Psicopedagogia d.ling. Briganti 2010

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Psicopedagogia d.ling. Briganti 2010

"Stanza di lavoro della classe" Forum didattico a cura di Floriana Briganti - corso di Psicopedagogia dei linguaggi, att. didattica aggiuntiva Suor Orsola Benincasa Napoli


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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME)

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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 19 Empty Re: PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME)

    Messaggio  cantile concetta Mer Gen 26, 2011 10:57 pm

    Il film di cui vorrei parlare è "50 volte il primo bacio"..
    é un film che ho visto poche settimane fa insieme alla mia collega Filomena e mi ha colpito veramente molto.. é una storia bella e drammatica allo stesso tempo.. La protagonista è Lucy, una ragazza molto giovane e simpatica che a seguito di un incidente stradale soffre di amnesia, per cui al mattino non ricorda assolutamente nulla di quello che ha fatto il giorno precedente; per lei ogni giorno è quello del compleanno del padre.. dipinge la stessa parete.. fa colazione nello stesso posto e i suoi familiari (il padre e il fratello)per aiutarla sono "complici" e quindi le fanno credere che è davvero tutto come lei pensa.. Ad un certo punto però incontra Henry Roth, un ragazzo che fino ad allora voleva solamente diverstirsi senza impegnarsi in una relazione seria, ma quella mattina incontrò in un bar Lucy e i due pian piano si conoscono e si innamorano..quindi si danno appuntamento per il girono seguente.. La mattina successiva Henry si reca al bar e scopre che Lucy non si ricorda assolutamente di lui, per cui i proprietari del locale gli spiegano la malattia di cui è affetta Lucy. A questo punto Henry non si arrende e ogni giorno cerca di conquistare Lucy, la fa innamorare di lui e la giornata si conclude sempre con i due che si baciano e Lucy ripete la stessa frase "non c'è niente di più bello del primo bacio".. Ad un certo punto però Henry escogita un "piano" per far si che Lucy si ricordasse di lui.. per cui al mattino fa trovare sul comodino di Lucy una videocassetta in cui sono registrati tutti i momenti che i due hanno vissuto insieme.. in questo modo i due hanno potuto coronare il loro sogno d'amore sposandosi e dando alla luce una bellissima bambina..
    La storia quindi è a lieto fine.. il film è ricco anche di scene divertenti.. ma allo stesso tempo è una storia drammatica.. una ragazza che ogni giorno scopre di aver subito un'incidente.. di essere fidanzata con un uomo che in realtà non ricorda al mattino.. scopre di essere incinta e senza quella videocassetta o il diario che impara a scrivere per "ricordarsi" la sua vita sarebbe persa.. Bè questa storia mi ha fatto riflettere molto.. perchè abbiamo studiato tante volte questo tipo di problemi.. di malattie.. teoricamente sapevamo cosa causassero.. ma solo dopo aver visto questo film ho veramente capito la drammaticità di questo tipo di situazioni.. e pultroppo non tutti hanno la fortuna di trovare un uomo e una famiglia che protegga in questo modo queste persone in difficoltà..
    Quindi consiglio a tutte di vedere questo film perchè è davvero molto molto bello..!!
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    daniele robledo


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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 19 Empty C. TEMA DIVERSITA' - FILM

    Messaggio  daniele robledo Gio Gen 27, 2011 12:05 am

    Il film che ho scelto per descrivere la diversità è bronx del 1996 di robert de niro , è un film un po’ anomalo per descrivere la diversità , diciamo che nasce come gangster movie , ma all’interno ha un significato profondo , soprattutto sulla differenza tra bianchi e neri , il perché ho scelto questo film è che questo è un film che vidi tanti anni fa quando la mia passione per film di mafia e sparatorie a tutta birra era al massimo , allora scelsi questo film dal titolo e dall’attore de niro che era uno stereotipo all’epoca e forse ancora adesso , finalmente per caso sono riuscito a trarre vantaggio da uno dei miei film preferiti , quando lo vidi per la prima volta rimasi estasiato , è un film bellissimo che dipinge una società ancora arretrata americana , il film ha come protagonista un piccoletto prima Calogero che vive in un quartiere italiano figlio di un guidatore di autobus (de niro) , che vive già da piccolo le differenze tra bianchi e neri , infatti nelle prime scene del film , già si vede c. e alcuni suoi amici che se la prendono con un nero che ha la sola colpa di passare su di un autobus , nel film la storia parallela che combacia con il razzismo e quella di calogero che ha come mito sonny che sarebbe un capo mafia tra virgolette…la storia inizia con calogero piccolino che assiste ad un omicidio effettuato proprio da sonny il capo quartiere , quando la polizia scopre che calogero ha assistito all’omicidio e lo costringe a individuare l’assassino , lui non lo ricosce di proposito , qui c’è il punto iniziale della storia in cui calogero dice , l’unico motivo per cui non ha testimoniato è che nel quartiere che fa lo spione è un “verme” , questo è già un punto di riflessione su dove si vive e dove crescono i bambini e con quale mentalità , per poi sfociare nel razzismo anche se poi come vedremo c’è una sorta di pentimento/consapevolezza di fare la cosa sbagliata , il film comunque è basato sulla storia di calogero detto Cee dagli amici che fatto grande si innamora di una ragazza di colore che vive in un quartiere vicino a quello di Cee , ma che è destinato ai soli neri , infatti in un pomeriggio e ragazzi del quartiere italiano tra cui Cee e i suoi amici sono a giocare ed a perdere tempo in un piccolo locale che hanno aperto per guadagnare pochi soldi in mezzo alla strada ,per caso calogero viene chiamato dal padre che è un guidatore di bus per farlo compagnia nella sua ultima corsa , è lì che Cee vede per la prima volta Jane anche se non si presentano , si guardano soltanto , la storia va avanti normalmente e Cee è sempre con gli amici in strada poi giorni dopo a scuola Cee e gli amici sono a girovagare per i corridoi quando Cee vede Jane all’interno della scuola , lei sta uscendo e lui da buca hai suoi amici per andare a parlarle(questo sempre all’insaputa perché gli amici sarebbero stati contrari a questa cosa) i due si guardano e si piacciono subito , Cee riesce ad accompagnarla a casa , ma non fino in fondo perché è pericoloso per lui addentrarsi all’interno del quartiere nero e quindi si ferma diciamo al confine , i due però si danno appuntamento per un cinema il giorno successivo ,cee e gli altri sono per strada all’improvviso delle persone nere su delle biciclette stavano normalmente facendo dei giri per la città e passarono per il quartiere di Cee , alla vista di queste persone , mario un amico di Cee impazzisce , urlando contro di loro , dicendo che loro non possono stare lì , e neanche passarci , l’apoteosi è quando solo per questo motivo mario e gli altri fanno cadere dalle bici questi ragazzi di colore e gli saltano addosso picchiandoli a sangue , Cee è l’unico che cerca di persuaderli , ma non c’è niente da fare , anzi per non farsi accorgere della sua mentalità e anche per cercare di salvaguardare almeno uno dei ragazzi di colore , ne prende uno gli salta addosso , ma gli dice sottovoce che non gli farà niente , anzi che così gli altri non lo toccheranno perché loro pensano che già lui gli stesse facendo del male , purtroppo il trucco non funziona e uno degli amici di Cee prende il ragazzo che Cee stava cercando di proteggere e lo picchia brutalmente , all’insorgere della polizia i ragazzi scappano incluso Cee , dopo l’incontro tra Cee e Jane avvenuto a scuola ,il giorno dopo cee la va a prendere a casa sua per il cinema , ma si incontrano e le cose non vanno per il meglio perchè il fratello di Jane viene a sapere che la sorella sta frequentando un bianco italiano , il fratello di jane era uno di quelli che è stato picchiato dagli amici di Cee per essere solo passato nel quartiere italiano e quindi oltre alla mentalità sbagliata questo evento convince ancor di più che quelli delle altre razze non sono idonei per la propria razza , all’appuntamento si presenta insieme a jane e lo accusa di averlo picchiato per questo jane non si fida più di Cee e se ne va , i ragazzi del quartiere black per vendicarsi dell’accaduto vanno nell’ quartiere italiano e buttano alcune uova , roba di poco conto , ma i ragazzi italiani sono decisi a vendicarsi per lo sgarro ricevuto , preparano delle bottiglia incendiari con della benzina , stanno per partire con Cee al seguito che non vorrebbe partecipare ma è rinchiuso dal suo ruolo , cioè italiano che odia gli altri , trasportato dagli altri in una visione razzista viene richiamato da sonny , il boss del quartiere che ha avuto un grande ascendente su di lui per tutta la storia , ho omesso la storia parallela di sonny perché non è inerente con la diversità , ma comunque iportante per la storia ed anche per un discorso particolare sulla diversità che potrebbe riguardare la differenza tra le persone che si guadagnano da vivere onestamente e quelle che scelgono la criminalità ,la storia continua con jane che viene a cercare cee perché il fratello gli ha detto la verità su come fosse andata la storia del pestaggio , poi si viene a sapere che i ragazzi buttano le bottiglie incendiarie nel quartiere nero , ma andando via dimenticano di averne alcune ancora con loro ed una non esplosa viene buttata da una persona nera nella macchina degli italiani che esplodono tutti nella macchina , rinchiusi nella loro mentalità di aver fatto la cosa giusta , ma la riprova si ha anche quando cee va a vedere cosa è successo ai suoi amici e capisce di essere stato miracolato ma che viene trattato malissimo dagli abitanti del quartiere nero , subisce minacce e parole , commenti sulla morte dei ragazzi italiani entusiasti ecc. ,qui c’è la prova che la mentalità è generale , bianchi contro neri , ma anche neri contro bianchi il razzismo è dappertutto , il film continua con lui che capisce che deve andarsene , saluta jane e decide di andare da sonny , la persona che lo ha salvato dalla macchina degli amici, ma mentre lo stava per incontrare e ringraziare , sonny viene ucciso da un ragazzo , figlio di quella persona che sonny uccise quando Calogero era piccolo , che Cee vide e non raccontò alla polizia , il film finisce così , per me un grande film , che apre la mente alla diversità in generale prima e nel particolare poi , facendo leva sugli avvenimenti di un ragazzo di buona famiglia affascinato dalla malavita , ma che se ne tiene alla larga e accetta certe volte con le cattive i consigli di un padre che potrebbe essere il padre di chiunque , un onesto lavoratore , per poi parlarci del razzismo e da cosa nasce il razzismo ma non come si combatte…
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    maddalena costanzo


