Psicopedagogia d.ling. Briganti 2010

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Psicopedagogia d.ling. Briganti 2010

"Stanza di lavoro della classe" Forum didattico a cura di Floriana Briganti - corso di Psicopedagogia dei linguaggi, att. didattica aggiuntiva Suor Orsola Benincasa Napoli


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    Messaggio  Angela Serra Mer Gen 19, 2011 8:29 pm

    un altro film k mi ha emozionato molto è SETTE ANIME diretto da Gabriele Muccino e ha come protagonista Willy Smith il quale, responsabile della morte di sette persone a causa di un incidente d'auto, schiacciato dal senso di colpa, Will Smith vuole uccidersi dopo aver garantito la vita di altrettante persone bisognose, donando i propri organi.
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    Messaggio  ivana nugnes Gio Gen 20, 2011 6:25 pm

    Un sito che ho conosciuto ed esplorato,riguardo la disabilità, è www.dienneti.it/handicap/ ove è possibile documentarsi sui disturbi del linguaggio, della personalità, dell'apprendimento e disabilità intellettive, motorie, sensoriali e neurosensoriali..ed è possibile documentarsi circa l'integrazione scolastica e sostegno!!!

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    Messaggio  Filomena Di Dato Ven Gen 21, 2011 6:57 pm

    Tema diversità film
    un film che ho visto e che mi ha colpito è stato the elephant man.La trama racconta la storia vera di un uomo vissuto in Inghilterra nel 1862 affetto da neurofibromatosi.Tale film mostra prima tutta la crudezza e mostruosità, per poi svelare la natura di un animo gentile e delicato.Questo film mi ha colpito notevolmente perchè finalmente Jhon Merrick, il protagonista dopo tante sofferenze e dolori riesce ad essere accettato dalla società non come l'uomo elefante ma come un uomo.Il messaggio che vuole trasmettere il film è quello di far capire che il male non è quello che ha deturpato il corpo di John Merrick ma quello che si nasconde nell'animo di coloro che non riescono ad accettare il diverso
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    Messaggio  ANGELA MARTINO Ven Gen 21, 2011 7:36 pm

    C. Tema diversità - film.
    Il film impronato sulla diversità che ricordo è il miglio verde, che racconta di un omone di colore accusato di aver stuprato e ucciso due ragazzine "biache", che viene perchè condannato a morte e perciò rinchiuso in cacere.
    La diversità in questo film è rappresentata dal colore della pelle, egli viene accusato senza processo solo perchè di colore, inoltre la sua statura fanno pensare ad un uomo forte e cattivo ma invece egli si rivela gentile e di bontà d'animo.

    A. Tema diversità - libro.
    Parlando di un libro sulla diversità non posso che rimembrare "notre dame de Paris",ambientato nella Parigi del XV secolo, nel cui periodo gli zingari venivano considerati esseri inferiori, da eliminare, vi era una famiglia trai cui membri vi era una donna che morira' per salvare il figlio, il quale verrà allevato dall'arcidiacono Frollo, che lo recludera' nella torre come campanaro e gli darà il nome di Quasimodo. Egli malgrado il suo aspetto esteriore e' estramente agile, oltreché dotato di forza sovrumana,e' buono. Il capo delle guardie, Febo, si ribella al potere del giudice, che lo costringe a dar la caccia agli zingari, viene salvato da Esmeralda, una zingara, la quale chiede a Quasimodo di nascondere e curare Febo. Con un tranello, Frollo, imprigiona Febo condanna Esmeralda al rogo e incatena Quasimodo nella cattedrale. L'indomani all'alba, davanti allo spettacolo di Esmeralda morente, Quasimodo si ribella e riesce a liberarsi, salvandola. Nel frattempo Febo e gli zingari attaccano i soldati, ma Frollo riesce ad entrare a Notre-Dame e a liberarsi dell'arcidiacono; tenta di uccidere Quasimodo, ma il campanaro riesce a fuggire, nascondendosi con la ragazza svenuta sull'estremità di un balcone. Frollo li segue, ma precipita verso la morte e l'Inferno prima di poter dare il colpo di grazia ad Esmeralda; il gargoyle su cui Frollo si appoggia si rompe.
    Febo ed Esmeralda coronano la loro unione e il buon Quasimodo è acclamato dalla folla.
    La diversità in questo libro e' improntata sul fatto che Quasimodo viene considerato inferiore, in quanto deforme, ma la forza dell'amore e dell'amicizia superano l'`aspetto fisico e "l'ostacolo" della deformità.

    PellegrinoDomenica
    PellegrinoDomenica


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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 15 Empty FILM SULLA DISABILITA': " Mi chiamo Sam "

