Psicopedagogia d.ling. Briganti 2010

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Psicopedagogia d.ling. Briganti 2010

"Stanza di lavoro della classe" Forum didattico a cura di Floriana Briganti - corso di Psicopedagogia dei linguaggi, att. didattica aggiuntiva Suor Orsola Benincasa Napoli


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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 18 Empty Libro tema diversità

    Messaggio  Alessandra_Mormone Mer Gen 26, 2011 6:48 pm

    Il libro che vorrei proporre all'attenzione delle colleghe,credo possa rientrare in questa categoria (quella della diversità), in quanto una delle cause che spinge molte ragazze (e nn solo) al tunnel dell'anoressia, è proprio il sentirsi diversi, diversi dai canoni di bellezza a cui siamo quotidianamente esposti, diversi da quello che vorremmo essere,o crediamo di volere. Il libro in questione è "Briciole. Storia di un'anoressia." di Alessandra Arachi. Questo libro, narra la storia di una ragazza, Sandra,che nel corso dell'adolescenza va incontro all'anoressia,lo fa per dimagrire, all’inizio. Sandra non si piace, pensa di aver le gambe troppo grosse per poter attirare gli sguardi dei ragazzi, e in particolare di Saverio,di cui e’ innamorata. Ma dopo aver perso i primi chili, Sandra non riesce piu’ a fermarsi: l’ago della bilancia, che ogni giorno scende sempre di +, le regala brividi di emozione, la fa sentire sempre piu’ sicura di se’,è qui che inizia il suo incubo!
    A qst proposito riporto l'inizio del libro che racconta del primo vomito di Sandra: "Comincia con tre polpette al sugo questa storia. Tre polpette di carne di vitello vomitate nel bagno di casa con la porta spalancata. 'Anoressia mentale', sarebbe stata la diagnosi psichiatrica. Mio padre non avrebbe mai voluto crederci...”.
    In quarta di copertina l'autrice scrive:
    "E' difficile credere all'anoressia mentale. Chi la osserva da fuori non riesce a concepire che il cibo possa diventare un nemico così, all'improvviso, apparentemente senza motivi. Chi la vive non capisce più come sia possibile per le persone riuscire a mangiare senza pensieri, senza ansia, senza angoscia". Come succede alla protagonista del libro il cibo diventa il nemico numero uno, la fonte di tutti i problemi, e solo rigettandolo poteva risolverli. Cos' oltre al vomito inizia a fare cose assurde, come bere bicchieri di aceto per bruciare i grassi, o 4 ore di corsa al giorno, fino ad arrivare al digiuno.
    Poi l'autrice continua: "Briciole: un'anoressica non concede più di tanto cibo al suo corpo.
    Briciole: un'anoressica non concede più di tanto spazio al mondo esterno.
    Ma succede che anche una briciola di emozione può ribaltare la vita".
    Infatti nel tunnel dell'anoressia non è solo il cibo che si rifiuta, ma anche gli affetti, le emozioni, le persone care. Questa storia però per fortuna si conclude con la guarigione della protagonista che viene scossa improvvisamente da un'emozione che lascia trapelare, dovuta al ricordo del suo amore perduto, ossia la morte di Saverio!!!
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    Messaggio  denise di rubba Mer Gen 26, 2011 6:54 pm

    Osanna Brugnoli è l'autrice del libro dal titolo "IN PEZZI" con il quale racconta la propria storia di ventunenne che agli inizi di una carriera come modella e attrice di fotoromanzi , viene coinvolta in un grave incidente stradale.Osanna subisce una grave lesione midollare e , ricoverata in ospedale, trascorre giorni e giorni tra la vita e la morte, tra la rassegnazione dei parenti e dei medici e la speranza appesa ad un filo. Poi la diagnosi definitiva: Osanna NON POTRA' MAI PIU' CAMMINARE , correre, fare una passeggiata. Dall'essere una giovane ragazza bella, fortunata, intelligente è andata in pezzi! L'infanzia spensierata, le illusioni dell'adolescenza, la vita sentimentale, l'incidente che la travolge nel pieno dei suoi vent'anni , le sofferenze fisiche della degenza ospedaliera e la riabilitazione, il coraggio di lottare contro un dolore al limite della pazzia, lo sconforto di vedere il proprio corpo mutato e mutilato, un corpo e una vita in pezzi. Osanna Brugnoli sceglie l'impegno nello sport per ritrovare la forza e il coraggio di lottare , come via per la rinascita. "In pezzi" vuole essere di aiuto per chi ogni giorno lotta per dare un senso a ogni cosa, per chi vuole ricostruire i pezzi della propria vita, per chi ha problemi di handicap e deve affrontare difficoltà e gli ostacoli che la società ancora oggi presenta alle persone disabili.
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    Renata Perna


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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 18 Empty Film sulla disabilità

    Messaggio  Renata Perna Mer Gen 26, 2011 7:02 pm

    Il film che ho scelto per il tema sulla disabilità è “Amy” un film del 1997.
    Tratta di una bambina di nome Amy che non reagisce ad alcuna sollecitazione a seguito dello shock subito a causa della perdita improvvisa del padre durante un concerto;
    Amy passa gran parte del tempo seduta x terra oscillando avanti e indietro (in atteggiamento autistico).
    La madre non accompagna a scuola la piccola Amy e quindi la vanno a cercare 2assistenti sociali con l’intenzione di affidare la piccola Amy ad un istituto specializzato.
    Così madre e figlia e si rifugiano nella periferia di Melbourne e fanno conoscenza con alcuni vicini di casa.
    Tra questi c’è un ragazzo (Robert) che adora suonare la chitarra.
    Un giorno Robert si accorge che mentre suona Amy canta una breve nota e dopo alcuni tentativi cerca di farsi rispondere in musica.
    Una sera canta di nuovo. La madre la ascolta cantare.
    Attraverso alcune foto del papà riesce progressivamente ad elaborare il lutto con l’aiuto dello psicologo.
    La madre la porta dallo specialista che partendo da test proiettivi la fa parlare di sè e dei suoi problemi.infatti la bambina passa dal suo punto di vista( è convinta che il padre è morto per causa sua) al’accettazione della realtà (il papà cantava sotto una pioggia torrenziale e che è stato colpito da un fulmine).
    In questo modo Amy accetta finalmente la realtà, liberandosi dal senso di colpa che aveva dentro e guarisce completamente.
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    Renata Perna


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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 18 Empty Film sulla disabilità commento

    Messaggio  Renata Perna Mer Gen 26, 2011 7:03 pm

    Nadia Tass, la regista del film Amy ha precedentemente alla regia del film compiuto gli studi d’arte e di psicologia,.
    Nel film,quindi si può individuare una struttura che, parte dalla serata della disgrazia (la morte della rock-star che motiva l’handicap di Amy, nonché la sofferenza sua e della madre), si snoda attraverso i diversi episodi.
    Il film cerca di raccontare il dramma personale e relazionale delle due donne, i tentativi di recuperare l’equilibrio emotivo, le delusioni, le conquiste, le regressioni, fino alla felice conclusione della vicenda.
    Nella conclusione del film viene premiata la fede e la costanza di chi ha creduto nella possibilità che lo shock subito potesse essere superato attraverso flashback.
    Dal punto di vista psicologico la guarigione di Amy segue un classico percorso catarchico. La bambina infatti supera il “conflitto” che l’ha fatta precipitare nel Baratro e comprende la propria estraneità a quanto accaduto.

