Psicopedagogia d.ling. Briganti 2010

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Psicopedagogia d.ling. Briganti 2010

"Stanza di lavoro della classe" Forum didattico a cura di Floriana Briganti - corso di Psicopedagogia dei linguaggi, att. didattica aggiuntiva Suor Orsola Benincasa Napoli


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    lab. emarginazione (il sindaco)

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    Messaggio  Admin Ven Dic 10, 2010 5:07 pm

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    Messaggio  Mercogliano Veronica Ven Dic 10, 2010 6:20 pm

    Quest'oggi, attraverso il gioco del sindaco, abbiamo assaporato l'amarezza dell'emarginazione. Parlo di gioco ma in realtà è stato un esperimento che, nonostante la semplicità dei gesti e delle parole, ha posto in poco tempo tutta la classe in una condizione di "villaggio", all'estremità del quale stavamo alcune di noi.La scelta dell'escluse è stata del sindaco che ci ha rivolto le spalle ignorando la nostra presenza e,in piu', organizzando una festa!!! Sad Questa esperienza mi ha posto in una condizione di "invidia" nel senso che quando ero fuori dal gruppo invidiavo gli "accettati", quelli riconosciuti ed approvati dal sindaco e da tutti quelli appartenenti al villaggio... mi sembrava d'essere fuori da un vetrina attraverso la quale non avevo la possibilità di toccare ma solo di guardare. La cosa un po'insolita per me è che anche tra noi "emarginati" si è creata una sorta di emarginazione: alcune hanno fatto gruppo ponendosi in una condizione di forza (nonostante fossero ai margini), altre si sentivano osservate, mentre altre si sono isolate ulteriormente tacendo nella loro condizione. E' questo cio' che accade, secondo me, quando una comunità continua a vivere e ad evolversi incurante dei "diversi", si tende ad isolarsi nel proprio mondo e solo i piu' forti, sorretti dalla famiglia e da una gran forza d'animo, riescono a "vincere"...


    infatti Veronica era proprio questo l'intento di questo gioco che all'inizio fa ridere e dopo fa riflettere.
    La docente
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    Messaggio  Fabiana.Barone Ven Dic 10, 2010 6:43 pm

    Io invece ero nel gruppo delle "non emarginate" e stavo riflettendo su una domanda che la professoressa ci ha posto. Se ricordo bene ci ha chiesto se qualcuno di noi si fosse sentito fortunato non portando gli occhiali/non essendo emarginato. In quel momento non ho detto nulla, ma ora riflettendo sull'esperienza ho ricordato un piccolo particolare, uno scambio di opinioni tra me e la mia compagna di banco. Ci siamo dette:
    A: stamattina ho messo le lentine
    B: anche io, menomale

    Credo che in quel menomale sia nascosto proprio il sentirsi fortunati, il giore inconsciamente per aver "ingannato il sindaco". Niente mi ha spinto a dichiarare apertamente che generalmente porto gli occhiali, niente mi ha spinto ad alzarmi e ad aggiungermi al gruppo di persone emarginate, eppure ero consapevole di quanto fosse sbagliata quella scelta, eppure ero molto più simile a loro di quanto sembrasse all'apparenza! E' proprio su questo che vorrei riflettere, su come spesso nella società, pur sapendo che l'emarginazione sia sbagliata, non solo siamo portati ad attuarla, ma siamo anche incapaci di ribellarci. E' questo atteggiamento che credo si debba combattere.


    grazie Fabiana hai capito cosa vi stavo chiedendo esattamente!
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    Messaggio  paola affinito Ven Dic 10, 2010 7:05 pm

    Con il significativo esperimento che oggi la nostra docente ci ha fatto fare ho appurato diverse cose.Inizialemnte se devo essere onesta l'ho presa come un gioco,nel senso che non ho realmente empatizattato con le colleghe che hanno avuto il ruolo delle "emarginate".Poi riflettendoci individulmente ho tratto una forte conclusione:l'emarginazione spaventa,rende deboli,fa sentire chi viene emarginato fuori dal mondo!Probabilmente non potrei mai essere obiettiva al riguardo,solo chi viene escluso dalla società,per una qualsiasi motivazione di "diversità",soffre!Personalemte appoggio interamente il modello interculturale!sembra una frase detta ma mi preme dirlo"Siamo tutti uguali difronte alla legge e difronte a Dio"
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    Messaggio  Valeria Iaquinto Ven Dic 10, 2010 7:14 pm

