Psicopedagogia d.ling. Briganti 2010

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Psicopedagogia d.ling. Briganti 2010

"Stanza di lavoro della classe" Forum didattico a cura di Floriana Briganti - corso di Psicopedagogia dei linguaggi, att. didattica aggiuntiva Suor Orsola Benincasa Napoli


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    lab. arte e disabilità

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    Andreina Russolillo


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    lab. arte e disabilità - Pagina 8 Empty Re: Lab Arte e Disabilità

    Messaggio  Andreina Russolillo Mar Gen 25, 2011 2:29 pm

    Quando la prof ci ha mostrato il quadro del Ribera “Lo storpio” ho avuto la stessa reazione e mi sono posta la stessa domanda di quando vidi per la prima volta questo quadro al Louvre e cioè: perché dare un titolo simile ad una tela che francamente si lascia ammirare e attrae soprattutto per il sorriso e non per “la diversità” del soggetto rappresentato.
    Secondo me il Ribera mostra in questo modo la volontà di voler affrontare il tema della bellezza-mostruosità- diversità in maniera chiara e limpida; infatti ho eseguito una sorta di ricerca su internet per approfondire proprio il punto di vista del pittore e ho trovato tra le altre cose quanto segue: “In Ribera il brutto si manifesta senza alcun falso pudore. Grandezza dell' artista il saperlo dipingere, anche perché abbiamo a che fare con un brutto che non sottende un animo elevato o una mente sublime, ma è un brutto piatto, o quasi abissale. Anche lo storpio sorride, poveraccio. E' uno scugnizzo napoletano e il Ribera non vuole certo ridere o far ridere di lui, bensì vuole lodarne la gaiezza nella sventura, dichiarando la propria solidarietà”.
    A proposito della tematica bellezza-mostruosità-diversità voglio riportare il punto di vista della Braidotti che ho approfondito sul testo della prof.e che a mio parere è molto originale e interessante:
    secondo la Braidotti “ciò che accomuna tutte le diversità è la distanza di quei corpi dalla normalità: il loro essere stati visti da sempre come mostruosi, come deformi rispetto alla norma che rappresenta «il grado zero della mostruosità»; la Braidotti definisce la bellezza e la mostruosità come due estremi opposti equidistanti da un punto fisso che equivale al punto zero di mostruosità che corrisponde alla normalità. Riguardo la mostruosità ella asserisce che “Il mostro è l’incarnazione della differenza dalla norma dell’umano-base: è un deviante, un a-normale, un’anomalia”; il mostro è oggetto di aberrazione e di adorazione allo stesso tempo..
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    panaro antonietta


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    lab. arte e disabilità - Pagina 8 Empty Re: lab. arte e disabilità

    Messaggio  panaro antonietta Mar Gen 25, 2011 3:01 pm

    Non ho mai sentito parlare di domotica, ma sentendone parlare in aula e dopo essere tornata a casa mi sono soffermata a pensare a quante azioni quotidianamente svolgiamo e siamo abituati a svolgere senza nemmeno farci caso: aprire la porta di casa per uscire; suonare il campanello per rientrare; accendere la luce quando fa buio spegnerla se vogliamo dormire; aprire la finestra se sentiamo caldo; rispondere al telefono quando squilla o fare “zapping” con il telecomando della televisione. Potrei andare avanti per ore a citare innumerevoli cose: ma se un giorno non fossimo più in grado di svolgere da soli nemmeno la più semplice di esse? Quanto ci sentiremmo inutili e frustrati nel dover chiedere in continuazione: “Mi cambi canale per favore? Puoi abbassare il volume?vuoi accendere la luce?Ed è questo quello che succede a persone disabili, le quali si trovano spesso nella condizione di dover dipendere interamente dai familiari o, nei casi meno fortunati, da sconosciuti: dall’impossibilità di svolgere quelle attività che da sempre hanno costituito la quotidianità di un individuo, deriva quasi sempre una perdita profonda di autostima. Fortunatamente la tecnologia mette oggi a disposizione innumerevoli sistemi per controllare l’ambiente domestico, alcuni di essi studiati appositamente per disabili, per migliorare il grado di autonomia e la loro qualità di vita.
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    lab. arte e disabilità - Pagina 8 Empty il ragazzo zoppo Ribera