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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 18 Empty Film sulla diversità

    Messaggio  Renata Perna Mer Gen 26, 2011 7:06 pm

    Il film che ho scelto sulla diversità è “E.T.” del 1982
    Questo personaggio “diverso” può essere letto in 2 atteggiamenti opposti.
    Infatti visto nell’ottica negativa,il “diverso” da noi e dal nostro sistema di vita considerato come qualcosa di estraneo, pericoloso, da allontanare e tenere a bada scaturisce odio, intolleranza, rivalità e razzismo l’extra-terrestre riflette l’idea dell’invasore e del “cattivo” un pericolo cosmico che viene sulla terra per dominare.
    Nell’ottica positiva, il “diverso” si può considerare come un valore di cui avvantaggiarsi e arricchirsi attraverso le conoscenze, senza per questo rinunciare alla propria identità. Questo atteggiamento scaturisce il dialogo e la speranza in un mondo in cui convivono pacificamente culture diverse e i conflitti si risolvono senza ricorso alla violenza, qui l’alieno viene visto come ambasciatore di tutte le minoranze oppresse.
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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 18 Empty libro sulla diversità trama

    Messaggio  Renata Perna Mer Gen 26, 2011 7:09 pm

    Il libro che ho scelto sulla diversità è “i cento passi”.
    La storia si svolge a Cinisi, un paese siciliano come tanti a pochi passi dall’aeroporto,fondamentale per il traffico di droga. Il protagonista Peppino Impastato, ribellatosi al padre mafioso e alla cultura del silenzio.
    Peppino è un bambino sveglio, curioso, intelligente osserva sempre il microuniverso che lo circonda

    Suo padre aspirerebbe per lui al destino di “capo’, ma Peppino si muove sin da piccolo su altre strade, c’è qualcosa che non lo convince, le mezze frasi che evocano conflitti, la fine tragica di persone care, come lo zio Cesare – fatto saltare in aria su un’automobile – e le risposte non date gli pesano addosso come un macigno. Al punto che, dopo aver ascoltato Stefano Venuti in un comizio elettorale ed essere rimasto
    positivamente impressionato dalla capacità di quest’uomo di “fuggire alle regole silenziose dell’omertà”, si recherà a casa sua dove finalmente riceverà risposte alle sue molteplici domande e verrà guidato nel suo sforzo di capire.

    È il ’68, infervono le proteste e Peppino vi patecipa in pieno.
    Peppino organizza dimostrazioni, denuncia le responsabilità della mafia. Fonda un giornale “Idea Socialista” che, con provocatoria irriverenza titola a tutta pagina:“La mafia è una montagna di merda”. La madre di Peppino, terrorizzata dalle possibili ripercussioni sulla famiglia, cerca di comprare tutte le copie del giornale, ma ciò non serve a evitare il feroce scontro fra il ragazzo e il padre e a segnare l’inzio della loro totale e profonda separazione.
    E a nulla serve neanche l’intervento di Giovanni, suo fratello minore, che cerca di riconciliarlo con la famiglia. Per tutta risposta Peppino impone al fratello di camminare per strada per cento passi: tanta è la distanza che intercorre fra la loro casa e quella di Tano Badalamenti, il boss che regna incontrastato su Cinisi. Peppino quei cento passi non li vuole più fare, non vuole cioè più piegarsi al volere dei potenti del luogo, non vuole più subire, accettare, far finta di niente.
    Da quel momento in poi comincia la lunga e quotidiana sfida al silenzio, la denuncia che non conosce mezze misure.
    E con impegno e tenacia riesce ad aprire “Radio Out”, una piccola emittente che ha la forza di scuotere tutta la Sicilia. Dai suoi microfoni tutti i ragazzi del movimento si scatenano e irridono la mafia usando un geniale registro ironico: Cinisi diventa Maffiopoli.
    Peppino inventa Onda Pazza, la trasmissione che manda in frantumi i tabù dell’omertà e distrugge, con la forza del ridicolo, il clima reverenziale che circonda potenti e intoccabili. Ovviamente tutto ciò non piace affatto ai boss locali che incominciano a essere seriamente infastiditi da tali provocazioni. Badalamenti dunque ammonisce Luigi Impastato che, vistosi alle strette, cerca di convincere il figlio a farsi da parte, senza però alcun risultato. Dopo un’ennesima e furente litigata, Peppino se ne va di casa e si sistema in un garage.
    Arriva il ’77, Peppino pressato da frequenti minacce e preoccupato dalle incomprensioni che a volte nascono anche con gli amici, riesce comunque a resistere, cercando forme di impegno sempre più incisive e, alla fine, decide anche di candidarsi alle elezioni comunali. Due giorni prima delle elezioni, mentre si sta recando a casa della madre, Peppino viene seguito da una vettura con a bordo ignoti sicari. Quando l’auto del ragazzo, nel buio della sera, si ferma davanti al passaggio livello abbassato, gli uomini possono agire indisturbati: lo costringono a scendere, lo colpiscono alla nuca con dei grossi massi e, dopo averlo ucciso
    a sassate, lo fanno saltare in aria sui binari della ferrovia con sei chili di tritolo. Peppino Impastato viene ucciso il 9 maggio 1978, lo stesso giorno in cui viene ritrovato a Roma il corpo di Aldo Moro, giustiziato dalle Brigate Rosse.
    La polizia che deve indagare sui fatti, in prima battuta dichiara che si è trattato di un “incidente sul lavoro” e successivamente chiude il caso rubricandolo come “suicidio” e a nulla valgono le proteste degli amici. Quando la madre Felicia apprende la notizia rimane sconvolta, ma al tempo stesso è come se la morte di Peppino riuscisse a darle – per la prima volta – quella forza oppositiva di parola e di gesto che non aveva mai avuto prima. Così quando il cugino americano Antony per consolarla le dice: «Peppino, sangue pazzo, ma in fondo era uno di noi», la donna risponde «No, non era uno di voi e io non voglio vendette
    », quindi si alza incuriosita da un vociare sommesso che proviene dalla strada e quando dalla finestra vede un grande corteo di persone che sfilano e bandiere rosse che sventolano, abbozza un leggero sorriso e conclude: «Loro non se lo sono scordato a Peppino».
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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 18 Empty libro sulla diversità

    Messaggio  Renata Perna Mer Gen 26, 2011 7:10 pm

    I cento passi è un libro che descrive efficacemente il trauma della diversità e la tragedia dell’incomunicabilità. Il trauma della diversità è reso attraverso la figura del giovane ribelle e scaturisce dal processo di esclusione ed emarginazione che colpisce chi, come Peppino, si sente o viene definito “diverso” e per questo viene escluso.
    Ed è questo il destino di quel Peppino che non vuole compiere i cento passi che separano la sua abitazione da quella del boss, che non vuole trasformare la contiguità in complicità, che non vuole firmare un “contratto sociale” basato sulla connivenza, sul silenzio e sull’omertà, che con orgoglio si sottrae dalle regole del gioco che per tutto ciò si trova ad essere sempre più isolato, risucchiato in una spirale di solitudine che lo separa dal resto del mondo.
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    Messaggio  AngelaMolinari Mer Gen 26, 2011 7:21 pm

