Psicopedagogia d.ling. Briganti 2010

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Psicopedagogia d.ling. Briganti 2010

"Stanza di lavoro della classe" Forum didattico a cura di Floriana Briganti - corso di Psicopedagogia dei linguaggi, att. didattica aggiuntiva Suor Orsola Benincasa Napoli


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    Messaggio  Roberta De Lucia Lun Dic 20, 2010 5:49 pm

    Fabiana.Barone ha scritto:
    Roberta De Lucia ha scritto:Prima di parlare dell'esperienza vissuta vorrei condividere con voi l'esperienza che ho vissuto durante il mio percorso di tirocinio della didattica aggiuntiva. Questo perchè quando la prof. ci ha annunciato che avrebbe fatto con noi un esperimento con un foulard e ci avrebbe bendato io non ho fatto altro che pensare al bambino che ho conosciuto durante il mio percorso di tirocinio. Questo bambino ha un deficit visivo e anche la sua insegnante ha lo stesso deficit. Quando mi sono ritrovata dinanzi a questa situazione la prima emozione che ho provato è stato quello di aver paura... paura di non saper cosa dire, paura di ferirli magari non volendo...PAURA E BASTA! poi mi sono resa conto che quella paura non aveva senso, erano come me io avrei dato qualcosa a loro come loro l'avrebbero dato a me anche se non vedenti! Ed stato proprio così! Si è creato un rapporto bellissimo mi hanno insegnato tanto ... e non vi dico che emozione quando è arrivato il complimento più bello della vita da parte del bambino: "Roberta come sei bella!" ... bella era legato al mio essere e non al mio aspetto fisico o ancora quando gli ho dato un bacino sulla mano e lui mi dice :" che bel bacio!"... questa esperienza mi ha fatto crescere tanto e mi ha fatto riflettere arrivando alla conclusione che difronte alla diversità se così si vuol chiamare non bisogna nè avere paura nè essere indefferenti nè pensare che bisogna arrendersi!

    Leggendo quello che hai scritto ho rivisto me stessa. Non ho avuto nessuna esperienza simile ma ho sempre portato con me un po' di paura di rapportarmi con i bambini disabili. E' stata questa paura che inizialmente mi ha portato a non frequentare i corsi della didattica aggiuntiva. Tutti mi consigliavano di farlo ma non mi sentivo in grado di insegnare sul sostegno, avevo paura di non sapermi rapportare con un bambino disabile. Come ho detto anche alla professoressa nelle prime lezioni, la mia non era solo paura del "diverso" ma anche paura di fare qualcosa di sbagliato. Per fortuna un po' alla volta la sto superando!

    "PAURA DI FARE O DIRE QUALCOSA DI SBAGLIATO" ... speriamo riusciremo semplicemente ad aiutarli fino in fondo!
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    Messaggio  leandra mellino Lun Dic 20, 2010 7:26 pm

    appena la professoressa ci ha detto di togliere la benda ho scritto di getto questo pensiero : " mi sento agitata, ho vissuto un momento di ansia e mi batte ancora il cuore. Faccio dei lunghi sospiri per liberarmi.
    Quando ero bendata ero in un mondo tutto mio ma attirato la mia attenzione la terza poesia che sono riuscita a memorizzarla subito, che dice:
    " Non scrivo, non parlo, non cammino, non chatto
    MA SOGNO E VIVO.
    Non scrivo, non parlo, non cammino, non chatto
    MA AMO, SOGNO E SONO VIVA.
    Non scrivo, non parlo, non cammino, non chatto, non amo, non sogno,
    SONO VIVA E SOLA.
    Quando ho tolto la benda non sono riuscita ad intervenire volevo ma questa volta ero frenata ancora di più perchè mi sentivo un pò agitata.
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    Messaggio  altragiulia Lun Dic 20, 2010 7:30 pm

    ripensando al tema della cecità mi è ritornata alla mente una frase del piccolo principe: " non si vede bene che col cuore. l'essenziale è invisibile agli occhi ".
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    Messaggio  annaditota Lun Dic 20, 2010 9:54 pm

    ester.iorio ha scritto:Laboratorio emozionante e coinvolgente! non credevo di sentirmi in quel modo... da bendata ho provato una sensazione di panico e ansia... sarà stata la voce di quel silenzio che ho avvertito in aula...