    Fabiana.Barone ha scritto:Io invece ero nel gruppo delle "non emarginate" e stavo riflettendo su una domanda che la professoressa ci ha posto. Se ricordo bene ci ha chiesto se qualcuno di noi si fosse sentito fortunato non portando gli occhiali/non essendo emarginato. In quel momento non ho detto nulla, ma ora riflettendo sull'esperienza ho ricordato un piccolo particolare, uno scambio di opinioni tra me e la mia compagna di banco. Ci siamo dette:
    A: stamattina ho messo le lentine
    B: anche io, menomale

    Credo che in quel menomale sia nascosto proprio il sentirsi fortunati, il giore inconsciamente per aver "ingannato il sindaco". Niente mi ha spinto a dichiarare apertamente che generalmente porto gli occhiali, niente mi ha spinto ad alzarmi e ad aggiungermi al gruppo di persone emarginate, eppure ero consapevole di quanto fosse sbagliata quella scelta, eppure ero molto più simile a loro di quanto sembrasse all'apparenza! E' proprio su questo che vorrei riflettere, su come spesso nella società, pur sapendo che l'emarginazione sia sbagliata, non solo siamo portati ad attuarla, ma siamo anche incapaci di ribellarci. E' questo atteggiamento che credo si debba combattere.

    la realtà è che saremmo disposti a tutto pur di non essere messe ai margini... e una voltra dentro il club delle incluse facciamo di tutto per aumentare le distanze tra noi e quelli all'esterno. pensateci. non per forza bisogna pensare a persone con handicap o persone di altri colori... anche tra di noi. pensiamo a quando eravamo a scuola e magari a un ragazzo, quello pù simpatico, non piaceva una ragazza e la escludeva perchè secondo il suo soggettivissimo parere non era bella. questo ragazzo si sceglieva il suo gruppo, proprio come il sindaco e anche le ragazze che erano dentro sottolineavano la distanza tra loro e lei perchè avevano paura di perdere la loro posizione privilegiata. purtroppo spesso la vittima di quest'ingiustizia invece di fregarsene, come dovrebbe, prende troppo seriamente la cosa e cerca in tutti i modi di farsi accettare, facendo cose anche contro la sua volontà. perfino i professori, per farsi benvolere dalla maggioranza degli alunni, finge di non vedere la cosa alcune volte e altre, addirittura, contribuisce alla loro selezione.
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    Messaggio  Marialuisa D'Onofrio Ven Dic 10, 2010 7:34 pm

    L'esperienza laboratoriale vissuta oggi in classe è stato un chiaro esempio di emarginazione sociale. L'averla vissuta sotto forma di gioco non ha creato in me forti turbamenti ma durante lo svolgimento dell'attività mi sono immedesimata nei panni di chi al contrario ne è vittima quotidiana,di chi viene escluso con intenzione da un'attivita quale: la partecipazione ad attività motorie ad esempio nelle ore scolastiche oppure in ambienti extrascolastici dove i soggetti interessati sono ragazzi per lo più adolescenti oppure da un'attività ludica come un gioco di gruppo se si parla di bambini.Con amarezza , ho riscontrato atteggiamenti emarginatori o discriminatori anche all'università e negli ambieti lavorativi in generale dove a determinarli sono adulti e questo a mio avviso non è sinonimo di pregresso in una società come quella di oggi , globalizzata e aperta all'intercultura. E' prorpio questa società, quindi gli individui che la compongono ,ad essere vittima o carnefice di tali fenomeni. Allora io mi chiedo perchè continuiamo a chiamarci cittadini se con i nostri comportmenti non dimostrimo di esserlo fino in fondo??!!
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    Messaggio  Teresa Salzillo Ven Dic 10, 2010 8:28 pm