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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 19 Empty libro letto:"La solitudine dei numeri primi"

    Messaggio  maddalena costanzo Gio Gen 27, 2011 12:55 am

    Questo libro mi ha particolarmente colpito oltre che, come ho già detto, per la storia molto profonda di questi due ragazzi che per una serie di eventi la loro vita si assomiglia tanto,le loro esistenze si intrecciano continuamente ma non riescono mai ad unirsi, ma in particolare è la quantità di contenuti di questo romanzo che ha attirato la mia attenzione.Infatti si parla di disabilità e delle reazioni emotive che può scatenare la presenza di una persona con h in una famiglia, i disagi vissuti da quest'ultima, altro tema presente è l'anoressia ,infatti, la protagonista oltre ad essere affetta da problemi di deambulazione durante l'adolescenza diventerà anoressica.
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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 19 Empty film sulla disabilità: i viaggi del cuore

    Messaggio  sonia palmieri Gio Gen 27, 2011 1:00 am

    Questo film è stato girato nel 2002 e racconta della vita di una donna Janice che vive in un piccolo paese della provincia americana, donna forte e caparbia che dopo l'abbandono da parte del marito tira avanti come può due figli: il primo Ray è il classico ragazzo forte, ideale e bello. L'altro è Tony, ha una malattia l'autismo che lo ha reso muto e lo fa evitare dalla gente.Un giorno Tony sente per caso un motivo e istintivamente lo ripete al pianoforte. è la rivelazione di un dono incredibile che trasforma la vita di Tony e della coraggiosa madre;grazie alla musica, il ragazzo comincia ad articolare qualche parola ed anche a farsi accettare dalla gente. secondo me questo film ha fatto in modo che l'amore di una mamma non si rinchiudesse nel dolore della malattia del figlio ma gli desse la forza di lottare e avere coraggio e ha fatto in modo che attraverso la musica il ragazzo nonostante la sua diversità ha cercato non solo di far si che la sua malattia non fosse un ostacolo ma ha anche abbattuto i pregiudizi della gente...
    Un altro film che ho avuto il piacere di vedere è : mi chiamo Sam:

    Sam Dawson, un uomo costretto a crescere sua figlia da solo poiché la mamma della bambina li ha abbandonati, soffre di un lieve ritardo mentale che non gli permette di essere alla pari con le altre persone. Le abilità del suo cervello sono quelle di un bambino di sette anni. Nonostante ciò la loro vita è normale, fatta di un affetto sincero e di un'intesa tra padre e figlia che è fuori dal comune. Sam è aiutato in questo dai suoi amici e colleghi finché una sera non viene portato in caserma per quello che viene scambiato come un tentativo di adescamento di una squillo. Successivamente, durante la festa a sorpresa per il settimo compleanno della bambina gli assistenti sociali la portano via, anche per effetto di un episodio di cattiveria di un bambino invitato alla festa. Così Sam è costretto a cominciare una battaglia legale per l'affidamento. Dopo numerose pressioni, riesce a convincere Rita Harrison a diventare il suo avvocato, e questa storia si trasforma. Sam cambia, e fa cambiare la spregiudicata professionista, tirando fuori la sua sensibilità e la sua dignità. Epilogo commovente e profondamente dignitoso ma che, specie per le reazioni sociali, esprime una speranza piuttosto che una realtà.

    https://www.youtube.com/watch?v=oLuHec-CPGE
    https://www.youtube.com/watch?v=L2T9HgUlpc8

    Questa invece non è un film ma una fiction andava in onda su Rai uno e che ho avuto modo di vedere un paio di volte..si tratta della storia vera di Fulvio Frisone un ragazzo affatto da tetraparesi spastica che nonostante le sue tante difficoltà man mano, grazie anche all'immenso amore della mamma e alla forza che quest'ultima mostra che lo stesso ragazzo nonostante tutto andrà a scuola, condurrà una vita normale ma soprattutto si laurerà...

    https://www.youtube.com/watch?v=4PH3q30iDp4
    https://www.youtube.com/watch?v=JcWb0RfWThY

    Secondo me questa fiction rispecchia per certi aspetti la nostra realtà: infatti notiamo come la segretaria nel sapere che l'alunno fosse spastico evita la sua iscrizione a scuola....una frase che mi tocca profondamente è "prima fanno la legge e poi se ne fregano"""...una citazione che per certi miei aspetti non è del tutto sbagliata..infatti quante persone sono abbandonate al loro destino?quanti bambini spastici troviamo nelle nostre scuole??Quindi dovremmo veramente pensare a quanto sia difficile condurre una vita normale e a quanto forse veramente queste persone si sentono abbandonate da tutte..ma nonostante cio continuano a vivere

    https://www.youtube.com/watch?v=ZlHirkVznCw
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    Messaggio  natale maria Gio Gen 27, 2011 8:52 am