    La voce del silenzio...Bellissima!!
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    Messaggio  russo irma Lun Dic 20, 2010 10:52 pm

    le poesie ascoltate in aula erano tutte molto belle e toccanti......ma quella che mi ha colpito in particolare modo è quella dal titolo "IN BILICO" ed in paerticolar modo quando dice.............Basterebbe un sorriso il protrarsi di una mano alla quale mi potrei aggrappare per non sentire più l'imbarazzo del mio continuo ondeggiare.
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    Messaggio  russo irma Lun Dic 20, 2010 11:43 pm

    è stato un laboratorio molto emozionante...appena ho bendato gli occhi ho avvertito un senso di vuoto.....forse a causa del silenzio che c'era in aula....ma poi la prof ci ha chiesto di ascoltare alcune poesie, scritte da persone disabili, "al buio". Già in quel momento mi sono tranquillizzata....ascoltando quelle poesie, però, ho avuto un enso di tristezza....a volte essere al buio ci aiuta a capire ed a vedere le cose diversamente.....cercavo di immedesimarmi nei personaggi di ognuna di quelle poesie....
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    Messaggio  Mercogliano Veronica Mar Dic 21, 2010 9:44 am

    Mercogliano Veronica ha scritto:
    Rosa Sgariglia ha scritto:Purtroppo, per motivi personali, nell'ultima lezione ero assente , ma nonostante la mia assenza mi sono informata, da altre colleghe, su ciò che è stato fatto in classe e, anche dalla lettura di alcuni commenti, ho avuto modo di vedere che è stato svolto l'esperimento della benda. Certamente io non posso intervenire su ciò che è stato detto in aula, ma posso dire le mie impressioni su questo tema. Circa due anni fa, durante un laboratorio disciplinare svolto all'università, la docente ci ha chiesto di chiudere gli occhi e farci condurre dalle altre ragazze. In quel momento ho provato una strana sensazione soprattutto paura di non essere supportata dalla mia "guida", infatti, nonostante ci veniva chiesto di non aprire gli occhi e di lasciarci condurre dalla collega, io inevitabilmente ho aperto gli occhi per vedere cosa accadesse intorno a me. Io ho fatto questo "esperimento" solo per pochi minuti e, come ho detto, ho avuto timore, ma immagino tutte quelle persone non vedenti che affrontano la loro vita quotidianamente in questa situazione.

    Anche io non ero in classe giovedi' ma non per poca voglia ma semplicemente perchè avevo un esame da sostenere che tra l'altro è andato benissimo! Very Happy
    Spero di poter comunque esperimere una mia opinione a riguardo. Anche io come Rosa, semestri fa, ho seguito un laboratorio durante il quale abbiamo lavorato sulla corporeità e, a riporva dell'importanza del corpo e dei nostri sensi, la prof. ci ha fatto chiudere gli occhi chiedendoci di lasciarci guidare da una compagna... ricordo benissimo la sensazione di spaesamento che ho provato...ero in difficoltà perchè non vedendo con i miei occhi non riuscivo a star serena...temevo di cadere, temevo che qualcuno potesse farmi uno scherzo, temevo in quei minuti di non poter essere piu' autonama nei movimenti...non oso immaginare una vita senza la sicurezza dataci dagli occhi. Io in famiglia ho un parente non vedente e spesso lo sento dire che seppure non vede riesce ad immaginare le cose...ma come fa? io mi chiedo. Talvolta mi sembra che sappia cogliere meglio di me la bellezza delle cose e delle persone e lo fa servendosi dell'udito, si fida cioè di cio' che ascolta, del vibrato che lo circonda. E' incredibile lo sviluppo degli altri sensi che soppresicono all'assenza di altri...