    l'esperienza del laboratorio del "sindaco",mi ha fatto riflettere sul fatto che emarginare è molto più facile di essere emarginati. E' importante conoscere la persona prima di creare dei pregiudizi o addirittura emarginarla dalla società,perchè anche loro hanno il diritto di integrarsi nella società in cui vivono. per quanto riguarda la visione del filmato di "indovina chi viene a cena",ho notato come le persone si lasciano influenzare dall'opinione pubblica,in quanto a volte noi non accettiamo qualcuno perchè è la società che non lo accetta e quindi lo emarginiamo per non essere emarginati noi,purchè seguiamo la"massa",abbandoniamo i veri valori della vita,la felicità altrui. invece nel caso di Pistorius, anche se gli è stato offerta la possibilità di entrare a fere parte dei cosiddetti"normodotati",grazie a protesi di carbonio,si trova sempree il modo di come emarginare queste persone che a mio avviso hanno una grande forza d'animo e voglia di vivere.
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    Messaggio  alessio pascarella Ven Dic 10, 2010 8:47 pm

    Il laboratorio del "sindaco" fatto oggi in classe mi ha fatto riflettere su una cosa. Ho riflettuto sul fatto che mi sono sentito fortunato in quel momento, proprio perchè non rientravo nel gruppo degli "emarginati". Secondo me questo sentirsi fortunati è un qualcosa di abbastanza relativo al contesto, nel senso che:
    in aula c'era un numero di gran lunga superiore di persone senza occhiali, e quindi il rientrare in questo gruppo mi faceva sentire conformato alla massa e non diverso.
    Ma se la cosa fosse stata diversa, cioè se facendo comunque lo stesso "gioco" in aula vi erano più persone con occhiali che senza, allora non so quale sarebbe stata la mia sensazione.
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    Messaggio  Silvia Nardi Ven Dic 10, 2010 9:18 pm

    io invece oggi ero tra le emarginate perchè in quel momento portavo gli occhiali, anche se non li porto spesso. Devo ammettere che quando la prof. ha parlato ho avuto l'istinto di toglierli (proprio perchè ero stata beccata per caso con gli occhiali). Ho avuto questa reazione perchè non sapevo cosa mi aspettasse andando in un angolo della classe con le compagne e quindi volevo evitare..... però non credo sia un caso aver interpretato "la vittima" perchè nella vita sono sempre dalla parte dei più deboli e credo sia importante sentirne le emozioni per poter capire cosa si prova ad essere messo ai margini solo perchè sei nero, sei gay, sei disabile, sei straniero ecc.......... quando poi la realtà dipende solo da che punto di vista la guardi. Alcune si sono messe in gruppo per organizzare "la rivincita" delle ragazze con gli occhiali cercando di rientrare nel gruppo ma alcune di noi guardavamo incuriosite il grande gruppo che faceva festa. Ero curiosa di vedere cosa facevano più che pensare a cosa fare io, volevo vedere fino a che punto arrivassero e se si fossero davvero scordati di noi. Aspettavo che qualcuno dicesse "ma almeno un pò di pizza a loro la diamo?".
    Li guardavo ironica e ridicolizzando il loro atteggiamento perchè mi sembrava assurdo.
    In realtà l'elemento chiave della questione è che se l'insegnante-sindaco dice di fare così le persone si sentono autorizzate a farlo e SOSTITUISCONO LA PROPRIA COSCIENZA CON LA FIDUCIA IN QUELLO CHE DICE IL CAPO:Se lo dice la tv sarà vero, se la legge vuole così è inutile opporsi, se il despota ha detto di fare così ci sarà un motivo............
    BISOGNA PENSARE CON LA PROPRIA TESTA!!


    Esatto Silvia a volte anche scoprire che stiamo eseguendo un ordine ci fa capire che non sempre agiamo con la nostra testa ma con pre-giudizi e indicazioni di altri, in fondo come accade per la cultura.
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    Messaggio  Silvia Nardi Ven Dic 10, 2010 9:50 pm

    siamo davvero un italia così tollerante?
    beccatevi Crozza:

    https://www.youtube.com/watch?v=brQySzrROQw
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    Messaggio  giovanna arpaia Ven Dic 10, 2010 10:31 pm

