Psicopedagogia d.ling. Briganti 2010

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Psicopedagogia d.ling. Briganti 2010

"Stanza di lavoro della classe" Forum didattico a cura di Floriana Briganti - corso di Psicopedagogia dei linguaggi, att. didattica aggiuntiva Suor Orsola Benincasa Napoli


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    lab. arte e disabilità

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    Messaggio  Mercogliano Veronica Gio Gen 13, 2011 10:52 pm

    Prima di iniziare ad esprimere un mio parere sui quadri che oggi abbiamo visto volevo dire che mi ha fatto tanto piacere ascoltare la testimonianza della collega che ha gia' vissuto l'esperienza del forum e devo dire che mi sono ritrovata molto quando ha parlato di "rete"...perchè anche io, raccontando cio' che facciamo al corso,gli argomenti che trattiamo o semplicemente le emozioni che ho provato, suscito l'interresse e la curiosità di chi è intorno a me tanto da pormi delle domande e da esprimermi la loro opinione. Ricordo quando raccontai di Simona Atzori...mio papa' prima di vedere il video non ci credeva che potesse fare cosi' tante cose...mi disse: "fa tutto con i piedi? riesce anche a guidare?? che forza di volonta'!!io non so come avrei fatto al suo posto!". Insomma, basto' poco e in cucina aprimmo un vero dibattito sulla disabilità, sulle opportunità, sulle capacità, fino ad arrivare al senso della vita per chi sembra esser privato della normalità che tutti conosciamo. Avendo tutti età diverse percepii il peso e l'influenza dell'esperienza di vita di ognuno di noi, senza contare il fatto che si mescolarono punti di vista e sensibilità diverse. Devo ammettere che
    è stato un momento interessante e bello per me perchè eravamo tutti insieme a riflettere su un argomento quasi mai affrontato cosi' apertamente e che ci ha unito ancor piu' in quell'ora, durante la cena...proprio come succede per il forum! :-) Termino questa premessa con una frase che la collega ha citato ed ho molto apprezzato: "L'io nasce da un incontro". sunny
    Ritornando alla lezione di oggi, il quadro che ho preferito tra tutti è "la donna barbuta" di Ribera. Il pittore ci rende partecipi di una natura diversa da quella che siamo abituati ad avere nel nostro immagnario colletivo, infatti, ha ritratto Maddalena Ventura, una donna abruzzese maritata e madre di molti figli, intenta ad allattare l’ultimo nato, pur munita di una faccia totalmente virile, di una folta barba e di un torace da cui fuoresce una mammella gofia di latte. Quest'ultima è elemento chiave del quadro che pero' avrei voluto fosse disegnato diversamente perchè trovo che la mammella piena di latte, simbolo femminile in contrasto con quello maschile ossia la barba, sia poco naturale in quanto è troppo alta e centrale. Ma al di la' di questa mia piccola e umile citica Smile , ciò che mi è piaciuto tanto è il modo, la naturalezza con cui la donna stringe tra le sue braccia il piccolo, trasmettendomi la bellezza del legame inossidabile che esiste tra una madre e il proprio figlio che va ben oltre l'aspetto e i pregiudizi per il diverso. I miei occhi hanno visto la bellezza ma anche la tenerezza e la normalità nel gesto dell'allattamento, senza alcun riferimento alla mostruosità che poteva apparirmi dall'ingannevole immagine di due uomini. Nel quadro, nel suo insieme, ho visto una famiglia, il marito pero' sembra celarsi nell'ombra mentre la luce sembra riflettersi sulla donna e, da inesperta d'arte che sono, non credo sia una coincidenza! Smile
    Non ho mai studiato arte ma trovo che sia un bellissimo mezzo di comunicazione. L'arte è creatività, è emozione, è linguaggio...basta dedicargli qualche sguardo e puo' suscitare in noi riflessioni e sensazioni inaspettate! flower
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    Messaggio  Teresa Salzillo Ven Gen 14, 2011 9:17 am

    Il quadro che ha colpito la mia attenzione è stato "ragazzo zoppo" di Ribera,in cui si vede il ragazzo che sorride ,quel sorriso per alcuni può essere interpretato come falso,cioè per nascondere la propria diversità e per altri come l'ho visto io un sorriso di felicità in quando essere diversi non sognifica per forza essere infelici.
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    Messaggio  Fabiana.Barone Ven Gen 14, 2011 10:07 am

    Anche oggi abbiamo riflettuto sull'idea di bellezza e sul modello di bellezza che viene rappresentato nell'arte, soffermandoci in particolar modo sulla rappresentazione della disabilità. Sappiamo che il soggetto dei canoni estetici è sempre stato un corpo perfetto, anzi un corpo sano e per questo motivio perfetto! Nonostante ciò l'arte ha incluso nella sulla iconografia anche rappresentazioni dell'immagine umana deformata fisicamente o psichicamente. Tra gli artisti che hanno inserito nei loro lavori immagini di persone con tratti deformati, ci siamo soffermati maggiormente su Ribera, Otto Dix e Anita Berber. Purtroppo spesso le deformazione era rappresentata in personaggi mendicanti, quindi figure non protagoniste della scena e che, come abbiamo visto anche insieme, non presentavano nessun contatto visivo o fisico con altre persone sempre rappresentate.

    Nei due quadri di Ribera che abbiamo analizzato e su cui vorrei soffermarmi questo non avviene. Nel suo quadro Ragazzo zoppo l'autore dedica tutta la scena al ragazzo, in primo piano col suo piede malformato. Il quadro sembra rappresentare l'idea di bellezza di cui abbiamo parlato negli ultimi dibattiti: una bellezza non esteriore, legata all'aspetto fisico, ma una bellezza tutta interiore che si manifesta nell'atteggiamento sorridente del ragazzo nonostante le difficoltà. Quindi la "mostruosità" è rappresentata, ma non in modo tragico da creare un effetto negativo. Dal quadro, infatti, non emergono sensazioni di dolore o di sofferenza, ma un atteggiamento positivo che trasmette emozioni altrettanto positive.
    Nella Donna barbuta, invece, sicuramente l'impatto è più forte e la "mostruosità" più evidente. Il volto nell'arte è sempre stato una delle parti del corpo più rappresentate! Realizzare un quadro in cui rappresentare un corpo femminile con un volto virile è sicuramente un atto rivoluzionario. L'atteggiamento materno, poi, crea ancora più stupore, come il fatto che la donna abbia una barba più folta ed evidente del marito. Nonostante ciò si può dire che anche in questo caso non emergano sensazioni negative.
    Credo che per un autore, dinanzi a questo caso insolito, sarebbe stato molto più facile rappresentare la donna in modo quasi comico. Invece Ribera la rappresenta in modo molto "normale" e con un atteggiamento molto sobrio, senza elementi che possano essere oggetto di derisione.