    Vi è mai capitato di restare al buio improvvisamente a causa di uno stacco di corrente? Cosa è la prima cosa che vi capita di fare? Io prsonalmente protendo le braccia in avanti cercando di farmi strada alla ricerca di una candela o di una torcia, toccando gli oggetti (seguo il muro, tocco i mobili, a volte le porte,ecc.) per aiutarmi ma non è semplice perchè non riconosco a pieno lo spazio intorno a me (non oso immaginare poi se mi trovassi in un ambiente diverso dalla mia casa, la difficoltà sarebbe raddoppiata!)...questo è un tipo di simulazione che mi capita di fare diverse volte ed ogni volta ho difficota' nel gestire lo spazio e i movimenti...alla fine pero'sono fortunata perchè c'è sempre il mio papà ad aiutarmi, dandomi sicurezza nella convivenza di quel buio momentaneo. Penso che per i non vedenti sia cosi', all'inizio c'è paura ma con l'aiuto di qualcuno accanto a se (parenti, amici o i cani addestrati) riescono ad organizzare il proprio spazio e lo personalizzano con quei segnali percettibili al tatto..ed è proprio il tatto,insieme all'udito, il senso importante che li aiuta a vivere una vita il piu' possibile "normale"!
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    Messaggio  carmen amodio Mar Dic 21, 2010 11:15 am

    Avendo partecipato alla simulazione, ho provato diverse sensazioni. All'inizio non provavo alcun disagio a stare bendata e ho ascoltato attentamente le poesie lette dalla professoressa. A questo proposito mi ha colpito la poesia in cui la persona diversamente abile chiedeva ai genitori di non sentirsi in colpa per la sua disabilità. Credo che un genitore che mette al mondo un figlio con delle problematiche provi un pò di senso di colpa. Inoltre mi ha anche colpito la frse di un'altra poesia: "chiamami per nome, non considerarmi persona diversa". Verso la fine della siulazione, però, mi sono sentita isolata, è come se in quell'aula fossi stata da sola. Comunque è stata una bella esperienza...
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    Messaggio  paciello margherita Mar Dic 21, 2010 11:48 am

    Bendata,isolata, concentrata e un pò ansiosa,ecco cosi mi sono sentita in quel momento,sembra strano ma all'inizio facevo fatica a prestare ascolto,ma poi delle semplici parole ma con enorme significato hanno colpito il mio cuore:"...non scrivo,non parlo,non cammino,non canto,non chatto, ma amo sogno e sono viva...". in quella sorte di dialogo nell'oscurità ho capito che le voci,i rumori,i suoni assumono lo stesso valore dell'aria
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    Messaggio  paciello margherita Mar Dic 21, 2010 11:58 am

    Questa e' una poesia scritta da Patrizia Ruggiero che a me ha colpito molto:
    I miei occhi non vedono il sole, i miei occhi non vedono il mare, non vedono il cielo azzurro e i verdi prati, non vedono il mondo,ma con gli occhi del cuore io vedo tutto.
    Anche se i miei occhi sono spenti, nella mia mente c'è una luce sempre accesa, sulle mie labbre c'è sempre il sorriso, dentro di me c'è fede, speranza,amore,c'e la voglia di vivere nel mio cuore
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    Messaggio  foglia carmelinda Mar Dic 21, 2010 12:56 pm

    La sensazione di buio in un certo qual modo mi ha distaccata dal contesto classe in cui mi trovavo e nello stesso tempo ascoltando le poesie mi sono sentita più vicina "agli autori delle poesie". Durante l'ascolto, nella mia mente viaggiavano immagini attinenti al contenuto delle poesie, ma ho notato che non ho mai identificato una qualsiasi persona.
    Inoltre, ritengo che sia stato un "non vedere ma aver già visto", perchè alle parole ho associato immagini ripescate nelle mie esperienze passate.
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    Messaggio  Rossella Catalano Mar Dic 21, 2010 1:45 pm

    E' PROPRIO IN QUESTA CIRCOSTANZA CHE MI SONO DOMANDATA''MA ALLORA E' COSI'DURA LA VITA DA CIECHI''
    NON STAVO COMPIENDO ALCUNA AZIONE MA IL SOLO FATTO DI SENTIRE UNA VOCE E NON SAPERE DI CHI FOSSE MI HA MOLTO SCONFORTATA.
    FORSE PERCHE' IO CI VEO E NON CI POTRA' MAI ESSERE ALCUN FATTORE CHE POSSA AIUTARMI A CAPIRE QUALI SONO LE DIFFICOLTA',LE SENSAZIONI E LE EMOZIONI DI UNA PERSONA NON VEDENTE