    Oggi in questo laboratorio sono stata messa "fuori" dalla città virtuale del sindaco dittatore, ciò riguardava solo noi "con gli occhiali", dopo di chè hanno cercato di farci sentire degli emarginati, ignorandoci, isolandoci, ma alcuni di noi, come me, hanno reagito organizzandosi, come il gruppo "senza occhiali", una festa con ospiti nella nostra neo - creata città virtuale con a capo un sindaco con occhiali. Potevamo chiedere un gemellaggio, una tregua, un invasione di campo nel gruppo opposto? No, perchè all'inizio è stata più forte in noi la voglia di riscatto. Altre del nostro gruppo "con occhiali" sono rimaste attonite, non hanno reagito a questa separazione forzata. Ma la cosa più sorprendente che è accaduta da entrambe le parti ad un certo punto, è stato sentire la mancanza, la lontasnanza, la separazione di una persona amica e cara, che in quel momento stava nell'altro gruppo, però ciò non ci ha fatto reagire sconfinando nel campo opposto e ribellandoci alla decisione del sindaco tiranno.

    abbiamo la nostra Giovanna d'Arco....
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    Messaggio  annaditota Ven Dic 10, 2010 10:41 pm

    Il gioco-esperimento fatto oggi in classe mi ha portata a riflettere sul termine emancipazione.Io non ero nel gruppo delle ragazze con gli occhiali e quindi non mi sono sentita emarginata.Ma ho vissuto con esse una situazione empatica e ho pensato a come avrei reagito se io fossi stata al loro posto.L'emancipazione è una condizione di esclusione..Io credo che bisogna ritrovarsi nella situazione per poter capire realmente la sensazione di inferiorità e di sofferenza che si prova nel sentirsi escusi,estraniati,DIVERSI!!
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    Messaggio  Settembre Patrizia Ven Dic 10, 2010 11:50 pm

    Oggi non ero del gruppo delle emarginate,ma in realtà avrei dovuto esserci,perchè di solito quando leggo porto gli occhiali.Nonostante sia stato un gioco,nella maggior parte di noi che non siamo state escluse c'è stata una iniziale forma di soddisfazione e questo mi ha portato a riflettere che è nella natura umana sentire la necessità di sentirsi accettati dal gruppo di appartenenza.Essere esclusi crea sempre disagio, perchè oltre alla distanza fisica che si instaura tra chi è accettato e da chi non lo è, quello che più danneggia è la distanza psicologica che si sviluppa.Ritengo che per quanto si possa avere una forte personalità,e magari si possa avere la forza ed il coraggio di reagire ad una situazione di emarginazione,la messa al bando segna sempre nel profondo dell'anima di chi la subisce, danni irreversibili.
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    Messaggio  Fabiana.Barone Sab Dic 11, 2010 12:49 am

    Silvia Nardi ha scritto:
    In realtà l'elemento chiave della questione è che se l'insegnante-sindaco dice di fare così le persone si sentono autorizzate a farlo e SOSTITUISCONO LA PROPRIA COSCIENZA CON LA FIDUCIA IN QUELLO CHE DICE IL CAPO:Se lo dice la tv sarà vero, se la legge vuole così è inutile opporsi, se il despota ha detto di fare così ci sarà un motivo............
    BISOGNA PENSARE CON LA PROPRIA TESTA!!

    Silvia è esattamente quello che intendevo io quando ho scritto che spesso nella società, pur sapendo che l'emarginazione sia sbagliata, siamo portati ad attuarla. Il problema è accettare passivamente l'emarginazione degli altri, diventando anche noi "emarginatori" (se così si può dire) semplicemente perchè qualcun altro l'ha detto, qualcun altro ci ha indotto ad agire così! Per questo parlavo di avere il coraggio di ribellarsi Smile
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    Messaggio  Rosa Sgariglia Sab Dic 11, 2010 8:36 am

    In questo gioco-esperimento che abbiamo fatto in aula mi sono ritrovata a riflettere maggiormente sul concetto di emarginazione. Io non ero nel gruppo delle ragazze emarginate (quelle con gli occhiali)quindi non venivo esclusa dagli altri "cittadini". Dopo un primo momento di soddisfazione per essere stata accettata dagli altri, quindi nel gruppo del sindaco, in seguito ho provato una sensazione di tristezza e sconforto ed è stato come se fossi stata emarginata anch'io poichè le due mie amiche, avendo entrambe gli occhiali, sono state allontanate.
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    Messaggio  maria esposito Sab Dic 11, 2010 9:23 am