    MI CHIAMO SAM

    Credo che più o meno tutti abbiano visto questo film, in ogni caso riassumo molto brevemente la trama.
    E’ la storia di Sam, un ragazzo semi – autistico il cui unico amore ed orgoglio è la figlia Lucy, di sette anni. Quando le autorità minacciano di portargliela via per affidarla ad una famiglia "normale", Sam farà di tutto per tenerla con sè. Un'avvocatessa di straordinaria bravura si prenderà a cuore il caso di Sam e lo affiancherà nella sua battaglia.
    Le tematiche trattate in questo film sono molto delicate e complesse, e ruotano attorno alla domanda: "Può bastare l'amore di un padre mentalmente ritardato, per allevare con cura una bambina?".
    Beh! Il film non dà una risposta certa, ma in un certo modo sembra indicarci la via possibile…. Anche in questo caso, a mio parere, il regista è stato straordinariamente intelligente, in quanto il tema è molto complesso ed è anche non molto “reale”, nel senso che, per quanto io ne sappia, non si è mai verificato un caso del genere in questi anni! Per questo motivo credo che siano migliaia le opinioni della gente a riguardo, tutte diverse tra loro!
    Io ad esempio credo che per quanto questo film mi abbia fatto piangere, mi abbia intenerito e abbia in molti casi pensato che fosse stato più giusto lasciare Lucy con il padre, con il senno di poi e soprattutto a mente lucida ho pensato che nella realtà questa forse non sarebbe stata la soluzione che avrei adottato!
    Probabilmente anche io da insegnante mi sarei preoccupata dell’avvenire della bambina. Quindi ritengo che una possibile soluzione sia proprio quella propostaci dal regista del film: affidare Lucy ad una nuova famiglia nella quale però debba essere incluso Sam!
    Così facendo, la bambina avrà la possibilità di crescere nel modo più “naturale” possibile e sicuramente non si porterà dentro quel vuoto incolmabile ( formatosi con l’allontanamento dal padre) che avrebbe cercato di riempire per tutta la vita! D’altro canto Sam non vedrà frantumarsi il suo sogno di padre ed avrà l’opportunità di prendersi cura di sua figlia!
    Un'altra riflessione che vorrei condividere con voi riguarda il fatto che nella nostra società si vada incontro ad una continua ricerca di un prototipo, di una figura da imitare nella vita; questo è secondo me riconducibile al fatto che la nostra società ha “paura” del diverso, e soprattutto ha paura di essere diverso non necessariamente riferito ad una persona affetta da menomazione fisica o psichica, ma che si distingue dagli altri per le sue caratteristiche.
    Su ciò mi ha fatto riflettere una particolare scena del film, nella quale l’avvocato dell’accusa chiede a Sam “a chi si rifà come modello…a chi vorrebbe assomigliare come padre nel suo rapporto con Lucy…. ?!” Con questo probabilmente ci sta dicendo che non si può essere ciò che si è ma bisogna imitare qualcuno per essere qualcosa....!!
    Da qui la frase che mi ha portato a tutto questo discorso pronunciata da Sam: “IO VOGLIO ASSOMIGLIARE A ME STESSO COME PADRE”!
    Credo a questo punto che non abbia bisogno di commentare ulteriormente e vi lascio con la scena del film da me su esposta!



    Ultima modifica di AngelaMolinari il Gio Gen 27, 2011 8:18 am - modificato 1 volta.
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    leandra mellino


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    Messaggio  leandra mellino Mer Gen 26, 2011 7:27 pm

    tema disabilità: film "le chiavi di casa"

    Le chiavi di casa rappresentano emblematicamente il momento di passaggio dalla fanciullezza all'adolescenza. Quel momento in cui i genitori consegnando le chiavi ai propri figli ritengono che questi abbiano raggiunto un grado di autonomia e maturità sufficiente. Se l'intento di Gianni Amelio era quello di illustrare questo passaggio trasferendolo su un ragazzo handicappato che aspira ad un grado minimo di autonomia dagli altri nella vita di tutti i giorni, dobbiamo dire che questo è stato realizzato pienamente.
    Nel raccontare la storia di Paolo (Andrea Rossi) un ragazzo handicappato che viene accompagnato dal padre Gianni (Kim Rossi Stuart) in Germania per delle visite mediche, Amelio realizza un film che non indugia mai nella compassione ma anzi si ispira ad un crudo realismo dal quale, giustamente non prescinde.Ritengo che l'operazione sia perfettamente riuscita e corretta perché aiuta lo spettatore ad avvicinarsi ai protagonisti e soprattutto ci fa calare nel tenero affetto di Gianni verso un figlio che per quattordici anni aveva rifiutato anche solo di vedere. Ci permette di calarci nella psicologia di un ragazzo che pur camminando con un bastone ama lo sport, tifa per la Lazio, deve andare a giocare a calcetto, deve tornare a casa perché deve "spicciare le faccende".
    Il film ha il merito di raccontare la difficoltà di vivere e di svelare un dramma che solo pochi conoscono. Amelio mantiene su uno stesso piano l'umorismo e il dolore, senza tralasciare l'angoscia e la disperazione: "la sera guardo negli occhi mia figlia e dentro di me penso: perché non muori?" è questa frase atroce della Rampling che, insieme al pianto infantile e liberatorio di Rossi Stuart nel finale, riassume il senso di "Le chiavi di casa".
    Un raffinatissimo affresco di sentimenti.
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    Messaggio  idadragone87 Mer Gen 26, 2011 7:30 pm

    Il film che ho scelto riguardante il tema della diversità è il colore viola di Steven Spielberg anno 1985. L'ho visto per la prima volta un pò di tempo fa e l'ho trovato opportuno alla tematica sulla diversità perchè tratta della vita di un adoloscente di colore Celia, interpretata dalla grande Whoopi Goldber, viene violentata da quello che ritiene sia suo padre e dà alla luce due figli che le vengono portati via. L'uomo la cede in sposa ad Albert, un vedovo con quattro bambini, di colore anche lui, uomo violento e manesco. A Celia non resta che l'affetto per Nettie, la sorella minore, che un giorno si presenta a casa sua in cerca di ospitalità e aiuto. Ma Celia non è che una schiava, disprezzata e maltrattata dal marito e Nettie sarà costretta ad abbandonare a non vivere più con la sorella perchè rifiutatasi delle avances del "marito" di Celia. Nello sfondo di tutta la storia si evince sempre una forte discriminazione innanzitutto fra l'uomo e la donna, poichè l'uomo in casa è il padrone,libero di vivere la propria vita,di andare anche alla ricerca di altre donne/amanti, un matrimonio non nato dall'amore ma bensì da un accordo tra due uomini,padre e futuro marito.Un'altra tematica forte è la diversità, differenza tra le persone di colore e i bianchi,tra ricchi e poveri, infatti è presente nel film una scena molto forte di una donna che si differenza dalle altre poichè ha il coraggio di ribellarsi agli uomini,e non solo, ma lo fa erroneamente poichè ha la tenacia di tirare un pugno giusto alla moglie del sindaco tra l'altro bianco,e questo le costerà tanti anni di carcere e di violenza. Anche se arriverà la fine della prigione,questa donna non sarà libera poichè diventerà la serva della moglie del sindaco.Il film si concluderà con una grande prova di coraggio da parte di Celia di abbandonare lo pseudo marito, il quale rimarrà solo per tutto il resto della sua vita, e finalmente le due sorelle separate da piccole si ritroveranno di nuovo insieme da grandi. Un film forte ma che ci da l'esempio di grandi donne stanche di essere succube di tanti malatrattamenti e differenze, poichè anch'esse hanno il diritto di vivere liberamente la propria vita.
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    Messaggio  mariarosaria mazzariello Mer Gen 26, 2011 7:49 pm

    Il film "ROSSO COME IL CIELO" di Cristiano Bortone è un dramma del 2005.E' ambientato in una Italia,quando l'istruzione delle persone con disabilità era affidata alle "scuole speciali" che separavano il percorso educativo dei bambini disabili da quello degli altri.Esso si ispira alle vicende realmente accadute ad un bambino di nome Mirco Mencacci.
    Mirco, nel 1970,all'età di otto anni,ebbe un incidente che lo fece diventare cieco e fu costretto a frequentare una scuola speciale per ciechi,dove scopri la passione e il talento per la musica e la realizzazione dei suoni.In questo istituto Mirco si sente perso.Ma,un giorno,trova un vecchio registratore a bobine e scopre che,tagliando e riattaccando il nastro,riesce a raccontare delle storie fatte solo di suoni e rumori.Quando i maestri scoprono il suo hobby cercano di impedirglielo in ogni modo.Mirco continua segretamente il suo hobby e comincia a coinvolgere,uno ad uno,gli altri bambini facendo loro scoprire i loro sogni e la loro creatività.Nel tempo Mirco è diventato uno dei più grandi montatori cinematografici audio italiani.
    Il film è commovente,emozionante e riesce ad intenerire lo spettatore,ma denuncia anche la crudeltà di un sistema che considerava i ciechi persone non abili ad avere una vita al pari degli altri.La storia racconta la disabilità,sottolineandone la potenzialità.
    Secondo me,è una tenerissima favola sui non vedenti che dimostra come l'handicap fisico possa diventare una diversa abilità.
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    Beatrice Palmieri


