Psicopedagogia d.ling. Briganti 2010

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Psicopedagogia d.ling. Briganti 2010

"Stanza di lavoro della classe" Forum didattico a cura di Floriana Briganti - corso di Psicopedagogia dei linguaggi, att. didattica aggiuntiva Suor Orsola Benincasa Napoli


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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME)

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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 2 Empty Re: PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME)

    Messaggio  Mercogliano Veronica Dom Dic 19, 2010 2:30 am

    Rosa Sgariglia ha scritto:Questo film è ispirato all'omonimo romanzo di Winston Groom del 1986, Forrest Gump tratta dell'intensa vita di un uomo dotato di uno sviluppo cognitivo inferiore alla norma. Il film ebbe anche un enorme impatto sulla cultura popolare: frasi memorabili come «stupido è chi lo stupido fa» sono tuttora usate nel linguaggio di tutti i giorni, così come la frase «corri, Forrest, corri!» che è talora usata scherzosamente in situazioni d’impellente fretta. Forrest Gump è un personaggio border line non tanto per il suo quoziente intellettivo, al di sotto della norma, quanto per il suo rapporto ingenuo e fiducioso con un mondo che sin da bambino fa di tutto per relegarlo nell'ambito del diverso. Persino sua madre, che lo incita a non farsi scavalcare da nessuno, lo costringe a mettere un apparecchio alle gambe che ulteriormente lo avrebbe penalizzato, ma solo in seguito aggressione da parte di piccoli bulli, Forrest capisce di aver delle doti fisiche straordinarie. Grazie alla sua abilità nel correre e nel football, Forrest ottiene di essere ammesso al college con una borsa di studio. Credo che il messaggio finale di questo film sia che non importa essere intelligenti, basta agire nel bene; infatti, una cosa che colpisce è come lui riesca a fare tutto questo grazie alla sua spontaneità; paradossalmente infatti se avesse pensato come una persona normale non avrebbe, forse, realizzato nulla di straordinario.

    Rosa concordo con te! Questo film è bellissimo! Ogni volta che lo vedo ne resto affascinata per l'immenso cuore che mostra di avere Forrest! Infatti la cosa che mi colpisce di piu' è che alla cosidetta "scarsa intelligenza" è accoppiata la generosià del cuore...un cuore che, nonostante sia "intrappolato" nei limiti del diverso, trova sempre la via per mostrarsi agli altri,per far del bene, per andare avanti anche quando sembra di non dover piu' percorrere nessuna strada... Forrest viene definito "idiota gentile"...ma io mi chiedo: come si fa a definire idiota una persona che mostra di avere un cuore speciale? perchè è idiota chi ha un Q.I. inferiore e non chi invece nella vita non riesce a far del bene?
    A questo punto penso che... se avere un cuore buono implica l'essere chiamato idiota allora tutti vorremmo esserlo!
    Un' altra frase celebre del film è: « Mamma diceva sempre: la vita è uguale a una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita! »...questo ci insegna che la vita è imprevedibile, che bisogna aver rispetto della propria vita e della vita altrui e sopratutto che, non sapendo cosa ci riserva il domani, è meglio non fare nessun tipo di discriminazione perchè non si sa mai che un giorno potremmo vestire noi gli stessi panni di coloro che chiamiamo "diversi"!
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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 2 Empty Tema diversità - film

    Messaggio  Mercogliano Veronica Dom Dic 19, 2010 3:00 am

    Ci sono due film che mi commuovono per l'immensa forza dei personaggi:
    1. FRIDA -> è un film del 2002 diretto da Julie Taymor che ritrae la sofferta vita privata della pittrice messicana Frida Kahlo, interpretata da Salma Hayek.
    E' una giovane studentessa messicana, appassionata di arte e sostenitrice dell'ideologia comunista; la sua vita trascorre tranquilla fino al giorno in cui l'autobus che la portava a casa da scuola va fuori strada, provocandole moltissime ferite. La scena del film che piu' mi è rimasta impressa è quando lei, nonostante l'immobilità del corpo, inizia a dipingere aiutandosi con la bocca...trova così un'alternativa all'uso delle mani guidata dall'immensa volontà di dipingere per aiutare la famiglia.
    2. MARE DENTRO -> è un film del 2004 diretto da Alejandro Amenábar. Quest'ultimo è tratto da una storia vera e narra la vicenda di Ramón Sampedro, un uomo costretto a letto (interpretato da Javier Bardem) a causa di un grave incidente: un tuffo da uno scoglio finito male, che lo ha lasciato tetraplegico. Passa il tempo a guardare dalla finestra, a scrivere poesie e vorrebbe che qualcuno lo aiutasse a morire. in realtà questo film è incentrato sul tema dell'eutanasia ma comunque è palpabile, almeno per me, il tema delladiversità dovuto all'immobilità dell'uomo e dalla sua convinzione di voler morire perchè stufo di vivere una vita senza libertà. C'è una scena del film durante la quale Ramon, ormai nell'onda mediatica che separa le opinioni, chi favorevole, chi contrario, incontra un prete e fra i due vi è un botta e risposta: il religioso sostiene che "una libertà che elimina la vita non è una libertà", mntre per Ramon "una vita che elimina la libertà non è vita". Anche se in modo diverso da Frida, anche questo uomo dimostra una grande forza, si ritrova a combattere con un corpo che non vuole piu' percio' si fara' aiutare per morire...
    Naturalmente il mio messaggio non elogia la morte ma la vita...non bisogna mai arrendersi!!!

