Psicopedagogia d.ling. Briganti 2010

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Psicopedagogia d.ling. Briganti 2010

"Stanza di lavoro della classe" Forum didattico a cura di Floriana Briganti - corso di Psicopedagogia dei linguaggi, att. didattica aggiuntiva Suor Orsola Benincasa Napoli


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    Settembre Patrizia


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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 3 Empty Libro sul tema della diversità

    Messaggio  Settembre Patrizia Lun Dic 20, 2010 6:09 pm

    Hans e Konradin sono i due protagonisti del libro di Fred Hulman "L'amico ritrovato".La storia è ambientata nella Germania Nazista di Hitler,dove la drammatica situazione in cui si erano a venuti a trovare gli Ebrei, in seguito alla promulgazione delle leggi razziali,assume aspetti ancora più tragici che nel resto d'Europa,in quanto le leggi antisemitiche sono nate proprio dalle elucubrazioni mentali distorte di colui che guida il paese.I due ragazzi si incontrano al Liceo e diventano ottimi amici,nonostante siano uno ebreo e l'altro figlio di una prestigiosa famiglia tedesca che appoggia Hitler.
    I genitori di Konradin non avrebbero mai accettato che il figlio potesse frequentare un ebreo e quindi,il ragazzo tiene nascosta ai familiari questa amicizia.Per non offendere Hans non racconta nulla di tutto questo neanche a lui e cerca di superare questo problema mentendo a tutti.La diversità che c'è fra i due ragazzi è davvero insormontabile,perchè non solo c'è un veto che proviena dalla famiglia,ma c'è ne è uno ancora più grande che è imposto dalla società.Hans e Konradin però,non si lasciano condizionare da tutto questo e mantengono salda la loro unione.Il libro si conclude con la partenza di Hans per l'America e con la condanna a morte di Konradin accusato di essere un cospiratore.Il ritrovamento dei due quindi, sarà solo spirituale,perchè Hans scoprendo della morte del compagno riuscirà a comprendere che il ragazzo tedesco ha rinnegato i valori nazisti in cui inizalmente credeva. La diversità in questa storia viene superata da un sentimento forte quale l'amicizia e dalla consapevolezza che non bisogna lasciarsi condizionae da quello che è un pensiero collettivo,perchè non è detto che se la stragrande maggioranza di persone abbiano un certo atteggiamento,questo sia corretto.E' sempre necessario essere critici e sviluppare una propio visione del mondo e delle cose.
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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 3 Empty Re: PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME)

    Messaggio  marica della vecchia Lun Dic 20, 2010 6:21 pm

    Admin ha scritto:LABORATORIO PSICOPEDAGOGIA DEI LINGUAGGI (BRIGANTI)
    inserisco qui tutto QUANTO DETTO IN AULA
    LO METTO TUTTO insieme per noN creare troppe cartelle
    SPECIFICATE VOI A COSA RISPONDETE: ES. A. TEMA DIVERSITà - LIBRO
    GRAZIE LA DOCENTE
    --------------------------
    * ATTIVITÀ PREVISTA *

     VISIONE IN AULA DI VIDEO O ALTRO (ES. PROPOSTA DI UN ESERCIZIO)
     TRASCRIZIONE DEL VOSTRO COMMENTO SUL TUO QUADERNO
     DISCUSSIONE D’AULA O NEL FORUM - COMMENTO RIPORTATO SUL FORUM, MAGARI INTEGRATO CON LA LETTURA DI QUALCHE ALTRA ANNOTAZIONE DEI COLLEGHI

    FORUM DI APPROFONDIMENTO
    (aperti adesso ma saranno chiusi per ultimi,
    li considererò chiusi solo alla fine,
    potete infatti sempre correggervi con edit = modificando il tuo commento
    - anche solo poche righe)

    A. TEMA DIVERSITà - LIBRO
    inserisci in questa cartella del forum la sintesi di un libro che hai letto che ti sembra pertinente con il tema diversità (da 4 righe).

    B. TEMA DISABILITÀ - LIBRO
    inserisci in questa cartella del forum la sintesi di un libro che hai letto che ti sembra pertinente con il tema disabilità (da 4 righe).

    C. TEMA DIVERSITà - FILM
    inserisci in questa cartella del forum la sintesi di un film che affronta il tema diversità
    (banalmente ne parla anche un forum http://www.opsonline.it/forum/psicologia-3d/film-sulla-disabilita-diversita-59076.html)

    D. TEMA DISABILITÀ - FILM
    inserisci in questa cartella del forum la sintesi di un film che affronta il tema disabilità.

    E. TEMA DIVERSITà - UN SITO O UNA ASSOCIAZIONE
    inserisci in questa cartella del forum la sintesi di un sito o una associazione che affronta il tema diversità dopo averla letta e analizzata.

    F. TEMA DISABILITÀ - UN SITO O UNA ASSOCIAZIONE
    inserisci in questa cartella del forum la sintesi di un sito o una associazione che affronta il tema disabilità dopo averla letta e analizzata.










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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 3 Empty Re: PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME)

    Messaggio  marica della vecchia Lun Dic 20, 2010 6:33 pm

    FILM SUL TEMA DELLA DIVERSITA':MI CHIAMO SAM


    Uno dei film più belli sulla diversità è il film :"MI CHIAMO SAM" del 2001,mi è rimasto particolarmente impresso.
    Sam il protagonista del film è il padre di una bambina e la sua intelligenza è proprio quella di un bambino di sette anni. Significa che sua figlia, fra poco, sarà più matura di lui. La bimba gli viene tolta dagli assistenti sociali proprio durante la festa di compleanno della bambina ed è affidata a una famiglia "normale". Ma Sam decide di non arrendersi e di combattere la dura battaglia col sistema per riavere sua figlia. Lo aiuterà un'avvocatessa, a sua volta madre... provata. Sam grazie a quest'evento per lui drammatico cambia, e fa cambiare la spregiudicata professionista, tirando fuori la sua sensibilità e la sua dignità. Epilogo commovente e profondamente dignitoso ma che sfortunatamente esprime solo una speranza piuttosto che una realtà.
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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 3 Empty Re: PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME)

    Messaggio  Del Prete Melania Lun Dic 20, 2010 7:10 pm

    maria esposito ha scritto:TEMA DISABILITà FILM-CARTONE: HEIDI

    Quale generazione non ha visto heidi? vi ricordate di Clara? una bambina sulla sedia a rotelle che vive in un clima di iperprotezione, nel quale avverte la sua disabilità. Clara scopre grazie ad heidi che è la forza di volontà, l'attaccamento alla vita che sottrae da una condizione di disabilità,così come nel caso della Atzori che è riuscita a non rinunciare a niente, dalla maternità alla patente, espressione della voglia di vivere pienamente attimo per attimo ogni istante della vita.

    Anche a me è venuto in mente questo bellissimo cartone :)Sono d'accordo con la tua riflessione. Clara inizia a vivere proprio quando non viene più considerata diversa a causa della sua disabilità. E' così che la fa senitire la sua amichetta Haidi, una ragazzina come tutte le altre, con lei sperimenta la spensieratezza del periodo più bello della vita, la fanciullezza. La disabilità cessa di essere tale proprio quando noi impariamo a vederla con occhi diversi. Mi vengono a tal proposito in mente le parole della Atzori: "i limiti esistono in chi ci guarda".
    claudia esposito
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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 3 Empty D. TEMA DISABILITÀ - FILM : "Il figlio della luna"

    Messaggio  claudia esposito Lun Dic 20, 2010 8:12 pm

    "Mi hanno detto che mio figlio non potrà camminare, che non potrà usare le braccia e le mani e manco parlare, scrivere. Che maledizione è questa? Io non ti chiedo il miracolo, la guarigione. Fulvio si chiama, non Lazzaro. E non mi frega se non scalerà mai una montagna, se non scenderà mai in fondo al mare. A mio figlio ci basterà poco. Ma sarà mai un uomo? A te lo chiedo: sarà mai un uomo? O anche tu mi dici che devo aspettare, che è meglio rassegnarsi?" Lucia: siciliana, piccola, sola, disperata. Urla in faccia al crocifisso la sua rabbia. Sviene in quella chiesa, ma alla fine trova la forza. Suo figlio Fulvio (un bimbo affetto fin dalla nascita da tetraplegia spastica distonica ) non lo crescerà come una pianta. "La quinta elementare tengo." Ma Lucia insegnerà a Fulvio a leggere, a parlare, a vivere, trascinando nella sua lotta il marito Carmelo, le altre due figlie, e una miriade di persone incontrate in oltre quarant'anni di battaglie civili per la dignità di suo figlio.
    "Solo facendo parlare di lui gli daranno attenzione… a lui e a tutti gli altri nelle sue condizioni… chi sta bene si può stare zitto… chi ha bisogno dell'aiuto dello Stato, delle Istituzioni… deve gridare". Continua Lucia che farà di tutto perché questo figlio, purtroppo leso nel fisico e nel linguaggio, cresca e studi come tutti gli altri coetanei, arrivando addirittura a far modificare una legge che prevedeva per i ricercatori universitari una "sana e robusta costituzione". Per studiare e disegnare (le sue altre passioni oltre alla Fisica, sono la poesia e la pittura) Fulvio adopera, con grandi sforzi, una sorta di casco dal quale pende un sottile braccio meccanico, un'evoluzione del primo, artigianale, costruitogli dal padre Carmelo. La madre Lucia, oltre alle tante battaglie per l'educazione, si è sempre mobilitata per la riapertura delle case chiuse, riuscendo intanto a far avere al figlio menomato anche una normale attività sessuale. Ed ha ottenuto dallo stato un'assistenza sociale di ventiquattro ore al giorno. Nessun politico alle spalle, nessun appoggio istituzionale, solo una grande attenzione dei mass media che hanno portato agli onori di cronaca il caso. E tutto ciò, grazie al coraggio, alla forza d'animo e alla tenacia di questa madre, la quale, a sua volta, grazie alle difficoltà del figlio, è cresciuta, ha imparato tante nuove cose, ha tanto viaggiato e ha vissuto esperienze che mai avrebbe immaginato.
    Il dramma del parto e la rivelazione della malattia, le umiliazioni ricevute dalla gente comune e dalle istituzioni, gli scoramenti superati, le invenzioni e gli insegnamenti – grazie ad un intuitivo metodo della madre, Fulvio a quattro anni leggeva e, nonostante le diagnosi dei medici, imparò, se non proprio a parlare correttamente, ad articolare dei suoni quasi comprensibili.