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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 18 Empty Re: PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME)

    Messaggio  Beatrice Palmieri Mer Gen 26, 2011 7:56 pm

    Il film che ho scelto è “THE ELEPHANT MAN”

    Il film si apre con la scoperta del deformato John Merrick da parte del Dottor Frederick Treves durante uno spettacolo di strada gestito dal malvivente Bytes.
    Merrick è affetto da numerose patologie e deformato nell'aspetto fino alla mostruosità , per questo è tenuto in cattività ed esposto nelle fiere come fenomeno da baraccone: il cranio deforme, le escrescenze tumorali, la voce ridotta quasi ad un grugnito, procurano a Merrick il triste soprannome di "uomo elefante".
    Per non essere deriso indossa perennemente un cappuccio, in modo tale da coprire in parte le deformità del viso; viene esposto in una gabbia per le sue deformità, è uno scherzo di natura che attira il pubblico, è picchiato a sangue quando non esegue gli ordini, è umiliato e deriso.
    è ridotto in condizioni insopportabili per qualunque essere vivente.
    Bytes si ritiene il proprietario di Merrick, tanto da essere pagato per cederlo per scopi medici al Dr. Treves. Merrick appena fa ritorno dal suo "proprietario" viene da lui picchiato violentemente in stato di ebrezza, Treves giunge in aiuto del povero uomo e lo porta con sé in ospedale per tenerlo in cura e se possibile aiutarlo. Ma la realtà è celata dal velo della falsa pietà, e ancora una volta si rivela crudele verso il protagonista: gli intenti di Treves non sono affatto migliori dei suoi precedenti padroni.
    La condizione dell'uomo elefante è mutata da animale da circo ad animale da laboratorio, accolto nella clinica per essere studiato.
    Cambiano i mezzi ma non il fine: Merrick viene sfruttato una volta di più da qualcuno che cerca di guadagnarsi fama e gloria a sue spese.
    Arrivati in ospedale, si nota l'atmosfera discriminante nei confronti di Merrick, il quale deve essere messo in una stanza di quarantena per non essere cacciato; qui viene seguito dalla capo-infermiera, Madre Shead. Treves durante il primo giorno parla col direttore dell'ospedale, Mr. Carr Gomm, il quale gli ricorda di non potere tenere sotto osservazione persone incurabili.
    Per dimostrare che l'uomo deforme non è completamente ritardato oltre che deforme, Treves insegna alcune parole a Merrick da dire all'arrivo del direttore, contrariamente a quanto previsto, l'uomo rimane muto e il direttore va via, inaspettatamente Merrick pronuncia ad alta voce il 23esimo Salmo della Bibbia facendo tornare indietro il direttore.
    Col passare dei giorni, si viene a scoprire il carattere sensibile e sofisticato di Merrick, il quale nasconde ciò per non essere maltrattato ancora di più da Bytes. Il caso di The Elephant Man giunge alla corte della Regina Vittoria la quale apre un fondo monetario per permettere di dare adeguate cure all'uomo.
    Treves rimane come affascinato dall'uomo, e lo porta in visita a casa sua e gli fa conoscere la sua consorte, Anne Treves. Merrick rivela alla signora Treves il suo più prezioso oggetto di valore, una foto di sua madre, dopo ciò parla della madre e di come sia cambiata sporadicamente la sua vita negli ultimi tempi, la signora Treves si commuove sino a piangere.
    Dopo questi episodi, Merrick viene contattato dalla nota attrice teatrale Miss Kendall, la quale desidera fortemente fare la sua conoscenza, durante l'incontro dei due, Miss Kendall dona un suo autoritratto e l'opera di Romeo e Giulietta. La visita dell'attrice fa eco in tutto il paese e, molto nobili vogliono conoscere Merrick. Un guardiano dell'ospedale, inizia segretamente a fare visitare da prostitute e alcolizzati la stanza del "mostro". Una notte, anche Bytes entra per vedere la sua ex proprietà dopodiché lo rapisce fuggendo nell'Europa continentale, dopo lo esibisce in circhi fiere. L'andare avanti dei maltrattamenti rende Merrick senza animo e carattere, tanto da diventare inservibile. Bytes infuriato rinchiude Merrick in una gabbia n l'intenzione di farlo morire; questo non accadde perché i compagni di pena della fiera, un gigante e un gruppo di nani lo aiutano a fuggire, gli procurano dei vestiti e del danaro per poi imbarcarlo sul primo piroscafo diretto a Londra. Arrivato nella capitale inglese, si incappuccia come sua abitudine, un gruppo
    di ragazzini si accorgono delle deformità dell'uomo e iniziano a corrergli dietro, Merrick durante la fuga colpisce accidentalmente una infante, suscitando l'ira dei presenti e il loro conseguente sfogo. L'uomo riesce a nascondersi in un vicolo abbandonato, dove stremato e offeso moralmente da tali azioni, si sfoga urlando, dopodiché sviene.
    Nel frattempo, Treves scopre lo spregevole traffico di personalità del sobborgo gestito dal guardiano e il rapimento di Merrick da parte di Bytes, queste scoperte sconvolgono Treves.
    Mentre Treves inizia le ricerche di Merrick, eccolo arrivare scortato da Scotland Yard. John viene subito ricoverato in ospedale, anche i dottori hanno capito che è prossimo alla morte.
    La sera, Merrick viene invitato dalla signora Kendall ad un opera al teatro, dove viene accolto calorosamente dal pubblico presente. Finito lo spettacolo e tornato in ospedale, Merrick ringrazia Trever per tutto ciò che ha fatto per lui, chiamandolo più volte "amico".
    Finita la conversazione con Treves, Merrick si sdraia supino sul letto, togliendo tutti i cuscini da sostegno per la massa abnorme del capo. Così facendo, Merrick sa che tale posizione gli provocherà la morte (le dimensioni fuori norma della sua testa gli impongono di dormire seduto) per soffocamento, oramai deciso di ciò che fa, muore nella serenità e nella pace che ha sempre desiderato e mai avuto.
    Nell'ultima scena si intravede la madre di Merrick accoglierlo in Paradiso.
    IO NON SONO UN'ELEFANTE!IO SONO UN ESSERE UMANO!IO SONO UN UOMO!"
    Queste sono le parole con le quali il protagonista lacera l'anima dello spettatore in uno dei momenti più intensi e drammatici del racconto. Ho avuto modo di vedere questo magnifico film durante un corso universitario.
    Non sapevo di cosa si trattasse esattamente appena comincia a vedere il film, né cosa aspettarmi.
    All’inizio c'era solo uno strano titolo e una locandina in bianco e nero. Ne rimasi folgorata.
    Terminato il film ero senza fiato per quella storia così umana, così toccante, così tristemente vera.
    Già, perché tra le tante cose, non sapevo nemmeno che ciò che è raccontato splendidamente non è frutto della fantasia di qualche -sia pur dotato- sceneggiatore.
    Non è un espediente narrativo tratto da qualche romanzo per trasmettere questo o quel messaggio,niente di tutto questo.
    Questa storia è realmente accaduta.
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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 18 Empty Re: PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME)