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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 2 Empty disabilità(libro)

    Messaggio  Teresa Salzillo Dom Dic 19, 2010 10:28 am

    Dalla lettura dei due libri ,mi sono soffermata sul libro"pedagogia dell adisabilità",dove viene trattato il tema della disabilità e diversità,due concetti molto simili ma allostesso tepo diversi,infatti ciò che mi fa notare la differenza di tali termini e la frase"TUTTI SONO DIVERI,NON TUTTI SONO DISABILI".Il termine disabilità indica una persona che è impossibilitata a svolgere le normali attività della vita quotidina,invece la diversità indica una persona che è diversa cioè si differenzia dalle altre per i suoi comportamenti,valori,capacità,e questo porta alla cosiddetta categorizzazione, cioè alla collocazione di persone in determinate categorie.Il diverso quindi è l'altro,il mostro,colui che ci mette paura,colui di cui proviamo vergogna.compassione.Ed è proprio la paura di accettare gli altri "diversi" da noi che ci porta ad emarginarli,invece bisogna abbatere quelli che sono i pregiudizi. Noi che ci riteniamo"normali" dobbiamo cercare di ntegrare queste persone e non farle sentirle estranee,ma metterci per una volta nei loro panni,aprendo nuovi orizzonti per noi e per loro,insomma attuare una vera e propria pedagogia della resilienza,fortificarci nel confronto con gli altri.
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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 2 Empty Re: PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME)

    Messaggio  giovanna arpaia Dom Dic 19, 2010 1:33 pm

    D. TEMA DISABILITÀ - FILM
    L'uomo della pioggia (Rain Man) è un film del 1988, diretto da Barry Levinson ed interpretato da Tom Cruise e Dustin Hoffman.
    Trama:
    Charlie Babbit (Tom Cruise), giovane commerciante di auto, scopre, dopo la morte del padre, che l'unico erede dell'immenso patrimonio familiare è Raymond (Dustin Hoffman), un uomo affetto da autismo, che scopre essere suo fratello maggiore. Charlie, sentitosi tradito dal padre e indebitato sul lavoro a causa di investimenti fallimentari, decide di portare via Raymond dalla clinica di Cincinnati in cui è ricoverato nella speranza di riuscire ad essere riconosciuto dalla legge come suo tutore e quindi beneficiare del patrimonio paterno. Durante il viaggio verso Los Angeles, che si allunga per le necessità di Raymond (non può volare, non può fare l'autostrada, a causa della sua paura degli incidenti), Charlie comincia a conoscere veramente suo fratello, un individuo tutto gesti meccanici e frasi ripetitive ma dotato anche di una incredibile memoria, grazie alla quale i due ottengono ingenti vincite a un casinò di Las Vegas. Piano piano Charlie si affeziona a lui, grazie anche all'aiuto della sua fidanzata Susanna (Valeria Golino), scoprendo anche che lo strano personaggio che gli cantava le canzoncine da bambino, che egli chiamava Rain Man (una storpiatura del nome Raymond) e pensava fosse frutto della sua fantasia, non era altri che suo fratello, del quale è stato privato per tutti questi anni. Charlie deciderà infine di riportare Raymond nella clinica, rinunciando al denaro (e anche a un assegno da 250.000 dollari che gli era stato offerto per dimenticarsi della vicenda) e promettendo di frequentarlo appena possibile.
    Commento:
    Uno dei classici dei classici. Rain Man è ormai a ragione diventato un cult ed un must per gli appassionati del buon cinema. La vicenda trascina lo spettatore in un dramma potentissimo che si apre a tematiche importanti come l'autismo, i problemi dell'ambito familiare, la nozione di "parentela", i rapporti fra fratelli. L'ambientazione "on the road" fornisce gli spunti per elaborare la metafora di viaggio come occasione di rivalutazione personale, come occasione per il personaggio dinamico di operare un profondo esame di coscienza, capire il vero senso della vita e cambiare la propria prospettiva nel pensare e guardare il mondo. Magnifica la caratterizzazione dei personaggi. Cruise è un perfetto e frizzante classico yuppie degli anni '80 nel pieno dei suoi mid-twenties, preso quasi esclusivamente dal lavoro ed interessato solo alla carriera, al denaro e alla realizzazione di sé, che cambia radicalmente prospettiva dopo aver conosciuto suo fratello; Hoffman è un ritratto eccellente, umano e molto realistico dell'autismo dei cosiddetti "idiots savants" (frutto di approfondite ricerche di Dustin sul fenomeno e sulla collaborazione con vere persone autistiche ed esperti nel settore). Insomma quasi un capolavoro, da vedere e rivedere.

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    Messaggio  maria esposito Dom Dic 19, 2010 2:19 pm

    TEMA DISABILITà FILM: L'OLIO DI LORENZO.
    Questo film mi ha particolarmente colpita perchè parla di un bambino (Lorenzo)che vive in una famiglia unita, felice,e tutto procede "nella normalità" ad un certo punto i genitori si accorgono che il loro bambino man mano che cresce fa dei regressi e che purtroppo è affetto da una grave e rara malattia degenerativa. Da qui inizia una nuova vita familiare, i genitori contattano medici e istituzioni ma senza alcun risultato e solo la caparbietà, la forza dell'unione, l'attaccamento alla vita, che porta i due genitori a fare RICERCA e a "inventare" un olio che poi verrà messo a disposizione dellà collettività un vero atto di amore per curare o quantomeno alleviare i sintomi di una malattia così rara. questo film mi ha fatto riflettere su come la vita di un soggetto con handicap sia legata a come la FAMIGLIA metabolizzi e affronti questo aspetto. cosi nel caso di Pistorius e Atzori che ho avuto modo di conoscere attraverso dei video visti in classe durante il corso, hanno avuto alle spalle genitori che hanno creduto nelle potenzialità dei loro figli, li hanno sostenuti nelle loro piccole conquiste fino a rendere visibile e noto il talento di questi due giovani. la resilienza può essere acquisita solamente avendo una famiglia che sostenga il soggetto senza reprimerlo (perchè non può farcela),gli offra cure per raggiungere l'emancipazione e non come assistenzialismo, la famiglia unita (come nel caso di Lorenzo) aiuta la persona a dare senso e significato alla sua personale esperienza.un'altro aspetto del film che mi ha colpito è l'attaccamento alla vita di questi due genitori che li ha spinti a fare RICERCA, un settore molto importante per la società alla quale dovremmo dare più contributi, oggi si cerca di sensibilizzare molto su questa tematica attraverso campagne pubblicitarie e appuntamenti fissi quale TELETHON una campagna informativa e di solidarietà che coinvolge anche personaggi dello spettacolo.un ultimo aspetto che vorrei sottolineare e che ho avuto modo di sperimentare anche in classe è quello dell'emarginazione in base a dei tratti distintivi che riguardano una minoranza, in classe(gli occhiali)nel film (le malattie rare). credo che la civiltà si misuri nel rispetto e nei diritti per tutti, quindi se ci definiamo una società civile dovremmo mostrarci più aperti e sensibili nei confronti dell'altro.
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    Messaggio  maria esposito Dom Dic 19, 2010 2:32 pm