    Le lotte per entrare nelle scuole pubbliche, le prime amicizie e i primi attestati di accettazione e rispetto da parte della società, fino all'attenzione della stampa e al riconoscimento di importanti diritti civili. Un film per ricordare e testimoniare che, a volte, la speranza e il coraggio riescono ad abbattere insuperabili barriere, architettoniche e non.
    Oggi Fulvio Frisone è un fisico nucleare di fama mondiale, impegnato a scoprire le nuove frontiere dell'energia pulita. Da ragazzo ha frequentato le scuole dei "ragazzi in piedi"; con un pennello montato sulla testa ha dipinto quadri coi colori della sua terra; con un casco di cuoio, agitando una bacchetta di metallo su una tastiera, ha usato i primi rudimentali computer. Al suo fianco tutta la famiglia Frisone, Lucia in testa. Sempre lei, nemica dei pregiudizi sociali e culturali, delle cattive leggi che escludono dalla vita quotidiana gli "scimuniti" e gli "storpiati".
    PS: per chi volesse vederlo, io lo consiglio! Ho pianto per tutta la durata del film, ma è davvero bello!
    http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-639c1e20-8d41-480e-b64a-735c67e04d8a.html?p=0
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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 3 Empty percorsi di approfondimento:libro sulla diversità

    Messaggio  maria d'elia Lun Dic 20, 2010 9:45 pm

    Innanzittutto vorrei fare una premessa .
    Da ragazzina sono stata appassionata solo di alcuni autori e di alcuni generi di libri.Crescendo ho imparato a diversificare le mie letture ,cosa che mi ha permesso di rendermi conto dell'esistenza di un infinito mondo di autori e di libri diversi.
    Libri che sembrano passare quasi innoservati ,timidi ,apparentemente "meno importanti"ma che ad un 'attenta lettura rivelano una bellezza speciale e uno di questi ,secondo me, è il libro :"OLTRE LE BARRIERE DELLA MENTE" di ORLANDO QUAGLIERINI.
    ORLANDO QUAGLIERINI uno di quei autori a mio avviso che sa ben usare le parole in maniera rude e forte a volte ,in maniera toccante in altre.
    OLTRE LE BARRIERE DELLA MENTE un libro di quaglierini ,coraggioso e insolito sulla diversità. Egli è padre di un figlio disabile (DARIO),in questo libro traspare una critica lucida alle carenze sul piano delle relazioni umane tra chi è disabile e chi no .
    Un libro disincantato dove racconta di suo figlio e del suo rapporto con la società ,da ventenne e tra i ventenni .Una critica alle barriere archittetoniche e culturali ma soprattutto è un ' analisi lucida fatta da un padre che osserva il proprio figlio disabile muoversi in un mondo fondamentalmente sbagliato .Nel libro, Quaglierini, ragiona sulle reazioni delle istituzioni di fronte ad un diversamente abile mettendo in evidenzia le relazioni umane e la qualità dei rapporti e su questi ultimi non c'è nessuna legge che può garantirli.
    In tale libro i temi che trovo corrispondenti con il corso della prof.BRIGANTI sono molteplici .Ritengo che questo libro abbracci molto bene tutti gli argomenti affrontati in aula come :le barriere archit., la diversità ,l'emarginazione ,....
    Infatti come ho scritto negli interventi del forum nonostante i progressi tecnologici non si sono fatti passi avanti almeno praticamente :rivoluzionari a parole,obsoleti nella pratica .Come si legge in questo libro e come ho scritto anch io nell'intervento sulle barriere,le difficoltà dei diversamente abili non sono da attribuire alla loro disabilità ma sono soprattutto causa di un contesto, di un ambiente difficilmente accessibili per i pochi progressi della società.
    Paragonerei la società e i disabili alla "farfalla e agli elefanti"(canzone di michele zarrillo):la società è come la farfalla si avvicina agli elefanti,(disabili)ma quando essi hanno bisogno di lei quest'ultima scappa via spezzandogli il cuore .E questa è la realtà dove spesso fingiamo di essere antirazzisti (lab.diversità indovina hi viene a cena)solo perchè i fatti non toccano la nostra quotidianità .Una fetta di razzismo è presente in tutti noi ma è nascosto da una scorza di perbenismo , la cosidetta "finta bontà",è molto più sotteraneo ma è lo stesso razzismo .
    Bisogna prendere atto che tutti siamo diversi e che la diversità è una ricchezza , è un valore perchè fa la differenza.
    Mercogliano Veronica
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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 3 Empty diversità - film

    Messaggio  Mercogliano Veronica Lun Dic 20, 2010 10:33 pm

    TEMA DISABILITA’ – FILM : IL MIO PIEDE SINISTRO

    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 3 Imm

    Per ogni esperienza che si vive c’è sempre un’immagine nel cuore che la riporta alla mente. Questa è la mia.
    Scrivere su questo forum non è fine a se stesso perché inevitabilmente mi induce a continuare a riflettere sull'argomento… e questo mi porta a confrontare le mie opinioni con quelle degli altri. Infatti la riflessione finisce sempre per coinvolgere altre persone come ad esempio il mio fidanzato il quale, sociologo e grande appassionato di cinema, mi ha suggerito un film che tratta il tema della disabilità: "Il mio piede sinistro".
    Questo film del 1989, diretto da Jim Sheridan, è tratto dall'omonimo libro che racconta la vita incredibile di Christy Brown (5 giugno 1932 – 6 settembre 1981), scrittore e pittore irlandese, nato con un handicap fisico quasi totale: l'unica parte del corpo di cui possiede ogni funzione è il piede sinistro.
    A Dublino nel 1932, il protagonista, appena nato, è vittima di una paralisi che gli impedisce di parlare e di muoversi: i medici al riguardo esternano pessimistiche previsioni sulla sua possibilità di sopravvivenza che, malgrado questo handicap, viene ben accettato da tutta la numerosa ma povera famiglia, composta dal padre muratore, dalla madre casalinga e da dodici fratelli. Con il trascorrere degli anni Christy sorprende i familiari per i suoi tentativi di comunicare con il piede sinistro, tramite il quale riesce a scrivere alcune parole e a dipingere. Successivamente, a diciassette anni, gli viene offerta l'occasione di essere curato dalla dottoressa Eileen Cole: con l'intervento di questa specialista il ragazzo compie consistenti progressi che gli consentono di ottenere un notevole successo come pittore e fatalmente se ne innamora. Dopo un folle tentativo di suicidio, provocato dall’annuncio del matrimonio di Eileen con il suo amico Peter, Christy scrive la sua autobiografia, che viene pubblicata. Durante la presentazione del suo libro incontra l'infermiera Mary Carr e subito fra loro si crea un’intesa, che li conduce ad un felice matrimonio.
    Non so se è per la tematica del film o per le esperienze che ho vissuto, ma quando l’ho visto è stato molto toccante e soprattutto alcune scene ricordo con maggiore emozione. Una di queste è quando Christy tiene un gessetto tra le dita del piede ed inizia a scrivere sul pavimento: inizialmente la famiglia non capisce cosa sta scrivendo, infatti credono che stia disegnando un triangolo, ma quando si accorgono che la parola è “mamma” c’è una forte commozione, la madre piange e il papà lo prende tra le braccia dicendo che è un vero “Brown”, sottolineando la sua genialità. Questa scena mi ha fatto pensare come chi è diverso spesso non si senta accettato dagli altri, talvolta (anche se non è questo il caso) anche dagli stessi genitori che difficilmente accettano un figlio che non rispecchia i canoni della normalità. Un’altra scena, invece, che mi ha fatto vibrare le corde del cuore è quando la mamma, in un momento di crisi del figlio, lo raggiunge in camera e gli dice che assomiglia al padre ogni giorno di più: aspro e forte in apparenza ma molliccio dentro. Poi gli dice che le battaglie si vincono qui, indicando il cuore, e che se lui vuole arrendersi non importa perché lei non si arrenderà. La madre a quel punto scende in cortile e inizia a costruire una stanza in più dove potrà dipingere ma ad un tratto si ferma e dice: “mi hai spezzato il cuore Christy Brown… a volte penso che sei il mio cuore. Se tu potessi darmi le tue gambe le accetterei volentieri”. È un gesto d’amore immenso! La madre, una donna forte e determinata, non vuole che il figlio si arrenda agli ostacoli della vita ma che combatta per realizzare se stesso. Christy non è solo. Infatti, accanto a sé c’è lei che, nonostante la triste condizione economica, riesce a risparmiare dei soldi ed a comprargli una sedia a rotelle. Quest’ultima, seppur è diventata un po’ il simbolo della disabilità, è in realtà un ausilio, cioè un’apparecchiatura che consente alla persona con deficit di ridurre il suo handicap, guadagnando maggior autonomia nei movimenti. Non conoscevo questo film, lo ammetto, ma sono contenta di averlo visto perché ha ulteriormente arricchito il mio bagaglio culturale, ma soprattutto personale, con questa storia di vita straordinaria!
    A volte penso che è solo di fronte a queste storie che iniziamo a riflettere sulla vita! E’ come se ci mettessero davanti ad uno specchio dinanzi al quale siamo costretti a guardarci e a renderci conto delle persone che siamo. Può sembrare brutto detto così, ma scommetto che succede quasi a tutti! Siamo troppo presi da noi stessi che non ci rendiamo conto di quel che ci succede intorno… e la verità è che intorno a noi ci sono tante storie come queste che vale la pena raccontare affinché possano essere un esempio per tutti e un motivo valido per smettere di etichettare ed emarginare chi è diverso!
    C’è da dire, poi, che questo non è semplicemente un film tratto da una commuovente autobiografia sulla disabilità ma è soprattutto la prova che, laddove non esiste la parola, esistono altre forme di linguaggio come l’arte.

    file:///C:/Documents%20and%20Settings/FREEDOM/Documenti/Immagini/quadro%20brown.jpg

    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 3 Christy-brown-0508-lg-95848046