    TEMA DIVERSITA' FILM: “Benvenuti al sud”

    questo è un film che ho visto recentemente è anche se è un film comico in realtà mi ha fatto riflettere molto.. un film che parla di diversità. Ho ripensato al fatto che molte volte nasce il pregiudizio verso una persona solo sapendo da dove proviene ... questo per me è un grande errore perchè non bisogna giudicare dall'apperenze ma andare oltre.Il film tratta della storia di Alberto (Claudio Bisio), responsabile dell'ufficio postale di una cittadina della Brianza, sotto pressione della moglie Silvia (Angela Finocchiaro), è disposto a tutto pur di ottenere il trasferimento a Milano. Anche fingersi invalido per salire in graduatoria. Ma il trucchetto non funziona e per punizione viene trasferito in un paesino della Campania, il che per un abitante del nord equivale a un vero e proprio incubo. Rivestito di pregiudizi, Alberto parte da solo alla volta di quella che ritiene la terra della camorra, dei rifiuti per le strade e dei "terroni" scansafatiche. Con sua immensa sorpresa, Alberto scoprirà invece un luogo affascinante, dei colleghi affettuosi, una popolazione ospitale e un nuovo e grande amico, il postino Mattia (Alessandro Siani).
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    Messaggio  Rosa Sgariglia Gio Gen 27, 2011 9:39 am

    "LA VITA E' COME UNA SCATOLA DI CIOCCOLATINI: NON SAI MAI COSA TI CAPITA"

    Questa è una delle frasi più belle e più espressive del film Forrest Gump. Questo film è ispirato all'omonimo romanzo di Winston Groom del 1986, Forrest Gump tratta dell'intensa vita di un uomo dotato di uno sviluppo cognitivo inferiore alla norma. Forrest Gump è un personaggio border line non tanto per il suo quoziente intellettivo, al di sotto della norma, quanto per il suo rapporto ingenuo e fiducioso con un mondo che sin da bambino fa di tutto per relegarlo nell'ambito del diverso. Persino sua madre, che lo incita a non farsi scavalcare da nessuno, lo costringe a mettere un apparecchio alle gambe che lo penalizza ulteriormente. Solo in seguito all’aggressione da parte di un gruppo di bulli, Forrest capisce di aver delle doti fisiche straordinarie, infatti, grazie alla sua abilità nel correre e nel football, Forrest viene ammesso al college con una borsa di studio.
    Quest’uomo viene considerato un “idiota”, per la maggior parte delle persone, e un “genio” solo per pochi. Secondo il mio punto di vista, il messaggio finale del film si sofferma su come non sia importante essere intelligenti, ma basta agire nel bene, poiché anche il quoziente intellettivo più elevato di tutti può mancare di qualcosa. Questo film ebbe un enorme impatto sulla cultura popolare.

    Secondo il mio punto di vista, in questo film sono trattati sia il tema della disabilità e sia quello della diversità.
    Ma cosa intendiamo quando parliamo di disabilità e di diversità?
    La disabilità è un termine che è stato introdotto dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) nel 1980 la quale mise appunto una classificazione internazionale: ICIDH che si basa su tre fattori:
    1. menomazione (perdita a carico di una struttura psicologica, fisiologica o anatomica);
    2. disabilità;
    3. handicap (è la difficoltà che la persona con disabilità incontra nel confronto con gli altri, è il disagio sociale conseguente a menomazione o disabilità che limita l’adempimento di un ruolo all’interno della società).
    La disabilità è la limitazione o perdita, conseguente a menomazione, della capacità di compiere un’attività nel modo considerato normale per l’essere umano.
    La disabilità comporta la diversità, ma la diversità non è necessariamente la disabilità.

    Tutti sono diversi; non tutti sono disabili.


    La diversità è ciò che per la società non rientra nei canoni della normalità. Il diverso non è solo il disabile, ma è anche lo straniero, il genio, una persona con cultura, lingua, abitudini, razza differenti. Il diverso è etichettato così dalla società, incute timore, paura per questo è isolato perchè distante da quello che siamo noi.
    Nel film sopra citato si parla di disabilità, poiché il protagonista ha un deficit cognitivo, ma emerge anche il tema della diversità poiché Forrest, essendo una persona disabile, è stato soggetto a bullismo. Dalla trama del film si evince come un soggetto con disabilità possa sviluppare altre abilità. Forrest, per me, è un diversamente abile. La diversabilità evidenzia come una persona soggetta a disabilità possa sviluppare delle abilità che devono essere scoperte e potenziate. Questo termine va a sostituire il termine disabilità, siccome ogni persona disabile tende a potenziare un’abilità specifica che lo differenzia dagli altri, che nel caso di Forrest si tratta dell’abilità nel correre.


