine quindi difficile è immedesimarsi in chi quotidianamente vive questa situazione....perchè anche se provare può avvicinarci al mondo dei non vedenti esserlo e vivere in questa condizione quotidianamente non è cosa facile e nessuno può realmente capirlo.
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    Maria Vittoria Sagliocco


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    Messaggio  Maria Vittoria Sagliocco Lun Gen 24, 2011 4:57 pm

    Appena bendata ho avuto una sensazione di vuoto DI ANSIA
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    Messaggio  boemioanna Mar Gen 25, 2011 4:47 pm

    questo tipo di esperienza è stata per me molto particolare.pur sapendo che di li a poco avrei tolto le bende mi sono sentita cmq spaesata tanto che non ho prestato attenzione alle parole delle poesie che la prof.leggeva.poi dopo pochi attimi quella particolare condizione è stata necessaria per poter assaporare pienamente il senso e il peso di quelle frasi,che mi risuonavano dentro,parole toccanti ascoltate con il cuore, dove la vista sembrava quasi inutile ,un dettaglio,perche anche senza vedere tutto sembrava prendere forma e consitenza.
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    Messaggio  puca anna Mar Gen 25, 2011 4:52 pm

    L'esperienza vissuta in classe è stata un tuffo nel passato.Le forti sensazioni che ho provato mi hanno ricondotta a casa di mia nonna che era cieca,i figli non hanno mai voluto farle operare le cataratte.Da bambina mia mamma mi lasciava da sola con lei ed io a volte chiudevo gli occhi e scimmiottavo dietro lei il percorso che faceva dal divano al bagno.Io urtavo i mobili lei no.Durante la simulazione subito dopo essermi bendata, mi sono sentita smarrita come allora:una profonda sensazione di insicurezza. Non appena la professoressa ha iniziato a leggere le poesie, mi sono sentita subito tranquilla e mi sono lasciata condurre dalle parole della poesia. Quando la professoressa ha finito di leggere ho riprovato quella sensazione di insicurezza iniziale. Sono rimaste impresse nella mia mente alcune parole dell’ultima poesia ascoltata: “Chiamatemi per nome.Chiamatemi per nome, non più portatore di handicap. Chiamatemi per nome…” Questa esperienza mi ha permesso di capire cosa significhi non poter avere contatto visivo con ciò che mi circonda. Penso che questo tipo di esperienze siano importanti perché aiutano a riflettere e a sviluppare quell’empatia nei confronti del diverso e dell’altro che è una componente fondamentale nelle relazioni interpersonali.
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    Messaggio  Bilancio Angela Mar Gen 25, 2011 6:40 pm

    Purtroppo anche io nn ero presente alla simulazione in aula, però con l'aiuto del mio ragazzo ho voluto cmq provare l'esperienza di essere bendati, ovviamente effettuandola a casa le sensazioni erano meno forti in quanto mi trovavo in un luogo a me molto familiare e quindi mi sentivo molto più protetta e sicura...voglio riflettere proprio su questo punto, sul fatto che le persone non vedenti si trovano a loro agio tra le mure domestiche o a loro più familiari e ciò nn fa altro che peggiorare il loro stato, infatti nn solo hanno difficoltà a muoversi nel mondo ma vengono sempre più isolate e trascurate...
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    Messaggio  mariagnese ranieri Mer Gen 26, 2011 9:19 am

    navigando nel web ho scoperto una cosa che assolutamente non sapevo. Bocelli ha perso la vista dell'unico occhio vedente a 5 anni.
    Sarà terribile trovarsi al buio....dopo aver avuto la possibilità di vedere!!!!
    http://www.spettacoliblog.it/2010/11/01/una-pallonata-e-poi-il-buio-bocelli-racconta-la-sua-cecita/
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    Messaggio  operosonicolina Mer Gen 26, 2011 12:43 pm

    Con gli occhi bendati ho provato una sensazione di vuoto , di disorientamento ho avuto quasi paura! Poi, "NON PARLO, NON CAMMINO, NON SCRIVO,NON CANTO, NON CHATTO...MA SOGNO E VIVO", e la paura è passata.

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