    Guardando il film mi ha molto stupita la forza di volontà di Christy , mettendomi nei suoi panni infatti non so se sarei riuscita ad affrontare tutte le difficoltà legate alla sua condizione fisica e socio-economica.
    In seguito ho fatto delle ricerche e leggendo i commenti di chi ha letto la sua autobiografia ho capito quanto la sua storia sia stata da esempio per quanti nella vita hanno dovuto affrontare difficoltà analoghe. Non è semplicemente la storia di un uomo disabile con difficoltà linguistiche e motorie… a queste persone Christy ha dato una speranza!
    Il film parla di un uomo disabile che si trova a vivere bene nel suo mondo ovattato, dove tutti lo amano e lo accettano per com’è, ma quando si ritrova in un ambiente nuovo si sente a disagio in quanto viene considerato dagli altri come un fenomeno da guardare con meraviglia e compassione. Alla presentazione del suo libro infatti, di fronte al pubblico intervenuto, sussurra alla dottoressa Eileen di sentirsi come un animale allo zoo. Christy non è un personaggio affabile. Egli esprime tutta la nevrosi e l'intrattabilità di chi, mentalmente lucido, si trova a subire una tremenda menomazione fisica.
    Ma cos’è una menomazione??
    Per menomazione si intende qualsiasi anomalia o perdita di una struttura o funzione anatomica, fisiologica o psicologica. In pratica è l’esteriorizzazione di uno stato patologico che riflette un danno organico o funzionale (es. mancanza o cattivo funzionamento di un arto) che può essere: temporaneo, accidentale, cioè che può avvenire a seguito di un incidente, e degenerativo, ovvero che può portare alla disabilità.
    In riferimento a quest’ultima affermazione, per evitare qualsiasi falsa credenza, vorrei precisare che una persona può essere menomata senza essere disabile e disabile senza essere handicappata (ciò vuol dire che è la disabilità che può portare all’handicap mentre l’handicap può manifestarsi a seguito di una menomazione ma non comportare uno stato di disabilità permanente). Reduce ormai da molti esami di didattica aggiuntiva, so per certo che non si può parlare di menomazione senza parlare anche di disabilità ed handicap. Essi sono collegati tra loro in quanto: la disabilità fa riferimento a qualsiasi limitazione o mancanza (conseguente a menomazione) della capacità di compiere un’attività nella maniera in cui è considerato normale e rappresenta l’oggettivazione della menomazione (es. disturbi nella cura della persona – incapacità di alimentarsi) mentre l’handicap, come descritto anche nella premessa del libro della professoressa, “Pedagogia della disabilità”, rappresenta uno svantaggio sociale dovuto alla diminuzione o alla perdita delle capacità di conformarsi alle aspettative o alle norme proprie dell’universo che circonda l’individuo. L’ handicap costituisce una condizione permanente ed è per questo che non si può parlare di curabilità, ma semplicemente di interventi volti a migliorare la vita della persona.
    Menomazione, disabilità ed handicap sono i tre fattori chiave ed interagenti dell’ ICIDH (Classificazione internazionale delle menomazioni, delle disabilità e degli handicap) elaborata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel 1980 per superare l’ ICD (Classificazione internazionale delle malattie), risalente a 10 anni prima, che focalizzava l’attenzione solo sull’aspetto eziologico della malattia, diventando così una sorta di enciclopedia medica. Totalmente diverso è, invece, ICF pubblicato dall’OMS nel 2001. La sigla sta per Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute. Questa nuova classificazione è stata introdotta perché le informazioni provenienti dalla diagnosi medica non erano sufficienti per avere un quadro funzionale della persona, non riuscivano ad indicare cosa una persona era in grado di fare e in cosa aveva difficoltà. L’ ICF si differenzia dall’ ICIDH, che ignora il contesto, perché mette in rilievo l’ambiente in cui la persona vive, con possibilità d’interventi nelle sfere sociali e ambientali. Considera pertanto la disabilità come una condizione di salute che deriva da un contesto sfavorevole. Inoltre, i termini menomazione, disabilità ed handicap vengono sostituiti da: funzioni, strutture corporee ed attività e partecipazione, con l’intento di dare maggior attenzione alle capacità del soggetto e al suo conseguente coinvolgimento sociale. Rispetto all’ICD, invece, non classifica solo le varie condizioni di salute ma anche le loro conseguenze. Durante lo studio del testo, è stato bello leggere delle citazioni e dei proverbi (come quella di Shakespeare: “che cosa c’è in un nome? Quella che noi chiamiamo rosa, anche chiamata con un’altra parola avrebbe lo stesso odore soave”) che, posti tra una spiegazione e un’altra, ne hanno rinforzato il messaggio. Ricordo ad esempio la frase: “Tutti sono diversi; non tutti sono disabili”.
    Io personalmente trovo che sia bellissima ed è sulla scia di questa citazione che ho iniziato a pensare ad un viaggio lungo il quale dobbiamo essere di supporto alla persona per il raggiungimento della resilienza, imparando a volgere lo sguardo alle sue potenzialità ed ai suoi punti di forza, consentendogli di adattarsi all’ambiente, così da potersi spogliare dei panni della vittima per vestire quelli del protagonista, una persona attiva con delle proprie idee, azioni e progetti di vita!
    È grazie alla resilienza, definibile come un insieme di abilità, capacità di adattamento attivo e flessibilità necessaria per adottare nuovi comportamenti, che la persona è in grado di modificare in positivo la percezione che ha del proprio limite.
    Quando parliamo di disabilità è, a mio parere, difficile non parlare di diversità, perché la disabilità è una forma di diversità e in più quest'ultima è uno dei valori fondamentali del nostro secolo. La diversità è ricchezza, scambio, crescita, fa parte della storia di ogni uomo. Spesso, però, appare come un pericolo, una minaccia, una barriera che si oppone tra i normodotati e gli "altri". Questo perché è certamente meno impegnativo rapportarsi con le persone e con le cose che già conosciamo e nelle quali ci identifichiamo. Quindi sono "diversi", e perciò emarginati dalla società, non solo i portatori di handicap ma anche gli immigrati, gli omosessuali, i matti...in generale quelle persone che spesso sentiamo chiamare perdenti. Ma chi è un perdente? È una persona non normodotata? oppure è una persona che, seppur normodotata, non rispecchia i canoni del "leader"? Guardandomi intorno, o semplicemente guardando la tv, ho notato come siamo arrivati ad un paradosso: consideriamo diverso anche chi non imbroglia, chi non veste alla moda o non frequenta il giusto giro. Ormai viviamo in una società pronta a giudicare tutto e tutti, dove il pregiudizio cresce a dismisura e non fa altro che costruire tante categorie delle quali tutti noi facciamo parte. La condizione di disabile diventa, così, il fattore che identifica l’intera persona, che non viene più riconosciuta nella sua interezza, ma in uno solo dei suoi aspetti esistenziali. La cosa peggiore è che il diverso solitamente non sceglie di esserlo ma viene etichettato dalla società, incurante dei suo sentimenti. E come se non bastasse continuiamo ad etichettarlo con l’uso di un linguaggio che ancora oggi fatica a trovare un codice linguistico democratico ed egualitario che non abbia una valenza dispregiativa come ad esempio il termine handicappato o il termine disabile che, secondo recenti ricerche, mette in rilievo ciò che la persona non ha, marcando quindi il suo non essere abile in qualcosa. Attualmente si preferisce utilizzare il termine diversabilità per mettere in risalto la persona e le sue diverse abilità, le quali dobbiamo scoprire, far emergere e potenziare. Ci illudiamo di essere normali… ma cos’è la normalità? È un discorso così soggettivo che non può ridursi ad una semplice elenco di requisiti. La verità è che la normalità è un concetto arbitrario. Per cui ognuno, in base alle considerazioni personali, crea la propria definizione. Il diverso non è necessariamente una persona affetta da menomazioni o disabilità ma è una persona che si distingue dagli altri per le sue doti, per le sue caratteristiche uniche e per i suoi sentimenti che non sono altro che frutto della propria esperienza di vita! Detto ciò, una cosa sola è certa... cambiare un’idea consolidata da anni non è semplice! Confrontarsi con la diversità richiede impegno e coraggio, ma garantisce la possibilità di esplorare mondi nuovi e fornisce importanti opportunità di crescita.
    La diversità richiama inevitabilmente il concetto di reciprocità poiché se siamo diversi lo siamo in modo bi-direzionale, cioè siamo diversi l’uno dall’altro. Risulta, per tanto, importante l’empatia, ovvero il mettersi nei panni dell’altro! Ma non siamo sempre in grado di farlo!!! Ed è per questo che esistono, in riferimento alla disabilità, delle leggi che regolano i rapporti del disabile con tutti gli aspetti del sociale. Per quanto riguarda l’ambiente scolastico ne sono un esempio la legge 517/77, che supera il concetto di inserimento per approdare a quello di integrazione e la legge 104/92, per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone diversamente abili. Mentre in ambito lavorativo c’è, ad esempio, la legge 482/68 per l’avviamento lavorativo dei disabili, modificata poi dalla legge 68/99 con il collocamento mirato, ovvero tutti quegli strumenti tecnici e di supporto che permettono di valutare le persone con disabilità nelle loro capacità lavorative e, in base a queste, di inserirle nella postazione più idonea. Per quanto riguarda invece la legge 118/71, Anna Maria Murdaca, docente e autrice esperta in questioni relative la persona con disabilità, sostiene che bisogna allontanarsi dall’ottica dell’inserimento per poterci dirigere verso la globalità, ovvero verso una nuova cultura e coscienza della disabilità, attenta non solo ai temi del funzionamento, del comportamento e dell’assistenza ma anche al riconoscimento della persona nella sua interezza ed evoluzione. L’obiettivo che si vuole raggiungere è la valorizzazione della persona. A tal proposito Murdaca sostiene che non si deve definire nessuno per sottrazione perché la persona si caratterizza per le sue capacità e non per quello che non sa fare. Inoltre, suggerisce che l’handicap è determinato dal contesto sociale, in quanto sono gli ostacoli e le barriere fisiche a favorire il processo di esclusione o di emarginazione. Ciò che deve essere sempre promosso, invece, è il processo di integrazione da considerare, non un punto di arrivo ma una continua ricerca di soluzioni, di strategie idonee a preservare i diritti dei diversabili.
    Il termine diversità deriva dal latino “divertere” cioè “volgere altrove”. Ma cosa vuol dire? A tal proposito, ho recuperato dalla mia memoria il ricordo dello psicopedagogista Torey Hayden, il quale sostiene che, con il termine diversità, possiamo intendere diversità nei bisogni, nelle opportunità e nelle abilità della persona. Secondo me è una bella interpretazione… ma come facciamo a renderla reale??
    Io credo, quindi, che per creare un futuro diverso bisogna mostrare in modo tangibile che la diversità è una grande ricchezza sociale, culturale ed emotiva, è un bene da tutelare...e, solo dopo aver preso coscienza di questo, si potrà iniziare un viaggio lungo il quale crescere insieme!