    TEMA DIVERSITà LIBRO: IL BAMBINO CON IL PIGIAMA A STRISCE

    Questo libro dal quale è stato tratto anche un film mi ha fatto riflettere sul tema della diversità come emarginazione e discriminazione e non come risorsa, tema affrontato in classe durante la riflessione sul video: "indovina chi viene a cena". sia nel film che nel libro emerge la supremazia di una razza sulle altre e l'intolleranza alla vita insieme, nel film (i due fidanzati erano invitati dalle rispettive famiglie a lasciarsi) nel libro (gli ebrei vivevano nei campi di concentramento lontano dalla città). la cosa che più mi ha colpito di questo libro è l'amicizia tra i due bambini uno ebreo e l'altro tedesco, questo a dimostrazione che i bambini non conoscono la diversità come motivo di esclusione, sono aperti alla conoscenza trovando tanti punti in comune laddove le culture sono diverse. gli stereotipi e i pregiudizi appartengono agli adulti..... bisognerebbe guardare l'altro con gli occhi di un bambino e allora si che potremmo sentirci cittadini del mondo.
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    Messaggio  maria esposito Dom Dic 19, 2010 2:41 pm

    TEMA DISABILITà FILM-CARTONE: NEMO

    Questo cartone mi ha colpito perchè mette in evidenza l'attaccamento di un papà (pesce pagliaccio) verso il proprio figlio ( il pesciolino Nemo) che ha una delle due branchie atrofizzata. questo attaccamento crea disabilità in Nemo perchè è convinto che da solo non può riuscire a fare nulla e prova vergogna per il suo handicap, solo quando si trova da solo ad affrontare l'oceano capisce che può farcela, che il suo handicap non è invalidante. quante volte questo succede nella realtà? anche quando non si vive un handicap. bisogna che chi ci sta intorno creda in noi per farci crescere, fidarsi delle proprie capacità, affrontare l'Oceano!!!
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    Messaggio  Mercogliano Veronica Dom Dic 19, 2010 2:48 pm

    Mercogliano Veronica ha scritto:Ci sono due film che mi commuovono per l'immensa forza dei personaggi:
    1. FRIDA -> è un film del 2002 diretto da Julie Taymor che ritrae la sofferta vita privata della pittrice messicana Frida Kahlo, interpretata da Salma Hayek.
    E' una giovane studentessa messicana, appassionata di arte e sostenitrice dell'ideologia comunista; la sua vita trascorre tranquilla fino al giorno in cui l'autobus che la portava a casa da scuola va fuori strada, provocandole moltissime ferite. La scena del film che piu' mi è rimasta impressa è quando lei, nonostante l'immobilità del corpo, inizia a dipingere aiutandosi con la bocca...trova così un'alternativa all'uso delle mani guidata dall'immensa volontà di dipingere per aiutare la famiglia.
    2. MARE DENTRO -> è un film del 2004 diretto da Alejandro Amenábar. Quest'ultimo è tratto da una storia vera e narra la vicenda di Ramón Sampedro, un uomo costretto a letto (interpretato da Javier Bardem) a causa di un grave incidente: un tuffo da uno scoglio finito male, che lo ha lasciato tetraplegico. Passa il tempo a guardare dalla finestra, a scrivere poesie e vorrebbe che qualcuno lo aiutasse a morire. In realtà questo film è incentrato sul tema dell'eutanasia ma comunque è palpabile, almeno per me, il tema della diversità dovuta all'immobilità dell'uomo e alla sua convinzione di voler morire perchè stufo di vivere una vita senza libertà. C'è una scena del film durante la quale Ramon, ormai nell'onda mediatica che separa le opinioni, chi favorevole, chi contrario, incontra un prete e fra i due vi è un botta e risposta: il religioso sostiene che "una libertà che elimina la vita non è una libertà", mentre per Ramon "una vita che elimina la libertà non è vita". Anche se in modo diverso da Frida, anche questo uomo dimostra una grande forza, si ritrova a combattere con un corpo che non vuole piu' percio' si fara' aiutare per morire...
    Naturalmente il mio messaggio non elogia la morte ma la vita...non bisogna mai arrendersi!!!

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    Messaggio  maria esposito Dom Dic 19, 2010 2:50 pm

    TEMA DISABILITà FILM-CARTONE: HEIDI

    Quale generazione non ha visto heidi? vi ricordate di Clara? una bambina sulla sedia a rotelle che vive in un clima di iperprotezione, nel quale avverte la sua disabilità. Clara scopre grazie ad heidi che è la forza di volontà, l'attaccamento alla vita che sottrae da una condizione di disabilità,così come nel caso della Atzori che è riuscita a non rinunciare a niente, dalla maternità alla patente, espressione della voglia di vivere pienamente attimo per attimo ogni istante della vita.
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    Messaggio  Mercogliano Veronica Dom Dic 19, 2010 3:14 pm

    Silvia Nardi ha scritto:
    ci sono diversi film che parlano dei diversamente abili ma mi viene in mente uno inusuale, una favola, un cult ormai rimasto nella storia che x me è particolarmente significativo: "EDWARD MANI DI FORBICE". Questo ragazzo non aveva le mani ma le forbici al loro posto ed era bravissimo ad usarle, un vero artista. Inoltre era buono e gentile come un bambino perchè era stato tenuto nascosto e non conosceva la cattiveria degli uomini.
    Quando le persone lo hanno conosciuto l'hanno prima emarginato spaventati dal diverso, poi lo hanno usato come fenomeno da baraccone e poi lo hanno etichettato come mostro costringendolo a tornare a rinchiudersi. Una persona migliore di noi costretta a rinunciare alla vita e all'amore perchè diverso!!