    Messaggio  PellegrinoDomenica Ven Gen 21, 2011 10:08 pm

    Un film che in assoluto mi ha emozionato ogni qual volta l’ho visto è “ Mi chiamo Sam ”. I film sulla diversità di solito sono tutti accomunati da un fondo di velata ipocrisia sul ruolo che i "normali genitori" dovrebbero giocare nelle sorti di questi poveri figli. Nel caso della pellicola “Mi chiamo Sam” questo non avviene;qui i ruoli si ribaltano. La storia di Sam è la storia di un uomo, un padre che ha delle capacità intellettive corrispondenti a quelle di un bambino di 7 anni. Quest’uomo è in balia degli eventi dai quali sembra sempre più sul punto di soccombere: la compagna che partorisce la figlia di Sam e all'uscita dell'ospedale li pianta entrambi alla fermata dell'autobus; la situazione che immediatamente precipita in un crescendo di azioni turbinose,il pianto notturno,la sfida con il pannolino improvvisato, l'incoscienza di un'alimentazione diversa da quella degli adulti.
    Unica rete di protezione: un gruppo di amici anch’essi portatori di handicap. Ma Sam tiene duro:chiede aiuto alla vicina la quale gli associa gli orari di allattamento all’inizio dei programmi televisivi,educa la piccola Lucy con la forza irresistibile che gli viene non dalla conoscenza cognitiva, ma dall'intensissima intelligenza emotiva di cui è dotato.
    Il suo handicap non gli impedisce di essere un buon padre, anche se, a un certo punto quando Lucy compie i sette anni,qualcosa si rompe...
    L'equilibrio faticosamente conquistato dall'amore si scontra col fatto che la stessa bambina si rende conto di essere “un passo avanti” rispetto al padre. Tendenze autistiche,ritardo mentale,non pregiudicano la capacità di amare: questo è il pensiero di Sam che lotta con tutte le sue forze perché ritiene di aver capito cosa rende una persona un buon genitore. Sam ha capito che è la costanza,la pazienza,saper ascoltare,saper fingere di ascoltare anche quando non può più ascoltare a rendere un buon padre. E’ conscio di non essere un perfetto genitore ma ha costruito una vita insieme alla sua Lucy e si amano.
    Il povero Sam, il quale non corrispondendo a sufficienza allo stereotipo dell'"adulto" viene subito dichiarato "inadatto" al ruolo genitoriale. Inizia così la lunga trafila giudiziaria per la revoca della potestà e l'adozione di Lucy da parte di una famiglia "adatta".
    Sam non si da per vinto. Cerca un avvocato e trova il migliore.
    Lei, al contrario di lui, appare come il prototipo dell'adulta matura, di successo: la persona che è in grado di aiutare Sam a risolvere la situazione.
    Sam è un padre-bambino in mezzo a tanti bambini-padri che sono alla ricerca di figure genitoriali affettuose e disponibili. Agli occhi di Lucy è un padre speciale che va con lei al parco, che le dà tutto ciò di cui ha bisogno, anche se adesso che come età mentale sono pari, è lei che deve leggere la storia prima di addormentarsi.
    Sam è un handicappato che agli occhi della società appare come bisognoso di supporto e di aiuto, ma che si rivela una fonte inesauribile di aiuto e conforto per quanti gli si rivolgono con autenticità.
    La nostra società, sempre più attenta a tutelare e regolamentare ambiti dell’esistenza dei cittadini fino a ieri affidati al semplice buon senso, rischia a volte un’eccessiva definizione dei ruoli più dannosa che utile all’esistenza degli individui.

    https://www.youtube.com/watch?v=oLuHec-CPGE
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    Anna Cozzuto


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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 15 Empty libro (diversità)

    Messaggio  Anna Cozzuto Sab Gen 22, 2011 10:29 am

    Il libro che ho scelto per parlare della diversità prende il nome di "La fatica di crescere. Anoressia e bulimia: i sintomi del malessere di un'epoca confusa." Questo libro scritto da Simona Argenteri e Stefania Rossini, non descrive una malattia, non fornisce regole per prevenirla, non illustra strategie per sconfiggerla, non individua colpevoli a catena cui attribuirla. Eso si propone un compito al empo stesso più modesto e più ambizioso: raccontare il grande inganno che da almeno un decennio, da quando è esploso come fenomeno di massa, circonda il problema dei disturbi alimentari. E' un inganno alimentato da un clamore eccessivo da parte del mondo della comunicazione e da un interventismo non sempre innocente da parte del mondo medico. E' un libro scritto volutamente in modo semplice ma non semplicistico, che vuole interessare il pubblico vasto di chi soffre e di chi cura.
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    Messaggio  Roberta De Lucia Sab Gen 22, 2011 11:03 am

    Ripensando al film scelto “basta guardare il cielo” ho pensato ad alcune riflessioni che vorrei condividere con voi.
    Quando per un ragazzo di tredici anni arriva il momento di dover superare le difficili prove della vita reale, avere un amico “del cuore” è la chiave giusta per affrontare tutto con forza e a testa alta. Quando poi si è in qualche modo considerati “diversi’ e quindi, automaticamente, esclusi, avere un amico ed essere forti e coraggiosi sono i due ingredienti indispensabili per riuscire a crescere. L’aspetto forse più interessante del film è,secondo me, capire
    quanto sia importante avere un amico e quanto, occupandosi l’uno dell’altro, sia possibile fare della propria vita un’esperienza davvero speciale, soprattutto quando il resto del mondo sembra essere “assente” e non avere alcun rispetto … Max dà a Kevin la possibilità di muoversi, di viaggiare realmente nello spazio, di giocare a basket, di correre sentendo il vento fra i capelli e di vedere dal vivo i fuochi d’artificio che fino ad allora erano solo il frutto della sua immaginazione. I due protagonisti mostrano cioè un ottimo esempio di un rapporto fatto di fiducia, attenzione, complicità, reciprocità, indispensabile ad entrambi per riuscire a crescere, a sconfiggere le paure e a sentirsi meno soli. Ma il film è anche una storia che invita a riflettere sull’importanza di maturare dentro di sé un buon livello di autostima e di fiducia nelle proprie possibilità, ingredienti indispensabili per superare ostacoli e risolvere i problemi che frequentemente possono affacciarsi alle porte dell’esistenza di ognuno. Ci sono tanti eventi nella vita che indeboliscono, spaventano e tolgono la possibilità di reagire, proprio per questo quando si assiste alle reazioni dei personaggi di un film, ci si può sentire più forti e rassicurati e si possono intravedere nuove strade comportamentali. A molti potrà essere capitato, almeno una volta nella vita, di sentirsi un po’ come Kevin o come Max, magari anche all’interno della classe.Il film, infine, è anche un bell’omaggio al grande potere della lettura e dell’immaginazione. Sembra volerci dire che se si impara a leggere e a nutrire una passione, si può andare ovunque si desidera. Attraverso l’amore di Kevin per la lettura e la sua voglia di imparare, Max si avventura in viaggi fantastici dai quali uscirà rafforzato, arricchito e trasformato nel cuore e nella testa.
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    Messaggio  martinad'alise Sab Gen 22, 2011 11:49 am