    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 3 ChristyHambleton

    Il libro della professoressa si apre con una bellissima poesia scritta da Gianni Scopelliti, pensando a sua figlia Benedetta, che vorrei riportare qui per concludere il mio percorso, in ricordo di quest’esperienza appassionante, indimenticabile e altamente formativa culturalmente ma soprattutto umanamente.

    CHIAMATEMI PER NOME

    Chiamatemi per nome.
    Non voglio più essere conosciuta
    per ciò che non ho
    ma per quello che sono:
    una persona come tante altre.
    Chiamatemi per nome.
    Anch'io ho un volto, un sorriso, un pianto,
    una gioia da condividere.
    Anch'io ho pensieri, fantasia, voglia di volare.
    Chiamatemi per nome.
    Non più portatrice di handicap, disabile,
    handicappata, cieca, sorda, cerebrolesa, spastica, tetraplegica.
    Forse usate chiamare gli altri:
    "portatore di occhi castani" oppure "inabile a cantare"?
    o ancora: "miope" oppure "presbite"?
    Per favore. Abbiate il coraggio della novità.
    Abbiate occhi nuovi per scoprire che,
    prima di tutto,
    io "sono".
    Chiamatemi per nome.


    N.B. Cliccando sul link è possibile vedere un dipinto realizzato da Christy Brown. Smile

    "E' stato un percorso incredibile...Grazie Prof!" I love you




    Ultima modifica di Mercogliano Veronica il Mer Gen 26, 2011 6:09 pm - modificato 3 volte.
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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 3 Empty Tema Diversità - Film

    Messaggio  federica mincione Mar Dic 21, 2010 1:29 am

    Il film che subito mi è venuto in mente pensando alla diversità è sicuramente "Edward mani di forbici" una fiaba con un protagonista tanto affascinante quanto strano, e con un fondo di amarezza per il destino che la gente normale riserva a chiunque è diverso... Ho potuto constatare che già è stato preso in considerazione da altre colleghe e per questo ho cercato tra i miei ricordi per parlare di qualche altro film che trattasse di questo tema! Sono molto felice di poter partecipare a queste discussioni poichè queste sono un'occasione anche per aggiornarci su film o libri che non conosciamo e non abbiamo mai visto o letto!

    Uno dei miei film preferiti tratta del conflitto tra bianchi e neri e della difficoltà ad accettarsi e rispettarsi ed è "Il sapore della vittoria".
    "Remember the Titans" è il titolo originale di questo film: i Titans erano una squadra di football studentesco di un liceo di Alexandria in Virginia dove, nel 1971, a seguito del processo di integrazione razziale avviato nel sud degli States, vengono accorpate due scuole prima frequentate l'una dai bianchi e l'altra dai ragazzi di colore. Come primo coach viene designato un allenatore di colore (Denzel Washington) che prende il posto del bianco (Will Patton) che fino ad allora aveva guidato, con merito, la squadra. Basato su una storia vera, il film è imperniato sul rapporto tra i due coach dapprima conflittuale poi avviato sulla via di una sempre più fitta collaborazione. Un rapporto nel quale l'iniziale diffidenza cede il passo al rispetto verso l'altro e dove la rispettiva etica professionale ha la meglio sull'odio e sul rancore. L'amicizia tra i due allenatori è certamente il miglior inizio affinché tolleranza e solidarietà diventino le parole d'ordine anche per i ragazzi e, naturalmente, costituiscono gli ingredienti fondamentali per cercare di ottenere la vittoria finale nel campionato studentesco. Alla base dell'odio e dell'intolleranza c'è l'ignoranza; è determinante quindi la piena conoscenza dell'uno con l'altro e allora ecco che il coach durante il ritiro estivo costringe i ragazzi, pena una seduta supplementare di allenamento, ad incontrarsi e a dire tutto di sé all'altro. Ed allora i Titani riusciranno ad essere più forti degli avversari, della gente che li circonda, del mondo intero. Voglio semplicemente aggiungere che non possiamo giudicare una persona che non conosciamo e questo vale per tutti, non solo per le persone con cui normalmente abbiamo a che fare, ma soprattutto per chi ci appare "diverso".

    Altro film che a mio parere potrebbe essere interessante da prendere in considerazione anche se abbastanza surreale è la commedia "50volte il primo bacio".
    Alle Hawaii, un veterinario marino Henry(Adam Sandler) incontra Lucy(Drew Barrymore)in un caffè. Dopo un innamoramento a prima vista, Henry fa subito ritorno nel caffè il giorno successivo per incontrare la ragazza, che tuttavia non si ricorda affatto di lui, a causa di un vecchio incidente in auto che le cancella la memoria ogni giorno, facendole sembrare di vivere sempre lo stesso giorno. Henry ha un'idea: fa un piccolo filmato che Lucy può vedere ogni giorno e che le spiega gentilmente cosa le è accaduto; ogni mattina quando si sveglia, Lucy trova una videocassetta con scritto "Buon giorno, Lucy"; la inserisce nel videoregistratore e la guarda venendo ovviamente sconvolta dalle informazioni che contiene la cassetta che finisce con la voce gentile di Henry il quale le dice di scendere le scale quando sarà pronta, e suo padre risponderà alle domande che lei gli vorrà fare. Il problema più grosso del film è come i 2personaggi possano realmente stare insieme. Lucy è abbastanza intelligente da considerare la questione, e dopo alcuni giorni di idillio rivela ad Henry una notizia sorprendente: da quando Henry le ha fatto la cassetta, lei ha iniziato a tenere un diario. Basandosi sull'idea del fidanzato di fornirle le informazioni sulle sue condizioni lei ha tenuto il suo diario per cercare di ricreare una continuità con il suo passato prossimo. Io credo che a volte non è tanto importante cosa ci capita ma come decidiamo di affrontare il problema e in genere quando le persone non si perdono d'animo e non si lasciano trasportare passivamente dalle circostanze, ma cercano di reagire in qualunque modo e con qualunque mezzo, allora le cose andranno sempre per il verso giusto!

    Volevo specificare che mi è venuto in mente questo film anche perchè 2anni fa ho vissuto un'esperienza del genere: mio fratello più piccolo durante una partita di pallone cadde con la testa a terra e il trauma gli provocò un'amnesia retrograda transitoria. In pratica cominciò a fare sempre le stesse domande ogni 5minuti non ricordandosi di averle già poste(del tipo che giorno è? ma com'è finita la partita? perchè sono in ospedale? etc) Fortunatamente tutto questo si risolse in una notte, infatti il giorno dopo riusciva a ricordare tutto, ma fu per me e la mia famiglia un grande spavento e non so come avremmo fatto se il problema si fosse rivelato più grave. Ecco a volte riflettere su queste cose può servire anche a guardare la situazione da punti di vista diversi e relazionarsi ad essa in modo più positivo!! Very Happy

    Proprio a questo proposito vorrei affrontare l’argomento dell’importanza del concetto di resilienza e delle sue potenzialità. La resilienza è la capacità di un oggetto di resistere agli urti improvvisi senza rompersi o spezzarsi. L’attitudine dell’individuo di reagire e far fronte a situazioni di forte disagio mediante l’attivazione di competenze individuali e risorse interiori. È un termine che può assumere diversi significati a seconda dei contesti di riferimento. La resilienza è anche definibile come un insieme di abilità, capacità di adattamento attivo e flessibilità necessaria per adottare nuovi comportamenti. Si parla anche di una capacità di adattamento passivo, ossia la possibilità di riuscire ad accettare le situazioni che non possiamo cambiare, senza continuare a valutarle negativamente bensì imparando da esse, o ancora più semplicemente, dedicandoci ad altro.
    La tematica della resilienza è il risultato di un recente interesse scientifico, soprattutto in Italia. Connetterla alla disabilità riporta il discorso al significato di affrontare e superare situazioni dolorose e di disagio esistenziale, una risorsa preziosa per la costruzione di un percorso di vita stabile e positivo. È un processo che si sviluppa a partire da 3dimensioni: biologica, psicologica e sociale. Le caratteristiche fisiche dell’individuo si rinforzano con il sostegno emotivo, fornito dalle relazioni familiari e sociali, si legano al contesto culturale di appartenenza e agli ideali da esso veicolati. L’ambiente esterno dovrebbe porsi nei confronti del soggetto con handicap, non con atteggiamenti svalutativi o riduttivi, ma riconoscendo l’originalità di ogni persona e i punti di forza che ciascuno possiede; solo in questo modo risulta possibile favorire il processo resiliente di recupero.

    Ricollegandomi alla diversità che emerge nel film che ho citato e che ho avuto modo di vivere in prima persona qualche tempo fa, concludo dicendo che la resilienza è proprio quella capacità di far fronte in modo positivo agli eventi traumatici, come in questo caso, una perdita di memoria a breve termine, e di riorganizzare in modo efficiente la propria vita.