    In questi giorni, per sostenere l’esame della didattica aggiuntiva Sociologia della disabilità e della marginalità, sto leggendo dei libri sulla diversità: “Discriminazione negativa”, “Propedeutica a una sociologia della disabilità e della marginalità” e “Beni confiscati e inclusione sociale”. Sono dei testi molto belli in quanto si soffermano su temi che sono all’ordine del giorno, infatti, nei primi due libri si parla della disabilità e di come questa sia legata al concetto di marginalità, in quanto chi è ritenuto diverso, disabile è allo stesso tempo anche emarginato dalla società, in tal modo quest’ultima rilega queste persone ai margini delle città, facendo così emergere la differenza tra il centro e la periferia, riportando l’esempio delle banlieu francesi, che sono zone periferiche della città in cui si possono trovare maggiormente persone immigrate; l’ultimo libro citato sembra non interessante, ma in realtà anche questo si sofferma su argomenti importanti soprattutto il primo capitolo, dove io voglio focalizzare la mia attenzione, “Spazi nell’inclusione”. Già dal titolo si evince che il sunto di questo capitolo è l’inclusione di tutte quelle persone “diverse” all’interno di quegli spazi dove tutti possono convivere senza nessuna distinzione. Uno dei temi è lo straniero, come esso è ritenuto diverso perché lontano da ciò che siamo noi. Lo straniero si ritrova a vivere in un’altra città, culturalmente omogenea, si pone come soggetto che mantiene contemporaneamente un’appartenenza al gruppo e una diversità dal gruppo stesso che lo tende ad escludere dalla società in cui vive.
    Ma quello che mi ha colpito di più sono alcuni passi tratti dal libro “L’Harem e l’Occidente” della scrittrice Fatima Mernissi sul tema del corpo femminile, che poi ho anche ritrovato nel libro Nozioni introduttive di pedagogia della disabilità. In un passo lei racconta la sua esperienza in un negozio di abbigliamento all’interno del quale le taglie arrivavano fino alla 42. Fu in quell’occasione che la Mernissi si rese conto come l’immagine di bellezza dell’Occidente possa ferire fisicamente una donna, mortificandola tanto quanto il velo imposto dai regimi estremisti in Iran e Arabia Saudita. Inoltre, sostiene che noi occidentali siamo vittime delle taglie 42, quelle perfette per eccellenza, e le donne finiscono con il sentirsi umiliate se non riescono a rientrare in questi standard imposti dalla cultura.
    Questo testo si focalizza anche sul tema della divisione sociale tra uomo e donna, sostenendo che il soggetto femminile è in condizione di dipendenza economica e relazionale dal soggetto maschile.
    E’ su questo tema che si introduce un altro passo della Mernissi: “L’uomo dell’occidente dichiara che la bellezza, per una donna, è dimostrare quattordici anni, condannando la donna matura all’invisibilità. Le donne devono apparire belle, ovvero infantili e senza cervello. Gli occidentali costringono la donna a percepire l’età come una svalutazione della loro persona.” Siamo tutte uguali che tendiamo a stigmatizzarci per essere ben accettate all’interno di una società che ormai pone attenzione e si sofferma solo sull’aspetto estetico sorvolando che la bellezza reale non è ciò che appare al di fuori, ma ciò che abbiamo dentro.
    Quindi siamo noi donne occidentali che tendiamo ad omologarci alla massa seguendo lo stesso modello che viene offerto dai mass media. Prima su tutti è la televisione che influisce sul nostro modo di essere e di pensare attraverso la presentazione di stili di vita che influenzano i ragazzi con la necessità di conformarsi a propri simili.
    I mass media facilitano la diffusione di messaggi ambigui intorno a temi delicati che meritano attenzione, un esempio di tema importante è l’alimentazione corretta.
    Rosa Braidotti, durante un corso di Women’s Studies Eros and Pathos, presenta il food da diverse prospettive:
    - il cibo come gioia;
    - come piacere;
    - come pathos
    - come disordine alimentare che determina problemi con il proprio corpo come l’anoressia e bulimia.
    Per la Braidotti la rovina contemporanea è percepita proprio nel cibo visto come consumo. Il problema che lei riscontra è che alla fine nel mondo si muore per la stessa malattia: la fame, sia per mancanza e sia per eccesso.
    Su questo tema del cibo, ma soprattutto dell’alimentazione, i mezzi di comunicazione diffondono un doppio messaggio:
    - la volontà di rimediare alle cattive abitudini alimentari;
    - favorire una campagna pubblicitaria che incoraggia patologie come anoressia, bulimia, ciò attraverso la visione di icone di bellezza.
    Questi mezzi di comunicazione giocano un ruolo importante sui problemi legati all’immagine corporea negativa. Le modelle che compaiono sui giornali forniscono dei modelli estetici, delle icone spesso irrealizzabili.
    Per le donne il principale obiettivo è la bellezza, la loro immagine è fondamentale per raggiungere il successo e il benessere, per la maggior parte di esse il grasso dimostra la debolezza, questo perché la pubblicità e la televisione diffondono l’idea che un corpo femminile è bello soltanto quando è magro.
    La magrezza non è solo bellezza, ma è deforme poiché le modelle anoressiche rappresentano un prototipo di bello che diventa mostruoso.
    Un esempio è la modella anoressica Kate Moss, è l’emblema della mancanza di carne, di un corpo senza le forme del corpo femminile, è un corpo deformato rispetto ai canoni estetici della femminilità classica e lontano dal canone della maternità.
    Negli ultimi anni l’anoressia è diventata una tendenza diffusa nella moda, infatti, ragazze che vogliono entrare in questo mondo tendono a dimagrire per il semplice motivo che durante le selezioni o nei concorsi viene detto “Troppo grassa per fare la modella!”. Si entra in un tunnel che spesso è senza via di uscita, questo è successo per un’altra modella anoressica Isabelle Caro che alcuni mesi fa ha perso la sua battaglia contro l’anoressia. E’ stata la modella che nel 2007 si è posta come protagonista della campagna pubblicitaria che Oliviero Toscani firmò per Nolita, per diffondere un messaggio forte e polemico contro l’anoressia. Questa campagna ha provocato subito la reazione della stampa, ma anche della società poiché su quasi tutti i cartelloni pubblicitari si poteva osservare la foto che la ritraeva nuda. Mi dispiace moltissimo che alla fine nonostante tutto l’impegno e la forza abbia perso la sua lotta contro l’anoressia, una malattia potente e terrificante che ci divora da dentro e dalla quale è davvero difficile uscirne.

    Durante il corso abbiamo analizzato dei quadri, uno su tutti mi ha colpito particolarmente poiché ho associato questo dipinto alla modella Isabelle Caro, si tratta del ritratto della ballerina di Anita Berder di Otto Dix. E’ un quadro che mi ha suscitato tristezza, ma anche inquietudine, soprattutto nel vedere il volto bianco (sul quale è possibile notare i segni della malattia) circondato dal rosso acceso dello sfondo e dell’abito che fa risaltare ancor di più la sua magrezza.

    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 19 9575ef6330e149c8c820276801e5d0fb

    Quindi anche nell’arte, oltre la bellezza, compare il brutto e la mostruosità (considerato l’opposto della bellezza). L’arte moderna produceva opere in cui dominava la deformazione delle figure, il brutto era diventato la vera bellezza, perché il bello non produceva più nessuna emozione estetica, esempio di artista che non ritraeva figure dalla fisicità classica è Fernando Botero.

    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 19 Botero

    Quindi l’immagine della donna che viene fuori dai mezzi di comunicazione (televisione, riviste, ma anche quadri) è modificata, deforme. Questo è possibile notarlo anche in letteratura soprattutto per quanto riguarda il corpo nudo non solo oggetto di fruizione estetica, ma un corpo che dice la verità che spesso è legata alla morale. Un esempio di autore è Pier Paolo Pisolini che riflette molto sulla fisicità proponendo un corpo grottesco ma bello.
    Per concludere voglio citare una frase di Seneca tratta dal libro che secondo me riassume ciò che è stato detto finora:

    Nessuno che sia schiavo del corpo è libero



    P.S. in vista della chiusura del forum e di conseguenza la fine del corso, ho voluto condividere con gli altri la mia ultima riflessione. Vorrei ringraziare la prof per questa opportunità, ma anche gli altri colleghi, è stata un'esperienza bellissima Very Happy
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    Mariarosaria Sgariglia


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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 19 Empty Libro disabilità

    Messaggio  Mariarosaria Sgariglia Gio Gen 27, 2011 11:10 am

    Ricollegandomi al film Rain Man, del quale ho discusso in precedenza, riporto qui alcuni concetti sul tema dell'autismo, tratti da alcuni libri letti in passato durante il mio corso di studi. Questi libri sono:
    - Autismo, editrice Vannini, a cura di C. Vio;
    - La pedagogia clinica, editrice Laterza, Aut L.Trisciuzzi
    Con questi testi ho potuto apprendere che l'autismo è classificato come un disturbo pervasivo dello sviluppo, ossia che modifica il normale processo. La caratteristica più evidente dell'autismo è il disturbo dell'interazione sociale; infatti le persone affette da autismo possono non rispondere se chiamati per nome e spesso evitano lo sguardo altrui, appaiono inconsapevoli dei sentimenti altrui nei propri confronti e dell'impatto negativo del proprio comportamento sugli altri. Nella maggior parte dei casi le persone autistiche raramente parlano, di solito hanno un linguaggio ecolalico, spesso danno risposte anomale ai suoni, al tatto o ad altri sintomi sensoriali.
    Nell'ambito dell'autismo è importante ricordare la sindrome del savant, diventata famosa con il film Rain Man, è una patologia poco comune ma estremamente interessante nella quale persone che soffrono di svariati disordini dello sviluppo possiedono incredibili «isole» di brillanti capacità in estremo contrasto con il loro generale handicap mentale. La sindrome del savant ha ancora molti aspetti misteriosi; la tradizionale teoria trova la causa nel danneggiamento dell'emisfero cerebrale sinistro.
    Spesso si tratta di persone abilissime nel calcolo e le capacità che si manifestano tendono a essere quelle basate nell'emisfero cerebrale destro: ovvero, si tratta di abilità prevalentemente non simboliche, artistiche, visive e motorie. Comprendono musica, arte, matematica, abilità di calcolo, nonché attitudine alla meccanica e capacità spaziali. Le capacità dei savant sono sempre associate a una notevole memoria; questa è profonda, focalizzata e basata sulla recitazione abituale, ma non comporta la comprensione di ciò che viene detto (vedi il protagonista del film). Sebbene abbiano in comune molti talenti, fra cui la memoria, i savant variano enormemente nel livello di abilità. Taluni hanno una fissazione, e una discreta abilità, nel memorizzare statistiche sportive e numeri di targa. I savant di talento possiedono doti musicali o artistiche di gran lunga superiori a quanto ci si aspetterebbe da persone con i loro handicap. E i rarissimi savant prodigio hanno capacità tali che risulterebbero sorprendenti anche in individui privi di deficit.
    La comparsa di abilità da savant in persone affette da demenza suscita interrogativi sulle potenzialità nascoste del cervello. Secondo alcuni studiosi la prossima sfida potrebbe essere quella di portare alla luce quello che è stato chiamato «il piccolo Rain Man in ciascuno di noi», pur senza perdere le altre prerogative che si accompagnano alla normalità.
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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 19 Empty Film disabilità