    https://www.youtube.com/watch?v=5NwQvmuen08

    Anche questo film è bellissimo!
    Edward mani di forbici è un film di Tim Burton del 1990, con Johnny Depple (bravissimo attore!). Lo conosco da molti anni ed è sempre piu'commuovente vederlo perchè con il passar del tempo e l'incessabile crescere mi permettono di gurdarlo con occhi diversi e sara' cosi' anche dopo aver frequentato questo corso. Le forbici che Eduard ha al posto delle mani sono il motivo della sua specialità...
    Tutto è iniziato grazie ad un eccentrico e anziano inventore che viveva da solo in un castello in cima a una piccola montagna.Passeggiando in mezzo alle proprie macchine, un giorno, ha l'intuizione di sfruttarne una per creare un essere umano vivo e vegeto. In poco tempo, quest'uomo riesce nel proprio intento, e chiama Edward il ragazzo a cui dà la vita. Mentre ultima le modifiche sull'insolito "figlio", l'inventore gli trasmette nozioni di galateo, di buona educazione, e di luoghi comuni. Una tragedia improvvisa, però, incombe su entrambi: il vecchio uomo muore prima di dare alla creazione un paio di mani, al posto delle quali ha un insieme di forbici molto taglienti. Dopo tanti anni di solitudine Eduard va in città grazie a Peggy che, come tutti, quando lo ha visto si è spaventata ma poi si è accorta della sua bonta', ingannata da quelle forbici taglienti.La tristezza del film sta nel fatto che la gente prima lo ha "sfruttato" per le sue abilità (anche con cattiveria e mi riferisco a Jim che lo porta nella propria casa per rubare e scappa, lasciandolo nei guai quando arriva la polizia)e poi lo ha allontanato. la diversità non la si puo' accettare o meno in base a delle deboli opinioni...quando la si scopre bisogna farne ricchezza per la società...come valido motivo di crescita!
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    Messaggio  teresacarrella Dom Dic 19, 2010 4:30 pm

    Il FILM TRATTO DAL LIBRO
    "Le chiavi di casa" del regista Gianni Amelio che con amore ha adattato il libro di Pontiggia dedicato al suo rapporto con il figlio disabile. Gianni (Kim Rossi Stuart) ha perso la giovane moglie in sala parto mentre dava alla luce un figlio portatore di handicap. Da allora ha rifiutato di vederlo. Ora però fa ritorno per accompagnarlo in Germania per una visita specialistica. Il viaggio e la permanenza in terra tedesca costituiscono per i due l'occasione per conoscersi e comprendersi.
    Il rapporto tra padre e figlio è narrato non come un work in progress di comprensione ed empatia ma con la profonda consapevolezza della impermanenza dei comportamenti.
    Gianni si rende conto che la sensibilità del figlio Paolo è elevatissima. Ma così come lo è sul piano dell'espansività affettiva lo è anche su quello delle reazioni di chiusura, degli automatismi ripetitivi che servono a darsi sicurezza, dei ritorni indietro rispetto ad atteggiamenti che si ritenevano ormai acquisiti.
    commento:
    "Perché fai così?" è la domanda del padre di fronte a una reazione inattesa di Paolo. Ma alla domanda non ci può essere risposta. Paolo non 'sa' perché si comporta in quel modo. Lo fa e basta.
    Il rapporto tra i due non potrà che tentare di fondarsi sulle sabbie mobili dell'incertezza, del costruire con amore ogni giorno una rete di piccoli segni tanto delicata quanto fondamentale.
    Ma il messaggio più forte è a che non bisogna vergognarsi di amare chi non ci offre certezze. E' forse in questo l'essenza dell'amore più vero.
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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 2 Empty film

    Messaggio  Antonella Raimondo Dom Dic 19, 2010 4:41 pm

    Un altro film che può allacciarsi all'argomento è MI CHIAMO SAM.
    eccovi la trama: Sam Dawson, un uomo costretto a crescere sua figlia da solo poiché la mamma della bambina li ha abbandonati, soffre di un lieve ritardo mentale che non gli permette di essere alla pari con le altre persone. Le abilità del suo cervello sono quelle di un bambino di sette anni. Nonostante ciò la loro vita è normale, fatta di un affetto sincero e di un'intesa tra padre e figlia che è fuori dal comune. Sam è aiutato in questo dai suoi amici e colleghi finché una sera non viene portato in caserma per quello che viene scambiato come un tentativo di adescamento di una squillo. Successivamente, durante la festa a sorpresa per il settimo compleanno della bambina gli assistenti sociali la portano via, anche per effetto di un episodio di cattiveria di un bambino invitato alla festa. Così Sam è costretto a cominciare una battaglia legale per l'affidamento...
    E' un film molto tenero in cui si comprende bene che Sam per primo sa che, al di là dei criteri oggettivamente e socialmente riconosciuti, esiste un legame, un valore che solo lui può dare alla bambina, quello dell'amore paterno.
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    Messaggio  Anna Cascone Dom Dic 19, 2010 7:26 pm

    TEMA DIVERSITA'- LIBRO
    Ho finito da poco di leggere un libro di F. Moracchia intitolato: "Come un pinguino - Storia di un'amicizia speciale".
    L’autore racconta le vicende di un adolescente disabile nel mondo della scuola attraverso il diario di Matteo (16 anni), un compagno di classe.
    È la cronaca dell’incontro improvviso e imprevisto con la diversità, dello scontro con i pregiudizi, i tabù e le superstizioni che caratterizzano il mondo dell’handicap, dell’imbarazzo vissuto talora come una colpa e della messa in discussione dello stesso concetto di normalità.
    Simone, il ragazzo disabile, fa il suo ingresso in classe ad anno già inoltrato.
    Alle normali e consuete difficoltà di inserimento in un contesto scolastico già definito, si aggiungono naturalmente la fatica e la complessità di un'integrazione resa problematica dallo status di “diverso”.
    Nelle pagine del diario vengono raccontati i comportamenti di discriminazione o di pietismo dei compagni di classe, l’imbarazzo e talvolta razzismo dei loro genitori, le difficoltà degli stessi professori.
    Tutti si rivelano seriamente impreparati all’incontro con il diverso.
    Si raccontano anche episodi che accadono in classe, ma anche quelli nello scenario immediatamente adiacente alla scuola, riportando piccoli e grandi esempi di cosa voglia dire affrontare da vicino il “diverso”, e svelando i significativi passi che lentamente conducono il protagonista all’apertura e alla comprensione di una realtà, quella di Simone, fino a qualche tempo prima per lui sconosciuta e lontana.
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    Messaggio  Valeria Orefice Dom Dic 19, 2010 9:08 pm