    Ultima modifica di federica mincione il Gio Gen 27, 2011 12:44 am - modificato 2 volte.
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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 3 Empty Film: "FORREST GUMP"

    Messaggio  valentina carbone Mar Dic 21, 2010 10:20 am

    Quando, durante la lezione, la professoressa ha parlato di questo lavoro che dovevamo svolgere mi è subito venuto in mente il film "Forrest Gump".
    Ricordo che quando vidi questo film rimasi molto colpita e da allora non l'ho mai dimenticato. Ci sono frasi che non posso cancellare dalla mia memoria come:« Mamma diceva sempre: la vita è uguale a una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita! » oppure:« Stupido è chi lo stupido fa. » e che sono entrate a far parte anche di un lessico comune. Inoltre le mille situazioni che vive il protagonista, come conoscere Elvis Pesley,Jhon F. Kennedy, Jhon Lennon e altri, diventare un campione del football e tante altre ,senza però rendersi realmente conto delle cose straordinarie che sta facendo, lascia senza parole. Questo straodinario film è stato apprezzato dalla critica e premiato con molte statuine alla cerimonia degli Oscar. Per me rimane un film toccante che permette una visione della diversità in maniera positiva e sprona all'attaccamento alla vita nonoatante tutte le oggettive difficoltà.
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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 3 Empty Re: PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME)

    Messaggio  Mercogliano Veronica Mar Dic 21, 2010 10:39 am

    federica mincione ha scritto:Il film che subito mi è venuto in mente pensando alla diversità è sicuramente "Edward mani di forbici" una fiaba con un protagonista tanto affascinante quanto strano, e con un fondo di amarezza per il destino che la gente normale riserva a chiunque è diverso... Ho potuto constatare che già è stato preso in considerazione da altre colleghe e per questo ho cercato tra i miei ricordi per parlare di qualche altro film che trattasse di questo tema! Sono molto felice di poter partecipare a queste discussioni poichè queste sono un'occasione anche per aggiornarci su film o libri che non conosciamo e non abbiamo mai visto o letto!

    Uno dei miei film preferiti tratta del conflitto tra bianchi e neri e della difficoltà ad accettarsi e rispettarsi ed è "Il sapore della vittoria".
    "Remember the Titans" è il titolo originale di questo film: i Titans erano una squadra di football studentesco di un liceo di Alexandria in Virginia dove, nel 1971, a seguito del processo di integrazione razziale avviato nel sud degli States, vengono accorpate due scuole prima frequentate l'una dai bianchi e l'altra dai ragazzi di colore. Come primo coach viene designato un allenatore di colore (Denzel Washington) che prende il posto del bianco (Will Patton) che fino ad allora aveva guidato, con merito, la squadra. Basato su una storia vera, il film è imperniato sul rapporto tra i due coach dapprima conflittuale poi avviato sulla via di una sempre più fitta collaborazione. Un rapporto nel quale l'iniziale diffidenza cede il passo al rispetto verso l'altro e dove la rispettiva etica professionale ha la meglio sull'odio e sul rancore. L'amicizia tra i due allenatori è certamente il miglior inizio affinché tolleranza e solidarietà diventino le parole d'ordine anche per i ragazzi e, naturalmente, costituiscono gli ingredienti fondamentali per cercare di ottenere la vittoria finale nel campionato studentesco. Alla base dell'odio e dell'intolleranza c'è l'ignoranza; è determinante quindi la piena conoscenza dell'uno con l'altro e allora ecco che il coach durante il ritiro estivo costringe i ragazzi, pena una seduta supplementare di allenamento, ad incontrarsi e a dire tutto di sé all'altro. Ed allora i Titani riusciranno ad essere più forti degli avversari, della gente che li circonda, del mondo intero. Voglio semplicemente aggiungere che non possiamo giudicare una persona che non conosciamo e questo vale per tutti, non solo per le persone con cui normalmente abbiamo a che fare, ma soprattutto per chi ci appare "diverso".

    Altro film che a mio parere potrebbe essere interessante da prendere in considerazione anche se abbastanza surreale è la commedia "50volte il primo bacio".
    Alle Hawaii, un veterinario marino Henry(Adam Sandler) incontra Lucy(Drew Barrymore)in un caffè. Dopo un innamoramento a prima vista, Henry fa subito ritorno nel caffè il giorno successivo per incontrare la ragazza, che tuttavia non si ricorda affatto di lui, a causa di un vecchio incidente in auto che le cancella la memoria ogni giorno, facendole sembrare di vivere sempre lo stesso giorno. Henry ha un'idea: fa un piccolo filmato che Lucy può vedere ogni giorno e che le spiega gentilmente cosa le è accaduto; ogni mattina quando si sveglia, Lucy trova una videocassetta con scritto "Buon giorno, Lucy"; la inserisce nel videoregistratore e la guarda venendo ovviamente sconvolta dalle informazioni che contiene la cassetta che finisce con la voce gentile di Henry il quale le dice di scendere le scale quando sarà pronta, e suo padre risponderà alle domande che lei gli vorrà fare. Il problema più grosso del film è come i 2personaggi possano realmente stare insieme. Lucy è abbastanza intelligente da considerare la questione, e dopo alcuni giorni di idillio rivela ad Henry una notizia sorprendente: da quando Henry le ha fatto la cassetta, lei ha iniziato a tenere un diario. Basandosi sull'idea del fidanzato di fornirle le informazioni sulle sue condizioni lei ha tenuto il suo diario per cercare di ricreare una continuità con il suo passato prossimo. Io credo che a volte non è tanto importante cosa ci capita ma come decidiamo di affrontare il problema e in genere quando le persone non si perdono d'animo e non si lasciano trasportare passivamente dalle circostanze, ma cercano di reagire in qualunque modo e con qualunque mezzo, allora le cose andranno sempre per il verso giusto!

    Fede non immagini quanto adoro il film "50 volte il primo bacio"! non so come ho fatto a non ricordarlo! Smile
    Ogni volta che lo vedo mi emoziona perchè nonostante per Lucy sia ogni giorno un nuovo giorno (in tutti i sensi perchè non ricorda niente del giorno precedente), Henry riesce a farla innamorare di lui "ogni giorno" servendosi di quelle che io definisco "videocassette ricordi" che le mostra ogni mattina al suo risveglio.
    La parte del film che preferisco è quella finale, quando Lucy, nonostante il danno cerebrale che le provoca una amnesia alla memoria a breve termine, sogna Henry tutte le notti, dipingendo il suo volto ogni volta (anche se non sa chi sia). L'amore è cosi' profondo da lasciare tracce indelebili o è tutto surreale? Lucy e Henry alla fine si sposano e insieme costruiscono una famiglia, che non vive il disagio del deficit cognitivo ma si lascia travolgere dall'amore e dall'emozione dello stare insieme!
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    Messaggio  maria d'elia Mar Dic 21, 2010 10:49 am

    Mercogliano Veronica ha scritto:
    federica mincione ha scritto:Il film che subito mi è venuto in mente pensando alla diversità è sicuramente "Edward mani di forbici" una fiaba con un protagonista tanto affascinante quanto strano, e con un fondo di amarezza per il destino che la gente normale riserva a chiunque è diverso... Ho potuto constatare che già è stato preso in considerazione da altre colleghe e per questo ho cercato tra i miei ricordi per parlare di qualche altro film che trattasse di questo tema! Sono molto felice di poter partecipare a queste discussioni poichè queste sono un'occasione anche per aggiornarci su film o libri che non conosciamo e non abbiamo mai visto o letto!

    Uno dei miei film preferiti tratta del conflitto tra bianchi e neri e della difficoltà ad accettarsi e rispettarsi ed è "Il sapore della vittoria".
    "Remember the Titans" è il titolo originale di questo film: i Titans erano una squadra di football studentesco di un liceo di Alexandria in Virginia dove, nel 1971, a seguito del processo di integrazione razziale avviato nel sud degli States, vengono accorpate due scuole prima frequentate l'una dai bianchi e l'altra dai ragazzi di colore. Come primo coach viene designato un allenatore di colore (Denzel Washington) che prende il posto del bianco (Will Patton) che fino ad allora aveva guidato, con merito, la squadra. Basato su una storia vera, il film è imperniato sul rapporto tra i due coach dapprima conflittuale poi avviato sulla via di una sempre più fitta collaborazione. Un rapporto nel quale l'iniziale diffidenza cede il passo al rispetto verso l'altro e dove la rispettiva etica professionale ha la meglio sull'odio e sul rancore. L'amicizia tra i due allenatori è certamente il miglior inizio affinché tolleranza e solidarietà diventino le parole d'ordine anche per i ragazzi e, naturalmente, costituiscono gli ingredienti fondamentali per cercare di ottenere la vittoria finale nel campionato studentesco. Alla base dell'odio e dell'intolleranza c'è l'ignoranza; è determinante quindi la piena conoscenza dell'uno con l'altro e allora ecco che il coach durante il ritiro estivo costringe i ragazzi, pena una seduta supplementare di allenamento, ad incontrarsi e a dire tutto di sé all'altro. Ed allora i Titani riusciranno ad essere più forti degli avversari, della gente che li circonda, del mondo intero. Voglio semplicemente aggiungere che non possiamo giudicare una persona che non conosciamo e questo vale per tutti, non solo per le persone con cui normalmente abbiamo a che fare, ma soprattutto per chi ci appare "diverso".

    Altro film che a mio parere potrebbe essere interessante da prendere in considerazione anche se abbastanza surreale è la commedia "50volte il primo bacio".
    Alle Hawaii, un veterinario marino Henry(Adam Sandler) incontra Lucy(Drew Barrymore)in un caffè. Dopo un innamoramento a prima vista, Henry fa subito ritorno nel caffè il giorno successivo per incontrare la ragazza, che tuttavia non si ricorda affatto di lui, a causa di un vecchio incidente in auto che le cancella la memoria ogni giorno, facendole sembrare di vivere sempre lo stesso giorno. Henry ha un'idea: fa un piccolo filmato che Lucy può vedere ogni giorno e che le spiega gentilmente cosa le è accaduto; ogni mattina quando si sveglia, Lucy trova una videocassetta con scritto "Buon giorno, Lucy"; la inserisce nel videoregistratore e la guarda venendo ovviamente sconvolta dalle informazioni che contiene la cassetta che finisce con la voce gentile di Henry il quale le dice di scendere le scale quando sarà pronta, e suo padre risponderà alle domande che lei gli vorrà fare. Il problema più grosso del film è come i 2personaggi possano realmente stare insieme. Lucy è abbastanza intelligente da considerare la questione, e dopo alcuni giorni di idillio rivela ad Henry una notizia sorprendente: da quando Henry le ha fatto la cassetta, lei ha iniziato a tenere un diario. Basandosi sull'idea del fidanzato di fornirle le informazioni sulle sue condizioni lei ha tenuto il suo diario per cercare di ricreare una continuità con il suo passato prossimo. Io credo che a volte non è tanto importante cosa ci capita ma come decidiamo di affrontare il problema e in genere quando le persone non si perdono d'animo e non si lasciano trasportare passivamente dalle circostanze, ma cercano di reagire in qualunque modo e con qualunque mezzo, allora le cose andranno sempre per il verso giusto!