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    Messaggio  Fabiana.Barone Mar Dic 21, 2010 3:22 pm

    Leggendo i commenti di tutte ho notato come per molte ragazze sia stato difficile prestare attenzione alle poesie lette, soprattutto per i rumori che si sentivano in sottofondo. Anch'io ho sentito quei rumori, come ho scritto nel commento precedente, ma l'effetto è stato diverso. Nonostante percepissi quei rumori sono riuscita a concentrarmi molto durante la lettura delle poesie. La voce amplificata della professoressa sembrava ancora più forte, non avendo distrazioni visive ascoltavo tutto ciò che veniva letto e man mano riuscivo ad immaginare perfettamente la situazione delle autrici delle poesie. Dico "autrici" al femminile perchè le ho immaginate così, forse l'ho fatto inconsciamente per identificarmi con loro e capire fino in fondo le loro parole... A conclusione dell'esperimento, finita l'ultima poesia, quando ci è stato detto di togliere la sciarpa, inaspettatamente ho dovuto trattenere qualche lacrima...
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    Messaggio  maria vellucci Mer Dic 22, 2010 1:49 pm

    Questo laboratorio mi ha davvero fatto riflettere sull'importanza della vista e di quanto siamo fortunati e, molto spesso, lo diamo per scontato. Appena bendata sono crollate tutte le mie sicurezze e mi sentivo spaesata e, nonostante sentivo la voce della professoressa, delle mie compagne, la borta sbattere, il suono di cellulari, mi sono sentita terribilmente sola. Esperienze come queste mi fanno apprezzare ancora di più le cose belle che la vita ci ha donato.
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    Messaggio  anna fornaro Mer Dic 22, 2010 5:48 pm

    a lezione sono arrivata con un pò di ritardo e per questo non ho potuto svolgere l'attività laboratoriale dall'inizio... sinceramente una volta bendata non mi sentivo molto a mio agio... percepivo tutti i rumori che mi circondavano in modo amplificato anche quelli a cui in una situazione "normale" non avrei dato considerazione,in quanto frequenti durante la giornata...
    non sono riuscita a concentrarmi sulle poesie lette,forse anche perchè ero arrivata come ho detto in ritardo e di corsa...
    grazie a quest'attività ho avuto modo di percepire come una persona in una situazione di disabilità o magari di difficoltà,possa sentirsi e quello che si prova...
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    Messaggio  ester.iorio Mer Dic 22, 2010 8:43 pm

    Maria di Nuzzo ha scritto:Ero con gli occhi chiusi ad ascoltare quelle poesie, intorno a me vigeva un gran silenzio che personalmente amo dato che riesco ad entrare più facilmente in contatto con la mia interiorità. Una dopo l'altra quelle parole accarezzavano il mio animo e penetravano dritto al cuore. Avere gli occhi bendati mi faceva pesare il non vedere come un fardello difficile da accettare, ma allo stesso tempo il poter sentire era grande, intenso, prevaleva, tanto da realizzare un grado di attenzione alto, continuo, costante. Quando è stata letta la poesia "in bilico" di Gennaro Morra, ho percepito un nodo alla gola e due lacrime hanno attraversato i miei occchi senza cadere!In particolare ai versi: "Barcollo come un birillo...Ho paura di cadere non tanto per il dolore che potrei avvertire, ma per il peso dei loro occhi che su quel pavimento mi potrebbero inchiodare".Così da subito come un flash mi è apparsa l'immagine di Gesù inchiodato alla croce. E allora ho fatto una riflessione:solo con i nostri occhi curiosi e maliziosi, con il nostro fare superficiale e con le nostre parole dette così tanto per emergere,abbiamo la capacità di INCHIODARE, di incutere paura, di far sentire una nullità, una persona che davvero è meno fortunata di noi.
    Ciascuno di loro per me diventa un Gesù, che muore inchiodato a quella croce ogni qualvolta noi assumiamo questi atteggiamenti.
    Anche a me ha colpito molto quella specifica frase....e concordo anche sul tuo commento!
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    Messaggio  ivana nugnes Mer Dic 22, 2010 9:56 pm