    Messaggio  Martina Inserra Mar Gen 25, 2011 3:26 pm

    Il quadro che mi ha colpita subito è stato il ragazzo zoppo di Ribera, in particolare il sorriso di quel bambino che non si è lasciato abbattere dalla sua condizione. La gioia del ragazzo supera ogni ostacolo.
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    lab. arte e disabilità - Pagina 8 Empty Re: lab. arte e disabilità

    Messaggio  boemioanna Mar Gen 25, 2011 3:54 pm

    il quadro che più mi ha colpito,è stato "ragazzo zoppo"di Ribera, a prima vista la prima cosa che ho notato è stato il sorriso di un bambino povero ma felice la disabilità ricopre un ruolo importante ma secondario,è stata per me quasi impercettibile.per me questo quadro esprime la semplicità della gioia di vivere nonostante le difficoltà e le avversità della vita.
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    ImpagliazzoErsilia


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    lab. arte e disabilità - Pagina 8 Empty Re: lab. arte e disabilità

    Messaggio  ImpagliazzoErsilia Mar Gen 25, 2011 4:01 pm

    Ragazzo Zoppo di Ridera
    La tela mostra innanzitutto la libertà dell'artista di fronte alla trattazione di un tema originale e decisamente fuori dalle etichette rappresentative, difficilmente ad un povero storpio è stata concessa dall'arte tanta dignità. Ribera osserva il piccolo mendicante come se si trovasse davanti ad un personaggio di alto rango. Lo storpio occupa tutto lo spazio della tela e l'autore pone in primo piano proprio l'irregolarità dei piedi, che non ha alcuna intenzione derisoria, né risponde al gusto per il grottesco nè per l'insolito. C'è una sentita partecipazione per la situazione del ragazzo, che non diviene pretesto per un 'indagine crudemente realistica, bensì un' occasione per riaffermare un sentimento di fiduciosa solidarietà per il mondo degli stracci e dei diseredati. Tanto più che questo ragazzo non si è lasciato abbattere dal brutto scherzo giocatogli dalla natura ed anzi riesce a sorriderne annullando, con la sua gioviale comunicatività, quel carattere di convenzionalità.
    La donna barbuta del Ribera
    E' una delle più curiose e famose opere dell’arte di Ribera. La bravura dell'artista riesce a trasformare questo anomalo caso in una splendida opera d'arte giocando sulla suggestione misteriosa dell’immagine e sulla psicologia dei personaggi: il dramma della donna virile e l’amara rassegnazione del marito sono espressi con commovente intensità. Lo stile è prettamente drammatico.
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    Martina Inserra


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    lab. arte e disabilità - Pagina 8 Empty Libro sull'anoressia

    Messaggio  Martina Inserra Mar Gen 25, 2011 4:33 pm

    Wintergirls di Laurie Halse Anderson

    "Wintergirls", con il suo linguaggio giovane, riesce a inoltrarci del tutto nei pensieri della protagonista. È proprio lei, Lia, a rivolgersi direttamente al lettore attraverso parole a volte sussurrate, altre volte urlate. Il suo urlo proviene da un dolore acuminatosi a causa di una grave perdita che, nel tempo, fa accrescere in lei il senso di colpa. Quello stesso senso di colpa che, provando dopo aver ingerito del cibo, la porta a estenuanti esercizi ginnici notturni per bruciare i grassi; a gonfiarsi di acqua per ingannare la bilancia nei giorni in cui la pesano o, come forma di punizione per aver mangiato, a cibarsi di alimenti piccanti oppure a servirsi dei lassativi. Se da una parte troviamo l’esile corpo di una ragazza sospesa a metà tra questo mondo e la sua realtà fittizia, dall’altra è possibile scorgere quello di Cassie. Tramite lei, la migliore amica di Lia, si snoda una specie di sottotrama, fatta di brevi aneddoti e ricordi solenni; come il patto di sangue che le due amiche stipulano al chiaro di luna: una gara a chi delle due riuscirà a diventare la più magra. Un libro con un linguaggio schietto che tratta un tema oggi troppo frequente;ragazze incapaci di uscirne che hanno perso la vera vita buttandosi nell’autolesionismo e nell’anoressia.
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    lab. arte e disabilità - Pagina 8 Empty Re: lab. arte e disabilità