    il film che vorrei trattare coma argomento sulla diversità è A beautiful mind. Questo film parla del talentuoso matematico John nash che è ossessionato dal pensiero di trovare un'idea originale a cui applicare le sue formule. Purtroppo lui ha una lieve forma di schizofrenia, che lo fa vivere in un mondo immaginario con amici immaginari. E' un film che ci fa vedere come una persona che definiamo "intelligente" può allo stesso modo convivere con questa malattia e proseguire se pur con le sue difficoltà la sua vita. Non è facile ignorare le proprie allucinazioni, che si pensano vere. Quello che mi preme sottolineare è anche l'intervento a cui viene sottoposto. Infatti viene sottoposto a numerose sedute di shock insulinico e ad una massiccia dose di farmaci. Bisogna sempre guardare oltre. anche una mente geniale può essere affetto da disturbi mentali.
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    Messaggio  luciapalmieri Sab Gen 22, 2011 11:59 am

    LIBRO DISABILITA': AUTISMO
    uno dei libri che ho letto nel mio corso di studi che riguarda la disabilità e :"AUTISMO, dalla diagnosi all' intervento psicoeducativo", a cura di C. Vio, i suoi studi sono dedicati ai disturbi dello spettro autistico e ai disturbi dell' apprendimento.Afferma che il di disagio, la sofferenza e l' impotenza sono i vissuti più comuni che raccogliamo nel lavoro con genitori e insegnanti. La ricerca scientifica indica senza incertezze che non esistono scorciatoie nè pozioni miracolose. La consulenza ai genitori con i figli autistici e agli insegnanti che li seguono non può tradursi in indicazioni generali e generiche, nè delegando strumenti senza guida e senza verifiche. Un intervento costruito su "misure della persona, attraverso una paziente e attenta ricerca del suo funzionamento psicologico-comportamentale è la via più breve e fruttuosa per interventi adeguati ed efficaci. Nel libro viene descritta l' esperienza diretta di queste metodologie, con declinazioni pratiche per facilitare la generalizzazione alla situazione specifica.
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    Messaggio  luciapalmieri Sab Gen 22, 2011 12:10 pm

    ASSOCIAZIONE: A.G.S.A.S. onlus acronimo di associazione genitori soggetti autistici siciliani. Nasce a Palermo il 22 febbraio 1990 per la disperazione e per l’entusiasmo di un gruppo di genitori di bambini con autismo.
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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 15 Empty Re:Esame

    Messaggio  Valeria Orefice Sab Gen 22, 2011 2:12 pm

    è possibile prenotarsi per l'esame?Ho letto del nuovo avviso quindi credo di dover venire il 16 a questo punto...grazie mille, scusi se non mi sono prenotata prima, spero di approfondire con cura gli argomenti, cordiali saluti,
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    rosa nebiante


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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 15 Empty FILM: mi chiamano RADIO - disabilità

    Messaggio  rosa nebiante Sab Gen 22, 2011 8:04 pm

    Harold Jones, popolare allenatore della squadra di football di liceo, nella Carolina del sud, prende a cuore la situazione di James , un ragazzo solitario e diffidente soprannominato 'Radio' per il suo amore per le radio d'epoca e per la musica. Jones vuole aiutare il ragazzo a essere reintegrato nella società, lo fa assistere alle partite e agli allenamenti e lo fa partecipare alle lezioni a scuola, ma nello stesso tempo Radio aiuta l'allenatore ad apprezzare il valore dell'amicizia e della famiglia. Tuttavia non tutti i membri della comunità vedono di buon occhio questa amicizia e quando la madre di Radio muore, il ragazzo viene messo in un istituto di igiene mentale. ma l'amicizia e l'affetto verso questo ragazzo fanno prendere una decisione molto importante all'allenatore, senza doversi scontrare con la comunità.
    alla fine, Radio, da ragazzo solo e diffidente, diventa il braccio destro del coach, amato e ben visto da tutti.
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    rosa nebiante


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    Messaggio  rosa nebiante Sab Gen 22, 2011 8:26 pm

    erano giorni che ripensavo a questo film...... lo consiglio a tutte le mie colleghe.
    pur essendo ambientato negli anno '70, è estremamente attuale.
    Radio, ragazzo di colore e "un pò speciale" (come gli dice la madre), vive lontano dalla città con la mamma. è molto diffidente, e non ha amici; non può averne, chi si avvicina a lui lo fa o per prenderlo in giro, o per "aiutarlo" in qualcosa.
    ama la musica e le radioline d'epoca, per questo l'allenatore della squadra della scuola ne regalerà una. da lì diventa suo amico,e aiutante coach. Radio, trova degli amici, persone che gli vogliono bene, ma non tutti; molti ragazzi continuano le con i loro stupidi atteggiamenti, ora anche per colpire il coach; alcuni genitori lo vedono come fonte di distrazione per la squadra........
    ed è questo il motivo per cui Jones lascia il proprio ruolo di allenatore, anche se inizialmente molto combattuto. aveva tanto lavorato per quel ruolo tanto ambito, e ora...... per l'amicizia e l'affetto verso quel giovane ragazzo è disposto a lasciare tutto.
    il film ha un lieto fine, sia per il coach, che per Radio.

    ma questo era un film (un gran bel film), ma un FILM; nella vita reale cosa succede? quanti di noi saremo disposti a lasciare "la notra vita" per dedicarci a "qualcun'altro"?