    Messaggio  Valeria Orefice Gio Gen 27, 2011 1:06 pm

    Ascoltando oggi in aula le discussioni delle mie compagne, mi è venuto in mente un film sulla disabilità, un capolavoro cinematografico recentissimo, ma che ha già scritto la storia del cinema. Il film a cui mi riferisco è Avatar, il film in 3D di James Cameron che ha segnato una nuova era del Cinema, un nuovo modo di fare film, grazie a tecniche completamente innovative, che superano l'ormai banale utilizzo in 3D. Il protagonista della storia è un marine, rimasto paralizzato proprio durante un'operazione militare se non sbaglio, che decide di imbarcarsi in questa nuova avventura proprio perchè pensa di non avere nulla da perdere. La presenza di un disabile crea un certo scompiglio nella compagine militare, che non è pronta ad accettare la presenza di un disabile, il cui valore militare viene sottovalutato dai compagni. Il giovane Jake Sully si renderà poi protagonista della missione, riscattandosi agli occhi di compagni e superiori. L'aspetto che però vorrei sottolineare del film è proprio il tema delle nuove tecnologie, grazie a una sofisticata e futuristica tecnologia, quella appunto degli Avatar, Jake riesce a superare il suo handicap. Non guarisce, certo, ma entra in una dimensione parallela, in cui ritrova la forza e il coraggio che di certo non gli manca, si sente libero, la tecnologia della simulazione è capace di offrire a Jake nuove ed inaspettate potenzialità. La scena più significativa è, a questo proposito, proprio quella in cui il giovane eroe vola su un drago, insieme alla Na'vi di cui si innamora, è un volo che è tanto metaforico quanto reale. Certo, Avatar è e resta un film fantascientifico, ma dimostra quanto le nuove tecnologie(anche se non così futuristiche come quelle del film), possano fare per i diversamente abili.
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    Messaggio  Rossella Catalano Gio Gen 27, 2011 1:20 pm

    Per svolgere il mio esame il giorno 3 febbraio,ho deciso di discutere un libro letto che mi ha molto colpita dal titolo"la ragazza che non voleva crescere"a cura di Isabel Caro.
    In questo libro Isabel racconta la drammatica storia della sua vita,delle sue sofferenze e quindi di conseguenza la sua battaglia con il cibo che l'ha portata in una stato di anoressia fino a condurla lentamente alla morte.
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    Messaggio  Teresa Salzillo Gio Gen 27, 2011 3:16 pm

    Molti sono i film sulla diversità. Quelli che mi hanno maggiormente colpito sono "il miglio verde",un film molto toccante ,in quanto senza rendercene conto ci creamo dei pregiudizi negativi su persone che neanche conosciamo solo perchè cambia il colore della pelle o perchè sono di razza diversa o di diversa religione. Altro film che mi fa pensare al concetto di diversità e "l'amore non ha religione" di Checco Zalone,che come dice il titolo se veramente una persona ama un'altra persona deve accettarla indipendentemente dalla sua provenienza o dalla sua religione.Infine voglio citare anche una canzone di Kate Perry intitolata "firework",che letteralmente significa fuoco d'artificio.In questa canzone viene reso noto come la differenza fa stare male le persone che si sentono escluse sia dalla società che le bolla e sia dalla gente stessa,invece bisogna abbattere queste barriere ed esplodere come fuochi d'artificio e valorizzarsi di più perchè ognuno di noi è unico.
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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 19 Empty 27 gennaio 2011 GIORNATA DELLA MEMORIA

    Messaggio  valeria posa Gio Gen 27, 2011 3:34 pm

    Quelle dei disabili era vite indegne di essere vissute" diceva Hitler, e fu così che in tre anni, soltanto in Germania, sparirono circa 70.000 adulti affetti da disabilità...
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    Messaggio  sonia palmieri Gio Gen 27, 2011 3:47 pm

    claudia esposito ha scritto:"Mi hanno detto che mio figlio non potrà camminare, che non potrà usare le braccia e le mani e manco parlare, scrivere. Che maledizione è questa? Io non ti chiedo il miracolo, la guarigione. Fulvio si chiama, non Lazzaro. E non mi frega se non scalerà mai una montagna, se non scenderà mai in fondo al mare. A mio figlio ci basterà poco. Ma sarà mai un uomo? A te lo chiedo: sarà mai un uomo? O anche tu mi dici che devo aspettare, che è meglio rassegnarsi?" Lucia: siciliana, piccola, sola, disperata. Urla in faccia al crocifisso la sua rabbia. Sviene in quella chiesa, ma alla fine trova la forza. Suo figlio Fulvio (un bimbo affetto fin dalla nascita da tetraplegia spastica distonica ) non lo crescerà come una pianta. "La quinta elementare tengo." Ma Lucia insegnerà a Fulvio a leggere, a parlare, a vivere, trascinando nella sua lotta il marito Carmelo, le altre due figlie, e una miriade di persone incontrate in oltre quarant'anni di battaglie civili per la dignità di suo figlio.
    "Solo facendo parlare di lui gli daranno attenzione… a lui e a tutti gli altri nelle sue condizioni… chi sta bene si può stare zitto… chi ha bisogno dell'aiuto dello Stato, delle Istituzioni… deve gridare". Continua Lucia che farà di tutto perché questo figlio, purtroppo leso nel fisico e nel linguaggio, cresca e studi come tutti gli altri coetanei, arrivando addirittura a far modificare una legge che prevedeva per i ricercatori universitari una "sana e robusta costituzione". Per studiare e disegnare (le sue altre passioni oltre alla Fisica, sono la poesia e la pittura) Fulvio adopera, con grandi sforzi, una sorta di casco dal quale pende un sottile braccio meccanico, un'evoluzione del primo, artigianale, costruitogli dal padre Carmelo. La madre Lucia, oltre alle tante battaglie per l'educazione, si è sempre mobilitata per la riapertura delle case chiuse, riuscendo intanto a far avere al figlio menomato anche una normale attività sessuale. Ed ha ottenuto dallo stato un'assistenza sociale di ventiquattro ore al giorno. Nessun politico alle spalle, nessun appoggio istituzionale, solo una grande attenzione dei mass media che hanno portato agli onori di cronaca il caso. E tutto ciò, grazie al coraggio, alla forza d'animo e alla tenacia di questa madre, la quale, a sua volta, grazie alle difficoltà del figlio, è cresciuta, ha imparato tante nuove cose, ha tanto viaggiato e ha vissuto esperienze che mai avrebbe immaginato.
    Il dramma del parto e la rivelazione della malattia, le umiliazioni ricevute dalla gente comune e dalle istituzioni, gli scoramenti superati, le invenzioni e gli insegnamenti – grazie ad un intuitivo metodo della madre, Fulvio a quattro anni leggeva e, nonostante le diagnosi dei medici, imparò, se non proprio a parlare correttamente, ad articolare dei suoni quasi comprensibili.