    La cosa che più mi ha colpito di Ribera è che egli rappresenta la disabilità e la diversità in modo non drammatico. I suoi personaggi sembrano realizzati proprio per riflettere sulla dignità dell'uomo. La dolcezza con cui è raffigurato il ragazzo e l'umanità con cui è ritratta la donna barbuta sono per me un esempio eccezionale di come si possa rappresentare la disabilità/diversità e di come la si possa far accettare in una società in cui i canoni erano di gran lunga diversi
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    Messaggio  raffaella guarino Ven Gen 14, 2011 10:26 am

    il quadro che mi ha maggiormente colpito in negativo è stato i giocatori di skat di otto dix. nel momento dell'analisi del quadro ho semplicemente scritto che "sembra un collage di personaggi, oggetti, ritagli vari che nell'insieme danno un vago senso di persone... riconosciamo dei volti perchè ci sono degli occhi... un quadro cupo e duro".. è con la scheda critica che ho cominciato a vedere meglio i dettagli dello stesso e la finalità dell'autore che credo abbia usato un canale per comunicare la guerra ostico, crudele e senza pietà solo come la guerra è.
    in merito alla ballerina anita berber sempre di otto dix, ho pensto: ma quali tratti del quadro ci fanno pensare ad una ballerina? io ho visto solo una donna immersa nel colore rosso, dallo sguardo tra il serio e lo spento, con un volto bianchissimo...tristezza, declino, nessuna prospettiva futura.. il nome del quadro dice ballerina, ma nient'altro!
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    Messaggio  Valeria Iaquinto Ven Gen 14, 2011 10:33 am

    Ridera ha saputo dare a questo "ragazzo storpio" dignità e onore. Riempie la tela e viene osservato dal basso. In questo modo l'autore ha saputo conferirgli monumentalità, quella che di solito gli attori conferiscono a un personaggio di alto rango, come un condottiero.
    In questo modo, però, è riuscito anche a mettere in primo piano l'irregolarità dei piedi, rappresentati nei minimi dettagli. La rappresentazione dello "storpio", diversamente da moltissime opere, non ha come fine la derisione, nè risponde al gusto per il grottesco che si avrà nel Rinascimento (ricordo che l'opera è del 1642 e che il Romanticismo si ha verso la fine del 1700), che Ridera anticipa in alcuni disegni giovanili.
    Nella tela del Ridera viene percepita la sua empatia, la sua capacità di partecipare alla situazione del ragazzo, il suo sentimento di solidarietà ai disagiati.
    Questo scugnizzo napoletano è forte, non si fa abbattere dalla sua condizione, la vince con un sorriso che resta nel cuore.
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    lab. arte e disabilità - Pagina 2 Empty RItratto della ballerina Anita Berber

    Messaggio  Valeria Iaquinto Ven Gen 14, 2011 10:57 am

    Il ritratto del Dix ritrae la ballerina tedesca Anita Berber.
    Tornata a casa, ho fatto una ricerca in rete ed ho letto una frase molto interessante sul suo conto su Wikipedia.
    "La dipendenza della Berber dalla cocaina e la bissessualità di cui non fa mistero, diventano argomento di pettegolezzo pubblico[2]. Si diceva fosse la schiava sessuale di una donna e avesse un'amante di 15 anni. La si può incontrare frequentemente nella Berlino di quegli anni nelle hall di alberghi, in nightclub e casinò coperta solamente di una elegante scialle di zibellino, con una scimmietta e una spilla d'argento contenente della cocaina.
    Oltre ad essere una cocainomane la Berber era anche un'alcolista".
    Dix riesce a coglierne l'assenza e, un pò come Modigliani, riesce a cogliere la sua anima e la ingigantisce fino a inglobare in lei tutta l'umanità.
    Anita Berber non rappresenta la vamp, la femme fatale, anzi, questa immagine viene rivelata nella sua falsità e lascia posto a quella di una persona dallo sguardo fisso, dalle labbra segnate dagli eccessi e da questi vinta.
    In questo consiste la grande differenza delle opere tra il "Ragazzo zoppo" di Ridera e quest'opera del Dix. Nell'opera di Ridera la vita vince il disagio, in questa il disagio vince la vita.
    Il disagio nel Ridera è rappresentato da una situazione fisica, nel Dix da uno stato emotivo unito all'apparenza.
    Questo contrassegna ancora di più il "ragazzo storpio" come un vincente e la ballerina come una perdente.
    Eppure nell'immaginario collettivo il primo rappresenta uno "storpio" e la seconda una femme fatale.
    Proprio per questo, è possibile unire le due opere e ricavarne un messaggio unico : il rapporto tra l'apparenza e la vita. Nel Ridera la vita vince,nel Dix si coglie la superiorità della vita che supera l'apparenza, ma che da essa viene trasformata in morte. Anita Berber muore all'età di 30 anni.
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    Messaggio  raffaella guarino Ven Gen 14, 2011 11:12 am

    il quadro che però non riesco a togliermi dalla mente è In fuga dalla critica di Pere Borrelle che, anche se inserito nella parentesi l'arte e la medicina, credo possa sintetizzare il discorso che stiamo affrontando... non ho notato, infatti, l'ipertiroidismo del soggetto quanto la sua volontà di scappare da una posizione e da una condizione oggetto di critica... critica di una società per la quale lui era tacciato di avere qualcosa di diverso... anche oggi se non sei in un certo modo vieni non accolto bene dalla società (che poi sono le altre persone!!), e, se sei giovane e "debole" come quel bambino hai solo il desiderio di scappare via, nasconderti... se, invece, hai avuto la fortuna di fare delle esperienze tali da fortificarti, sei pronto a rimanere in quel quadro perchè la tua condizione è tale da non vacillare sotto la critica altrui...
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    lab. arte e disabilità - Pagina 2 Empty Giocatori di skat.

    Messaggio  Valeria Iaquinto Ven Gen 14, 2011 11:21 am

    Giocatori di skat, del Dix, è del 1920 e si inserisce nella sua collezione sui reduci di guerra (si ricordi che il trattato di Versailles che mette fine alla Prima Guerra Mondiale è del 1919).
    L'opera ritrrae una situazione di mancanza e sostituzione fisica, esito della guerra.
    L'immagine del giocatore, costretto a tenere le carte con le gambe mi ha ricordato molto Simona Atzori.
    I messaggi che colgo nell'opera sono due. Il primo è un attacco alla guerra (Dix si arruola volontario all'esercito tedesco, ma l'esperienza della guerra lo trasforma in un convinto pacifista).
    Il secondo messaggio, che è quello che qui interessa, è ancora la relazione tra apparenza e vita.
    Sono tre uomini o tre composti di uomini (alcune parti corporee sono sostituite dal metallo) che giocano insieme.
    Considerano ancora una volta nell'insieme le opere del Ridera, e le due opere del Dix questo secondo quadro del Dix può essere considerata la forma finale di questa relazione complicata che coinvolge l'uomo moderno.
    Mentre nel quadro di Ridera la vita vince l'apparenza, nel ritratto del Dix la vita viene sconfitta da un'indegna vincitrice (l'apparenza), in questo quadro l'apparenza ha lottato con forze forse maggiori, ma non ce l'ha fatta, ha perso. La vita è riuscita a sopravvivere, usando una grande arma, la solidarietà, non solo dell'autore verso i protagonisti, come in Ridera, ma dell'umanità stessa. E' come se il Dix avesse voluto comunicare "Potevano morire, stavano morendo, ci mancava davvero poco, ma ce l'hanno fatta, hanno resistito, perchè erano inieme".
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    lab. arte e disabilità - Pagina 2 Empty Re: lab. arte e disabilità