    Alessandra De Vita
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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 15 Empty C. TEMA DIVERSITA' FILM: "A PRIMA VISTA"

    Messaggio  Alessandra De Vita Dom Gen 23, 2011 1:39 pm

    “A prima vista” (THE FIRST SIGHT) è un film del 1999, diretto da Irwin Winkler e interpretato da Val Kilmer e Mira Sorvino. L’accorta sceneggiatura dell’ex attore Steve Levitt è tratta dal racconto To see and not see del neurologo e scrittore Oliver Sacks. Il film è ancora più affascinante in quanto è ispirato alla storia vera di Shirl e Barbara Jennings.
    Il giovane Virgil Adamson ( V. Kilmer) ha iniziato ad accusare problemi alla vista all’età di un anno, divenendo completamente cieco a tre anni a causa di una cataratta congenita, correlata ad una serie di patologie. Trascorsi ormai 20 – 25 anni, oggi lavora come massaggiatore presso una località di villeggiatura a nord di New York. Vive con la sorella maggiore, che dall’età di 18 anni ha iniziato a prendersi cura di lui in seguito alla morte della madre e all’abbandono del padre, il quale ha invano tentato di far riacquistare la vista al figlio. Qui un giorno arriva Amy Benic (M. Sorvino), architetto a Manhattan, per trascorrere una settimana di vacanza dal lavoro. I due si conoscono durante le sedute di massaggi e in un primo momento Amy non si accorge della cecità di Virgil: infatti rimane esterrefatta quando lo scopre, soprattutto non riesce a spiegarsi come Virgil, pur non vedendoci, conosce a perfezione i luoghi e le persone che incontra durante il suo cammino. Tuttavia iniziano a frequentarsi, lei è affascinata da lui, tanto da confessare all’amica che questa persona “l’ha fatta risvegliare da un sonno lunghissimo, le ha fatto tornare il desiderio d’ispirazione”. Virgil dal canto suo è rimasto molto colpito da lei, tanto da descriverla a mo’ di ricetta di una torta al caffè: “voce bella e suadente, tenera come il burro, profuma di noce moscata e cannella”. Si innamorano e dopo qualche tempo Amy vuole che la segua a New York per farlo sottoporre ad un intervento chirurgico sperimentale, che gli possa far tornare la vista. Dopo un rifiuto iniziale, sia suo che della sorella, si sottopone all’operazione, che gli restituisce la vista, catapultandolo in un mondo di oggetti per lui senza senso, di distanze difficili da misurare, di concetti che non è facile da esprimere. Virgil non ha mai visto nulla e non capisce cosa vede, solo attraverso il tatto ha la percezione dell’oggetto. E’ disorientato, per alcune settimane i colori e gli oggetti non hanno senso per lui, resta affascinato come un bambino alla vista di immagini che sono scontate per tutti. E’ confuso, non riesce ad accettare un nuovo modo di vivere che gli è totalmente estraneo. Iniziano i problemi anche con Amy, la quale cerca di inserirlo nella vita quotidiana della città, incontrando non poche difficoltà: si trova dinanzi un bambino, non più un uomo. Dopo un periodo di sconforto, sembra che le cose vadano finalmente per il verso giusto, ma purtroppo non tarda ad arrivare una terribile notizia: Virgil accusa “blackout” temporali della vista, si reca dal medico che purtroppo gli comunica la ricomparsa della retinite, che presto lo ricondurrà di nuovo alla cecità. Negli ultimi giorni che gli restano prima di diventare cieco, cerca di vedere più cose possibili, anche talvolta solo dai giornali. Si separa da Amy perché teme che lei possa voltargli le spalle una volta che tornerà di nuovo cieco, che non lo accetti così com’è. Virgil ritorna a vivere con la sorella e dopo poco tempo diventa cieco. Tuttavia riprende la sua vita “normale” ed Amy ritorna da lui.
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    Messaggio  Alessandra De Vita Dom Gen 23, 2011 1:41 pm