    Le lotte per entrare nelle scuole pubbliche, le prime amicizie e i primi attestati di accettazione e rispetto da parte della società, fino all'attenzione della stampa e al riconoscimento di importanti diritti civili. Un film per ricordare e testimoniare che, a volte, la speranza e il coraggio riescono ad abbattere insuperabili barriere, architettoniche e non.
    Oggi Fulvio Frisone è un fisico nucleare di fama mondiale, impegnato a scoprire le nuove frontiere dell'energia pulita. Da ragazzo ha frequentato le scuole dei "ragazzi in piedi"; con un pennello montato sulla testa ha dipinto quadri coi colori della sua terra; con un casco di cuoio, agitando una bacchetta di metallo su una tastiera, ha usato i primi rudimentali computer. Al suo fianco tutta la famiglia Frisone, Lucia in testa. Sempre lei, nemica dei pregiudizi sociali e culturali, delle cattive leggi che escludono dalla vita quotidiana gli "scimuniti" e gli "storpiati".
    PS: per chi volesse vederlo, io lo consiglio! Ho pianto per tutta la durata del film, ma è davvero bello!
    http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-639c1e20-8d41-480e-b64a-735c67e04d8a.html?p=0

    hai proprio ragione claudia, questa fiction è stata fatta proprio bene, si rifà ad una storia vera e mette in luce la forza e l'amore di una mamma che non si arrende difronte alla diversità del figlio, allo sfottò, all'esclusione del figlio da parte di enti pubblici come scuole, ma trova il coraggio di portare la sua battaglia fino in fondo mettendo in luce le capacità del figlio e la voglia di vivere...tanto è vero che Fulvio Frisone si laureerà con la votazione di 108/110. QUINDI PER ME QUESTA FICTION HA VOLUTO PERFETTAMENTE RAPPRESENTARE CHE NON BISOGNA ETICHETTARE LE PERSONE PER COME SONO MA APPREZZARLE PER COSA SONO
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    Messaggio  AmeliaScalzone Gio Gen 27, 2011 4:31 pm

    Il film: "Il figlio della luna"

    Questo film narra della storia di Fulvio Frisone, un fisico nucleare affetto da tetraparesi spastica con distonie per un errore durante il parto, ed è costretto a vivere su una sedia a rotelle. Fulvio non è autonomo nel mangiare e nel muoversi e fatica nel parlare. Appena tre giorni dopo la nascita gli venne impartita l’estrema unzione, perchè se fosse sopravissuto ai primi giorni avrebbe condotto una vita da vegetale. Fulvio sopravvive e la madre lo ricopre di attenzioni. La mamma riesce a farlo parlare, costringendolo a chiedere aiuto, vince la battaglia contro le scuole di Siracusa perché non vogliono accogliere un bambino diverso. La svolta per Fulvio arriva quando il padre inventa un casco con un’asta che lo aiuta a scrivere, disegnare, usare il computer. Tramite quel casco Frisone svolge attività di ricerca presso il dipartimento di fisica e astronomia. Si laurea in fisica nucleare e nel 1992 ha ricevuto il premio Toyp per la ricerca scientifica.
    Tramite questo film comprendiamo l'importanza della forza di volontà che aiuta Fulvio a superare le difficoltà e le barriere che la società impone.
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    Messaggio  FilomenaFabozzi Gio Gen 27, 2011 4:47 pm

    Il film: “IL figlio della luna”
    Il fisico nucleare Fulvio Frisone è affetto da tetraparesi spastica ed è costretto a vivere su una sedia a rotelle. La madre Lucia lo ricopre di attenzioni tanto da riuscirlo a farlo parlare, costringendolo a chiedere aiuto, vince la battaglia contro le scuole di Siracusa perché non vogliono accogliere un bambino diverso. La svolta per Fulvio arriva quando il padre inventa un casco con un’asta che lo aiuta a scrivere, disegnare, usare il computer. Tramite quel casco Frisone svolge attività di ricerca presso il dipartimento di fisica e astronomia. Si laurea in fisica nucleare e nel 1992 ha ricevuto il premio Toyp per la ricerca scientifica.
    La famiglia svolge un ruolo principalmente importante che aiuta, appoggia e soprattutto non si lascia condizionare dall’ignoranza comune combattendo così con la persona diversamente abile per la realizzazione dei suoi sogni.
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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 19 Empty film diversità " ragazze interrotte"

    Messaggio  valeria posa Gio Gen 27, 2011 4:55 pm

    Un film sulla diversità sul quale volevo discutere è Ragazze interrotte.Il film narra la storia di Susan Kaysen una diciassettenne che ha gli stessi dubbi e le stesse incertezze di tante sue coetanee. Lo psichiatra con cui si incontra dà a questo comportamento il nome di 'disturbi marginali della personalità' e la spedisce al Claymoore Hospital. Qui Susan conosce Lisa, Daisy, Georgina, Polly e Janet, un gruppo di amiche fuori dagli schemi. Alla fine Susan dovrà scegliere fra il mondo di coloro che vivono all'interno dell'istituto e quello al di fuori. Guidata dall'infermiera Valerie e dalla dottoressa Wick la ragazza decide di lasciarsi alle spalle questo 'universo parallelo' rivendica la propria indipendenza e continua a vivere da sola e alle proprie condizioni.
    Vedendo questo film nessuno può dire chi è normale e chi no!!!
    i veri pazzi sono i dottori della clinica psichiatrica, sono i genitori della protagonista, sono le persone che giudicano le "ragazze interrotte" la cui unica PAZZIA è scaturita essenzialmente dalla voglia di essere AMATE...!!!
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    Messaggio  federica bruno Gio Gen 27, 2011 5:09 pm

    Il mio intervento verterà sul film: Mare dentro di Alejandro Amenàbar. Ispirato dal libro omonimo scritto da Ramòn Sampedro.
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    Messaggio  mariarosaria mazzariello Gio Gen 27, 2011 5:51 pm

    "SI PUO'FARE" è un film di Giulio Manfredonia del 2008 e si colloca proprio negli anni in cui venivano chiusi i primi ospedali psichiatrici. In esso si racconta un mondo che il cinema frequenta molto raramente, non tanto quello della follia, quanto quello dei confini allargati in una società impreparata a roccogliere gli adepti.
    Tutto accade a Milano,nei primi anni ottanta.
    Nello è un sindacalista con le idee troppo avanzate per il suo tempo. Ritenuto scomodo all'interno del sindacato viene allontanato e messo a dirigere una cooperativa di ex pazienti di ospedali pediatrici, dopo l'entrata in vigore della legge Basaglia. Trovatosi in stretto contatto con i suoi nuovi dipendenti e scavate in ognuno di loro delle potenzialità, decide di umanizzarli coinvolgendoli in un lavoro di squadra. Nello spinge ogni socio della cooperativa a imparare un mestiere per sottrarsi alle elemosine dell'assistenza, inventando per ciascuno un ruolo incredibilmente adatto alle sue capacità, ma finendo per scontrarsi con inevitabili, ma umanissime e tragiche contraddizioni.
    E' un film davvero intenso, commovente, profondo, che parla di un tema delicato, che fa pensare e riflettere, cosa che al giorno d'oggi si fa sempre di meno. E' la dimostrazione che con le idee giuste si può far sorridere ed emozionare con intelligenza e affrontare con un sorriso i danni dell'esistenza.
    E' una storia che mi ha commossa e coinvolata dall'inizio alla fine.
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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 19 Empty Film Diversità "FRIDA"