    Messaggio  Valeria Iaquinto Ven Gen 14, 2011 11:27 am

    Il messaggio finale, quindi, è vincere l'apparenza stando insieme. D'altronde se cerchiamo di apparire, è per mostrarci simili, per farci accettare, per integrarci, per non essere soli. E' per questo che tanta gente si reca perfino sulle chat per cercare amici. Ci sentiamo soli e siamo disposti anche a fingerci ciò che non siamo per non esserlo. In questo modo però costruiamo rapporti basati sulla superficialità. Dovremmo essere tutti più aperti, più disposti, tenendo presente che è la nostra condizione interiore a renderci simili. Siamo umani e questa è una grandissima similitudine. Gli altri aspetti sono superficiali. Le differenze possono solo migliorarci, arricchirci.
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    lab. arte e disabilità - Pagina 2 Empty Isabell Caro

    Messaggio  Valeria Iaquinto Ven Gen 14, 2011 11:46 am

    Sarò breve, perchè devo andare a prendere la metropolitana. Ci tenevo a portare al centro una discussione, su cui mi piacerebbe discutere con voi.
    Sarò sincera, la morte di questa ragazza non mi ha sorpreso tanto. Insomma non è la prima e, purtroppo, non sarà l'ultima a morire per l'anoressia. Restando sulla tematica dei quadri, l'apparenza riuscirà troppe volte a vincere ancora sulla vita, anche quando la vita decide di combattere, come quella di Isabell Caro, simbolo della lotta contro l'anoressia.
    Quello che mi spaventa davvero è che oggi in rete si trovano troppi siti di persone che desiderano di essere anoressiche, che danno consigli su come arrivare ad essere solo ossa. In rete, cercando e neanche con troppa fatica, si aprono troppe pagine di siti e blog "pro-ana" cioè proanoressia, ma anche video.
    Riporto da una pagina di Blog (http://domanisaraungiornomigliore.blogspot.com/2008/06/i-dieci-comandamenti-di-ana.html) i 10 comandamenti ana.
    I 10 Comandamenti:
    1) Se non sei magra, non sei attraente;
    2) Essere magri è più importante che essere sani;
    3) Compra dei vestiti, tagliati i capelli, prendi dei lassativi, muori di fame, fai di tutto per sembrare più magra;
    4) Non puoi mangiare senza sentirti colpevole;
    5) Non puoi mangiare cibo ingrassante senza punirti dopo;
    6) Devi contare le calorie e ridurne l' assunzione di conseguenza;
    7) Quello che dice la bilancia è la cosa più importante;
    8)Perdere peso è bene, guadagnare peso è male;
    9) Non sarai mai troppo magra;
    10) Essere magri e non mangiare sono simbolo di vera forza di volontà e autocontrollo.
    Nella stessa pagina si legge "Visitatrici, visitatori.. scrivo questo blog per sostenermi, per sostenervi.. per cercare insieme di raggiungere i nostri traguardi! Per farlo pero' ho bisogno di tutti voi.. scrivetemi in tanti!"
    E anche alcuni titoli come "depressione" e "perchè esistono i genitori". Sono persone che desiderano amicizia e che si sentono sole, persone malate che vanno aiutate con tutte le forze possibili, anche se forse più che arrivare a curarle, bisognerebbe riuscire a prevenire questa loro situazione di disagio. La famiglia anche in questa problematica è al primo posto, perchè spesso queste persone vivono situazioni familiari difficili.
    Ora scappo al corso. Baci.


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    lab. arte e disabilità - Pagina 2 Empty Re: lab. arte e disabilità

    Messaggio  Rossella Pascarella Ven Gen 14, 2011 12:20 pm

    nel dipinto di Ribera "ragazzo zoppo" due sono le cose mi hanno colpito particolarmente...la capacità dell'artista di rappresentare senza problemi il quotidiano e il sorriso del ragazzo, sentito come il modo più efficace per superare i mali della vita, il cui messaggio quindi non ha alcuna intenzione derisoria ma mostra solidarietà e una partecipazione sentita per tale situazione rispecchiando una parte della realtà napoletana del tempo.
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    lab. arte e disabilità - Pagina 2 Empty Elvira Dongu- domotica- opere d'arte e bellezza

    Messaggio  anna fornaro Ven Gen 14, 2011 4:25 pm

    “L’ Io rinasce in un incontro”… con questa frase voglio iniziare il mio nuovo intervento sul forum… frase pronunciata da Elvira Dongu, una ex studentessa di scienze dell’educazione, la quale ha partecipato all’attività del forum, ideato dalla prof. Briganti se non erro lo scorso anno e gentilmente ci ha reso partecipi del suo percorso. Questa frase mi ha molto colpita ed incuriosita... Elvira dopo averla pronunciata, ha detto che era di un prete e una volta tornata a casa, la mia curiosità mi ha spinto a fare una ricerca su internet, scoprendo così che quella citazione è il titolo di un libro scritto da: don Luigi Giussani. L’ascolto dell’ esperienza vissuta da Elvira è stato davvero interessante e mi ha reso alcune idee più chiare. Mi sono appassionata al suo racconto, anche perché con l’aiuto di altre persone lei si occupa di una casa di accoglienza per bambini dai tre anni in su, contesto da me conosciuto in quanto ho lavorato per un anno in una casa famiglia di Napoli ed è stata un esperienza che porterò sempre nel cuore.
    Oggi abbiamo parlato di tante cose, come la DOMOTICA: studio che si occupa di tecnologie avanzate per l’arredo di interni per agevolare i diversamente abili. C’è stato un dibattito molto approfondito su questo tema, anche perché non tutti conoscevano la capacità e le potenzialità di queste nuove tecnologie. La prof. Ci ha mostrato un video di un ragazzo purtroppo costretto a vivere su una sedie a rotelle, con gravi problemi muscolari e di linguaggio il quale però vive da solo e bene proprio grazie a queste tecnologie… che però sono molto costose e quindi non a portata di tutti. In Italia purtroppo non sono molto diffuse, se non al nord per una piccola percentuale. La prof ci ha detto che a Belluno, il comune da la possibilità alle famiglie interessate di provare il tutto per un mese, per poi decidere di installare questi macchinari o no. Questa è una cosa però che non mi entusiasma molto, perché mi immedesimo in quelle famiglie che alla fine del mese di prova non possono acquistare nonostante i sacrifici fatti… è davvero triste!
    Inoltre abbiamo parlato del corpo tecnologico di Capucci, un libro ora introvabile, del corpo elettrico, delle tecniche invasive e di quelle estensive, soffermando di più sulle ultime. La prof. Ci ha fornito anche dei siti molto interessanti e ci ha parlato di alcuni progetti, uno tra i quali gratuito offerto dalla nostra università. Spero tanto di avere un giorno la possibilità di poterne seguire uno al più presto, dato che ho tanta voglia di mettere in pratica le innumerevoli conoscenze apprese per la maggior parte, solo teoricamente.
    L’argomento centrale della lezione, però, è stato: BELLEZZA E ARTE NEI CONFRONTI DELLA DISABILITA’. L’arte e la disabilità mettendo in risalto le differenze e il relativismo nelle opere d’arte da ieri ad oggi. Abbiamo osservato tanti quadri di vari autori , relativi maggiormente alla fine dell’ 800 e al 900. Ma i quadri che abbiamo analizzato nello specifico, sono stati 4: Ribera: RAGAZZO ZOPPO. Ribera LA DONNA BARBUTA. Otto Dix GIOCATORI DI SKAT. Otto Dix RITRATTO DELLA BALLERINA ANITA BERBER..
    La prof. Ci ha dato come punto di riferimento per esprimere le nostre considerazioni riguardo ai quadri osservati, una SCHEDA DI ANALISI di 9 punti:
    1 concetto di bellezza
    2 concetto di normalità
    3 concetto di mostruosità
    4 cosa intende l’autore?
    5 cosa ha inteso il pubblico- utente?
    6 cosa rappresenta?
    7 cosa trasmette?
    8 emozioni positive o dolore?
    9 critiche personali.
    La prof. Ha detto di rispondere a tre dei punti precedenti per tutte le 4 opere analizzate:

    Ribera: RAGAZZO ZOPPO.
    Jusepe de Ribera, lo Spagnoletto, non era italiano, ma lavorò per decenni in Italia e morì a Napoli nel 1651. La maggior parte delle sue tele rappresentano immagini di santi, dove il loro misero corpo e la vita dolorosa, trovano la loro gloria. L a sua grande capacità è quella di rappresentare senza problemi ,anche senza compiacimenti , un carattere imprescindibile dell' uomo, e cioè la sua eroica miseria, quella sorta di santa precarietà che esprime il corpo umano nel suo oscillare tra effimera bellezza e fisico orrore. In Ribera il brutto si manifesta senza alcun falso pudore; Il brutto, insomma, di poveri esseri, che come il bevitore trovano conforto solo scivolando nella demenza alcolica, con nient' altro che una bottiglia da agognare e accarezzare. Anche lo storpio sorride…E' uno scugnizzo napoletano e il Ribera non vuole certo beffeggiarlo,ma vuole lodarne la gaiezza nella sventura, dichiarando la propria solidarietà. Santi , o sfortunati che siano, i personaggi di Ribera sono del tutto rappresentati nella loro dimensione quotidiana. Questo quadro mi è piaciuto molto. Appena l’ho visto, ho provato una sensazione di allegria, soprattutto nel vedere il largo sorriso del ragazzo, immerso in una natura a mio avviso morta, che probabilmente sta a momenti per rinascere… e magari proprio per questo che l’artista sceglie un popolano come protagonista della sua opera, e non uno dei personaggi usuali dell’epoca, persone dell’ elite napoletana. Inoltre secondo me, per rappresentare Napoli, il CUORE di Napoli non poteva che scegliere una persona del popolo, che in un periodo di guerra non poteva fare altro che sperare in tempi migliori, e il sorriso per me sta a significare proprio questo: la voglia di vivere, di ricominciare ed essere felice. Questa è la bellezza… non arrendersi alle difficoltà e amare la vita!... cosa che molto spesso non viene neanche apprezzata proprio da quelle persone che hanno tutto e quindi cercano sempre di più, fino a chiedere impossibile!Un particolare del quadro che mi ha colpito molto è stato il foglio tenuto nella mano destra dal ragazzo… a riguardo la critica moderna, “ha letto nel quadro una simbologia tipica della Controriforma. La massima si ricollegherebbe alla teoria della salvezza dell' anima ottenuta con le buone azioni, in opposizione a quella protestante per cui ci si salva solo con la fede. Lo storpio simboleggia così la misericordia presso i poveri e illustra, insieme alla sua povertà, uno dei modi per pervenire alla santità: povertà e carità erano infatti considerate dalla Chiesa come massime virtù. Il sorriso aperto del fanciullo rammenta invece un'altra idea tipica del tempo, quella del riso sentito come il modo più efficace per superare i mali dell'esistenza: sorridendo mentre riceve l'elemosina, il fanciullo dispensa la grazia utile alla salvezza al generoso benefattore”.

    Ribera: LA DONNA BARBUTA.
    il pittore ci rende partecipi di un’aberrazione della natura, ritraendo Maddalena Ventura, una donna abruzzese maritata e madre di molti figli, intenta ad allattare l’ultimo nato, pur munita di una faccia totalmente virile, di una folta barba e di un torace egualmente peloso, da cui protrude una mammella ripugnante, gonfia di latte. Sulla destra della composizione una lunga epigrafe descrive dettagliatamente la storia paradossale di questa coppia. Un’oscurità densa e drammatica avvolge i due coniugi, mentre il volto rassegnato del marito è raffigurato con toccante intensità. Le fisionomie dei coniugi sono scolpite con magistrale virtuosismo e restano impresse nella memoria, quanto e più della sferica mammella verso la quale, inconsapevole, rivolge le sue attenzioni l’innocente frugoletto. L’ artista riesce a trasformare questo anomalo e quasi ripugnante "caso clinico" in una splendida opera d'arte giocando sulla suggestione misteriosa dell’immagine e sulla psicologia dei personaggi: il dramma della donna virile e l’amara rassegnazione del marito sono espressi con commovente intensità. Sulla destra una sorta di splendida natura morta sopra al blocco con l’iscrizione: il mandarino è attributo femminile che allude ai lavori domestici, forse una conchiglia, simbolo di ermafroditismo, e una bobina di lana messa per indicare il carattere femminile del personaggio, pur smentito dalla sua fisionomia esterna; al naturalismo scientifico, quindi, si legherebbe un più profondo significato simbolico. Non avevo notato la conchiglia durante la lezione, poi cercando informazioni più approfondite, sono riuscita a vederla… era difficile accorgersene in aula dato che non ero molto vicina alla cattedra e poi i colori che fanno da sfondo ai soggetti del quadro, sono molto cupi e quindi è come se ostacolassero la visione del tutto. Un altro particolare che ho notato, è stato la posizione decentrata del seno della donna… Personalmente sono rimasta incredula di fronte a quest’ opera in quanto nell’ aspetto fisico non sono riuscita a trovare un aspetto femminile, tranne che per il bambino al seno della mamma e mangia beato incurante dell’ aspetto di quest’ultima nonostante incude un po’ di timore… ma la bellezza di questo quadro sta proprio nell’ allattamento, un azione del tutto femminile alla base della maternità. Viene messa in risalto secondo me la bellezza “interiore” della donna, del suo forte sentimento di attaccamento, di amore che prende vita nel sentimento di una mamma nei confronti del proprio figlio.
    Navigando in rete ho avuto modo di leggere una storia di una donna simile a quella dell’abruzzese dipinta dall’ artista:

    LADY CLOFULLIA la donna barbuta di Ginevra
    Molto tempo prima che la donna barbuta apparisse come una esclusiva novità e rarità,le signore con la barba erano già venerate nella mitologia e nel folklore del vecchio mondo.Ma non fu fino al Rinascimento che le Lady barbute iniziarono ad esibirsi a scopo di lucro.Julia Pastrana è stata probabilmente la più famosa in assoluto,tuttavia anche Ms.Clofullia visse la sua notorietà e non fu da meno.
    Nacque nel 1831 nel villaggio svizzero di Versoix,con il nome di Josephine Boisdechene,il suo corpo presentava una fine peluria e all'età di due anni iniziò a spuntarle sul viso la barba.Oggi questa sua condizione è conosciuta come irsutismo,che è una variante dell'ipertricosi.All'età di otto anni la sua barba era già lunga più di due centimetri,tanto da creare sconcerto tra gli stessi medici di Ginevra e gli inorriditi genitori che non sapendo cosa fare,e temendo che anche rasandosi la sua barba sarebbe poi ricresciuta più lunga e più spessa,optarono di nasconderla agli occhi della gente chiudendola in un collegio.
    In collegio Josephine ricevette il meglio degli insegnamenti,acquisendo grazia,fascino e raffinatezza e le piu' fini regole del galateo.Nonostante il fatto che fosse una bella ragazza,tuttavia all'età di quattordici anni la sua barba era lunga molti centimetri,tanto che il suo aspetto per alcuni fu definito orribile,per altri folle,ai genitori non restò altro che tentare di sfruttare al meglio questa situazione unica.E così all'età di quattordici anni,partì verso la grande avventura,andando in tour in Svizzera,Francia e poi in Inghilterra per la Grande Esposizione del 1851,accompagnata dal padre e da un agente e poi sola con suo padre.E fu proprio a Parigi che incontrò il pittore Fortune Clofullia che alla fine sposò e con il quale ebbe in seguito due bambini.Nella prima gravidanza,nacque una bambina,ma morì dopo soli 11 mesi,diede poi alla luce un secondo figlio,questa volta un ragazzo di nome Albert,solo pochi mesi dopo la morte della prima figlia.Albert era un ragazzo bello e sano,ed anche lui sfoggiava una sottile barba.La sua grazia e la sua femminilità furono accentuate dal suo ricco guardaroba in stile vittoriano,fervente ammiratrice del monarca francese Napoleone III,modellò la sua barba a imitazione di quella del re,tanto che questi ne restò così lusingato che per riconoscenza le regalò un grosso diamante.
    Tutti e quattro alla fine -Clofullia,suo marito,il figlio ed il padre - si trasferirono negli Stati Uniti,dove unite le forze nel 1853 firmò un contratto con il piu' grande e famoso circo itinerante americano dell'epoca,il Barnum & Bailey Circus,iniziando ad apparire all'American Museum di New York come "la donna barbuta di Ginevra" e suo figlio Albert come "l'infant Esaù".
    Ma man mano che la sua popolarità cresceva,anche strane voci iniziarono a circolare che lei fosse in realtà un'uomo.
    Nel luglio 1853 William Charr un cliente del museo,citò Clofullia in tribunale,sostenendo che lei fosse in realtà un uomo ed un'impostore.Il titolare del Circo Barnum,suo marito,suo padre e tutti i vari medici,testimoniarono e firmarono una dichiarazione giurata che lei,era biologicamente femmina sotto tutti gli aspetti,ed il caso venne respinto dal tribunale.Secondo gli storici,si sospetta che Barnum stesso organizzò l'intera questione come una trovata pubblicitaria,e non sarebbe da escludere,se si pensa che per tutta la durata del processo,oltre 3 milioni di persone pagarono per assistervi e per vedere i protagonisti:Barnum e Ms.Clofullia accompagnata dal figlio Albert,tale ipotesi quindi sembra abbastanza plausibile.
    La sua notorietà continuò ancora per un pò di tempo dopo il processo,tuttavia nonostante la sua fama gli avvenimenti degli ultimi anni della sua vita non sono noti,come la sua morte che si dice avvenne nel 1875.

    [img]lab. arte e disabilità - Pagina 2 Joseph10[/img]

    Otto Dix GIOCATORI DI SKAT:
    “Una parola d’ordine ha ispirato negli ultimi anni un’intera generazione di artisti: ‘Creare nuove forme espressive’. Dubito che sia possibile. E se vi fermate davanti ai quadri degli antichi maestri o vi sprofondate nello studio di nuove creazioni mi darete certamente ragione. La novità in pittura, secondo me, consiste nell’allargare la scelta dei soggetti, sviluppando le forme espressive già adottate dai maestri antichi”. O.D
    nel 1914 si arruola volontario in artiglieria perchè desideroso di sperimentare la guerra e tutto quello che da essa si generava, ma senza esaltarla nè condannarla. Da questa esperienza derivò la raccolta "La Guerra": una serie di 600 fogli in cui Dix fissò le sue impressioni, visioni ed esperienze di guerra. Negli anni '20, accostò alla corrente Dadaista, grazie alla quale creò la serie di quadri "Prager Strasse", "Giocatori di skat" e "Invalidi di guerra".Le immagini di mutilati, mendicanti, assassini e bordelli esprimono tutto il suo pensiero nichilista e antiborghese del dadaismo. Il quadro raffigura tre militari dopo il primo conflitto mondiale che giocano a carte. Si notano gli effetti e le ripercussioni che la guerra ha prodotto su di loro. Partendo da sinistra notiamo il primo soggetto, al quale manca il braccio destro e quello sinistro è stato sostituito da una protesi in legno; al posto della gamba sinistra si ritrova un bastone di legno nero e usa quella destra per tenere le carte; e per poter sentire i compagni è costretto a ricorrere ad un tubicino inserito nell'orecchio destro che è collegato ad un piccolo corno sul tavolo e non ha perso l'occhio destro.
    Il secondo, al centro, ha una parte del cranio ricucita con del metallo; non ha nè le braccia, infatti tiene le carte con la bocca, nè le gambe, diventate due bastoni di legno nero; parte della mandibola è di ferro ,ha un occhio di vetro e ha una placchetta metallica all'orecchio sinistro.
    Il terzo infine , sulla destra, è solo un busto con una protesi di legno al posto del braccio destro; ha perso sia il naso che la mandibola, sostituita da una metallica.
    Questo quadro mi ha davvero arrecato una brutta sensazione, non riuscivo ad osservarlo inizialmente, sembrava un groviglio di roba vecchia, inutilizzabile quasi. Qui ho riscontrato il punto che riguarda la “mostruosità”… un’ opera che non ispira molta tranquillità! Il messaggio dell’ autore è chiaro: le conseguenze atroci della Guerra, ma a mio parere viene evidenziata anche la forza d’animo dei soggetti dipinti nell’andare avanti facendo le piccole cose quotidiane, come giocare a carte, per non lasciarsi sopraffare dalla realtà che in quel periodo stava molto stretta alla maggior parte della popolazione.