    Messaggio  ImpagliazzoErsilia Mar Gen 25, 2011 4:39 pm

    "Invalidi di guerra giocano a carte" di Otto Dix esprime tutto il realismo di questo pittore, che non teme di giungere all'esasperazione, al grottesco, all'orrido, per tracciare i contorni di una condizione umana che riflette nella sua essenza fisica e mentale un mondo violento, dissoluto, ingiusto e distruttivo. L'autore ritrae, con atteggiamento freddamente analitico ma anche empatico, una realtà che non ha bisogno di essere enfatizzata perchè ha già in sè una carica emozionale dirompente che la rende più efficaciamente espressiva di ogni rappresentazione artistica. La sua opera, spietata, è un'implacabile critica satirica alla guerra, ha i toni amari di una cronaca raccontata da un punto di vista neutrale e sofferto, senza eroismo e senza cinismo, attraverso una figurazione concisa e seccamente narrativa, talvolta con deformazioni in chiave caricaturale, in una espressività intenzionale di linguaggio che sconvolge ed emoziona.
    "La ballerina Anita Berber" di Otto Dix. Protagonista di questo quadro è una donna dai tratti deformati. Spesso il corpo femminile seducente é associato ai simboli della morte. Dix attualizza le amare forme femminili. In questo dipinto, l'autore sembra quasi rispecchiarsi nell'autoritratto della donna tisica e drogata (morì a 30 anni nel 1929). I toni rossi, dello sfondo e del vestito, le curve serpeggianti del corpo sottolineato dall'abito aderente, gli occhi fissi e bistrati, le labbra segnate dagli eccessi più che dal rossetto, svelano nella sua falsità l'immagine della vamp, della femme fatale.
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    lab. arte e disabilità - Pagina 8 Empty RE:LAB-ARTE E DISABILITA'

    Messaggio  Maria Rella Mar Gen 25, 2011 4:42 pm

    IL QUADRO CHE MI è PIACIUTO MAGGIORMENTE è STATO QUELLO DI RIDERA " RAGAZZO ZOPPO". QUELLO CHE HO APPREZZATO DI QUESTO DIPINTO è IL FATTO CHE QUESTO RAGAZZO ANCHE SE è CONSAPEVOLE DELLA SUA NON BELLEZZA SFOGGIA UN SORRISO FIERO DI SE. QUESTO CI DIMOSTRA QUANTA FORZA HA QUESTO RAGAZZO. MA SOPRATTUTTO è DA APPREZZARE L'AUTORE DEL DIPINTO PERCHè FINALMENTE SI RENDE NOTO DI CERTI ARGOMENTI
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    lab. arte e disabilità - Pagina 8 Empty Re: lab. arte e disabilità

    Messaggio  Vincenza D'Amodio Mar Gen 25, 2011 4:46 pm

    Il quadro che mi ha colpito maggiormente è stato quello di Ribera dal titolo "RAGAZZO ZOPPO". Ciò che mi ha colpito di più è stato il suo sorriso raggiante, un sorriso in cui si dimostra chiaramente la sua forza d'animo nel superare gli ostacoli della vita.
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    Messaggio  carmen amodio Mar Gen 25, 2011 5:26 pm

    Mi ha colpito molto il quadro di Josè Ridera "Ragazzo zoppo" perchè è in controtendenza rispetto al fatto che nell'arte, come nella quotidianità, si rappresentato modelli di perfezione. Il ragazzo, viene rappresentato come se fosse un personaggio famoso e viene messa in risalto la sua disabilità. Inoltre il sorriso del ragazzo mi ha ricondotto al significato del termine "resilienza" cioè la capacità dell'individuo di reagire in modo propositivo nonostante le situazioni avverse.
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    Messaggio  raffaela della corte Mar Gen 25, 2011 6:38 pm

    Mi ha particolarmente colpito il quadro di Josè Ribera "Ragazzo zoppo" che raffigura un ragazzo povero come se fosse un personaggio di alto rango. Nonostante in questo quadro viene messa in risalto l'irregolarità dei piedi del ragazzo, ciò che ha maggiormente catturato la mia attenzione è il sorriso dello scugnizzo.
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    Messaggio  cantile concetta Mar Gen 25, 2011 6:53 pm