    Messaggio  clara esposito Gio Gen 27, 2011 7:15 pm

    Questo film narra la storia di Frida Kahlo, una giovane studentessa messicana, appassionata di arte, di politica, molto esuberante e ribelle. La sua vita trascorre tranquilla fino al giorno di un incidente in autobus: questo gli provocherà numerose fratture. La giovane trascorrerà, infatti, diversi mesi a casa, completamente ingessata nel letto, e subirà diversi interventi chirurgici. Ma la sua passione per la pittura la porterà a non abbattersi ed a liberarsi della sua infermità. Frida inizierà a dipingere, sposerà Diego Rivera, famoso pittore messicano dell'epoca,e grazie a lui entrerà nel mondo dell'arte. Andrà prima a New York e poi a Parigi per mostrare i suoi quadri, entrerà in contatti con personaggi illustri, ma la vita non smetterà mai di riservarle eventi spiacevoli: la perdita del figlio, l'amputazione di una gamba a causa della cancrena, la polmonite, i continui tradimenti del marito, dal quale prima si separerà e che poi risposerà e l'obbligo di restare a letto a causa della sua malattia. Ma, ciò nonostante, la sua energia e passione non verranno sopite, al punto tale che Frida si farà trasportare a letto al museo, dove si teneva la sua prima mostra in Messico, e qui verrà accolta con clamore e sorpresa da tutti. Il film si conclude con Frida che muore tra le braccia del marito, dopo avergli regalato un anello per il loro anniversario. Ho scelto questo film per la grande forza morale e coraggio che caratterizzano questa donna, nonostante i suoi impedimenti fisici ed i forti dolori subiti dalla vita. Frida è una donna appassionata, forte e coraggiosa; é una donna che combatte, si ribella e sfida ogni ostacolo pur di raggiungere il suo sogno: diventare una GRANDE PITTRICE!
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    Messaggio  roberta panaro Ven Gen 28, 2011 6:18 pm

    Il film che ho scelto per quanto riguarda il concetto di disabilità è "Anna dei miracoli" tratta della storia di Helen Veller una bambina che a seguito di un'oscura malattia infantile, erroneamente diagnosticata come congestione, diventa sorda e cieca, cresce in condizioni familiari dominate da un'eccessiva tolleranza e perbenismo. La famiglia dopo alcuni anni si rassegna all'invalidità della figlia e non si preoccupa più di migliorare il suo stato psicologico. I genitori cercano qualcuno che si assuma il peso di gestire il povero vivere qupotidiano di Helen. Il problema più grave è quello comunicativo. La bambina non ha ancora avuto la possibilità di accedere ad un linguaggio che attivi il pensiero. Helen ha bisogno di intensificare la percezione dei sensi e di conseguenza le azioni che ne derivano. Il compito della nuova istruttrice Annie Sullivan appare subito disperato, le sue intenzioni sono in contrasto con quello che vogliono i genitori. La famiglia pretende da lei solo un lavoro di sostegno psichico finalizzato a rendere la bambina più docile. Alla fine grazie all'intervento dell'istruttrice, Helen acquisisce l'agognata capacità di associare i segni appresi alle cose che sente con le mani; é un trionfo per Annie e la sua famiglia.
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    Messaggio  roberta panaro Ven Gen 28, 2011 7:00 pm

    Il film "le chiavi di casa" ci parla di un giovane padre di nome Giovanni, che ha abbandonato il proprio figlio subito dopo la nascita. Il bambino è nato affetto da handicap mentre la giovane compagna di Gianni è morta di parto. Quindici anni dopo l'uomo decide di conoscere il figlio, durante il viaggio incontra Nicole, una donna matura con una figlia affetta da handicap, che gli farà capire la grandezza dell'impegno che lo attende.
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    Messaggio  morettaanna Dom Gen 30, 2011 3:01 pm

    Lo scafandro e la farfalla è un libro di ricordi del giornalista francese Jean-Dominique.Bauby descrive come sia cambiata la sua vita, dopo essersi risvegliato da un coma profondo, causatogli da un ictus, che ne ha deteriorato tutte le funzioni motorie, lasciandolo in una condizione che la medicina chiama sindrome locked-in.
    Il libro è stato interamente scritto da Bauby tramite il battito della palpebra del suo occhio sinistro, unico contatto con il mondo esterno. Un collaboratore gli recitava l'alfabeto secondo l'ordine di frequenza della lingua francese (E,S,A,R,I,N,T,U,L,O,M,P,D,C,F,B,V,H,G,J,Q,Z,Y,K,X,W) e Bauby batteva il ciglio alla lettera desiderata. Così, lettera dopo lettera, Bauby dettò parole, frasi e intere pagine. Per scrivere l'intero libro ci sono voluti circa 200.000 battiti di ciglio, e per comporre una parola occorrevano due minuti. Il libro fa una cronaca degli eventi giornalieri e della vita di una persona affetta da sindrome locked-in. Il libro venne pubblicato il 7 marzo del 1997. Ebbe eccellenti critiche e nella prima settimana vendette 200.000 copie. Dieci giorni dopo l'uscita del libro in Francia, Bauby morì per arresto cardiaco conseguente ad una polmonite, all'età di quasi 45 anni.

    [url=<iframe title="YouTube video player" class="youtube-player" type="text/html" width="480" height="390" src="https://www.youtube.com/embed/IDp0aqI--BM" frameborder="0" allowFullScreen></iframe>]<iframe title="YouTube video player" class="youtube-player" type="text/html" width="480" height="390" src="https://www.youtube.com/embed/IDp0aqI--BM" frameborder="0" allowFullScreen></iframe>[/url]
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    Messaggio  morettaanna Dom Gen 30, 2011 3:12 pm

    Ray Charles Robinson si innamorò della musica da piccolissimo. A cinque anni suonava già il pianoforte. Poi, una serie di avvenimenti tragici cambiò per sempre il corso della sua vita. Ray fu testimone della terribile morte del fratello George, annegato in un incidente di cui Ray stesso si sentiva responsabile. Poco tempo dopo, in conseguenza del trauma e di un grave glaucoma, iniziò a perdere la vista. A sette anni era ormai cieco e, su insistenza della madre, amorevole ma inflessibile, imparò a orientarsi nel mondo affidandosi al suo udito e ai suoni di cui subiva il fascino. Non volle mai utilizzare un bastone, un cane guida o nessun altro strumento che lo rendesse in qualche modo dipendente...

    [url=<iframe title="YouTube video player" class="youtube-player" type="text/html" width="640" height="390" src="https://www.youtube.com/embed/w8lAgwrxndk" frameborder="0" allowFullScreen></iframe>]<iframe title="YouTube video player" class="youtube-player" type="text/html" width="640" height="390" src="https://www.youtube.com/embed/w8lAgwrxndk" frameborder="0" allowFullScreen></iframe>[/url]
    Del Prete Melania
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    Messaggio  Del Prete Melania Lun Gen 31, 2011 7:22 am

    Mentre attende una autobus, seduto a una fermata di Savannah(Georgia), uno strambo quarantenne, apparentemente molto stupido, racconta imperterrito la storia della sua affascinante vita ad ascoltatori occasionali e completamente sconosciuti che cambieranno diverse volte nel corso del film, mostrando alcuni indifferenza, altri incredulità e a volte commozione. È Forrest Gump, un personaggio border line non tanto per il suo quoziente intellettivo(75, dunque al di sotto della norma) quanto per il suo rapporto ingenuo e fiducioso con un mondo che sin da bambino fa di tutto per relegarlo nell'ambito del diverso. Persino sua madre, che lo incita a non farsi scavalcare da nessuno, lo costringe a mettere un apparecchio alle gambe che ulteriormente lo avrebbe penalizzato se una provvidenziale quanto vile aggressione da parte di piccoli bulli non gli avesse rivelato le proprie straordinarie doti fisiche. Forrest inizialmente non è ammesso nella scuola pubblica a causa del suo Q.I., ma la madre, avendo una relazione col preside, ottiene di farlo comunque ammettere. Il primo giorno di scuola incontra sull'autobus Jenny, unica amica e suo unico amore. Il rapporto d'amicizia che s’instaura tra i due bambini è profondissimo, con Jenny la cui personalità, a causa degli abusi paterni, risulterà in seguito instabile, anche per uso di droghe. I due s’incontreranno a più riprese in diverse fasi della loro esistenza e in diversi momenti cruciali della storia degli U.S.A. dagli anni '50 in poi. Grazie alla sua abilità nel correre e quindi nel football, Forrest ottiene di essere ammesso al college con una borsa di studio. Qui le vite di Forrest e Jenny cominciano a prendere pieghe diverse; lei diventa popolare grazie al noto Playboy e nel vortice del suo solitario dolore pare considerare Forrest troppo stupido e lontano per capirla. In ogni caso, il legame tra i due sopravvive nonostante le interferenze dell'ambiente esterno.
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    Messaggio  Del Prete Melania Lun Gen 31, 2011 8:08 am