    "A PRIMA VISTA" è un film davvero emozionante, commovente, che consiglio di vedere a tutti. E’ una commedia “zuccherosa”, una bellissima storia d’amore, a tratti molto significativa nel rapportarsi con il mondo della cecità. Virgil è un uomo degno di ammirazione: nonostante la sua condizione, conduce una vita normale, è un massaggiatore, gioca ad hockey e talvolta si cimenta in cucina. Ribadisce più volte che questa è la sua “normalità”, con gli anni ha faticato per crearsi una vita degna di essere vissuta, ha combattuto per rendere vivibile la sua “diversità”. Per questo motivo non ha alcun desiderio di stravolgere il suo “habitat” naturale, la sua vera vita, magari con altri fallaci interventi chirurgici: lui è davvero felice così. Infatti l’invadenza di Amy, nonché la sensazione di Virgil che Amy non accetti la sua cecità, lo destabilizzano. Riacquistata la vista si sente “un pesce fuor d’acqua”, non osserva ciò che vede, è un “CIECO MENTALMENTE”. Virgil è una “persona di tatto”, distingue gli oggetti solo toccandoli, perché è il tatto uno dei migliori sensi che lui ha sviluppato durante la cecità. Credo che non si possa nemmeno lontanamente immaginare cosa possa significare per un cieco vedere anche solo per un istante la luce, figuriamoci per Virgil che ne ha avuto la possibilità per diverse settimane. E’ molto significativa la scena quando i medici gli tolgono le bende e la sua vista appare totalmente confusa ed esordisce con un “QUESTO NON E’ VEDERE”. E’ spaventato, quasi come se la luce rappresenterebbe il suo “nemico” più grande, come se all’improvviso “un estraneo lo strappasse dal grembo materno”. Quando purtroppo ritorna alla cecità, tiene una conferenza in cui è racchiuso tutto il suo pensiero, che poi rappresenta la morale del film: “DA BAMBINO AVEVO 2 SOGNI: UNO ERA DI POTERCI VEDERE ANCHE IO, L’ALTRO ERA DI POTER GIOCARE AD HOCKEY PER I “NEWYORK RANGERS”. IN SEGUITO AL MIO MIRACOLOSO, BREVE PERIODO DA VEDENTE, POTENDO SCEGLIERE CREDO CHE PREFERIREI GIOCARE AD HOCKEY PER I NEWORK RANGERS. NON CHE LA VISTA FOSSE DA DISPREZZARE: HO CONOSCIUTO TANTE COSE, ALCUNE ERANO MERAVIGLIOSE, ALTRE DECISAMENTE SPAVENTOSE. CERTE COSE NON LE RICORDO QUASI PIU’, MA CERTI SGUARDI PARTICOLARI, CERTE OCCHIATE, LE NUVOLE, RESTERANNO IMPRESSE ANCHE QUANDO SARA’ CALATO IL BUIO. COME CIECO DEVO DIRE CHE SONO CONVINTO DI VEDERCI MOLTO MEGLIO DI QUANDO AVEVO GLI OCCHI CHE MI FUNZIONAVANO. PERCHE’ SECONDO ME NOI NON VEDIAMO CON GLI OCCHI, PENSO CHE VIVIAMO NELLE TENEBRE, QUANDO NON PERCEPIAMO LA VERA ESSENZA DI NOI STESSI, DEGLI ALTRI E DELLA VITA. E CREDO CHE NON CI SIA OPERAZIONE CHE POSSA DARCI QUESTO, COME E’ VERO CHE QUANDO UNO ARRIVA A SCOPRIRE CHE QUELLO CHE HA DENTRO DI SE’, HA GIA’ VISTO TANTO. E’ PER QUESTO CHE GLI OCCHI NON SERVONO…”.
    Sono parole meravigliose. Lui che ha potuto vivere la vita sia da vedente che da cieco, ritiene migliore la seconda, in quanto ciò che ha potuto e può sentire, provare e “VEDERE” da non vedente, ritiene di non essere stato in grado di farlo quando ha riavuto la vista. Ed è vero che ci sono tanti momenti nella nostra vita in cui abbiamo le cosiddette “BENDE DAVANTI AGLI OCCHI”, vogliamo vedere solo ciò che ci è comodo, fingendo di non vedere la vera essenza delle cose. Bisogna prima guardarci dentro, per sperare un giorno finalmente di VEDERE TUTTO CIO’ CHE FINORA NON SIAMO STATI CAPACI DI SCORGERE ALL’ORIZZONTE, AL DI LA’ DELLA NOSTRA PERSONA.
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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 15 Empty Film: Forrest Gamp

    Messaggio  Tamburrino Rosaria Lun Gen 24, 2011 8:58 am

    Ieri sera, dopo anni ho rivisto Forrest Gamp. Bello ed emozionante come la prima volta! Però ieri l'ho guardato con occhi diversi, sono andata oltre la semplice "visione", sono riuscita a cogliere aspetti che la prima volta avevo tralasciato e sono riuscita a cogliere una morale ed un insegnamento di cui farò tesoro soprattutto in questo periodo della mia vita. Forrest è un ragazzino che è costretto a portare delle protesi alle gambe per problemi alla schiena e che presenta un Q.I. leggermente inferiore alla media. Ma sono proprio quei pochi punti che per la società fanno la DIFFERENZA! Il primo aspetto che balza agli occhi è proprio questo: lo scontro tra la società da un lato che cerca di relegare ai margini il "diverso" e i genitori dall'altro che non accettano la situazione. Mi sono soffermata a riflettere sull'importanza del contesto familiare. Avere una famiglia alle spalle solida e compatta ke ti incoraggia a mettere in atto le proprie potenzialità è fondamentale. La famiglia gioca un ruolo importante. Un ruolo che può essere o positivo o ulterirmente limitante.
    Nel caso del film, la mamma di Forrest ha giocato un ruolo determinante per le vittorie del figlio. Lo ha incoraggiato a non sentirsi diverso. Una delle frasi celebri detta dalla madre è : "non permettere mai a nessuno di dirti che è migliore di te..." Ricordiamo che la RESILENZA, può essere favorita e fortificata in tutti quei contesti esperenziali e relazionali che favoriscono lo sviluppo di un sentimento di efficacia personale e di valorizzazione del sè.
    Quello che più mi ha colpita è la grande forza di volontà di Forrest, la sua resilenza, la sua capacità di far fronte in maniera positiva agli eventi traumatici, alle avversità della vita, riuscendo a primeggiare in ogni cosa fà. Forrest corre, e correndo riesce a liberarsi dell'apparecchiatura alle gambe e raggiunge tanti obiettivi. Ciò che colpisce è che lo fà in maniera genuina, in quanto il suo agire è sempre dettato da una bontà d'animo non incrinata dalla cattiva coscienza del mondo. Forrest è un'idiota-intelligente: infatti lui più che pensare è in grado di sentire. Più volte durante la visione del film viene da chiederesi chi siano in realtà i "disabili". La morale del film che sono riuscita a cogliere e che mi ha dato la spinta ad agire e a resistere, a cercare di raggiungere i miei obiettivi in maniera serena e genuina nonostante le avversità è che "la vita è una corsa magnifica" La corsa simboleggia gli ostacoli della vita che sembrano insuperabili ed invece sono facilmente valicabili grazie alla forza di volontà...la stessa forza di volontà che ha portato Forrest a liberarsi delle protesi e a raggiungere tanti traguardi. "volere è potere" se uno vuole riesce a raggiungere gli obiettivi prefissati..
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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 15 Empty tema diversità - libro