    teresacarrella ha scritto:Il FILM TRATTO DAL LIBRO
    "Le chiavi di casa" del regista Gianni Amelio che con amore ha adattato il libro di Pontiggia dedicato al suo rapporto con il figlio disabile. Gianni (Kim Rossi Stuart) ha perso la giovane moglie in sala parto mentre dava alla luce un figlio portatore di handicap. Da allora ha rifiutato di vederlo. Ora però fa ritorno per accompagnarlo in Germania per una visita specialistica. Il viaggio e la permanenza in terra tedesca costituiscono per i due l'occasione per conoscersi e comprendersi.
    Il rapporto tra padre e figlio è narrato non come un work in progress di comprensione ed empatia ma con la profonda consapevolezza della impermanenza dei comportamenti.
    Gianni si rende conto che la sensibilità del figlio Paolo è elevatissima. Ma così come lo è sul piano dell'espansività affettiva lo è anche su quello delle reazioni di chiusura, degli automatismi ripetitivi che servono a darsi sicurezza, dei ritorni indietro rispetto ad atteggiamenti che si ritenevano ormai acquisiti.
    commento:
    "Perché fai così?" è la domanda del padre di fronte a una reazione inattesa di Paolo. Ma alla domanda non ci può essere risposta. Paolo non 'sa' perché si comporta in quel modo. Lo fa e basta.
    Il rapporto tra i due non potrà che tentare di fondarsi sulle sabbie mobili dell'incertezza, del costruire con amore ogni giorno una rete di piccoli segni tanto delicata quanto fondamentale.
    Ma il messaggio più forte è a che non bisogna vergognarsi di amare chi non ci offre certezze. E' forse in questo l'essenza dell'amore più vero.

    Io ho visto questo film a scuola, al Cineforum e ricordo ancora una delle scene più significative del film...c'è una scala in primo piano su cui corrono dei bambini e delle bambine e da lontano si vede arrivare Paolo, che cammina a fatica con il suo tutore...con un colpo d'occhio la tecnica cinematografica rende la distanza tra Paolo e i suoi coetanei, tra il diversamente abile e i normodotati!E' una scena che si comprende così, senza aggiungere parole e dimostra tutta l'efficacia e la potenza del messaggio cinematografico!!!
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    Messaggio  tiziana capuozzo Dom Dic 19, 2010 10:24 pm

    maria esposito ha scritto:TEMA DISABILITà FILM-CARTONE: HEIDI

    Quale generazione non ha visto heidi? vi ricordate di Clara? una bambina sulla sedia a rotelle che vive in un clima di iperprotezione, nel quale avverte la sua disabilità. Clara scopre grazie ad heidi che è la forza di volontà, l'attaccamento alla vita che sottrae da una condizione di disabilità,così come nel caso della Atzori che è riuscita a non rinunciare a niente, dalla maternità alla patente, espressione della voglia di vivere pienamente attimo per attimo ogni istante della vita.

    Io lo vedo ancora quando mi capita, è vero quello che scrivi, le potenzialità di Clara non veniva proprio considerate, in casa era ritenuta disabile e non veniva in nessun modo incoraggiata, è stata Heidi a credere in lei e nelle sue potenzialità!!! Però, facci caso, Heidi era a sua volta una ragazzina svantaggiata, non aveva una famiglia e viveva con il nonno, evidentemente aveva sviluppato una sensibilità maggiore nei confronti del prossimo, Heidi era l'esempio della forza che contrasta le difficoltà che la vita ci pone.
    In passato i cartoni trasmettevano questo tipo di valori..mi domando i cartoni più recenti, che insegnamento possono offrire???
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    Messaggio  Mercogliano Veronica Dom Dic 19, 2010 11:54 pm

    Mercogliano Veronica ha scritto:Ci sono due film che mi commuovono per l'immensa forza dei personaggi:
    1. FRIDA -> è un film del 2002 diretto da Julie Taymor che ritrae la sofferta vita privata della pittrice messicana Frida Kahlo, interpretata da Salma Hayek.
    E' una giovane studentessa messicana, appassionata di arte e sostenitrice dell'ideologia comunista; la sua vita trascorre tranquilla fino al giorno in cui l'autobus che la portava a casa da scuola va fuori strada, provocandole moltissime ferite. La scena del film che piu' mi è rimasta impressa è quando lei, nonostante l'immobilità del corpo, inizia a dipingere aiutandosi con la bocca...trova così un'alternativa all'uso delle mani guidata dall'immensa volontà di dipingere per aiutare la famiglia.
    2. MARE DENTRO -> è un film del 2004 diretto da Alejandro Amenábar. Quest'ultimo è tratto da una storia vera e narra la vicenda di Ramón Sampedro, un uomo costretto a letto (interpretato da Javier Bardem) a causa di un grave incidente: un tuffo da uno scoglio finito male, che lo ha lasciato tetraplegico. Passa il tempo a guardare dalla finestra, a scrivere poesie e vorrebbe che qualcuno lo aiutasse a morire. in realtà questo film è incentrato sul tema dell'eutanasia ma comunque è palpabile, almeno per me, il tema della diversità dovuto all'immobilità dell'uomo e alla sua convinzione di voler morire perchè stufo di vivere una vita senza libertà. C'è una scena del film durante la quale Ramon, ormai nell'onda mediatica che separa le opinioni, chi favorevole, chi contrario, incontra un prete e fra i due vi è un botta e risposta: il religioso sostiene che "una libertà che elimina la vita non è una libertà", mntre per Ramon "una vita che elimina la libertà non è vita". Anche se in modo diverso da Frida, anche questo uomo dimostra una grande forza, si ritrova a combattere con un corpo che non vuole piu' percio' si fara' aiutare per morire...
    Naturalmente il mio messaggio non elogia la morte ma la vita...
    L'essere resilienti è una grande virtu'...l'arrendersi no!!!