    bendata è stata una sensazione strana...ogni piccolo rumore sembrava che lo percepissi il doppio; mi sentivo insofferente...La vista è una "sicurezza"...è "orientamento"...ma come si fa a vivere con una difficoltà così grande?!
    Tra le poesie che ha letto la prof. ricordo, in particolar modo, Chiamatemi per nome...che dire, una cosa così scontata, chiamare una persona col proprio nome, ma purtroppo nela nostra società non si può dare più nulla per scontato...
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    Messaggio  assisani patrizia Gio Dic 23, 2010 10:22 am

    [quote="Admin"]laboratorio Simulazione

    Le prime sensazioni che si hanno durantr l'esercizio sono di disorientamento poi di ansia, paura del buio che ti circonda, poi pian piano cominci a prestare attenzione a tutti i segnali che ti mandano gli altri sensi come l'udito, percependo anche i più piccoli rumori ai quali di solito non si presta attenzione e sembra di non sentire, il tatto, cominciando a toccare a sfiorare,stringere tutto e tutti quelli che ci sono intorno e anche l'olfatto percependo l'odore delle persone che ti sono vicine e di tutto ciò che ti è intorno.
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    Messaggio  Fasulo Anna Gio Dic 23, 2010 6:29 pm

    Avendo paura del buio,per me,essere bendata non è stato facile,infatti ho cercato di controllarmi e concentrarmi soprattutto sulle poesie.Penso che se la simulazione fosse durata piu tempo subito avrei tolto il foulard,avendo fatto fatica per quei pochi minuti.Ho pensato di quanta forza hanno bisogno i ciechi e non dei nostri occhi puntati su di loro additandoli come diversi.
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    Messaggio  Alessandra De Vita Ven Dic 24, 2010 12:47 pm

    Durante la lettura delle poesie eravamo bendate. Essendo poesie scritte da persone disabili, molto toccanti, l'essere al buio durante l'ascolto mi ha inquietato, non so il perchè! Non vedevo l'ora che togliessimo le bende ed una volta tolte ho sentito un senso profondo di libertà. Durante l'ascolto delle poesie mi sono soffermata solo su alcune citazioni lette dalla prof., ma non riuscivo a concentrarmi su tutto. La poesia che più mi ha colpito s'intitola "NON", scritta da Rebecca, ed in particolar modo gli ultimi versi sono stati significativi per me:
    Non scrivo
    Non parlo
    Non cammino
    Non canto
    Non chatto
    Non amo
    Non sogno
    Sono viva
    [b]E SOLA

    Davvero indescrivibile la sensazione che ho provato in quel momento. Essendo al buio, era come se venissero dal mio animo quelle parole, oltre Rebecca, era come se anche io non scrivessi, non parlassi e non chattassi, ma ero viva e sola, nonostante l'aula fosse piena e affianco a me erano sedute le mie colleghe. Ero impaurita, mi sentivo quasi soffocare e poi il silenzio attorno a me fomentava tutto ciò, somatizzava ancora di più la mia paura. E' stato davvero un esperimento molto toccante. Tolte le bende è uscita spontanea l'espressione: "Wow luceee". Una sensazione meravigliosa. Pensare che noi siamo stati solo pochi minuti al buio e invece ci sono persone che nascono proprio così o per svariati motivi ci diventano durante la loro vita. Mi chiedo: "Cosa significherebbe per loro rivedere la luce anche per pochi istanti?".
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    Messaggio  filomena sabatino Ven Dic 24, 2010 5:04 pm

    Quest'esperimento di simulazione è stato abbastanza atipico,ascoltare delle poesie da bendata,mi sono ritrovata in condizione di non vedente,mi sono sentita a disagio non riuscivo a vedere gli sguardi delle mie colleghe. Con il passare dei minuti ho prestato attenzione anche a dei rumori che provenivano da lontano e che solitamente non percepisco.Attraverso quest'esperienza ho potuto constatare anche se per poco tempo,sensazioni che prima potevo solo immaginare.L'ultima poesia è stata quella che più mi ha colpita ed emozionata
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    Messaggio  *maria di santo* Dom Dic 26, 2010 11:32 am