    Messaggio  Elena Iacomino Mer Gen 26, 2011 8:11 pm


    Il film che ho scelto per la discussione d'esame è : Oasis


    Il film Oasis è una bella-normale storia d'amore tra due ragazzi. Hong Jong-du e Han Gong-ju sono i protagonisti: un giovane emarginato e una tetraplegica. Lui non riesce ad adattarsi alle regole della società, vive nella solitudine, nell'emarginazione; lei è tetraplegica, conduce una vita di solitudine, praticamente abbandonata dalla famiglia in un misero appartamento. Entrambi privi di visibilità umana e sociale e di qualsiasi possibilità di rivendicazione. S'incontrano, si amano: Gong-ju fa sentire adulto e responsabile il ragazzo; finalmente vista come una donna, lui restituisce la femminilità e la vita rubata alla ragazza, che troverà motivazioni per vivere nell'attesa del suo ritorno...
    I diversamente, o ugualmente, abili hanno gli stessi diritti degli altri (compatibilmente al loro deficit psichico, fisico o sensoriale) e quindi anche di amare e fare l'amore! Ai ragazzi diversamente abili va insegnato l'importanza delle tenerezze, delle carezze, dei baci.
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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 18 Empty Tema diversità-film

    Messaggio  teresa caruso Mer Gen 26, 2011 8:23 pm

    Il film che io consiglio di vedere è "Forrest Gump", che parla dell'intensa vita di un uomo con uno sviluppo cognitivo inferiore alla norma. Forrest è scientificamente meno intelligente degli altri, eppure conduce una vita migliore rispetto agli altri,suoi amici inclusi.Diventa campione di football, si laurea, si arruola, combatte in Vietnam, riceve la medaglia d'onore, conosce presidenti, diventa miliardario, ma soprattutto nella sua vita non fa mai niente di male. Solo qualcosa d’inappropriato, ogni tanto. Il messaggio finale ci dice che non importa essere intelligenti, basta agire nel bene. Una cosa che colpisce è come lui riesca a fare tutto questo grazie alla sua spontaneità; paradossalmente infatti se avesse pensato come una persona normale non avrebbe, forse, realizzato nulla di straordinario. Si ha anche l'impressione che Forrest in realtà sappia esattamente ciò che succede intorno a lui, ma che il suo cervello lo registri come superfluo; vediamo, nel corso del film, che per lui contano solo due cose: Jenny, e mantenere le promesse. Un altro messaggio di "Forrest Gump"è che dall'intelligenza non deriva conseguentemente saggezza. La stoltezza di Forrest mette in risalto un instupidimento collettivo di fondo sicché egli stesso diviene competitivo ed adatto con l'ambiente: la madre che lo battezza con il nome di un leader razzista, il college che lo laurea in quanto eccelle nel football, il sergente istruttore che lo considera pienamente conforme con la dottrina militare, la moltitudine di persone che lo segue durante la corsa per l'America ritenendolo una guida spirituale.
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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 18 Empty Libro sulla disabilità

    Messaggio  Renata Perna Mer Gen 26, 2011 8:29 pm

    "In pezzi" romanzo autobiografico di Osanna Brugnoli con il quale racconta la propria storia di ventunenne bella, fortunata, intelligente che agli inizi di una carriera come modella e attrice di fotoromanzi viene coinvolta in un grave incidente stradale. Osanna subisce una grave lesione midollare e, ricoverata in ospedale, è tra la vita e la morte. Poi la diagnosi definitiva: Osanna non potrà mai più camminare, correre, fare una passeggiata in bicicletta, si potrà muovere solo tramite la sedia a rotelle.
    l'incidente che la travolge in pieno, le sofferenze fisiche della degenza ospedaliera e della riabilitazione, il coraggio di lottare contro un dolore al limite della pazzia, lo sconforto del vedere il proprio corpo mutato e mutilato, un corpo e una vita in pezzi. Ma i pezzi si possono ricomporre e la vita può continuare ad avere un significato. Il tutto viene raccontato attraverso una attenta descrizione del dettaglio, anche il dolore è descritto con lucidità,dignità e consapevolezza.
    Osanna Brugnoli sceglie l'impegno nello sport per ritrovare la forza e il coraggio di lottare, come via per la rinascita. si dedica alla scherma e al tennis da tavolo in una crescente carriera sportiva che la porta a vincere due ori paralimpici nel fioretto e nel tennis-tavolo e altri titoli mondiali
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    Messaggio  giovannafrondella Mer Gen 26, 2011 8:46 pm

    Il film che ho scelto è tratto dalla storia vera di Temple Grandin,una donna americana con due lauree in Psicologia e in Zoologia,un master in Scienze Animali che si è impegnata tenacemente nel movimento a tutela degli animali e delle persone autistiche come lei. Il racconto della sua vita parte della sua prima diagnosi,quando a 4 anni,non parlava ancora e i medici erano convinti che non ci sarebbe mai riuscita.Ma Temple ed il suo handicap non si lasciano mettere in un angolo dagli ostacoli sociali,e dai preconcetti.
    Passa ore ad osservare gli animali,e un giorno mentre osservava il veterinario che stava visitando le mucche,si rese conto che quest'ultime diventavano mansuete dentro la gabbia di contenimento...da lì intuì che uno strumento simile avrebbe potuto calmare anche lei nei suoi continui attacchi d'ansia...
    Così con due assi di compensato che si stringevano dolcemente ai due lati di una panca,realizzò "la macchina degli abbracci" Che funzionò a meraviglia!E Temple giovane autistica capì di avere una speciale affinità con gli animali.
    Da sola riesce a rivoluzionare l'industria del bestiame,convincendo gli allevatori ad un comportamento che escluda mezzi brutali nei confronti degli animali che,anche se destinati al macello,non devono subire la tortura della paura che precede la morte.
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    DI LEONE ILARIA


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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 18 Empty Tema- film disabilità

    Messaggio  DI LEONE ILARIA Mer Gen 26, 2011 8:50 pm

    Ho avuto l'opportunità di guardare il film "the kid brother" durante un corso di formazione avvenuto prima che io iniziassi a lavorare in un centro per disabili. Il protagonista è un ragazzo intelligente e vivace privo di arti inferiori dalla nascita,infatti per poter migliorare la sua mobilità gli sono state amputate le gambe fino all'anca,tutto ciò dovuto alla sua grave disabilità l'agnesia-sacrale. K.si è sempre rifiutato di utilizzare protesi,preferendo invece camminare aiutandosi con le mani o usare uno skateboard con il quale andare alla scoperta del mondo circostante. Il film parla dei suoi sentimenti e del rapporto che ha con la famiglia,soprattutto con la sorella "normale"per cui lui nutre un rapporto complesso di odio-amore-gelosia. Anche con i genitori ha spesso degli scontri,forse dovuti al loro desiderio di vedere delle "gambe nuove"per il proprio figlio, ma k. lotta per nn rinunciare alle sue abilità di movimento,che ormai assume anche a costo che il suo handicap risulti così visibile. Ammiro il suo coraggio perchè ha preferito sfidare la vita,magari nn guardandola dall'alto ma dal profondo del suo cuore. Tutto ciò ci insegna a goderci ciò che abbiamo in ogni momento.
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    Messaggio  Mercogliano Veronica Mer Gen 26, 2011 8:54 pm