    Messaggio  fortuna arpaia Lun Gen 24, 2011 11:07 am

    ho scelto di descrivere un libro sulla diversità, diversità non verso i diversamente abili ma verso un intero popolo: il popolo dei rom.
    il libro dal titolo " Sulle tracce degli zingari" ha come scopo quello di riannodare i fili dei percorsi e tragitti itineranti degli zingari tra le diverse sponde del mar Mediterraneo e del Mezzogiorno di Italia, in particolare ricomporre uan mappa delle loro presenze storiche accertate e fare luce su quel ruolo di mediatori culturali che vi avevano svolto nella fase iniziale del loro arrivo e di cui molto spesso si è perso il ricordo e finanche le tracce.
    Inoltre l'intento è quello di dimostrare che le politiche di espulsione di cui gli zingari sono stati spesso oggetto e tanti stereotipi negativi sedimentatisi sul loro conto nell'immaginario collettivo europeo hanno contribuito a cancellare molte tracce della loro presenza e, in effetti, molti studiosi hanno dovuto ammettere che non sempre essi hanno vissuto da marginali o in condizioni di nomadismo nè hanno sbarcato il lunario con elemosine ed espedienti vari. Infatti dal libro si evince che la "diversità" degli zingari sia stata spesso costruita posteriori, spesso collocati in aree ambigue o di confine che di fatto li ha ulteriormente esclusi. la loro diversità è quindi dipesa totalmente dall'imposizione di una società che non ha mai saputo riconoscere ed apprezzare il diverso.
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    Messaggio  giusi russo Lun Gen 24, 2011 12:05 pm

    Il film di cui voglio parlare è "Le chievi di Casa" di G. Amelio. Gianni ha perso la giovane moglie in sala parto mentre dava alla luce un figlio portatore di handicap. Da allora ha rifiutato di vederlo. Ora però fa ritorno per accompagnarlo in Germania per una visita specialistica. Il viaggio e la permanenza in terra tedesca costituiscono per i due l'occasione per conoscersi e comprendersi.Le chiavi di casa rappresentano emblematicamente il momento di passaggio dalla fanciullezza all'adolescenza. Quel momento in cui i genitori consegnando le chiavi ai propri figli ritengono che questi abbiano raggiunto un grado di autonomia e maturità sufficiente. L'intento di Gianni Amelio era quello di illustrare questo passaggio trasfondendolo su un ragazzo handicappato che aspira ad un grado minimo di autonomia dagli altri nella vita di tutti i giorni.La sceneggiatura non lesina scene che raramente si sono viste al cinema come quelle del corpo nudo di un bambino handicappato.lo spettatore viene aiutato ad avvicinarsi ai protagonisti e si cala nel tenero affetto di Gianni verso un figlio che per quattordici anni aveva rifiutato anche solo di vedere.Gianni si rende conto che la sensibilità del figlio Paolo è elevatissima. Ma così come lo è sul piano dell'espansività affettiva lo è anche su quello delle reazioni di chiusura, degli automatismi ripetitivi che servono a darsi sicurezza, dei ritorni indietro rispetto ad atteggiamenti che si ritenevano ormai acquisiti. "Perché fai così?" è la domanda di Gianni di fronte a una reazione inattesa di Paolo. Ma alla domanda non ci può essere risposta. Paolo non 'saperché si comporta in quel modo. Lo fa e basta.
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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 15 Empty Libro "Nati due volte" di Giuseppe Pontiggia

    Messaggio  valentina carbone Lun Gen 24, 2011 3:51 pm

    Confrontandomi con mia sorella sul lavoro svolto durante questo corso e attraverso il forum mi ha suggerito di leggere il libro "Nati due volte" di Giuseppe Pontiggia. Le era stato proposto al liceo come lettura estiva e l'aveva colpita molto tanto che leggendolo ho trovato numerose frasi sottolineate.
    Ho letto questo libro in pochissimi giorni perchè mi ha coinvolta al livllo emotivo. La facile scrittura e la suddivisione in capitoli, non eccessivamente lunghi, è un elemento caratterizzante di questo libro e ha sicuremente aiutato la mia rapida lettura.
    Questo libro è l'appassionato racconto, in prima persona, di un padre e del suo rapporto con Paolo, figlio disabile. Rappresenta una straordinaria storia d'amore tra padre e figlio.
    Una delle frasi che mi hanno maggiormente colpita è stata " Questi bambini nascono due volte. Devono imparare a muoversi in un mondo che la prima nascita ha reso difficile. La seconda dipende da voi, da quello che saprete dare. Sono nati due volte e il percorso è più tormentato. Ma alla fine anche per voi sarà una rinascita". Questa frase viene detta al narratore da un medico e lui continua scrivendo: " Grazie, a distanza di trent'anni".
    Il racconto di questo libro ha toccato il mio cuore e mi ha provocato un turbinio di sensazioni belle e brutte. Ma penso che lo scopo di questo libro sia proprio quello di parlare al cuore senza nascondersi dietro false ipocrisie.
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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 15 Empty Re: PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME)