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    Messaggio  Mercogliano Veronica Lun Dic 20, 2010 12:21 am

    Forse potra' sembrare stupido ma trovo interessante citare, nell'ambito della diversità, il film d'animazione della Pixar "Alla ricerca di Nemo" per evidenziare quello che per me è un dato di fatto cioè che le persone che vivono con chi presenta delle disabilita' tendono ad essere iperprotettivi, talvolta ansiosi... hanno paura per il loro futuro, paura che non possano farcela o semplicemente sospettano le difficoltà che incontreranno lungo il loro cammino.
    Il film racconta di Marlin, un pesce pagliaccio, aspetta tantissimi figli appena deposti in stato di uovo da Coral, ma improvvisamente arriva un barracuda che si mangia tutte le uova, compresa Coral. Marlin disperato, non è però da solo: l'unico figlio ad essere scampato lo chiama Nemo, nato con una pinna atrofica, su cui il padre riversa tutto l'affetto.
    Cio' che intendo dire è che bisogna aver fiducia in chi crediamo sia piu' debole per evidenti difficoltà rispetto ad altri perchè non si sa mai che al di la' di queste difficolta' se ne nascondano altre piu' speciali che hanno bisogno solo di un'occasione per emergere. Per poter essere resilienti, secondo me, è importante la fiducia e la volontà...negli altri e soprattutto in se stessi! Smile
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    Messaggio  di gregorio patrizia Lun Dic 20, 2010 7:58 am

    A. TEMA DIVERSITA' - LIBRO
    Il libro che ho letto un pò di tempo fà, inerente alla diversità è un libro scritto da ARIANNA PAPINI, intitolato " AMICHE D'OMBRA ". Questo libro racconta l'arrivo di una compagna non vedente in una classe di prima media; la storia di un'intensa amicizia tra due donne-bambine che si scambiano emozioni e sensazioni da universi ignoti in un dialogo che, dall'iniziale titubanza, diventa sempre più esplicito e liberatorio. Ma anche la cronaca di un anno di scuola indelebile, capace di sconvolgere regole e creare equilibri nuovi in un processo di autoformazione che partendo da un mistero doloroso, la vita apparentemente senza colori di chi "guarda il mondo con le mani", si affranca dal primo imbarazzato silenzio frutto di paure e tabù per diventare curiosità partecipe, progetto collettivo a crescere condividendo conoscenza, esperienza, gioco e sogno.
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    di gregorio patrizia


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    Messaggio  di gregorio patrizia Lun Dic 20, 2010 8:58 am

    A. TEMA DIVERSITA'- FILM
    Il film inerente alla diversità e che ho visto rivisto recentemente è quello in cui recita un'attrice strordinaria, SHARON STONE, con la regia di Peter Chelsom, il cui titolo è " BASTA GUARDARE IL CIELO ". Questo film narra la storia divertente e avventurosa di due ragazzi che, ispirati dalle avvincenti vicende di Re Artù e dei suoi Cavalieri della Tavola Rotonda, danno inizio a un viaggio alla ricerca della grandezza del bene, per scoprire alla fine il più grande tesoro che ci sia: l'amicizia.
    Tutto ha inizio quando il giovane Kevin Dillon (Kieran Culkin) e sua madre (Sharon Stone) si trasferiscono nella casa accanto a quella di Maxwell Kane (Elden Henson) e dei suoi nonni (Gena Rowlands, Harry Dean Stanton). Kevin è piccolo, magro, affetto da una patologia degenerativa che lo costringe a portare i tutori alle gambe. In compenso ha un cervello straordinario e trascorre tutto il suo tempo a leggere libri. Kevin, senza padre, ha una madre che lo ama moltissimo, ma molto apprensiva e che, per paura che le sue condizioni fisiche possano peggiorare, a volte gli impedisce di condurre una vita "normale" come i suoi compagni. Il tredicenne Max, invece, è un ragazzo grande e grosso, che porta il 48 di scarpe, ma che pare avere un cervello "piccolo, piccolo". A scuola è lento, fatica ad apprendere qualsiasi nozione e viene considerato perciò un "ritardato". Ha poco coraggio e non riesce mai a reagire quando i compagni lo prendono in giro. Quotidianamente è vittima di soprusi e scherzi di cattivo gusto. Anche Max ha una condizione familiare difficile: la madre è morta e il padre è rinchiuso in carcere con l'accusa di aver ucciso la donna ed è considerato da tutti, compreso i nonni e Max, un uomo pericoloso e violento.
    Per tutta la loro vita Kevin e Max sono stati degli ESCLUSI. Per la gente del posto sono "Frankenstein e Igor" e ogni occasione è buona per deriderli, prendersi gioco di loro o, peggio ancora, per metterli in seria difficoltà. I compagni di scuola, uniti nella classica banda dei "bulli", cercano sempre di far cadere Kevin, ne sottolineano le menomazioni fisiche, lo chiamano "storpio" e lo escludono da ogni gioco. Insultano Max con frasi offensive: "maialino, maialino, tu sei figlio dell'assassino" oppure "scimmione con le cuffie" e sembrano godere della sua sottomissione passiva. Anche gli adulti che gravitano attorno al loro mondo, fatta eccezione per la mamma di Kevin e per i nonni di Max, sembrano disinteressarsi ai due ragazzi o, comunque, non ripongono in essi nessuna stima né fiducia.

    Ma quando Max e Kevin si conoscono, le loro esistenze però cambiano radicalmente. Dopo un iniziale momento di diffidenza, l'esile "Einstein" colpisce l'attenzione e la curiosità di Max, conquista la sua fiducia e i due iniziano a frequentarsi. Kevin aiuta molto Max nello studio e cerca di appassionarlo alla lettura, facendolo viaggiare con l'immaginazione nel mondo fantastico di Re Artù. E Max aiuta molto Kevin nella deambulazione: se lo carica sulle spalle e lo porta in giro per la città, esaudendo tutti i suoi desideri di scoperta e conoscenza.