    Vorrei dare un ultimo contributo alla mia "riflessione" sul tema della disabilità ponendo uno sguardo più attento alle dinamiche dei diritti internazionali, che ho poco argomentato ma che ritengo non debbano mai essere violati.
    La Dichiarazione dell'ONU recita: "Il bambino che si trova in situazione di minorazione fisica, mentale o sociale, ha diritto di ricevere il trattamento, l'educazione e le cure speciali di cui ha bisogno per il suo stato o la sua condizione". Nel 1993 la Conferenza Mondiale sui diritti umani dell'ONU precisa che: "Tutti i diritti umani e le libertà fondamentali sono universali e includono senza riserve le persone disabili".
    Le regole standard per il raggiungimento delle pari opportunità per i disabili ricordano come "l'ignoranza, la negligenza, la superstizione e la paura sono fattori sociali che, attraverso tutta la storia della disabilità, hanno isolato le persone diversamente abili ed hanno ritardato la loro evoluzione". La Convenzione ONU sui Diritti delle persone con disabilità rappresenta un importante cambiamento nell'approccio alla disabilità stessa in quanto ha superato l'approccio focalizzato unicamente sul deficit della persona diversabile per approdare ad un nuovo modello: il "modello sociale della disabilità". Quest’ultimo introduce i principi di non discriminazione, di pari opportunità, d’autonomia e d’ indipendenza con l'obiettivo di conseguire la piena inclusine sociale, mediante il coinvolgimento delle stesse persone con disabilità e delle loro famiglie. Quest’ultime rappresentano un importante supporto lungo la via dello sviluppo di quelle capacità che consentono alla persona di guardarsi con occhi diversi, mettendo a fuoco non più i propri limiti ma le proprie abilità. Inoltre, viene sottolineata l'importanza del contesto in quanto è una risorsa potenziale che, se ricca di opportunità, consente alla persona diversabile di raggiungere importanti livelli di realizzazione e di autonomia.
    È importante che non ci dimentichiamo mai che, diversi o no, siamo tutti delle persone con un cuore e una storia di vita irripetibile. È importante che si faccia attenzione all’uso del linguaggio, verbale e non verbale, per non urtare la sensibilità di nessuno. Ed è importante che, insieme, si ri-costruisca una società con alla base solidi valori di solidarietà, condivisione e socializzazione, i quali rappresentano l’unica strada per il raggiungimento dell’integrazione.

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    Messaggio  filomena talente Mer Gen 26, 2011 8:58 pm

    Il film di cui vorrei parlare è: 50 volte il primo baci!
    Questo film mi è particolarmente piaciuto...Tratta di una ragazza, di nome Lucy, "malata" di amnesia, che il giorno del suo incidente auomobilistico, dal quale scaturisce la malattia, mette stop alla videocassetta della sua vita e di come ogni mattina riaziona il rewind, ripetendo pari passo quel 13 ottobre...giorno del compleanno padre, in cui lei va a prendere un caffè in un locale di proprietà di un'amica della mamma.In questo locale incontra Henry Roth che, una volta scoperta la malattia, ogni giorno cerca, con modi e strategie diverse, di conquistarla.....e dopo vari sotterfugi, ci riesce!
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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 18 Empty Film sulla diversità: Il miglio verde

    Messaggio  alessandra.golia Mer Gen 26, 2011 8:58 pm

    Il film ha inizio in una casa di cura per anziani, dove un paziente sofferente di incubi ricorrenti durante la proiezione di un film scoppia a piangere travolto da una serie di ricordi impossibili da arginare, e che ci permetteranno di ripercorrere una parte della sua vita durante la quale ebbe la fortuna e la sfortuna di assistere ad eventi incredibili.
    Il pensiero torna al 1935, Paul Edgecombe (Tom Hanks), questo il nome dell’uomo, lavora nel penitenziario di Cold Mountain ed esattamente nel braccio della morte dove i detenuti in attesa di essere giustiziati passano i loro ultimi giorni, prima di percorrere il famigerato Miglio verde, il corridoio che li porterà verso la sedia elettrica.
    Nel tran tran quotidiano del braccio con tutti i suoi piccoli e grandi problemi, che d’altronde Paul risolve sempre in maniera impeccabile, un bel giorno piomba un gigantesco uomo di colore, John Coffey (Michel Clarke Duncan), accusato di aver ucciso due sorelline, che oltre ad avere un’aria incredibilmente innocua rispetto alle sue fattezze, instilla in Paul un dubbio riguardo la sua colpevolezza.
    La cosa incredibile e che ben presto John Coffey trasformerà la tranquilla vita di Paul e dei suoi colleghi in un’incredibile avventura, quando si scoprirà che non solo l’uomo è innocente e dotato di una spiccata sensibilità che lo rende simile ad un bambino, ma possiede anche il taumaturgico potere di guarire e ridare la vita.
    del film vorrei qui evidenziare che secondo me i temi trattati sono molteplici: in primis una dura presa di posizione contro la pena di morte che non risolve i problemi e che spesse volte è ed è stata adottata in casi che sembravano inoppugnabili e che invece hanno evidenziato quanto sia fallace la giustizia umana; quindi un giudizio negativo sui pregiudizi che sempre ci conducono a conclusioni sbagliate (il colpevole, secondo i più, è l'uomo nero, grosso, imponente, un pò tocco che non può non aver commesso il crimine ... cosa è cambiato in questi ultimi anni sui "diversi" da noi??). La positività della "umanità" del carceriere Tom, poi, fa riflettere su come correttezza, fermezza non disgiunte da una certa pietas anche nei confronti di chi certo ha sbagliato, ma che sempre uomo rimane, mi sprona alla emulazione nella mia vita di tutti i giorni per evitare che, anche in condizioni ambientali difficili, come può essere un carcere o peggio il braccio della morte, la nostra presunta superiorità nei confronti di chi ci è vicino possa abbruttirci come quel secondino che nella trasfigurazione poetica del film perde il senno, quasi a significare che tali comportamenti sono così al di fuori delle caratteristiche proprie dell'uomo che solo la pazzia può giustificare.
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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 18 Empty Libro sulla diversità - Notre-Dame de Paris

    Messaggio  teresa caruso Mer Gen 26, 2011 9:18 pm

    Notre-Dame de Paris" è uno dei romanzi più famosi di Victor Hugo.
    Il romanzo presenta tre protagonisti principali, le cui vite sono legate fra loro dalla sola fatalità che possiede i loro destini: un arcidiacono fanatico e integralista, una graziosa zingarella, gaia e spensierata e il giovane campanaro deforme di Notre-Dame. Attorno ad essi ruotano altri personaggi minori, che però giocano un ruolo fondamentale per l'esito della vicenda e comunque sono tutti ben caratterizzati e presenti fin dalle prime pagine; fra questi: il mediocre e aspirante artista intellettuale Gringoire, che l'autore si diverte a demolire fin dalle prime pagine, il viziato e incosciente Giovanni Frollo, fratello dell'arcidiacono, la reclusa e penitente della Torre d'Orlando, e, infine la paltoneria e le comari.
    Il romanzo ha inizio con una data: 6 Gennaio 1482, che segna l'inizio del tempo del racconto: la festa dei matti. Nel centro della vecchia Parigi, il popolino si preparava ad eleggere "il papa dei matti": per un solo giorno, la faccia più brutta di Parigi sarebbe diventata il re della folla. A questo punto fanno il loro ingresso i protagonisti; paltonieri, storpi e mendicanti si ammassavano per inventare la smorfia più brutta, ma, nel 1482, fu la faccia di Quasimodo, che non era affatto una smorfia, a diventare la faccia de "papa dei matti" e mentre tutti acclamavano il nuovo re, l'attenzione venne distolta dalla musica di un tamburello e dalla danza di una giovane zingarella in compagnia della sua capretta. A partire da questo momento ha inizio la vicenda, che avrà come sue vittime predestinate Quasimodo ed Esmeralda, che interpretano il bene. Ed è appunto sul rapporto tra il bene e il male che si concentra il fitto intreccio fra i personaggi: il male viene descritto in modo consapevole e inconsapevole dai diversi punti di vista dei personaggi; la storia si svela pian piano, ed è solo verso la fine del romanzo che tutto si compone in modo chiarissimo.
    I significati contenuti in questo libro sono molteplici,primo fra tutti la diversita':il diverso e' considerato inferiore e va eliminato per paura di contagio. Secondo la finta bonta':Frollo cerchera' sempre di farsi vedere da Quasimodo come il suo salvatore, come l'unica persona capace di guardare oltre il suo aspetto fisico. Il vero mostro e' Frollo. Molto importante è la forza dell'amore e dall'amicizia. Questi valori sono piu' forti dell'aspetto fisico. Chiunque sappia amare è da amare, a dispetto del fisico o stato sociale. Nel cartone della Disney che riprende il libro di Hugo, questo tema viene rafforzato. Quasimodo trova l`amore, una bellissima circense.Non e' un caso che sia bellissima esteticamente. Quasimodo e' bellissimo perchè ha un'anima bellissima che vale di più di un corpo bellissimo.