    Messaggio  valentina carbone Lun Gen 24, 2011 4:05 pm

    Avendo deciso di parlare del film "Forrst Gump" ho fatto delle ulteriori ricerche perchè ricordavo di aver sentito il termine: "GUMPISMO". Ho cercato di documentarmi e devo dire che non è stata una ricerca facile.
    Il gumpismo è un terribile neologismo nato in America subito dopo l'avvento del film Forrest Gump. Fa riferimento alla possibilità da parte di tutte le persone "svantaggiate" di eccellere in qualcosa. Non importa se Forrest Gump era "ritardato", come disse il preside a sua madre quando voleva iscriverlo al college: è diventato un eroe di guerra, un genio del ping pong, un ricco imprenditore... Insomma, vuol dire "tutti ce la possono fare". Fin qui tutto bene, anzi, dovrebbe proprio essere così. Però in America il concetto era stato spinto all'eccesso: tutti gli svantaggiati ce la DEVONO fare (come pure, tutte le persone, a prescidere dalle loro qualità, devono poter accedere ai posti di comando). E' obbligatorio, anzi, pare quasi che debbano riuscire a eccellere proprio perché hanno meno mezzi degli altri. E in questo senso l'espressione ha acquisito un'accezione negativa.
    Ho così dato una risposta ad un concetto che ricordavo di aver sentito ma che non riuscivo a definire con chiarezza.
    Alla luce di questa definizione mi viene alla mente una mia conclusione ovvero che ognuno di noi deve avere le stesse opportunità e la stessa dignità degli altri indipendentemente da evenutali svantaggio o vantaggi.

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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 15 Empty TEMA DIVERSITA' FILM

    Messaggio  annamaria loreto Lun Gen 24, 2011 5:11 pm

    Briciole, film tratto dall'omonimo libro di Alessandra Arachi. Racconta la storia di una ragazza, Sandra e della sua famiglia. Sandra , è una ragazza normalissima, non grassa, però un giorno decide di mettersi a dieta e smette di mangiare. Inizialmente, lo fa per dimagrire, perchè pensa di avere le gambe troppo grasse per poter attirare gli sguardi di Saverio, il ragazzo di cui è innamorata. Dopo aver perso i primi chili, Sandra non riesce più a fermarsi, dimagrire la fa sentire bene, più sicura di. Il peso di Sandra scende fino a 39 kg. Un giorno Sandra collassa e viene portata in ospedale. I genitori si trovano di fronte al problema e sono incapaci di risolverlo.L'anoressia di Sandra passa alla bulimia. Mangia tutto ciò che le capita sottomano. Dopo tanto tempo incontra Saverio, il quale era diventato un tossicodipendente. Passano tutti i pomeriggi insieme al bar, ed entrambi cominciano ad aiutarsi per uscire dai rispettivi tunnel, fino a quando un giorno, Sandra, riceve la visita della mamma di Saverio, che la informa che il figlio era morto di overdose. Nonostante i buoni propositi, non ce l'aveva fatta. Proprio questa morte, questo vuoto, spinge Sandra a curarsi, si convince che è malata. Prima, infatti,si era sempre rifiutata di accettare la sua malattia e finalmente chiede aiuto alla sua famiglia. E' la storia di una profonda sofferenza, dove si manifesta il malessere di una ragazza giovane, che ha paura della vita, nonostante la madre crede che sia la più forte delle figlie. I genitori sono impotenti di fronte a ciò, infatti in un discorso affermano:" tua figlia muore e tu non puoi farci niente". Infatti, non si può far nulla, l'anoressia come la bulimia è una malattia soggettiva, che nasce da un disagio interiore e profondo. E' necessario, che la persona capisca di essere malato, deve voler guarire. Ma Sandra , non ammette la malattia, e l'anoressia la chiama semplice dieta. E'ossessionata dal suo peso a tal punto che ogni volta che sale sulla bilancia, lo fotografa. Il cibo era diventato il suo nemico, in una scena del film, guarda le polpette come se fossero un nemico da combattere e quando si trova a tavola si sente fuori luogo.E' un insieme di circostanze che porta una persona a diventare anoressica e/o bulimica.
    Sono insicurezze che mettono radici giorno dopo giorno nell'animo, sono parole udite che vengono amplificate da una mente che non vuole credere ad altro, sono immagini della perfezione che aleggiano intorno alla vita. Si cerca di essere cosi' perfette, ma la perfezione sembra difficile da raggiungere e allora si rifiuta il cibo fino a quando qualcuno non cerca di salvarti. Saranno inutili le parole spese riguardo l'inesistenza di un reale significato della perfezione, sara' inutile dire ad una ragazza anoressica che la perfezione non è nella magrezza. Nella parte finale del film Sandra esordisce dicendo" qualcuno dovrà pur farcela" e lei ce l'ha fatta, mi auguro che anche tutti gli altri ce la possano fare.
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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 15 Empty SITO DISABILITA'