    Io ero nel gruppo delle emarginate in quanto porto gli occhiali, come meccanismo di autodifesa il mio gruppo ha eletto un nuovo sindaco, feste separate, non ha fatto altro che isolarsi e crearsi come identità a sè; questo succede spesso con i disabili, con gli stranieri, la difesa dall'altro che non ci accetta non fa altro che isolarci ancora di più! importante è allora farci conoscere per quello che siamo, parlare, confrontarci, e mostrarci disponibili all'accoglienza e all'arricchimento di un incontro di chi ha un vissuto diverso dal mio ma è come me, una persona unica.
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    Messaggio  tiziana capuozzo Sab Dic 11, 2010 9:44 am

    Devo essere onesta, quando mi sono resa conto che le rqagazze che erano accanto a me potevano rimanere sedute, mi sono tranquillizzata e ho prestato poca attenzione alle ragazze emarginate. Forse questa è la prova che fin quando l'emarginazione non ci tocca da vicino, la agiamo passivamente.
    Devo anche ammettere che l'esperimento è stato uno spunto di riflessione, infatti dopo ho realmente elaborato quanto accaduto alle colleghe con gli occhiali e il mio atteggiamento indifferente l'ho riletto come inopportuno...

    grazie Tiziana per questa tua riflessione
    a complimenti per il fagottino che hai in braccio.
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    Messaggio  fabrizio.s.liberati Sab Dic 11, 2010 10:25 am

    nel gioco che oggi abbiamo fatto io appartenevo al gruppo di chi non portava gli occhiali e quindi restava in città.indifferentemente da ciò che è accaduto non ho provato nulla perchè la decisione di escluderli dalla città non sarebbe stata la mia,quindi la loro esclusione non sarebbe dovuta da una mia decisione. per questa ragione non sentivo nulla. idem sarebbe accaduto se fossi stato io l'escluso. non avrei sentito rimorso o dolore nel sentirmi escluso se c'è chi pensa che sia giusto dividerli[quanto sono ironico xD]

    seriamente parlando è ovvio che indifferentemente da qualsiasi cosa non è giusto poter emarginare chiunque sia.
    se sia una persona a decidere o mille se la decisione è sbagliata va contestata criticata e capita.
    quando sono stati esclusi la prima cosa da dire era perchè lo avete fatto?
    se fossi stato io l'escluso avrei chiesto perchè mi hai escluso?
    e qualsiasi risposta non sarebbe stata giusta perchè non si trova una giustizia reale nell'escludere qualchuno solo perchè è diverso dagli alti
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    Messaggio  rosadagostino Sab Dic 11, 2010 10:51 am

    Nel gioco del sindaco io non ero tra le escluse(non avevo gli occhiali).Inconsciamente la maggior parte di noi era contenta di non essere esclusa e ad un certo punto ci siamo anche dimenticate della ragazze con gli occhiali che di conseguenza si sono estraniate formando anche loro una piccola società....All'interno di una piccola città si sono costruite due società costituite da soggetti diversi(con o senza occhiali)che si sono escluse una all'altra,dove c'è stata una chiusura,una mancata comunicazione,si tollerava la loro presenza ma non si è avuto rispetto soprattutto quando nell'organizzazione della festa li abbiamo ancora più ignorati..."Forse questo è il senso del gioco...farci comprendere come sia facile cadere nell'errore di distinguerci dal diverso ed ecco la paura di essere giudicati e far parte del gruppo degli esclusi..".

    ".." esatto Rosa....
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    Messaggio  Mazzola Maria Sab Dic 11, 2010 11:22 am

    Molte persone pensano che vivere da emargianti sia come "vivere in un corpo senza braccia davanti ad una tavola apparecchiata", come se si vedesse la felicità nella vita degli altri senza però poterla assaporare; secondo me non è così... se un gruppo di persone mi emarginasse per il semplice fatto che porto gli occhiali penso che non mi sentirei un' emarginata, penso che sarei ad emarginare loro dalla mia vita per il semplice fatto che sono persone superficiali, troppo proccupate ad apparire piuttosto che ad essere, penso che non resterei a guardarele come vivono felici la loro vita, penso che cercherei di rendere felice me stessa e sono sicura che anche senza braccia qualcosa riuscirei a mangiare!!!!
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    Messaggio  Fabiana.Barone Sab Dic 11, 2010 11:44 am