    Riporto dopo un pò di tempo le mie sensazioni sulla simulazione svolta in classe, la docente gia aveva fatto intuire cosa avremmo fatto''portate i foulards'' tutte avevamo intuito che avremmo fatto qualche esperimento che ci avrebbe in qualche modo fatto mettere da parte uno dei 5 sensi.
    La modalità di svolgimento però restava un mistero.
    Ed eccomi in aula seduta nel banco, insieme ad altre persone, messo il fuolard la prima doamnda che mi sono posta è stata: che cosa ci faccio qui?
    quella sensazione di sentirmi un pò fuori posto, forse perchè non conoscevo quello che sarebbe successo!
    Da li,è partita la letture delle poesie, la mia iniziale inquietudine, si è assopita,e ha lasciato spazio invece ad una sensazione di BENESSERE E PACE INTERIORE.
    Una sorta di sollievo,di calma che ha toccato gli stati piu profondi della mia anima, non so se è giusto dire ho sentito la voce del silenzio, un silenzio però che ti fa compagnia, che ti è vicino e che ti tranquillizza.
    Sono riuscita ad ascoltare senza problemi, le parole delle poesie sussurrate dalla docente ed in particolar modo quelle che hanno destato in me una certa emozione è stata la 3 poesia:
    Non scrivo, non parlo, non cammino, non chatto
    MA SOGNO E VIVO.
    Non scrivo, non parlo, non cammino, non chatto
    MA AMO, SOGNO E SONO VIVA.
    Non scrivo, non parlo, non cammino, non chatto, non amo, non sogno,
    SONO VIVA E SOLA.
    queste parole mi sono subito entrate dentro il cuore,forse perchè riflettono una condizione che non è semplicemente delle persone disabili ma di qualunque persona, tutti possiamo trovarci e sentirci per un periodo soli nonostante compiamo le'' cose di tutti i giorni''
    ma facendo una riflessione meno decentrata da me stessa e cogliendo il punto di vista di una persona che vive queste sensazioni tutti i giorni , credo che la solitudine sia un arma cosi potente da poter annientare i sogni e le speranze di chi vive situazioni difficili e che non vede la luce o la speranza alla fine di questo tunnell.
    Non possiamo essere indifferenti al dolore altrui,dobbiamo spezzare questi vincoli del menefreghismo e attivarci per essere parte integrante di una grande famiglia, dove se poggi il tuo peso sulla mia spalla, ti sentirai piu leggero, sarò pronta a comprenderti, e insieme con la nostra forza unita potremmo camminare lungo il sentiero.
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    Messaggio  *maria di santo* Dom Dic 26, 2010 11:43 am

    Alessandra De Vita ha scritto:Durante la lettura delle poesie eravamo bendate. Essendo poesie scritte da persone disabili, molto toccanti, l'essere al buio durante l'ascolto mi ha inquietato, non so il perchè! Non vedevo l'ora che togliessimo le bende ed una volta tolte ho sentito un senso profondo di libertà. Durante l'ascolto delle poesie mi sono soffermata solo su alcune citazioni lette dalla prof., ma non riuscivo a concentrarmi su tutto. La poesia che più mi ha colpito s'intitola "NON", scritta da Rebecca, ed in particolar modo gli ultimi versi sono stati significativi per me:
    Non scrivo
    Non parlo
    Non cammino
    Non canto
    Non chatto
    Non amo
    Non sogno
    Sono viva
    [b]E SOLA