    Fede non immagini quanto adoro il film "50 volte il primo bacio"! non so come ho fatto a non ricordarlo! Smile
    Ogni volta che lo vedo mi emoziona perchè nonostante per Lucy sia ogni giorno un nuovo giorno (in tutti i sensi perchè non ricorda niente del giorno precedente), Henry riesce a farla innamorare di lui "ogni giorno" servendosi di quelle che io definisco "videocassette ricordi" che le mostra ogni mattina al suo risveglio.
    La parte del film che preferisco è quella finale, quando Lucy, nonostante il danno cerebrale che le provoca una amnesia alla memoria a breve termine, sogna Henry tutte le notti, dipingendo il suo volto ogni volta (anche se non sa chi sia). L'amore è cosi' profondo da lasciare tracce indelebili o è tutto surreale? Lucy e Henry alla fine si sposano e insieme costruiscono una famiglia, che non vive il disagio del deficit cognitivo ma si lascia travolgere dall'amore e dall'emozione dello stare insieme!
    Federica e Veronica sono pienamente daccordo sll'importanza del film 50 volte il primo bacio e consiglio tutti di vederlo
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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 3 Empty Film sulla disabilità: Scent of a Woman - Profumo di donna

    Messaggio  Rosa Di Nitto Mar Dic 21, 2010 12:55 pm

    Sono una grande amante del cinema,guardo film a volontà, ma un film che mi ha colpito molto è stato Scent of a Woman - Profumo di donna, bellissimo film con protagonista Al Pacino.è un film del 1992 diretto da Martin Brest.
    Frank Slade
    Dotato di sussidio per mantenersi agli studi, decide di arrotondare il suo piccolo patrimonio accettando piccoli lavori domestici come accompagnatore. un uomo dalla personalità complessa: a tratti irascibile, altre volte poetico, e grande donnaiolo., colonello in pensione, diventato cieco a causa di un incidente, si reca a New York per la festa del ringraziamento, deciso a trascorrere un week-end indimenticabile senza farsi mancare assolutamente nulla. In questa avventura lo accompagna Charlie, studente presso la Berd School di Boston, un istituto che vanta molti studenti giunti alla leadership del mondo politico alla Casa Bianca e in India, oltre che nel mondo economico e commerciale, è un giovane ingenuo dell’Oregon che non si rende conto di essere in gamba.
    Il rapporto con il colonello sarà difficile, divertente ed allo stesso tempo tragico, perchè il colonello ha deciso che quello sarà il suo ultimo week-end.
    Mi hanno colpito molte frasi di questo film:
    Io sono un peso morto per la tribù. E allora perché dovrei consumare le provviste della povera tribù? Non c'è più nessuno adesso che voglia dividere il suo cibo con me.
    Randy e Frank Slade parlano a Charles
    Vuoi sapere la verità?
    Su avanti, sentiamo l'oracolo.
    Era uno stronzo anche prima.
    Huu-hah!
    E adesso è diventato uno stronzo cieco.
    Huu-hah!
    Hey, Dio è spiritoso!
    Dio infatti ha il senso dell'umorismo.
    E magari ritiene che certe persone non meritino di vedere.
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    Rossella Catalano


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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 3 Empty tema dlla disabilità-visione di un video

    Messaggio  Rossella Catalano Mar Dic 21, 2010 1:41 pm

    UAN LIBRO O UN FILM SULLA DISABILITA' NON HO MAI AVUTO MODO DI VEDERLO O DI LEGGERLO MA HO VISTO UNA VOLTA UN VIDEO CHE MI HA COLPITO MOLTO.
    PARLAVA DEL TEMA DELLA DISABILITA' E MOSTRAVA UN UOMO CHE CAMMINAVA IN UN MONDO FATTO COMPLETAMENTE DA DISABILI.
    ESSO VENIVA GUARDATO PROPRIO COME MAOLTE PERSONE MESCHINE E SENZA UN MINIMO DI UMANITA' GUARDANO LE PERSONE DISABILI.
    MI HA MOLTO COLPITA LA FRASE CHE E' APPARSA ALLA FINE DEL VIDEO IN CUI C'ERA SCRITTO''IL VERO DIVERSO SEI TU''
    QUESTO E'VERO NOI SIAMO TUTTI UGUALI E DIVERSI ALLO STESSO TEMPO E BISOGNA CAPIRE CHI E' MENO FORTUNATO DI NOI SMETTENDO DI TRATTARE LE PERSONE CON DISABILITA' COME SE FOSSERO DEI MARZIANI PROVENIENTI DA UN'ALTRA GALASSIA.
    ANZI DOBBIAMO CERCARE DI AVERE UN ATTEGGIAMENTO DIVERSO E AIUTARE CHI NON PUO' FARE TUTTO CIO' CHE NOI FACCIAMO SENZA FARLO SENTIRE IN NESSUN MODO INFERIORE.
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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 3 Empty FILM: "MI CHIAMO SAM"

    Messaggio  imparato.ilaria Mar Dic 21, 2010 4:32 pm

    Il film che mi ha colpito maggiormente è stato "Mi chiamo Sam".Sam Dawson è un uomo con una figlia di nome Lucy. La madre li ha abbandonati subito dopo la sua nascita ed ora Sam deve crescerla da solo. Sarebbe un'impresa difficile per chiunque, ma lo è ancora di più per Sam che ha il Q.I. di un bambino di 6 anni. Nonostante tutto, e grazie all'amore che nutre per la sua piccola, oltre all'aiuto della sua vicina Annie, riesce nell'impresa. Una vita felice fatta di cose semplici, ma vere;fatta di un affetto sincero e di un'intesa tra padre e figlia che è fuori dal comune.
    Dietro l'angolo, però, c'è la realtà della legge: un uomo come Sam non può crescere una bambina perché non è in grado di offrirgli il supporto di ciò che ha bisogno e quindi la bambina sarà data in affidamento ad una famiglia "normale". infatti,durante la festa a sorpresa per il settimo compleanno della bambina gli assistenti sociali la portano via. Così Sam è costretto a cominciare una battaglia legale per l'affidamento. Dopo numerose pressioni, riesce a convincere Rita Harrison a diventare il suo avvocato, e questa storia si trasforma. Sam cambia, e fa cambiare la spregiudicata professionista, tirando fuori la sua sensibilità e la sua dignità. Epilogo commovente..Sam in tribunale non riesce a ottenere sua figlia; però va a vivere vicino alla casa della famiglia adottiva di sua figlia ma ben presto la famiglia adottiva capisce che il vero padre della bambina può essere solo lui; e lui dice alla madre adottiva di Lucy che sarebbe la madre perfetta, quella che sua figlia non ha mai avuto!!
    E' un film molto toccante,ci si rende conto che la semplicità di queste persone, il loro modo di amare incondizionato è, e dovrebbe essere, modello per tutti. A volte ci perdiamo in tutto quello che è la nostra vita e rischiamo di non "vedere" più con il cuore... e vedere con il cuore è il miglior modo per essere felici!!!!
    E' stupendo, ve lo consiglio!
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    Messaggio  giovanna arpaia Mar Dic 21, 2010 5:06 pm

    D. TEMA DISABILITÀ - FILM
    FIGLI DI UN DIO MINORE
    TRAMA
    In un Istituto americano per audiolesi arriva un nuovo insegnante. È James Leeds, un giovane i cui metodi non piacciono molto al direttore. Ma Leeds ha una facile presa sugli assistiti e i primi risultati riabilitativi si vedono presto. Nell'istituto c'è anche Sarah Norman, sordomuta praticamente dalla nascita che, accolta durante l'infanzia, è poi rimasta e si occupa delle pulizie. È una donna intelligente e bella e Leeds se ne innamora. La madre di lei vive lontana e non ama molto la figlia, poiché la sfortuna di quest'ultima ha determinato, quando era bambina, l'abbandono del marito. Il rapporto tra Sarah e James si fa intenso e lei va a vivere nella casa di lui; ma Sarah ha un carattere non facile ed una personalità eccezionale: essa non cerca la pietà, vuole essere capita per quello che può valere, mentre teme sempre, nell'intimo, di non farcela in nulla. Ad un certo momento lei fugge dalla madre che l'accoglie e conforta, ma il richiamo di Leeds che ha bisogno di lei è troppo forte. E Leeds stesso capirà che, anche con l'amore più grande, gli occorrono umiltà e pazienza e che dovrà rispettare quella persona straordinaria, alla quale in fondo basta il silenzio per amare e per proteggere una fierezza innata.
    COMMENTO
    James interpreta il suo ruolo con uno spirito alternativo, che ricorda il professor Keating (Robin Williams) de "L'attimo fuggente". Sennonché ci troviamo alla fine degli anni Ottanta nell'America liberale e non alla soglia dei fatidici anni Sessanta nel Vermont conservatore. Dunque, l'atteggiamento del direttore della scuola nei confronti del bizzarro docente è molto più tollerante di quello tenuto dal suo omologo con il povero Keating, anche quando James si innamora di Sarah. L'amore è pero contrastato dal rifiuto di Sarah ad accostarsi al mondo degli udenti e dal suo rifiuto di imparare a leggere dalle labbra e di esprimersi anche con la voce. La frase più suggestiva è: "Solo gli udenti stupidi pensano che i sordi siano stupidi". Questo film datato offre l'opportunità per riflettere su alcuni luoghi diffusi comuni sulla sordità. Un film che ci conduce per mano nel mondo dei sordi e lascia emergere una tormentata storia d'amore. È infatti solo per merito di opere come queste che le problematiche dei sordi hanno raggiunto (negli anni Settanta e Ottanta) il vasto pubblico.
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    Messaggio  maria d'elia Mar Dic 21, 2010 5:24 pm