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    Costanzo Rosaria


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    Messaggio  Costanzo Rosaria Mer Gen 26, 2011 9:39 pm

    D: tema disabilità FILM.
    Tra tanti film che trattano la disabilità ne ho scelto due in particolare in quanto sono quelli che mi hanno colpita di più e cioè : LA FIAMMA SUL GHIACCIO DI RAUL BOVA e PROFUMO DI DONNA DI MARTIN BREST.La mia scelta riguardo a questi due film non è stata diretta e neanche casuale, nel senso che non ho mai visto prima che mi venisse richiesto un film che trattasse di questo tema, quindi nel momento in cui ho dovuto svolgere questo quesito assegnatomi, mi sono messa in internet e ho cercato dei film sulla disabilità e tra i tanti mi sono soffermata su quelli che ho sopracitato. Entrambi sono dei film bellissimi e affascinanti.Per quanto riguarda la fiamma sul ghiaccio questo film racconta di una barbona (Caterina), che incontra un professore di matematica (Fabrizio) e se ne innamora. Fabrizio e Caterina vivono ai margini della società, lui matematico affetto da gravi turbe psichiche che gli impediscono di relazionarsi col prossimo, ovvero la sindrome di Asperger, lei vittima disaadattata di attacchi di schizofrenia ( a causa di abusi sessuali da parte del padre) finita sulla strada a mendicare dopo un'infanzia traumatica.Si incontrano per caso e per un attimo trovano la possibilità di superare una solitudine senza scampo: quella della malattia mentale.Un incontro fortuito tra i due farà scoccare la scintilla nel cuore di Caterina, che si getterà con tutte le proprie forze in una disperata rincorsa verso tutto ciò che le rimane : un amore apparentemente impossibile.Una relazione farmacologica, frutto di un incontro ad una visita medica per la prescrizione di ricette. Lei, sbandata che ha subito un trauma da stupro e deve ricorrere ad iniezioni per calmarsi. Lui, responsabile dell'incidente stradale in cui sono morti i genitori e sotto cura, in quanto affetto dal morbo di Asperger(una forma di autismo e le persone affette da questa malattia, in genere si comportano in modo inopportuno in contesti sociali, spesso egocentrici ed ipersensibili, mancano di buon senso ma sono in grado di avere idee originali, hanno un vocabolario molto esteso ma tendono ad essere pedanti, hanno interessi circoscritti e la loro intelligenza è al di sopra della norma).Dunque è una storia intensa di un romantico incontro tra due persone costrette ad una forzata solitudine e portate per un attimo ad unirsi in una stretta che come tra una fiamma e il ghiaccio forse non potrà durare.Tra i due c'è una passione totale e folle, tale che l'una trova pace solo alla presenza dell'altro infatti secondo il regista l'amore è malattia mentale.Dunque lo segue, tenta in ogni modo di conquistarlo, ma l'uomo è anaffettivo, turbato da questa sindrome che lo rende incapace di provare sentimenti. Allora,lei riesce a convincerlo a rinunciare alle medicine e ad andare in pellegrinaggio fino ad un santuario per chiedere la grazia.Il miracolo non si compie, ma i due riescono finalmente a parlare, a fare l'amore. L'uomo ripiomba in una crisi terribile e violenta e quando viene nuovamente sedato,non ricorda neanche più chi fosse la donna.uUna crisi che induce anche Caterina ad una fuga disperata.







    La scena più bella di questo film che mi ha colpita è stata quella in cui lei cerca di avvicinarsi a lui e lui le dice queste parole: "Si sta avvicinando troppo è a meno di 20 centimetri e adesso meno di 5 centimetri per favore mi rende molto agitato per favore, perchè è la dimostrazione che lui si sente diverso e ha paura di farsi amare, cosa che solitamente si riscontra, mentre lei invece nonostante quello che ha subito ha trovato la forza di riemergere, di rialzarsi ma soprattutto di amare.Per quanto riguarda invece le frasi più belle che mi hanno emozionata tanto sono state:"Amo già te, sei la cosa più bella che ho visto in tutta la mia vita lo sai", "anche se non mi vuoi sempre ti vengo a cercare, seduto dietro ai neon, in bilico sui campanili", "tutti hanno bisogno di qualcuno sa se no muoiono, se no spariscono".




    Per quanto riguarda il film: "SCENT OF WOMAN", è un film drammatico del 1992 diretto da Martin Brest.è il rifacimento dell'omonimo film Profumo di donna del 1974, diretto da Dino Risi ed interpretato da Vittorio Gossman. Questo film racconta di Charles uno studente presso la Berd School di Boston, un giovane ingenuo che non si rende conto di essere in gamba.Dotato di un sussidio per mantenersi gli studi, decide di arrotondarsi il suo piccolo patrimonio accettando piccoli lavori domestici come accompagnatore in occasione del weekend del Ringraziamento, viene assunto per fare da accompagnatore al tenente colonnello (Frank Slade), un ufficiale non vedente in seguito ad un'esplosione e ormai in congedo da 5 anni.L'ultimo giorno di scuola, alcuni studenti suoi compagni, che del tutto casualmente scopre durante i preparativi, attaccano la nuova automobile del preside con un palloncino gigante, che una volta esploso, la ricopre di vernice, rovinandola subito. Il preside riceve Charles nel suo ufficio e gli propone un subdolo accordo cioè se farà i nomi dei colpevoli, lui lo segnalerà all'università di Harvad come studente promettente, anche se non privilegiato socialmente. Durante i giorni di festa, il giovane tormentato da questa minaccia, trascorre il suo tempo con il colonnello Slade, che lo trascina a sorpresa a New York, rivelandosi un uomo dalla personalità poliedrica. a tratti irascibile e spigoloso, in altri istanti ironico e autoironico e in altri istanti irresistibile seduttore di donne, per le quali ha una particolare passione. Nello stesso pomeriggio il ragazzo lo salva da un tentato suicidio. A questo punto tra i due si sviluppa un rapporto padre-figlio.Il giovane racconta dei suoi problemi a scuola, ma il colonnello rimane evasivo in fatto di consigli, in quanto ha già scoperto che Charles non intende svelare il nome dei colpevoli, non cedendo al ricatto del preside.Terminato il rocambolesco weekend, l'intera Berd School, viene convocata in assemblea da Trash, per discutere gli ultimi avvenimenti.A sorpresa appare il colonnello, il quale, durante un memorabile intervento, accusa la Berd School di preparare leader disonesti, se qualcuno ha potuto sperare di corrompere il giovane Charles assicurandogli un futuro.A questo punto la commissione di disciplina studenti-docenti, scagiona Charles da ogni responsabilità nella vicenda, e un umiliato preside Trash, ne prende atto.