    tiziana capuozzo ha scritto:Devo essere onesta, quando mi sono resa conto che le rqagazze che erano accanto a me potevano rimanere sedute, mi sono tranquillizzata e ho prestato poca attenzione alle ragazze emarginate. Forse questa è la prova che fin quando l'emarginazione non ci tocca da vicino, la agiamo passivamente
    Sono pienamenta d'accordo con Tiziana perchè ho provato le stesse sensazioni. Anzi, sebbene inizialmente non condividessi la scelta del sindaco di emarginare le altre ragazze e la ritenessi ingiusta, dopo ho continuato a "giocare" come se il gruppo delle emarginate non ci fosse stato. Credo sia successo proprio perchè non avevo amiche in quel gruppo! Molte volte non facciamo nulla per combattere l'emarginazione perchè non la subisce nessuna persona a noi cara, allora mi chiedo: se un nostro parente, un amico, fosse escluso senza motivo da un gruppo o addirirttura dalla società,ci comporteremmo allo stesso modo? Ignorando la cosa come se il problema non riguardasse noi?
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    Messaggio  Teresa Salzillo Sab Dic 11, 2010 12:27 pm

    Durante l'esperienza vissuta nel laboratorio,nel momento in cui il sindaco annunciava che gli emarginati erano coloro che avevano gli occhiali,io pur avendoli li ho tolti. E'stato un gesto involontario perchè non li porto sempre,ecco perchè li ho tolti e sono rimasta nella città insieme agli altri "normali",però riflrttendo forse il gesto involontario è anche volontario ,in quanto nessuno piace sessere ignorato ed escluso da un contesto sociale,diciamo che la diversità è qualcosa che fa paura anche se a volte non vogliamo ammetterlo.
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    Messaggio  Teresa Salzillo Sab Dic 11, 2010 12:30 pm

    Fabiana.Barone ha scritto:
    tiziana capuozzo ha scritto:Devo essere onesta, quando mi sono resa conto che le rqagazze che erano accanto a me potevano rimanere sedute, mi sono tranquillizzata e ho prestato poca attenzione alle ragazze emarginate. Forse questa è la prova che fin quando l'emarginazione non ci tocca da vicino, la agiamo passivamente
    Sono pienamenta d'accordo con Tiziana perchè ho provato le stesse sensazioni. Anzi, sebbene inizialmente non condividessi la scelta del sindaco di emarginare le altre ragazze e la ritenessi ingiusta, dopo ho continuato a "giocare" come se il gruppo delle emarginate non ci fosse stato. Credo sia successo proprio perchè non avevo amiche in quel gruppo! Molte volte non facciamo nulla per combattere l'emarginazione perchè non la subisce nessuna persona a noi cara, allora mi chiedo: se un nostro parente, un amico, fosse escluso senza motivo da un gruppo o addirirttura dalla società,ci comporteremmo allo stesso modo? Ignorando la cosa come se il problema non riguardasse noi?
    Amche io sono d'accordo con Fabiana ,l'esperienza ci porta a comprendere la vera difficoltà degli altri,loo si può capire solo quando lo si tocca con le propeie mani.
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    annalisa palumbo


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    Messaggio  annalisa palumbo Sab Dic 11, 2010 1:31 pm

    L'attività laboratoriale svolta in classe mi ha fatto molto riflettere. Ho potuto vedere che anche all'università vi sono atteggiamenti discriminatori e questo mi ha lasciato un pò l'amaro in bocca perchè ciò vuol dire che la società non sta crescendo. A questo punto mi chiedo: che senso ha parlare di diritto quando si cancella la parola pietà?
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    Messaggio  giuseppa passaro Sab Dic 11, 2010 1:52 pm

    Attraverso il gioco del sindaco si è introdotto un tema molto discusso...l'emarginazione!
    Parlando di emarginati si pensa alla solidarietà umana e al rispetto che dovrebbe essere dovuto ad ogni individuo,ma purtroppo in molti casi il rispetto non esiste, la solidarietà nemmeno.
    All'inizio del gioco non ho dato molto peso al fatto di far parte dei "non emarginati",poi però,riflettendo ho capito che in realtà mi sono sentita "fortunata".Ecco allora io credo che,come questa esperienza mi ha dimostrato,oggi come ieri è la paura a creare la diversità!

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