    Sulle spalle del gigante

    Sono una grande appassionata di film ,e ne ho visti tanti e diversi sulla disabilità tutti profondi ognuno per i suoi motivi. Quelli che più mi hanno colpito sono stati già citati e ampiamente commentati dalle mie colleghe come:
    EDWARD MANI DI FORBICI;RAIN MAIN (L'UOMO DELLA PIOGGIA);IL MIO PIEDE SINISTRO;
    FOREST GUMP ;LE CHIAVI DI CASA ;e ancora mi hanno colpito anche LA FIAMMA SUL GHIACCIO;IL CORAGGIO DI VIVERE ;MASK DIETRO LA MASCHERA;SULLE SPALLE DEL GIGANTE.
    Per quanto riguarda quest ' ultimo narra di una storia vera .
    Terry sopranominato Andy perchè handicappato ,è un bambino nato con i segni indelebili del Talidomide ,un farmaco che veniva usato come tranquillante e che se somministrato a donne in gravidanza poteva causare malformazioni nei nascituri .Nato senza braccia e senza gambe ,Andy ,viene abbandonato dai genitori e vive in un istituto .Un camionista, parente della madre del bambino , povero di mezzi e con l'hobby delle invenzioni va a trovarlo .Colpito dall'intelligenza e dalla simpatia del ragazzo ,lo adotta superando le resistenze della moglie e delle leggi inglesi .Il camionista passa il suo tempo libero a educare a spingere il bambino ad affrontare i problemi e a ideare e poi a costruire una macchina capace di assicurare maggior autonomia al figlio Focomelico .
    Mi è venuto in mente questo film per due motivi ,uno perchè si riallaccia molto bene al video ATZORI anche per lei i genitori hanno ipotizzato, secondo me,un "progetto di vita" per renderla autonoma .Come ho scritto nel forum Atzori non ha un immaggine di se disabile ,lei non si è fermata a guardarsi con gli occhi di disabile sono gli altri che vedono quei limiti che lei non vede:"IL LIMITE STA NEGLI OCCHI DI CHI MI GUARDA".E un secondo motivo perchè nel film emerge il problema delle protesi , degli ausili e mi è venuto in mente PISTORIUS a proposito del quale ho scritto che se le protesi non sono ammesse per gareggiare ma migliorano la vita dei disabili che ben vengano ,quindi sono per me un 'invenzione straordinaria, un vantaggio .
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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 3 Empty film diversità:mask

    Messaggio  maria d'elia Mar Dic 21, 2010 6:02 pm

    film:mask -dietro la maschera

    Un ulteriore film oltre a quelli che ho già citato molto bello per me,è MASK.
    Un film straordinario basato sulla storia di ROCKY DENNIS ,un teenaget sfigurato il cui viso smigli ad una strana maschera.
    L'amore della madr RUSTY ,un incredibile cher nel suo primo ruolo da protagonista ed una forte determinazione fano di ROCKY un modello da emulare per i suoi compagni ed insegnanti .Per me MASK NON è il film della pietà ,dell'incomprensione ma è il film della mediazione fra normalee mastruoso fra stupido e intelligente, fra meschino e generoso , fra vero e falso , fra drutto e bello...Un film non su ciò che facciamo finta di avere o di essere,ma su ciò che non abbiamo su ciò che non siamo.
    Anche questo film abbraccia i vari argomenti affrontati nel corso e discussi nel forum .
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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 3 Empty tema disabilità :associazione

    Messaggio  maria d'elia Mar Dic 21, 2010 7:12 pm

    Qualche anno fa ho lavorato in un campo scuola, a BASSANO DEL GRAPPA A VICENZA, e questa scuola era in stretta mediazione con un' associazione per disabili :
    ASSOCIAZIONE ABC TRIVENETO (ASSOCIAZIONE BAMBINI CEREBROLESI)che a Bassano del Grappa si trovava se non ricordo male in via Zilotti .
    L'ABC TRIVENETO è nata e si è sviluppata grazie alla volontà dei genitori e dei volontari, che hanno creduto nell'importanza di lavorare insieme, per portare avanti il programma di terapia neuro sensoriale che possa aiutare i bambini e gli adulti colpiti da cerebrolesioni .
    L'ABC odopera per il riconoscimento del diritto dei bambini diversabili a vivere e curarsi nel proprio nucleo familiare( ma non solo ),luogo naturale e privilegiato per lo sviluppo di ogni persona , e per il superamento e l'abbattimento di ogni ostacolo che impedisca la loro piena integrazione sociale.
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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 3 Empty disabilità - film

    Messaggio  Mercogliano Veronica Mar Dic 21, 2010 7:34 pm

    Mercogliano Veronica ha scritto:Lo scrivere su questo forum non è fine a se stesso perchè inevitabilmente, dopo aver scritto, continuo a riflettere sull'argomento..rifletto da sola ma non tengo per me le mie opinioni! Infatti la riflessione finisce sempre con l'abbracciare altre persone tra cui il mio fidanzato il quale, sociologo e grande appassionato di cinema, mi ha mostrato un film che tratta il tema della diversità:"Il mio piede sinistro".
    E' un film del 1989 diretto da Jim Sheridan, tratto dall'omonimo libro che racconta la vita incredibile di Christy Brown, scrittore e pittore irlandese, nato con un handicap fisico quasi totale: l'unica parte del corpo di cui possiede ogni funzione è il piede sinistro.
    Riporto qui la trama del film in modo piu' ampio:
    A Dublino nel 1932, Christy Brown, appena nato, è vittima di una paralisi che gli impedisce di parlare e di muoversi: i medici al riguardo esternano pessimistiche previsioni sulla possibilità di sopravvivenza di Christy che, malgrado questo handicap, viene ben accettato da tutta la numerosa ma povera famiglia, composta dal padre muratore, dalla madre casalinga e da dodici fratelli. Con il trascorrere degli anni Christy sorprende i familiari per i suoi tentativi di comunicare con il piede sinistro, tramite il quale riesce a scrivere alcune parole e a dipingere. Successivamente, a diciassette anni, gli viene offerta l'occasione di essere curato dalla dottoressa Eileen Cole: con l'intervento di questa specialista Christy compie consistenti progressi che gli consentono di ottenere un notevole successo come pittore. Dopo un folle tentativo di suicidio, provocato dal matrimonio del suo amico Peter con Eileen, della quale si era perdutamente innamorato, Christy scrive la sua autobiografia, che viene pubblicata: entusiasta di questo libro l'infermiera Mary Carr accetta di sposarlo.
    Non conoscevo questo film, lo ammetto Smile , ma sono contenta di averlo visto perchè ha ulteriormente arricchito il mio bagaglio culturale con altre vite straordinarie!
    Questo film tratta in modo specifico la disabilità mostrandoci le difficoltà di un uomo che non puo' muoversi come vorrebbe a causa di una quasi totale paralisi del corpo e che quindi si aiuta con i piedi, con i quali scrive e dipinge.
    Quando parliamo di disabilità è secondo me difficile non parlare di diversità, perchè la disabilità è una forma di diversità e in piu' quest'ultima è uno dei valori fondamentali del nostro secolo. La diversità è ricchezza, scambio, crescita, fa parte della storia di ogni uomo. Essa spesso, però, appare come un pericolo, una minaccia, una barriera che si oppone tra i normodotati e gli "altri". Questo perchè è certamente meno impegnativo rapportarsi con ciò che già conosciamo e con le persone nelle quali ci riconosciamo. Quindi sono "diversi", e percio' emarginati dalla società, non solo i portatori di handicap ma anche gli immigrati, gli omosessuali, i matti...in generale quelle persone che definiamo perdenti. Ma chi è perdente? chi non è normodotato? o chi, seppur normodotato, non rispecchia i canoni del "potente", del "leader"? Guardandomi attorno, guardando la tv, il tg, ho notato come siamo arrivati ad un paradosso: si considera diverso anche quello che etichettiamo "sfigato" ovvero colui che non imbroglia, non si sballa, non veste alla moda, non frequenta il giusto giro. Detto cio', una cosa sola è certa...cambiare uno scenario che va avanti da anni non è semplice! Gestire la diversità richiede impegno e coraggio, i quali, pero',saranno ricambiati dal piacere della scoperta e del mettersi in discussione, affrontando il rischio del confronto, il quale permette di arrivare, (almeno si spera Smile ),ad un'idea condivisa.
    Io credo che per creare un futuro diverso,non basta espandere il sentimento della tolleranza (perchè potremmo tollerare ma non realmente integrare) ma bisogna mostrare in modo tangibile che la diversità è un bene da tutelare e...solo dopo aver preso coscienza di questa ricchezza si potra' crescere insieme!






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    Messaggio  giulia.scotto Mar Dic 21, 2010 8:20 pm

    Il film che voglio proporvi è "Scent of a woman" con Al Pacino.
    "Il giovane Charles Simms, studente presso la Berd School di Boston, un istituto che vanta molti studenti giunti alla leadership del mondo politico alla Casa Bianca e in India, oltre che nel mondo economico e commerciale, è un giovane ingenuo dell’Oregon che non si rende conto di essere in gamba.
    Dotato di sussidio per mantenersi agli studi, decide di arrotondare il suo piccolo patrimonio accettando piccoli lavori domestici come accompagnatore.
    In occasione del week-end del Ringraziamento, viene assunto per fare da accompagnatore al tenente colonnello Frank Slade, un ufficiale non vedente ormai in congedo da cinque anni.
    L’ultimo giorno di scuola, alcuni studenti suoi compagni, che del tutto casualmente scopre durante i preparativi, attaccano la nuova automobile del preside. Il preside riceve Charles nel suo ufficio, e gli propone un subdolo accordo: se farà i nomi dei colpevoli, lui lo segnalerà all’università di Harvard come studente promettente, anche se non privilegiato socialmente.
    Durante i giorni di festa, il giovane, tormentato da questa minaccia, trascorre il suo tempo con il colonnello Slade, che lo trascina a sorpresa a New York, rivelandosi un uomo dalla personalità poliedrica:dopo varie vicissitudini tra i due si sviluppa un rapporto padre-figlio. Il giovane racconta dei suoi problemi a scuola, ma il colonnello rimane evasivo in fatto di consigli, in quanto ha già scoperto che Charles non intende svelare il nome dei colpevoli, non cedendo al ricatto del preside.
    Durante l'assemblea convocata a scuola per discutere dei fatti, a sorpresa appare il colonnello, il quale, durante un memorabile intervento, accusa la Berd School di preparare leader disonesti, se qualcuno ha potuto sperare di corrompere il giovane Charles assicurandogli un futuro.