    La scena più bella che mi ha colpita di questo film è quella del "tango", in quanto è sorprendente assistere ad un capovolgimento di "ruoli" che definisco così, in quanto solitamente siamo abituati a vedere la persona "disabile"ad aver bisogno di aiuto, mentre in questo caso succede il contrario Frank si mette in gioco così bene e senza paura della reazione altrui e Dana invece rimane senza parole su quanto stava accadendo e della disponibilità, voglia di vivere, forza di volontà e tanto coraggio mostrato da Frank nel farsi avanti con Dana,ovvero nel corteggiarla.Le frasi più belle che mi hanno portata a pensare tutto questo sono state:" Se smetti di essere curioso, sei bello anche morto"," il pupo si è svegliato, coraggio, figliuolo,muoversi, muoversi", "lei lo sa che c'è chi vive tutta una vita in un minuto","impressionare è il mio mestiere", " vorresti imparare a ballare il tango","mi metto a tua disposizione gratuitamente, che cosa ne pensi", " non c'è possibilità di errore Dana, non è come nella vita, è più semplice per questo il tango è così bello", "commetti uno sbaglio ma non è mai irreparabile se inviti a ballare",questa è la frase più bella, emozionante e travolgente che abbia mai sentito prima e tale da poter incuriosire e smuovere qualsiasi persona normale.
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    Maria Marchese


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    Messaggio  Maria Marchese Mer Gen 26, 2011 9:41 pm

    Stamattina leggendo il primo capitolo del libro "pedagogia della disabilità" in cui è espresso il concetto di diversità, mi è venuto in mente quello che mia mamma mi ha raccontato poche sere fa e cioè che da piccola amava vedere "Carosello", una trasmissione televisiva che consisteva in una serie di messaggi pubblicitari accompagnata da sketch comici. Era particolarmente affascinata dal personaggio di Calimero che pubblicizzava i detersivi della società Mira Lanza. A lei scappava sempre un sorriso quando compariva quel pulcino nero che si trovava sempre coinvolto in qualche avventura e veniva mortificato dagli altri abitanti del cortile, tanto che issava sulle spalle un piccolo fagotto e andava via mentre ripeteva: "è un'ingiustizia però, tutti se la prendono con me perchè sono piccolo e nero! Tempestivo giungeva l'intervento dell'Olandesina, fanciulla con il grembiulino e gli zoccoletti che pronunciava sempre la stessa frase: "Siamo alle solite, Calimero!Tu non sei nero, sei solo sporco! E lo immergeva entusiasta in una tinozza colma d'acqua saponosa stropicciandolo e strigliandolo a dovere. Dopo un istante, tra le bolle di schiuma riemergeva un pulcino sorridente e candido come la neve. Mia mamma mi ha detto che provava sempre un grande stupore perchè per lei quel candeggio appariva come una magia, ma rimaneva delusa, lo preferiva nero. Questo personaggio induce a delle riflessioni: Calimero è segnato dal marchio della diversità, è nero invece di essere giallo. Lo possiamo paragonare ad un individuo che viene etichettato dalla società perchè ha degli schemi mentali, fisici e comportamentali difformi dalla "normalità". Il diverso è spesso l'altro, viene isolato. E questi meccanismi di esclusione inducono il soggetto che è vittima ad interiorizzare sentimenti di inferiorità, di inadeguatezza, che possono portare all'autosvalutazione e all'autoesclusione. Ma il destino ha in serbo l' intervento dell'Olandesina: una rapida immersione nella tinozza e l'identità di pulcino normale e pulito viene acquisita, senza fatica; un'identità che lo omologa alla società ma che non è la sua. L'illusione è dunque quella di un mondo che può essere bonificato da un getto d'acqua e un po' di detersivo. L'Olandesina lava il pulcino e gli impone tirannicamente un modello stereotipato di pulizia e bellezza.
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    assunta marchesano


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    Messaggio  assunta marchesano Mer Gen 26, 2011 9:58 pm

    F- TEMA DISABILITà- UN SITO

    OGNI VOLTA CHE SI PARLA DI DISABILITà IL MIO PENSIERO VA SEMPRE A LEI...CAMILLA: UNA BAMBINA AFFETTA DA UNA "GRAVE IPOPLASIA PONTO CEREBELLARE" E DA "SINDROME DI WEST",ALLA QUALE SONO MOLTO LEGATA ED HO SEGUITO IL SUO PERCORSO SIN DALLA NASCITA.pEER QUESTO MOTIVO HO DECISO DI COMMENTARE IL SITO "WWW.CAMILLALASTELLACHEBRILLA.IT" E L'ASSOCIAZIONE "CAMILLA LA STELLA CHE BRILLA ONLUS". ENTRAMBI NASCONO NELL'APRILE 2008 PER VOLONTà DEI GENITORI DI CAMILLA CHE SCOPRONO L'ESISTENZA IN FLORIDA DI ALCUNI METODI TERAPEUTICI INNOVATIVI CHE HANNO PORTATO OTTIMI RISULTATI A BAMBINI CON PATOLOGIE SIMILI A QUELLE DI CAMILLA.MA LE CURE SONO TROPPO COSTOSE, SI PARLA DI CIFRE VERTIGINOSE, CIRCA 300000 EURO L'ANNO SOLO PER LE TERAPIE,E CAMILLA DOVRà RESTARCI PER ALMENO 3 ANNI, SENZA CONTARE QUANTO è CARO IL COSTO DELLA VITA IN FLORIDA PER MARIANO, PADRE DI CAMILLA CHE è UN SEMPLICE VIGILE DEL FUOCO. E' COSì CHE NASCE L'ASSOCIAZIONE, CON LO SCOPO NON SOLO DI RACCOGLIERE FONDI PER LE CURE DI CAMILLA, MA ANCHE DI SENSIBILIZZARE LA SANITà NAZIONALE AD ADOTTARE QUESTE CURE ANCHE IN ITALIA.ATTRAVERSO IL SITO TUTTI POSSONO ESSERE A CONOSCENZA DELLA PATOLOGIA DI CAMILLA, CONOSCERE LA SUA STORIA E SOPRATTUTTO SEGUIRE IL SUO PERCORSO IN FLORIDA!!!!!
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    Messaggio  alessiadipalma Mer Gen 26, 2011 10:04 pm

    Il film da me preso in esame è stato Rain Man.
    Rain Man è il classico film americano con un tema importante che vuole colpire, a mio avviso, il sentimento umano. Charlie inizialmente vede suo fratello Raymond solo come un soggetto diversamente abile "autistico" definendolo stupido, deficiente, una persona semplicemente incapace. Egli manifesta inizialmente un rifiuto nei confronti di Raymond; tale rifiuto si trasforma, però, col tempo in un vero e proprio affetto, amore, accettazione. Ciò è stato possibile in quanto Charlie solo stando a contatto con suo fratello riesce a porre l'accento sulle abilità che egli possiede, abilità e doti straordinarie che lo rendono diverso in positivo. A mio avviso, penso che il messaggio che il regista abbia voluto trasmettere al pubblico sia stato nel porre l'accento sulle abilità del soggetto autistico, piuttosto che sulle sue difficoltà; e al tempo stesso che l'amore è una forza meravigliosa, capace di trasformare anche un cuore più duro e indifferente.

    Allego qui la trama del film, in modo tale che tutti possano comprendere la mia interpretazione.


    Charlie Babbit (Tom Cruise), giovane commerciante di auto, scopre, dopo la morte del padre, che l'unico erede dell'immenso patrimonio familiare è Raymond (Dustin Hoffman), un uomo affetto da autismo, che scopre essere suo fratello maggiore. Charlie, sentitosi tradito dal padre e indebitato sul lavoro a causa di investimenti fallimentari, decide di portare via Raymond dalla clinica di Cincinnati in cui è ricoverato nella speranza di riuscire ad essere riconosciuto dalla legge come suo tutore e quindi beneficiare del patrimonio paterno. Durante il viaggio verso Los Angeles, che si allunga per le necessità di Raymond (non può volare, non può fare l'autostrada, a causa della sua paura degli incidenti), Charlie comincia a conoscere veramente suo fratello, un individuo tutto gesti meccanici e frasi ripetitive ma dotato anche di una incredibile memoria, grazie alla quale i due ottengono ingenti vincite a un casinò di Las Vegas. Piano piano Charlie si affeziona a lui, grazie anche all'aiuto della sua fidanzata Susanna (Valeria Golino), scoprendo anche che lo strano personaggio che gli cantava le canzoncine da bambino, che egli chiamava Rain Man (una storpiatura del nome Raymond) e pensava fosse frutto della sua fantasia, non era altri che suo fratello, del quale è stato privato per tutti questi anni. Charlie deciderà infine di riportare Raymond nella clinica, rinunciando al denaro (e anche a un assegno da 250.000 dollari che gli era stato offerto per dimenticarsi della vicenda) e promettendo di frequentarlo appena possibile.

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