inserisci qui i commenti del laboratorio di oggi 13 gennaio
-disabilità e pittura - comenti ai quadri
-discorso sulla bellezza
"Stanza di lavoro della classe" Forum didattico a cura di Floriana Briganti - corso di Psicopedagogia dei linguaggi, att. didattica aggiuntiva Suor Orsola Benincasa Napoli
trovo molto bella l'ultima frase che racchiude a pieno ciò che ho provato osservando questo quadro così "reale" e che esprime anche ciò che ho visto sulla bocca di Simona Atzori il sorriso il non sentire la diversità il sentirsi belli e capaci come qualsiasi altro.AcamporaLoredana ha scritto:Difficilmente ad un povero storpio è stata concessa dall'arte tanta dignità e tanto onore, non tanto per essere soggetto della pittura, quanto per come questo piccolo storpio vi è entrato.
Ribera osserva il piccolo mendicante come se si trovasse davanti ad un personaggio di alto rango: un condottiero, un sovrano, un grande letterato e permette quindi di osservarlo nelle sue diverse peculiarità.
La caratteristica che immediatamente viene notata da tutti è sicuramente il sorriso che sembra dimostrare quanto questo scugnizzo non si è lasciato abbattere dal brutto scherzo giocatogli dalla natura ed anzi riesce a sorrideme annullando, con la sua gioviale irriverenza e cordiale comunicatività la sua diversità.
federica mincione ha scritto:Anche se oggi al corso non siamo riusciti a parlarne, inevitabilmente ho accostato questa immagine (Anita Berber) alla figura della modella Isabelle Caro, morta di anoressia a soli 28anni, il cui corpo nudo e scheletrico è stato utilizzato in molte campagne pubblicitarie per la lotta contro l’anoressia. Vorrei approfittare del riferimento ad Isabelle per parlare proprio di bellezza.
Oggi la maggior parte delle donne è intrappolata in un desiderio estenuante di perfezione. Questo modello viene costantemente proposto ogni giorno dalla tv, a partire dalle veline fino ad arrivare alle modelle dell’alta moda, tutte rigorosamente alte, magre, dai lineamenti perfetti, capelli e trucco sempre in ordine. Ed è in questo modo che le donne, soprattutto adolescenti, finiscono nel tunnel della depressione e a volte della malattia, per voler inseguire a tutti i costi questo ideale esasperato di perfezione, che tende ad una “bellezza” striminzita e ossuta che in realtà non esiste (a meno che non si parli di una bambinia prima dello sviluppo). Le foto di Olivero Toscani, raffiguranti il corpo malato della modella, che avevano come scopo quello di portare le persone alla nausea e alla non accettazione di un tale ritratto di dolore, sono state invece interpretate da molti erroneamente, come un rischio di emulazione e di contagio dell’anoressia. Questo è sconvolgente dato che il rischio, invece, sta proprio nel continuare a vedere sulle passerelle, sulle pagine dei giornali e in televisione queste donne “stampelle”, che alla fine diventano “donne senza corpo”, che subiscono senza ribellarsi la violenza di un ideale ke le costringe a dimagrimenti drastici, perché il corpo deve quasi scomparire per lasciare visibilità al solo abito indossato. Il mondo della moda fa finta di lottare contro l’anoressia ma anzi la incoraggia senza alcun interesse per la salute delle modelle e delle ragazze che guardano a questi modelli esteteci. Bisognerebbe capire che questa visione della bellezza è sbagliata e vuota, anche se questo è molto difficile dal momento che io stessa sono la prima che si lascia influenzare, certamente non in modo così ossessivo. Purtroppo ammetterlo è difficile, ma se si continua in questa prospettiva, non riuscendo mai ad essere soddisfatte del proprio aspetto fisico, la maggior parte delle donne è destinata all’infelicità.