    Davvero indescrivibile la sensazione che ho provato in quel momento. Essendo al buio, era come se venissero dal mio animo quelle parole, oltre Rebecca, era come se anche io non scrivessi, non parlassi e non chattassi, ma ero viva e sola, nonostante l'aula fosse piena e affianco a me erano sedute le mie colleghe. Ero impaurita, mi sentivo quasi soffocare e poi il silenzio attorno a me fomentava tutto ciò, somatizzava ancora di più la mia paura. E' stato davvero un esperimento molto toccante. Tolte le bende è uscita spontanea l'espressione: "Wow luceee". Una sensazione meravigliosa. Pensare che noi siamo stati solo pochi minuti al buio e invece ci sono persone che nascono proprio così o per svariati motivi ci diventano durante la loro vita. Mi chiedo: "Cosa significherebbe per loro rivedere la luce anche per pochi istanti?".

    alessandra anche io come te, sono stata coplita dalla 3 poesia, un inno a non rinunciare a vivere,lho sentita come un invito a non rassegnarsi a restare da soli, a non rinunciare ai notri sogni, a vivere ed a sperare...
    nonostante possa apparire molto triste come poesia, credo che sia magnifica, raccoglie in poche parole,ma dettagliate e precise la condizione di chi vive la solitudine, ho sempre pensato che puoi trovarti in mezzo a milioni di persone, ma in fondo sentirti sola.
    questa sensazioni a volte la proviamo anche noi, quando qualcosa nel nostro quotidiano ci copisce e ci mette in una condizione tale che non ci permette di farci sentire la presenza degli altri, allora penso: noi passato quel periodo per cosi dire ''brutto'' siamo di nuovo noi, quelle persone felici e sorridenti di sempre , ma chi sente quel peso, quell'angoscia tutti i giorni della sua vita come si sente?la solitudine può annientare l'animo di una persona e modificarlo irreversibilmente?
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    Messaggio  michela esposito Dom Dic 26, 2010 1:46 pm

    NON HO FATTO LA SIMULAZIONE CON VOI...
    MA CONFESSO CHE QUANDO MIA CUGINA DIVENNE CIECA ..PER CAPIRE COSA SI PROVAVA, A VOLTE LA SERA PROVAVO AD ANDARE IN CUCINA PER PRENDERE L'ACQUA, SENZA ACCENDERE LA LUCE.. CI HO PROVATO PIU VOLTE ..IN MENTE PENSAVO AL TRAGITTO, TOCCAVO LE PARETI, RICORDAVO GLI OGGETTI DELLA STANZA.. DOPO QUALCHE TENTATIVO CE L'HO FATTA!
    Mi è servito per capire l'attenzione di mia zia nel non spostare troppi oggetti in casa, per capire perchè mia cugina mi prega di parlare con toni più bassi...
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    Messaggio  Maddalena Cefariello Dom Dic 26, 2010 9:29 pm

    QUANDO LA PROFESSORESSA CI AVEVA INVITATI A PORTARE UN FOULARD HO SUBITO IMMAGINATO CHE DOVEVAMO FARE DEI PERCORSI CON GLI OCCHI BENDATI,INVECE SONO RIMASTA PARTICOLARMENTE COLPITA DA QUESTA ATTIVITA' PROPOSTA.LA PROFESSORESSA CI HA INVITATO AD ASCOLTARE CON GLI OCCHI BENDATI DELLE POESIE.SINCERAMENTE ALL' INIZIO MI SENTIVO UN PO NERVOSA,C' ERA DENTRO DI ME UN ATTESA DI QUALCOSA DI INCREDIBILE,CREDEVO DI NON RIUSCIRCI,FORSE PERCHE' FIN DA PICCOLA LA MIA PAURA PIU' GRANDE E' STATA QUELLA DEL BUIO,UNA PAURA CHE ANCORA OGGI MI ACCOMPAGNA(INFATTI DORMO SEMPRE CON UNA PICCOLA LUCE ACCESA).E'STATA UN' ESPERIENZA FORTE;ALL'INIZIO NON RIUSCIVO A CONCENTRARE LA MIA ATTENZIONE SULLE PAROLE DELLE POESIE ,MA CERCAVAVO DI CAPIRE I VARI SUONI CHE GIUNGEVANO AL MIO UDITO DA DOVE PROVENIVANO.POI HO TIRATO UN BEL RESPIRO E HO INIZIATO AD ASCOLTARE CON UN SENSO DI PACE DAVVERO MERAVIGLIOSO LE POESIE.

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