    Otto Dix RITRATTO DELLA BALLERINA ANITA BERBER.
    è stata una ballerina, attrice e scrittrice tedesca, vissuta nel periodo della Repubblica di Weimar e ritratta da Otto Dix nel celebre dipinto, che è annoverato fra i capolavori del 20esimo secolo. Le sue opere son raffigurazioni spesso grottesche, che sapevano infrangere i tabù più intoccabili. Lo dimostrano le sue vecchie prostitute, dai seni flaccidi e la pelle rugosa, colte nel patetico tentativo di camuffare l'inesorabile e spietato decadimento fisico. Esagerati, deformi, sproporzionati, i suoi personaggi attirano e respingono, affascinano e nel contempo spingono lo sguardo lontano. Come proprio Anita Berber rappresentata come una star scandalosa e consumata, che gioca con le sue forme, intrappolando il pubblico in un gioco proibito. Dix ha affermato che c’è chi ha “bisogno del coraggio della bruttezza e di una vita senza abbellimenti".In questo dipinto, Dix sembra quasi rispecchiarsi nell'autoritratto della donna tisica e drogata, la quale morì a soli 30 anni.
    I toni rossi, dello sfondo e del vestito, le curve serpeggianti del corpo sottolineato dall'abito aderente, gli occhi fissi e bistrati, le labbra segnate dagli eccessi più che dal rossetto, svelano nella sua falsità l'immagine della vamp, della femme fatale, simbolo moderno dell'incontro tra Eros e Thanatos, della passione frenetica... che ti porta nella maggior parte dei casi all’ annientamento della propria persona. Dix coglieva ed evidenziava ogni piccolo particolare, come per esempio le stropicciature del vestito e lo faceva proprio per far si che tutti riuscissero a vedere e capire ciò che lui voleva comunicare… il dolore, la frustrazione, le passioni sfrenate e cogliere la graffiante bruttezza di un’ umanità più sgangherata e disarmante di una società corrotta.

    grazie anna per il tuo resoconto dettagliato, come se avessi registrato e digitato tutto l'incontro.
    la docente
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    Messaggio  PellegrinoDomenica Ven Gen 14, 2011 5:15 pm

    Difficilmente ad un povero storpio è stata concessa dall'arte tanta dignità e tanto onore, questo scugnizzo non si è lasciato abbattere dal brutto scherzo giocatogli dalla natura ed anzi riesce a sorridere. Il sorriso aperto del fanciullo rappresenta il modo più efficace per superare i mali dell'esistenza: sorridendo mentre riceve l'elemosina, il fanciullo dispensa la grazia utile alla salvezza al generoso benefattore. Questo quadro è l’emblema dell’immagine di Napoli e della sua popolazione,che nonostante tutte le difficoltà e problemi ha ancora la forza di sorridere.
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    Messaggio  anna fornaro Ven Gen 14, 2011 5:16 pm

    Valeria Iaquinto ha scritto:Sarò breve, perchè devo andare a prendere la metropolitana. Ci tenevo a portare al centro una discussione, su cui mi piacerebbe discutere con voi.
    Sarò sincera, la morte di questa ragazza non mi ha sorpreso tanto. Insomma non è la prima e, purtroppo, non sarà l'ultima a morire per l'anoressia. Restando sulla tematica dei quadri, l'apparenza riuscirà troppe volte a vincere ancora sulla vita, anche quando la vita decide di combattere, come quella di Isabell Caro, simbolo della lotta contro l'anoressia.
    Quello che mi spaventa davvero è che oggi in rete si trovano troppi siti di persone che desiderano di essere anoressiche, che danno consigli su come arrivare ad essere solo ossa. In rete, cercando e neanche con troppa fatica, si aprono troppe pagine di siti e blog "pro-ana" cioè proanoressia, ma anche video.
    Riporto da una pagina di Blog (http://domanisaraungiornomigliore.blogspot.com/2008/06/i-dieci-comandamenti-di-ana.html) i 10 comandamenti ana.
    I 10 Comandamenti:
    1) Se non sei magra, non sei attraente;
    2) Essere magri è più importante che essere sani;
    3) Compra dei vestiti, tagliati i capelli, prendi dei lassativi, muori di fame, fai di tutto per sembrare più magra;
    4) Non puoi mangiare senza sentirti colpevole;
    5) Non puoi mangiare cibo ingrassante senza punirti dopo;
    6) Devi contare le calorie e ridurne l' assunzione di conseguenza;
    7) Quello che dice la bilancia è la cosa più importante;
    8)Perdere peso è bene, guadagnare peso è male;
    9) Non sarai mai troppo magra;
    10) Essere magri e non mangiare sono simbolo di vera forza di volontà e autocontrollo.
    Nella stessa pagina si legge "Visitatrici, visitatori.. scrivo questo blog per sostenermi, per sostenervi.. per cercare insieme di raggiungere i nostri traguardi! Per farlo pero' ho bisogno di tutti voi.. scrivetemi in tanti!"
    E anche alcuni titoli come "depressione" e "perchè esistono i genitori". Sono persone che desiderano amicizia e che si sentono sole, persone malate che vanno aiutate con tutte le forze possibili, anche se forse più che arrivare a curarle, bisognerebbe riuscire a prevenire questa loro situazione di disagio. La famiglia anche in questa problematica è al primo posto, perchè spesso queste persone vivono situazioni familiari difficili.
    Ora scappo al corso. Baci.


    Valeria ho letto il tuo commento e l'ho trovato davvero molto interessante... ma è incredibile leggere blog o siti simili... cioè non mi sconvolgo perchè ormai, al giorno d'oggi purtroppo, sono molto frequenti storie del genere... ma io non riesco a spiegarmi il perchè di tutto questo... ma la vita per queste persone vale così poco?! mi fa rabbia tutto questo.Ci sono persone che lottano contro il cancro, ecc... per vivere, per essere felici e invece poi ci sono persone, deboli, che fanno decidere gli altri per loro... mettendo la loro salute all'ultimo livello delle loro preoccupazioni.però intanto non si è avuta mai notizia di parenti degli stilisti malati di anoressia...
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    Messaggio  marica della vecchia Ven Gen 14, 2011 5:31 pm

    Osservando il quadro di Ribera a primo impatto il primo elemento che mi ha colpito è stato il sorriso del bambino, un sorriso che caratterizza l'intero quadro, la disabiltà in questo caso è passata in secondo piano o per lo meno per quanto mi riguarda la visione del quadro non mi ha indotto a pensare che fosse rappresentato un bambino disabile ma semplicemente un bambino.
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    Messaggio  Valeria Iaquinto Ven Gen 14, 2011 6:40 pm

    [/quote] Valeria ho letto il tuo commento e l'ho trovato davvero molto interessante... ma è incredibile leggere blog o siti simili... cioè non mi sconvolgo perchè ormai, al giorno d'oggi purtroppo, sono molto frequenti storie del genere... ma io non riesco a spiegarmi il perchè di tutto questo... ma la vita per queste persone vale così poco?! mi fa rabbia tutto questo.Ci sono persone che lottano contro il cancro, ecc... per vivere, per essere felici e invece poi ci sono persone, deboli, che fanno decidere gli altri per loro... mettendo la loro salute all'ultimo livello delle loro preoccupazioni.però intanto non si è avuta mai notizia di parenti degli stilisti malati di anoressia...[/quote]

    sono contenta che ti sia piaciuto il mio intervento.
    sai sono storie di dolore. non fanno decidere ad altri. sono loro a scegliere. vogliono essere perfetti, vogliono essere felici. Sono queste le promesse di Ana (anoressia)!!! Ma è una grande bugiarda, perchè li porterà tutti alla morte.

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    lab. arte e disabilità - Pagina 2 Empty Isabelle Caro e la lotta contro l'anoressia.