    Ecco il pezzo dell'arringa del colonnello
    https://www.youtube.com/watch?v=kxCIjhbSfyo&feature=BF&list=QL&index=1


    ...non c'è niente di peggio che assistere alla stupida amputazione di un'anima, perchè per quello non c'è protesi...

    E' questa secondo me la frase cruciale ...bellissima...






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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 3 Empty Filma sulla Disabilità " Stelle sulla terra"

    Messaggio  ImpagliazzoErsilia Mer Dic 22, 2010 9:44 am

    Un piccolo capolavoro cinematografico del 2007 diretto da Aamir Khan è “Stelle sulla terra” che, in perfetto stile Bolliwood con balli e canzoni,racconta in maniera coinvolgente e drammatica il problema della dislessia. E’ la storia di Ishaan un bambino come tanti ma che non riesce a studiare e non è molto coordinato e per questo viene preso in giro dai compagni. A casa suo padre ossessionato dalla carriera e dal successo ed esasperato dalle continue lamentele dei vicini e degli insegnanti decide di mandarlo in collegio perché a suo parere quel che necessita al bambino è un po’ di sana disciplina. In collegio Ishaan riesce a fare amicizia con Rajan il migliore studente della classe, qui però la disciplina non manca e gli insegnanti pensano che Ishaan sia stupido e svogliato. Ishaan così si isola dagli altri bambini e si chiude in se stesso. Solo un insegnante d'arte si accorge della profonda infelicità del bambino contemporaneamente rimane profondamente colpito dalla creatività e dal talento che dimostra nel disegno. Decide dunque di prendersi personalmente cura del bambino e,essendo stato lui stesso dislessico, lo aiuta a cambiare vita. È un film molto semplice e lineare e la scena che mi è piaciuta di più è quella in cui l’insegnante dice al padre di Ishaan ,che si era preoccupato di studiare la dislessia su google, che i bambini non hanno bisogno di genitori che diventano esperti ma di genitori che li amano li incoraggiano e li sostengono.
    Questo film è secondo me molto utile per far conoscere a tutti il problema della dislessia che nel nostro paese colpisce molti bambini. Problema che , viene confuso con svogliatezza, e scarso impegno e molto spesso gli errori sono definiti come distrazione sbadataggine, poca voglia di impegnarsi. La verità è che il ragazzo dislessico, generalmente, consapevole delle proprie difficoltà di lettura, tende ad evitare le situazioni che richiedono una decodifica del testo scritto. Questa difficoltà alla decodifica porta il bambino ad avere insuccessi a scuola. Questi hanno su di lui un effetto molto negativo a livello psicologico, infatti pensa di essere inadeguato ad affrontare il mondo, si percepisce inferiore ai compagni. Questa situazione lo porta a sentirsi colpevole, poco amato dagli altri, a volte compatito. In questo modo perde la sua autostima facendo nascere in lui ansia da prestazione, atteggiamenti rinunciatari e perdita di fiducia in se stesso. Occorre pertanto per la risoluzione del problema un’alleanza stretta tra genitori, insegnanti ed esperti del settore. Lo studente va aiutato a prendere consapevolezza delle sue difficoltà e del suo diverso funzionamento intellettivo: essere una persona diversamente abile non vuol dire essere inferiori agli altri. Occorre conoscere e accettare queste differenze per trovare strategie alternative nell’affrontare i vari compiti scolastici.
    Inoltre è importantissimo che i genitori accettino e imparino a convivere con il problema del figlio, cercando di essere positivi, pazienti, perseveranti, consapevoli, pratici,… La stessa cosa vale per gli insegnanti.

    https://www.youtube.com/watch?v=VTqHYGfBw0c
    https://www.youtube.com/watch?v=bskx9ZA1NeI


    Ultima modifica di ImpagliazzoErsilia il Mer Dic 22, 2010 3:15 pm - modificato 7 volte.
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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 3 Empty La diversità (libro)

    Messaggio  Anna Cozzuto Mer Dic 22, 2010 10:46 am

    il tema che voglio proporre riguarda una delle storie contenute nel libro "Bambini iperattivi e disattenti". Una delle storie narrate parla di una bambina di nove anni e di nome Francesca. La mamma racconta che sua figlia da piccolina non stava mai ferma e manifestava numerosi problemi di controllo del comportamento. Molte erano le occasioni in cui Francesca si interstardiva su una cosa e piangeva di continuo fin quando nn l'aveva ottenuta. Frequentando la scuola elementare Francesca avuto fin dall'inizio un rapporto molto positivo con i propri compagni e risultava simpatica anche alle insegnanti. Quando la scuola cominciò ad essere più difficile la bambina non riusciva più a seguire le attività, soprattutto in mtematica e in italiano. Nei primi tre anni il rendimento di Francesca è peggiorato come anche le sue relazioni con i compagni di scuola. In classe la bambina parlava o litigava spesso con i suoi amici, tendeva a manifestare atteggiamenti di esibizionismo, ostentando unruolo di "prima donna" per mascherare un disagio e un senso di inefficacia che non riusciva a tollerare. I genitori, al momento della richiesta di consulenza, mostravano una profonda preoccupazione per non riuscire a orientare il comportamento della bambina verso l'esecuzione dei compiti scolastici e a ridurre le frequenti liti che si innescavano per motivi più banali. Francesca, secondo la valutazione cognitiva, ha presentato adeguate abilità intellettive, buon apprendimento dell'automatismo della lettura ma di una mancata comprensione del testo. I genitori fecero esplicia richiesta di sottoporre Francesca ad una terapia volta allo sviluppo di un pensiero strategco e al controllo dell'impulsività. Durante il percorso trapeutico Francesca ha sempre apprezzato le atività proposte, sebbene, evidenziasse un apprendimento piuttosto mecanico delle autoistruzioni, verbali e del problem-solving. Fu necessario coinvolgere i genitori e gli insegnanti. Queste ultime si sono sempre mostrate ferme nella loro posizioe attribuendo alla bambina tutta la resposabilità di qunto si stava verificando, prevedendo che il futuro sarebbe stato meno incoraggiante. Anche i genitori decisero di porre fine agi incontri. Questo insuccesso terapeutico forse trova una spiegazione nel fatto che la bambina non ha modificato gli atteggiamneti che tanto irritavano insegnati e genitori, in seguito al training individuale e per queste ragioni i genitori non sono riusciti a mettersi in discussione per tentare un compromesso con la bambina, cercando di modificare anche i propri atteggiamenti che risultavano disfunzionali nei confronti di Francesca.
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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 3 Empty Re: PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME)

    Messaggio  Del Prete Melania Mer Dic 22, 2010 2:34 pm

    TEMA DIVERSITà-FILM
    Nel 1947, il diciannovenne e talentuoso matematico John Nash entra nella prestigiosa Università di Princeton con una borsa di studio per il dottorato. Refrattario ad instaurare rapporti sociali, Nash ha solo due amici: Charles, il suo compagno di stanza e le formule matematiche. Ossessionato dal pensiero di trovare un'idea originale a cui applicare le sue formule, John riesce nel suo obiettivo: in una tesi di dottorato di sole 27 pagine espone geniali intuizioni fondamentali allo sviluppo della "Teoria dei Giochi", facendo così diventare obsolete le teorie economiche di Adam Smith. Le sue idee gli procurano fama e un importante posto di ricercatore al MIT di Boston, dove conferma la sua intelligenza matematica. In piena "guerra fredda" viene contattato dall'esercito per la sua incredibile capacità di decodificatore. Entra così in contatto con l'"eminenza grigia" William Parcher, oscuro personaggio del governo che lo assolda per una missione top secret. Contemporaneamente John trova anche l'amore di Alicia, una giovane studentessa di fisica, che diventa sua moglie. La vita di Nash viene a questo punto sconvolta da una terribile scoperta. Charles, la sua nipotina e lo stesso Parcher sono in realtà solo proiezioni della mente malata di Nash, affetto da una grave forma di schizofrenia. Vagando come un fantasma tra cliniche e manicomi viene sottoposto a numerose sedute di shock insulinico e ad una massiccia dose di farmaci. Grazie all'affetto ed alla vicinanza dei familiari, Alicia in particolare, e alla sua forza mentale riesce ad ignorare le sue allucinazioni, e a convivere sia pure con sofferenza con la malattia, tornando anche all'attività accademica. Infatti, Nash diventa docente a Princeton, e nel 1994 gli viene conferito il Premio Nobel per l'economia. La difficile ma riuscita convivenza di Nash con la sua malattia è simboleggiata dalla visione dei suoi tre fantasmi uno accanto all'altro che lo osservano dopo la cerimonia di premiazione.



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    Messaggio  Del Prete Melania Mer Dic 22, 2010 2:41 pm

    Ops...ho dimenticato di scrivere il titolo del film di cui ho parlato. "A beautiful mind". Un bellissimo film in cui si evince quanto sia importante l'amore e il sostegno delle persone vicine quando si soffre di gravi disabilità, in questo caso di una forte schizofrenia.
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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 3 Empty Percorso di approfondimento (anticipo esame) Libro diversità

    Messaggio  virginiaIacono Mer Dic 22, 2010 3:37 pm

    "Mamma perchè Melissa è diversa?perchè mi tira sempre i capelli?perchè non parla bene come noi?perchè si bava sempre? lo sai quest'anno per Natale a chiesto a Gesù di essere trattata come tutti quanti noi." Sono semplici domande di una bambina di 6 anni eppure sembra strano ma io ho avuto paura di rispondere, paura di usare parole sbagliate,ma soprattutto paura di creare in mia figlia dei preconcetti sbagliati...ho chiesto aiuto al mio super visore della didattica aggiuntiva che mi ha consigliato di comprare un bellissimo libro nato per bambini ma utile soprattutto per le mamme e per le insegnanti.Questo libro è intitolato:"Ma che cos'ha?Handicap e disabilità"..è un libro che aiuta i ragazzini curiosi alle prese con la disabilità e che risponde alle loro domande attraverso semplici spiegazioni e brevi storie.

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