    "Tu hai bisogno di un cervello e io di un paio di gambe, insieme formiamo una persona perfetta" ripete più volte Kevin e con questa consapevolezza sempre presente, i due si avventurano alla scoperta del mondo.
    Un'avventura un po' più rischiosa delle altre provocherà però a Kevin dei seri problemi fisici che lo porteranno a lasciare il mondo terreno, ma non quello di Max che continuerà a vivere nel suo ricordo, rafforzato dagli insegnamenti ricevuti e capace di ritrovare immaginazione, coraggio di vivere e profonda consonanza amicale anche semplicemente alzando gli occhi al cielo...

    Che dire.... questo film, anzi questo GRANDE film, credo possa essere esempio per tutti noi normodotati, che sottovalutiamo molto spesso queste GRANDI PERSONE....
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    Messaggio  Maria Rella Lun Dic 20, 2010 10:11 am

    TEMA DIVERSITA' E DISABILITA' - FILM


    Il film che rispecchia il tema della diversità ma anche quello della disabilità a mio parere è " MEN OF HONOR" con Rober De Niro,Cuba Gooding Jr. ed è stato prodotto nel 2000. Il film racconta di una storia vera e narra di un ragazzo di colore che sogna di diventare palombaro. Il suo principale problema è quello di essere nero,quando ancora non esistevano palombari di colore. Ma la sua forza di volontà trinferà e farà cambiare idea a molti. Dopo ottenuto un gran successo ed essere diventato il primo palombaro di colore,ebbe un incidente sul lavoro e fu costretto ad amputarsi una gamba. Ma lui non si arrese e si fece creare una protesi per continuare a lavorare. Fu sottoposto ad un esame da parte di una giuria e che lo riconobbe idoneo anche con una protesi a continuare di lavorare. Quindi alla fine del film ci fu un trionfo totale.
    Questo film è molto interessante consiglio di vederlo a tutti e mi ha colpito molto perchè la forza di volontà di questo ragazzo è stata più forte di qualunque difficoltà ed è riuscito a far sorgere il rispetto dove prima c'erano solo pregiudizi e diffidenza
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    Messaggio  Rosa Sgariglia Lun Dic 20, 2010 10:30 am

    Mercogliano Veronica ha scritto:Forse potra' sembrare stupido ma trovo interessante citare, nell'ambito della diversità, il film d'animazione della Pixar "Alla ricerca di Nemo" per evidenziare quello che per me è un dato di fatto cioè che le persone che vivono con chi presenta delle disabilita' tendono ad essere iperprotettivi, talvolta ansiosi... hanno paura per il loro futuro, paura che non possano farcela o semplicemente sospettano le difficoltà che incontreranno lungo il loro cammino.
    Il film racconta di Marlin, un pesce pagliaccio, aspetta tantissimi figli appena deposti in stato di uovo da Coral, ma improvvisamente arriva un barracuda che si mangia tutte le uova, compresa Coral. Marlin disperato, non è però da solo: l'unico figlio ad essere scampato lo chiama Nemo, nato con una pinna atrofica, su cui il padre riversa tutto l'affetto.
    Cio' che intendo dire è che bisogna aver fiducia in chi crediamo sia piu' debole per evidenti difficoltà rispetto ad altri perchè non si sa mai che al di la' di queste difficolta' se ne nascondano altre piu' speciali che hanno bisogno solo di un'occasione per emergere. Per poter essere resilienti, secondo me, è importante la fiducia e la volontà...negli altri e soprattutto in se stessi! Smile
    E' importante saper cogliere ogni raggio di sole nel buio che ci avvolge!

    Hai ragione Veronica questo film richiama il tema che stiamo trattando. Certamente è un film d'animazione perciò questo tema viene trattato con più leggerezza. Quindi dietro a questo film si cela la realtà, infatti sono d'accordo con te quando dici che le persone che vivono con coloro che hanno disabilità tendono ad essere iperprotettivi. Molto toccante è anche la scena di Nemo che, con la sua pinna atrofica, riesce ad affontare alcuni pericoli dimostrando che è in grado di cavarsela da solo nonostante la sua "diversità". La parte bella del film è vedere un padre che affronta i pericoli dell'oceano alla ricerca di un figlio, ed ammetto che alcune parti del film mi hanno emozionato Smile


    Ultima modifica di Rosa Sgariglia il Mar Dic 21, 2010 10:33 am - modificato 1 volta.
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    Messaggio  Rosa Sgariglia Lun Dic 20, 2010 11:00 am

    Mercogliano Veronica ha scritto:
    Silvia Nardi ha scritto:
    ci sono diversi film che parlano dei diversamente abili ma mi viene in mente uno inusuale, una favola, un cult ormai rimasto nella storia che x me è particolarmente significativo: "EDWARD MANI DI FORBICE". Questo ragazzo non aveva le mani ma le forbici al loro posto ed era bravissimo ad usarle, un vero artista. Inoltre era buono e gentile come un bambino perchè era stato tenuto nascosto e non conosceva la cattiveria degli uomini.
    Quando le persone lo hanno conosciuto l'hanno prima emarginato spaventati dal diverso, poi lo hanno usato come fenomeno da baraccone e poi lo hanno etichettato come mostro costringendolo a tornare a rinchiudersi. Una persona migliore di noi costretta a rinunciare alla vita e all'amore perchè diverso!!


    https://www.youtube.com/watch?v=5NwQvmuen08

    Anche questo film è bellissimo!
    Edward mani di forbici è un film di Tim Burton del 1990, con Johnny Depple (bravissimo attore!). Lo conosco da molti anni ed è sempre piu'commuovente vederlo perchè con il passar del tempo e l'incessabile crescere mi permettono di gurdarlo con occhi diversi e sara' cosi' anche dopo aver frequentato questo corso. Le forbici che Eduard ha al posto delle mani sono il motivo della sua specialità...
    Tutto è iniziato grazie ad un eccentrico e anziano inventore che viveva da solo in un castello in cima a una piccola montagna.Passeggiando in mezzo alle proprie macchine, un giorno, ha l'intuizione di sfruttarne una per creare un essere umano vivo e vegeto. In poco tempo, quest'uomo riesce nel proprio intento, e chiama Edward il ragazzo a cui dà la vita. Mentre ultima le modifiche sull'insolito "figlio", l'inventore gli trasmette nozioni di galateo, di buona educazione, e di luoghi comuni. Una tragedia improvvisa, però, incombe su entrambi: il vecchio uomo muore prima di dare alla creazione un paio di mani, al posto delle quali ha un insieme di forbici molto taglienti. Dopo tanti anni di solitudine Eduard va in città grazie a Peggy che, come tutti, quando lo ha visto si è spaventata ma poi si è accorta della sua bonta', ingannata da quelle forbici taglienti.La tristezza del film sta nel fatto che la gente prima lo ha "sfruttato" per le sue abilità (anche con cattiveria e mi riferisco a Jim che lo porta nella propria casa per rubare e scappa, lasciandolo nei guai quando arriva la polizia)e poi lo ha allontanato. la diversità non la si puo' accettare o meno in base a delle deboli opinioni...quando la si scopre bisogna farne ricchezza per la società...come valido motivo di crescita!