    Messaggio  anna fornaro Ven Gen 14, 2011 6:52 pm

    In aula ieri abbiamo parlato della vicenda riguardante Isabelle Caro… Tornata a casa, ho letto un articolo da un giornale in rete e non ho fatto altro che pensare a quanto accaduto, all’ ennesima vita spezzata dal “mito” moderno di bellezza =perfezione… annientamento di se stessi. L’articolo letto mi ha colpito soprattutto per il titolo e successivamente per quanto ha dichiarato la modella, ormai scomparsa riguardo la sua vita e il rapporto con la madre:
    ANORESSIA: "DIMAGRIRE PER PIACERSI O PER PIACERE? ... NON CONVIENE!!! "
    Dietro questo corpo c'è una donna e la sua storia
    Tutti conoscono la sua immagine ormai, in pochi il suo nome: Isabelle. Più famosa come "l'anoressica di No-lita", Isabelle Caro è una ragazza francese di 26 anni con una lunga storia di sofferenza alle spalle che non ha proprio nulla a che fare con la voglia di fare la modella.
    Isabelle nasce da una relazione clandestina tra sua madre e un famoso artista francese, un uomo esile e affascinante che contrasta con l'immagine del marito, un omone grande e grosso che riconoscerà la bambina e le farà da padre. Isabelle nasce piccola e delicata e di questa sua gracilità la madre va particolarmente fiera perchè è l'unico legame rimasto tra Isabelle e il suo vero padre. Questa gracilità viene continuamente incoraggiata a protetta: Isabelle è costretta a indossare scarpe e vestiti piccoli, non può uscire di casa perchè "l'aria fa diventare grandi" e quando è costretta a farlo, la madre la ricopre di sciarpe a proteggere il viso. Isabelle ricorda di come suo padre anagrafico fosse sempre in viaggio e dell'impegno della madre a ospitare bambini in affido, i quali potevano giocare liberi in giardino, mentre lei era costretta a guardarli dalle finesre di quella casa in cui era prigioniera. A 6 anni la madre di Isabelle, insegnante, decide di non mandarla a scuola insieme agli altri bambini ma di tenerla a casa a studiare sotto la sua guida. Unico svago concesso le lezioni di violino, che Isabelle prende nella sua stessa casa da un insegnante di musica privato. Nello stesso periodo riappare il vero padre di Isabelle, un musicista, e la madre li spinge a partecipare alle riprese per un video musicale insieme. Quando Isabelle vede suo padre capisce tutto nonostante abbia solo 7 anni e di quella strana giornata le rimane solo una fotografia di lui con un scritta sul retro: questo è mio padre! Isabelle fa coincidere l'inizio della sua malattia con una giornata particolare in cui finge un mal di pancia per poter uscire di casa, all'ospedale viene pesata e misurata. Quelle cifre dette ad alta voce dal medico disegnano sul volto della madre un espressione di disappunto che spinge Isabelle al digiuno: "Avrei fatto qualsiasi cosa per renderla felice, capii che per lei pesavo troppo. Cosi da quel giorno piano piano smisi di mangiare" ricorda la ragazza. Da quel giorno sono passati 15 anni, pieni di diete e digiuni, dolore e rinunce. 15 anni che hanno lasciato sul corpo di Isabelle i segni della dura lotta, della guerra piu aspra: 31 chili di ossa, psoriasi, lanugine bionda su tutto il corpo e nera sotto gli zigomi..i segni distintivi del male che l'ha investita e che cerca di annientarla: l'anoressia. Anche naso e mento non sono quelli che Natura le aveva regalato: si è sottoposta a interventi chirurgici per affinarli e renderli "perfetti", proprio quelle due parti del corpo che la madre ossessivamente di ostinava a nasconderle sotto strati e strati di sciarpe. Guardando la foto della campagna No-lita commenta: che orrore! Le immagini del suo stesso corpo la nauseano, non si riconosce in quella donna emaciata e ammette che partecipare alla famosa campagna la ha aiutata a reagire: ha ripreso 4 chili e dichiara: "Mangio pochissimo, quasi nulla, ma ho smesso di vomitare. Ho cominciato a distinguere il sapore delle cose, ho assaggiato il gelato..è buonissimo". Isabelle ha perdonato sua madre "perchè non c'era altro che potessi fare". Una madre che di questa famosa campagna non è contenta, una madre da cui Isabelle ha preso le distanze (la ragazza vive a Marsiglia, la madre è rimasta a Parigi). Dice Isabelle: "Mi dispiace che lei non approvi, ma per me è importante che la gente sappia e veda davvero a che cosa può portare l'anoressia. Mi sono nascosta e coperta per troppo tempo: adesso voglio mostrarmi senza paura anche se so che il mio corpo ripugna. Le sofferenze fisiche e psicologiche che ho subito hanno un senso solo se possono essere d'aiuto a chi è caduto o ha la tentazione di cadere nella trappola da cui io sto cercando di uscire. Ho tanti sogni per il mio futuro, vorrei fare l'attrice di teatro. Vorrei una famiglia, dei bambini...Vorrei vivere".
    Io sono davvero allibita leggendo quello che la madre ha fatto ad isabelle… poteva avere una vita fatta di successi e belle esperienze ma per raggiungere il canone di bellezza prediletto dalla mamma, nemmeno da lei, è arrivata alla fine della sua vita, troppo giovane!!!
    Il fatto è che secondo me il problema non viene ascoltato abbastanza, ci sono tantissime persone che soffrono come lei, ma nessuno, o meglio, la maggior parte delle persone non se ne accorge.
    La televisione dovrebbe parlarne di più non censurarla perchè le immagini potrebbero essere troppo forti. E' proprio questo l'obbettivo, sensibilizzare le persone e soprattutto far capire a chi soffre che non è da solo, perchè mentre i politici pensano solo a loro stessi, mentre la televisione trasmette programmi inutili, mentre il mondo va avanti e c'è gente che vi muore dentro… non riesco a immaginare che preziosa fragilità posseggano anime come Isabelle....è in momenti come questo che spero che esista un posto migliore... dove possano trovare pace e riscatto.
    chissà...forse per lei era troppo tardi,quando ha detto si alla vita, quando ha trovato la forza di reagire… ha fatto solo in tempo a regalare la sua sofferenza a tutti noi. Soprattutto ad altre ragazze/ragazzi che ora soffrono quello che lei ha sofferto...per questo mi sento di chiedere a queste persone di cogliere il dono di Isabelle!
    sono convinta che chi riesce a fare così tanto male a se stesso,arrivando ad annientarsi a rifiutare il dono della vita, usando questa profondità in positivo può fare miracoli per se stesso e onorare la propria vita più della maggior parte delle persone ...invertite i vostri sforzi...in positivo.
    Il mondo non sempre è un bel posto in cui stare....ma è il migliore che conosciamo...l'unica certezza che abbiamo....teniamola stretta!! Possiamo e dobbiamo imparare ad amarci e rispettarci!!!! Isabelle ha partecipato ad una campagna contro l’anoressia con Oliviero Toscani “ Nolita”… il manifesto di quest’ultima che rappresentava Isabelle nuda, ha destato molte polemiche…La notizia della sua morta è stata appresa solo giorni fa, quando prima il sito del quotidiano svizzero 20 minutes e successivamente la rivista francese Paris Match ne hanno dato notizia. Isabelle è scomparsa già da un mese, precisamente il 17 novembre 2010 a Tokyo… probabilmente non hanno dato prima la notizia per non causare problemi o tardanze alle attività previste per le festività natalizie. Certo è che se davvero l’hanno fatto per motivi simili…è una vergogna!!!
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    Messaggio  anna fornaro Ven Gen 14, 2011 6:58 pm

    Valeria Iaquinto ha scritto:
    Valeria ho letto il tuo commento e l'ho trovato davvero molto interessante... ma è incredibile leggere blog o siti simili... cioè non mi sconvolgo perchè ormai, al giorno d'oggi purtroppo, sono molto frequenti storie del genere... ma io non riesco a spiegarmi il perchè di tutto questo... ma la vita per queste persone vale così poco?! mi fa rabbia tutto questo.Ci sono persone che lottano contro il cancro, ecc... per vivere, per essere felici e invece poi ci sono persone, deboli, che fanno decidere gli altri per loro... mettendo la loro salute all'ultimo livello delle loro preoccupazioni.però intanto non si è avuta mai notizia di parenti degli stilisti malati di anoressia...[/quote]



    sono contenta che ti sia piaciuto il mio intervento.
    sai sono storie di dolore. non fanno decidere ad altri. sono loro a scegliere. vogliono essere perfetti, vogliono essere felici. Sono queste le promesse di Ana (anoressia)!!! Ma è una grande bugiarda, perchè li porterà tutti alla morte.