    Messaggio  annamaria loreto Lun Gen 24, 2011 5:25 pm

    http://www.diversamenteabili.info
    Diversamenteabili.info nasce nel settembre del 2004 per una continua e massiccia richiesta di creare un portale finalmente accessibile, senza scopi di lucro e, soprattutto, per la necessità di informare i "diversamente abili" e non, su tutto ciò che ruota attorno al vasto mondo della disabilità: le varie patologie , le leggi che tutelano i disabili, le strutture accreditate che li ospitano, le ricerche scientifiche in corso, e tutte quelle informazioni che spesso sono poco chiare e a volte fuorvianti.
    Diversamenteabili.info si propone di essere trasparente, corretto e attendibile nel fornire e pubblicare le notizie a tema, nel pieno rispetto della persona che legge e senza ledere la dignità di chicchessia, esaltando una categoria piuttosto che un'altra.
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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 15 Empty LIBRO DIVERSITA'

    Messaggio  annamaria loreto Lun Gen 24, 2011 5:57 pm

    C'è un bellissimo libro che vi consiglio caldamente di leggere,si intitola:
    Come Gengis Khan. Diario di Paolo, un ragazzo diversamente dotato
    di Barbero Mauro. E'un libro commovente.E' la storia di fantasia di Paolo, un ragazzino down che deve scontrarsi con i rifiuti, i pregiudizi e la cecità delle persone "normali" che vivono vicino a lui, fino ai genitori, che lo considerano una "disgrazia", e ai compagni di classe, che lo chiamano "Gengis Khan" re dei mongoli. Attraverso il suo diario e le annotazioni del direttore del centro socio-educativo dove il ragazzo è ospite, si immagina di essere dall’altra parte, per osservare il mondo proprio attraverso gli occhi a mandorla del protagonista, per superare atteggiamenti di commiserazione, sguardi di curiosità, parole di pietà che possono avere, su chi vive una realtà diversa dalla nostra, un effetto disastroso e creare sofferenza.Elenco alcuni passi che ritengo significativi:

    Ho 15 anni.
    Da piccolo mi chiamavano Paolo.
    A scuola mi hanno battezzato Gengis Khan, il re dei Mongoli.
    Mi hanno sempre detto che sono mongoloide.
    la maggior parte delle persone che vedo sono diverse da me.
    Dicono che io non posso capire il perchè di tante cose.
    Ma io ho un amico che mi spiega le cose che non capisco....



    " Ricordo che ho visto , su un libro delle medie, un quadro tutto pasticciato e sghimbescio di uno che si chiama Picasso.
    C'era scritto che era bellissimo.
    nello stesso libro c'erano anche una marea di ciccioni di un certo Botero.
    Erano tutti ciccioni.
    Anche loro , c'era scritto, erano bellissimi.
    Allora perchè a me , che ciccione lo sono di natura, dicono tutti che sono brutto?
    Forse una cosa è bella o brutta perchè chi la guarda vuole vederla bella o brutta.
    O meglio ancora, perchè la maggioranza delle persone che ci circonda decide che una cosa è bella o brutta.
    Ho deciso che sono bello anche io. Da oggi mi piaccio un casino!"


    "Gabriele mi tiene una mano sulla spalla e io gli chiedo: " Sono normale adesso?"
    "No" risponde lui.
    "Adesso sono grande, sto andando a lavorare come tutti... perchè non sono normale?"
    "Perchè la normalità non esiste, come non esistono le razze o le persone più o meno importanti. Esistono la bontà e la malvagità con tutte le loro sfaccettature..."

    Lo trovo stupendo.

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    leandra mellino


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    Messaggio  leandra mellino Lun Gen 24, 2011 7:32 pm

    LIBRO SULL'AUTISMO:Dalla diagnosi all'intervento educativo
    Di autismo si parla quotidianamente per tanti motivi. Disagio, sofferenza e impotenza sono i vissuti più comuni dei genitori e degli insegnanti. La ricerca scientifica indica senza incertezze che non esistono scorciatoie nè pozioni miracolose.Un intervento costruito "su misura" della persona, attraverso una paziente e attenta ricerca del suo funzionamento psicologico-comportamentale è la via più breve e fruttuosa per interventi adeguati ed efficaci. Nel libro viene descritta l'esperienza diretta di queste metodologie, con declinazioni pratiche per facilitare la generalizzazione alla situazione specifica.
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    PERCORSI DI APPROFONDIMENTO (ANTICIPO PER ESAME) - Pagina 15 Empty siti e associazioni

    Messaggio  valeria posa Lun Gen 24, 2011 8:46 pm

    Stamattina mentre aspettavo il treno per andare all'università ho visto proiettato sui display all'interno della stazione un video che fa parte dell'iniziativa " cogito ergo sud: gli snack che fanno riflettere" sul tema della diversità dal titolo : la Razza. Mi ha colpito molto come iniziativa, in quanto affronta un tema cosi importante , descrivendolo in maniera semplice e con ironia, riuscendo ad attirare l'attenzione.

    Non sono riuscita ad inserire il video ma questa è la frase che più mi ha colpito e che volevo condividere:

    " Perchè le altre razze fanno paura..?? Perchè fa paura il diverso... Fa paura l'ignoto come fa paura il buio...
    La questione è conoscere altre razze perchè non restino ignote..!!!"

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