    Avete ragione questo film è bellissimo, l'ho rivisto tantissime volte!
    Questo ragazzo, Edward, inizialmente emarginato perchè diverso, ma è proprio la sua diversità a renderlo affascinante e utile agli occhi di tutte quelle persone che inizialmente lo avevano emarginato, utilizzando le sue lame come giardiniere e parrucchiere. La scena che più mi fa rabbia è quella in cui Edward accetta ingenuamente di aiutare Jim a compiere un furto in una casa (di sua proprietà), credendo solo di aiutarlo a recuperare delle cose che alcuni ladri avevano loro rubato. La polizia irrompe nella casa, ma arresta solo Edward. Nel giorno del suo rilascio e del suo ritorno in città, la gente gli volta le spalle, ritenendolo non solo un diverso, uno storpio, ma addirittura un mostro spaventoso e incontrollabile. Il finale di questo film è molto triste poichè Edward ritorna a vivere da solo lontano dalla donna che ama (Kim). In un certo senso questo si verifica anche nella realtà, in quanto viviamo in una società che tende a rilegare ai suoi margini le persone con diversità non considerandole una "risorsa" e un esempio per noi normodotati!!!!!
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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 2 Empty tema disabilità .. Libro, titolo: BLU

    Messaggio  Antonella Raimondo Lun Dic 20, 2010 11:13 am

    Un libro stupendo letto qualke anno... BLU

    Nell'estate 1998 la giornalista gallese Nia Wyn ha un figlio, il piccolo Joe Alexander, un bimbo bello come i tanti che ogni minuto nascono nel mondo e quella di Nia e Joe sembra una delle tante storie di tutti i giorni. Ma qualcosa va storto nelle condizioni fisiche del bimbo. Pochi mesi dopo la diagnosi dei medici è terribile. Paralisi cerebrale infantile: Joe non potrà camminare, muoversi, parlare, vedere non sarà neppure in grado di riconoscere i suoi genitori. Questo è il diario intimo di Nia, scritto fra il 1998 e il 2005, un'avventura cominciata per sopravvivere all'angoscia e alla disperazione dei primi giorni, alle notti passate accanto al figlio per girare il suo corpo e massaggiarlo e vegliarlo. E poi via via diventata un'avventura emozionante: quella dell'amore di una madre per un figlio così diverso da tutti gli altri, così uguale a tanti altri. Un diario fatto di tanti piccoli progressi, che sono altrettante quotidiane epifanie della vita. Un racconto fatto di dolore, di vuoti, di incontri con altre madri, di solitudine, ma anche e soprattutto costellato di piccole gioie di ogni giorno. Una lotta quotidiana prima nella speranza di un "miracolo" capace di sovvertire la sentenza dei dottori e poi nella scoperta passo dopo passo di un modo nuovo e diverso di intendere la vita e l'amore per un figlio.

    E' una storia vera attraverso un diario Nia racconta la sua storia che giorno dopo giorno ti affascina. sembra di vivere tutti i sentimenti della madre, è come se si entrasse in empatia con la storia...
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    Messaggio  Silvia Nardi Lun Dic 20, 2010 2:45 pm

    maria esposito ha scritto:TEMA DISABILITà FILM-CARTONE: HEIDI

    Quale generazione non ha visto heidi? vi ricordate di Clara? una bambina sulla sedia a rotelle che vive in un clima di iperprotezione, nel quale avverte la sua disabilità. Clara scopre grazie ad heidi che è la forza di volontà, l'attaccamento alla vita che sottrae da una condizione di disabilità,così come nel caso della Atzori che è riuscita a non rinunciare a niente, dalla maternità alla patente, espressione della voglia di vivere pienamente attimo per attimo ogni istante della vita.


    mi hai fatto ricordare anche il giardino segreto. la storia è più o meno simile!! c'è un film, un cartone e anche un libro.
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    Settembre Patrizia


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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 2 Empty Libro sul tema della disabilità

    Messaggio  Settembre Patrizia Lun Dic 20, 2010 5:27 pm

    Giuseppe Pontiggia è l'autore del libro dal titolo " Nati due volte ".Nel romanzo Pontiggia rivive la sua esperienza di padre di un ragazzo colpito da tetraparesi spastica e parla delle difficoltà che insorgono nel rapporto fra un genitore ed un figlio disabile.Difficoltà che sono superate dall'amore e dalla sua ostanizaione nel voler migliorare la qualità della vita di questo ragazzo che è costretto a superare ostacoli molto spesso insormontabili.C'è poi, nell'autore la speranza di trovare negli altri un aiuto o semplicemente un sostegno morale, ma l'indifferenza della gente, contro la quale è costretto a scontrarsi, rappresenta un muro,oltre il quale è impossibile accedere.Ecco perchè nei familiari di soggetti disabili aumenta la consapevolezza della distanza che si crea tra i "normodotati" e i diversamente abili.
    Pontiggia arriva alla conclusione che un disabile,dopo la sua nascita "NATURALE" è costretto a rinascere una seconda volta, perchè deve imparare a trovare un propiro spazio all'interno di una società che nella stragranda maggioranza dei casi non compie nessun gesto di integrazione. Molto bella è la dedica dell'autore che si può leggere aprendo questo libro,la quale dice testaualmente." Ai disabili che lottano non per diventare normali,ma se stessi".

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