    [/quote]

    sai prima navingando su internet, ho consultato per curiosità qualche sito pro-ana ... volevo leggere le cavolate che scrivono queste persone...malate prima nella testa e poi nel fisico... ma ho letto cose davvero allucinanti,addirittuara hanno scritto dei consigli per come riuscire a diventare vittime di questo orrore... e la gente chiede anche degli approfondimenti per fare prima.che rabbia!
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    lab. arte e disabilità - Pagina 2 Empty Per la professoressa e per tutti i partecipanti del forum!!! Per riflettere..

    Messaggio  Valeria Iaquinto Ven Gen 14, 2011 7:04 pm

    volevo condividere con tutti voi dei filmati che mi hanno fatto riflettere parekkio..
    https://www.youtube.com/watch?v=NDVqgH9mvdQ&feature=fvw
    https://www.youtube.com/watch?v=v7oM4zW20yY
    https://www.youtube.com/watch?v=UVi3mPcHAAc
    https://www.youtube.com/watch?v=zQ3Qy0BBjxw

    ci tengo tanto a riflettere con voi su questa tematica, perchè mi tocca molto da vicino, troppo.
    la mia migliore amica è soffre di disturbi alimentari. l'anoressia è una storia di rabbia, delusione e solitudine.
    la persona anoressica non è una persona superficiale, anzi è molto profonda.
    spesso si da la colpa ai genitori, per non rendersene conto subito. l'anoressia è una malattia silenziosa.
    la famiglia di questa mi amica soffre ogni giorno e soffro anchio, per non essermene accorta prima.
    quando sta a napoli e non in giro per le cliniche cerco di passare molto tempo con lei, anche quando il tempo non c'è... perchè mi piace farla sorridere.



    alessandra balestrieri
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    lab. arte e disabilità - Pagina 2 Empty Filamato sull'anoressia!

    Messaggio  alessandra balestrieri Ven Gen 14, 2011 7:08 pm

    Appena è finito il filmato...nn ho trovato nessuna parola per descrivere il mio dispiacere...in primo per la modella ma poi per la sua famiglia!!!Farsi allontanare una figlia per farle inseguire il suo sogno e poi ritrovarsela...ormai già troppo lontano!!! Sad
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    Messaggio  Valeria Iaquinto Ven Gen 14, 2011 7:16 pm

    [/quote]sai prima navingando su internet, ho consultato per curiosità qualche sito pro-ana ... volevo leggere le cavolate che scrivono queste persone...malate prima nella testa e poi nel fisico... ma ho letto cose davvero allucinanti,addirittuara hanno scritto dei consigli per come riuscire a diventare vittime di questo orrore... e la gente chiede anche degli approfondimenti per fare prima.che rabbia![/quote]
    mi fa piacere che ti stai interessando a questa tematica. appena hai un pò di tempo cerca di guardare Briciole o Primo Amore. La seconda è una storia veramente accaduta.
    entrambi sono film straordinari!!!!
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    lab. arte e disabilità - Pagina 2 Empty ragazzo zoppo

    Messaggio  dongiacomo vittoria Ven Gen 14, 2011 7:20 pm

    i temi della disabilità, diversità sono da sempre esistiti. nel passato le uniche forme di aiuto erano di tipo filantropiche e tendevano maggiormente ad emarginare chi era definito "storpio-malato" .è solo di recente che la letteratura, la pedagogia, le varie scienze sociali sembrano aver dato peso maggiore a questi problemi, il quadro di Ridera 1642 pero', a mio parere restituisce dignità a questo soggetto, l'autore infatti tratta questo tema in modo originale, l'attenzione sembra concentrarsi nel mio caso, e nel caso di moltre altre colleghe che ho avuto modo di ascoltare sul sorriso di questo piccolo bambino che non si è lasciato abbattere dal brutto scherzo giocatogli dalla natura.
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    lab. arte e disabilità - Pagina 2 Empty Isabelle Caro

    Messaggio  dongiacomo vittoria Ven Gen 14, 2011 7:48 pm

    queste storie mi mettono realmente tristezza...una bellissima ragazza che non aveva nulla da invidiare eppure è morta per anoressia!!!io definirei questo un lutto x il mondo della moda, per tutti coloro che continuano a proporre in tv e sui giornali stereotipi di ragazze tanto magre e tanto malate detro per l'ossesione di non prendere un centimetro o 100 grammi!!!!
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    lab. arte e disabilità - Pagina 2 Empty Re: lab. arte e disabilità

    Messaggio  vincenzaromano Sab Gen 15, 2011 8:53 am

    Prima di fare qualsiasi riferimeto alle opere d'arte visionate in aula, volevo commentare l' intervento della collega che già ha vissuto l' esperienza del forum e che quindi ha già seguito tale corso... mentre lei parlava della sua esperienza, ho avuto come l' impressione di sentire me stessa, la mia anima, sembrava insomma che stessi parlando io soprattutto quando ha riferito del fatto che dopo aver visionato il video di Simona Atzori ha fatto si che tutte le persone presenti nella sua vita ne venissero a conoscenza. Questo è quello che ho fatto anche io. Appena tornata a casa, ho fatto vedere lo stesso video ai miei i quali sono rimasti sbalorditi dalla forza d' animo e dalla voglia di vivere che ha Simona. Tale video è stato per noi l' esempio che ci serviva per continuare a lottare nonostante la vita non sia facile e spesso non felice e continuare a sperare che ogni giorno sia un giorno migliore!

    grazie vincenza, è proprio questo l'apprendimento collaborativo.
    la docente
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    Messaggio  vincenzaromano Sab Gen 15, 2011 9:01 am

    Per quanto concerne i quadri sulla disabilità visionati, quello che maggiormente mi ha colpito è quello di Barbera " Ragazzo zoppo" poichè mi ha trasmesso delle emozioni positive in quanto da tale quadro emerge l' immagine di un ragazzo che nonostante la sua disabilità riesce a sorridere; sono riuscita a vedere la bellezza negli occhi del bambino che per me esprimono gioia.
    Infine, volevo soffermarmi sull' importanza della domotica. Sarebbe bello se lo Stato riuscisse a garantire una casa tecnologica per tutte le persone con disabilità ma penso che questo sia un sogno realizzabile in un futuro troppo lontano.

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