    Il film si apre con la scoperta del deforme John Merrick da parte del Dottor Frederick Treves durante uno spettacolo di strada gestito dal malvagio Bytes. Merrick presenta numerose deformazioni in gran parte del corpo, soprattutto nel capo, tanto da venire soprannominato The Elephant Man; per non essere deriso indossa in testa perennemente un cappuccio cucito ad un cappello, in modo tale da coprire la testuggine e in parte le deformità del viso. Bytes si ritiene il proprietario di Merrick, tanto che vuol essere pagato per cederlo per scopi medici al Dr. Treves. Appena Merrick fa ritorno dal suo "proprietario", il quale è in stato di ebbrezza, questi lo picchia violentemente. Treves giunge in aiuto del povero uomo e lo porta con sé in ospedale per tenerlo in cura e se possibile aiutarlo. In ospedale regna un'atmosfera di discriminazione nei confronti di Merrick, il quale deve essere messo in una stanza di quarantena per non essere cacciato; qui viene seguito dalla capo-infermiera, Madre Shead. Treves durante il primo giorno di ricovero parla col direttore dell'ospedale, Mr. Carr Gomm, il quale gli ricorda di non potere tenere sotto osservazione persone incurabili. Per dimostrare che l'uomo deforme non è completamente ritardato oltre che deforme, Treves gli insegna alcune parole da dire all'arrivo del direttore. Contrariamente a quanto previsto, l'uomo ripete solo meccanicamente qualche frase e il direttore se ne va, ma inaspettatamente Merrick pronuncia ad alta voce il 23° Salmo della Bibbia facendo tornare il direttore sui suoi passi. Col passare dei giorni, si viene a scoprire il carattere sensibile sofisticato di Merrick, il quale nasconde ciò per non essere maltrattato ancora di più da Bytes. Il caso di The Elephant Man giunge alla corte della Regina Vittoria la quale apre un fondo monetario per permettere di dare adeguate cure all'uomo. Treves rimane come affascinato dall'uomo, lo porta in visita a casa sua e gli fa conoscere la sua consorte, Anne Treves. Merrick mostra alla signora Treves il suo più prezioso oggetto di valore, una foto di sua madre; dopo ciò parla della madre e di come sia cambiata radicalmente la sua vita negli ultimi tempi. La signora Treves si commuove sino a piangere. Dopo questi episodi, Merrick viene contattato dalla nota attrice teatrale Miss Kendall, la quale desidera fortemente fare la sua conoscenza. Durante l'incontro dei due, Miss Kendall gli dona un suo autoritratto e la tragedia di Shakespeare Romeo e Giulietta. La visita dell'attrice ottiene ampia eco in tutto il paese e molti aristocratici e rappresentanti dell'alta borghesia vogliono conoscere Merrick. Un guardiano dell'ospedale inizia segretamente a fare visitare a prostitute e alcolizzati la stanza del "mostro". Una notte anche Bytes entra nella camera per vedere la sua ex-proprietà; dopo di che rapisce Merrick fuggendo nell'Europa continentale, dove lo esibisce in circhi e fiere. Il protrarsi dei maltrattamenti rende Merrick debole e impotente, tanto che diventa inservibile per il suo "padrone". Bytes infuriato rinchiude Merrick in una gabbia con l'intenzione di farlo morire; questo non accade perché i compagni di pena della fiera, un gigante e un gruppo di nani lo aiutano a fuggire, gli procurano dei vestiti e del denaro per poi imbarcarlo sul primo piroscafo diretto a Londra. Arrivato nella capitale inglese si incappuccia, come sua abitudine; un gruppo di ragazzini si accorge delle deformità dell'uomo e inizia a rincorrerlo. Merrick durante la fuga colpisce accidentalmente una bambina, suscitando l'ira dei presenti e il loro conseguente sfogo. L'uomo riesce a nascondersi in una toilette della stazione dove, stremato e offeso moralmente, si sfoga e si difende urlando di essere un uomo e non un mostro, dopo di che sviene. Nel frattempo, Treves scopre lo spregevole traffico sulla pelle di Merrick gestito dal guardiano e il rapimento di Merrick stesso da parte di Bytes: queste scoperte lo sconvolgono. Mentre Treves inizia le ricerche di Merrick, eccolo arrivare scortato da Scotland Yard. John viene subito ricoverato in ospedale. Anche i dottori hanno capito che è prossimo alla morte. La sera, Merrick viene invitato dalla signora Kendall ad uno spettacolo di varietà al teatro, dove viene accolto calorosamente dal pubblico presente. Finito lo spettacolo e tornato in ospedale, Merrick ringrazia Treves per tutto ciò che ha fatto per lui, chiamandolo più volte "amico". Finita la conversazione con Treves, Merrick si sdraia supino sul letto, togliendo tutti i cuscini che fungevano da sostegno per la massa abnorme del capo. Merrick sa che tale posizione di riposo, uguale a quella degli esseri "normali", gli provocherà la morte per soffocamento; oramai deciso, muore nella serenità e nella pace che ha sempre desiderato e mai avuto. Nell'ultima scena si intravede la madre di Merrick accoglierlo nell'infinito dell'universo.
    Maria Libera Di Luca
    Maria Libera Di Luca


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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 19 Empty FILM:” BASTA GUARDARE IL CIELO”

    Messaggio  Maria Libera Di Luca Lun Gen 31, 2011 1:41 pm

    A Cincinnati, il giovane Kevin Dillon, affetto da una rara sindrome, e sua madre Gwen si trasferiscono nella casa accanto a quella dove Maxwell Kane abita con gli anziani nonni. Max ha 13 anni e l'aspetto di un gigante, è lento a scuola, ha poco coraggio e non riesce ad adattarsi. Max e Kevin sono degli esclusi che, incontrandosi, si costruiscono una nuova vita. Insieme partono alla ricerca della grandezza e del bene guidati dal nobile spirito di Re Artù e dei suoi Cavalieri della Tavola Rotonda. In un bar difendono una donna picchiata da un uomo, di notte recuperano una borsa rubata ad un'altra donna. Alla mensa della scuola, Kevin si sente male: in ospedale, gli viene diagnosticato ancora un anno di vita. Il padre di Max esce dalla prigione in libertà vigilata, va a trovare il figlio e ricomincia a picchiarlo. Max lo accusa di aver ucciso la mamma, lui si infuria e di nuovo viene messo dentro. Arriva Natale e, dopo essere stati allegramente insieme ai vicini per il cenone, Kevin e la madre tornano a casa. Nella notte Kevin ha un altro attacco, e stavolta muore. Colpito nel profondo, Max comincia a pensare, scrive sulle pagine bianche del libro lasciatogli da Kevin che finisce con l'indicazione della tomba di Re Artù non ancora morto.

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