    Il quadro di Ribera "ragazzo zoppo" mi ha particolarmente colpito.. raramente ho visto dei ritratti che ritraevano delle persone con disabilità.. ma principalmente questo quadro mi ha affascinato per lo sgardo e il sorriso di questo ragazzino.. che non mette in evidenza le sue sofferenze.. anzi trasmette forza e coraggio.. è sicuramente un'immagine positiva che ci suggerisce di non lamentarci per le piccole cose.. quando ci sono persone che soffrono realmente ma comunque affrontano le difficoltà e testa alta e con il sorriso..
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    Messaggio  simona.corrado Mar Gen 25, 2011 9:39 pm

    Prima di esprimere un parere sui dipinti raffiguranti la disabilità ritengo che significativa sia stata la testimonianza della collega in aula, in quanto mi sono ritrovata in alcune sue parole come quella di “ rete” e di “ l’ Io rinasce in un incontro” infatti spesso, soprattutto quando la docente ci ha mostrato dei video come quello della Atzori, ho sentito il bisogno di discuterne e parlarne al di fuori dell’ aula, con le amiche dell’ università, a casa con i miei. Ricordo ancora la forte emozione che ho provato nel vedere quel video. E’ proprio in questo circolo di interazioni,che credo, che ognuno rinasca, nel senso di ricostruirsi una prospettiva rispetto a quella che si aveva. A volte dalle discussioni di casi di disabilità con amiche, parenti, mi sono resa conto di quanto questi corsi universitari, i dibattiti in aula abbiano inconsapevolmente sviluppato in me un modo nuovo di approcciarmi alla disabilità, tanto che più volte mi chiedo e domando agli altri: ma cos’ è normale?


    Ritornando al discorso sulla disabilità nell’ arte, come già ricordato in aula, pochi sono i dipinti e artisti che hanno dato spazio a questo tipo di rappresentazione, probabilmente l’idea di poter raggiungere nell’arte un modello di perfezione ha influenzato non poco questa possibilità.
    Il dipinto di Ribera Ragazzo storpio dedica tutta la scena al ragazzo napoletano come protagonista dell’ opera , in primo piano col suo piede malformato, scelta inusuale in un'epoca ( intorno al 1642) in cui si prediligevano, come soggetti, personaggi appartenenti all'elite napoletana, o comunque rappresentanti la bellezza, la salute, la perfezione. Chi invece era portatore di qualche malattia o deformità, così come chi era appartenente alla sfera sociale popolare, era totalmente escluso dall'arte così come, dalla stessa società, che tendeva a recluderli in una sfera di invisibilità. Ribera conferisce a questa tematica dignità ed onore, la messa in primo piano del piccolo mendicante ne è la riprova. La bellezza di questo dipinto a mio parere sta nel sorriso e nell’ espressione del bambino, perché è come se si volesse prendere gioco di quello scherzo della natura, beffeggiandosi quasi del destino. È un atteggiamento insolito, se pensiamo, al periodo in cui è stato dipinto. Mi piace pensare che questa immagine raffiguri la città di Napoli, a cui mi sento molto legata e che sento parte di me, una città che nonostante le difficoltà, riesce a conservare una bellezza tutta propria. Dal dipinto non emergono sensazioni di dolore o di sofferenza, ma un atteggiamento positivo che trasmette emozioni altrettanto positive.
    L’ altro dipinto del Ribera La donna barbuta invece a primo impatto mi ha lasciato una sensazione non immediatamente positiva, quasi di turbamento, una "mostruosità" certamente più evidente Esso raffigura una donna abruzzese maritata e madre di molti figli, intenta ad allattare l’ultimo nato, pur munita di una faccia totalmente virile, di una folta barba e di un torace egualmente peloso, da cui si protrae una mammella alla quale è attaccato un bimbo intento a succhiare. Il pittore è come se ci volesse rendere partecipi di una natura diversa da quella che siamo abituati ad avere nel nostro immaginario collettivo, ma senza che questo comporti una derisone di quanto raffigurato. I volti, le posizioni occupate dai protagonisti, la naturalezza con cui avviene l allattamento rendono nel complesso l’ opera di un grande valore artistico, quasi a voler dimostrare che anche chi è “ diverso” da ciò che è ritenuto normale, è prima di tutto una persona che sente, prova le nostre stesse emozioni, sogna di realizzare progetti nel futuro, e quindi anche la donna dall’ aspetto virile cela in realtà un essere femminile tutto particolare.
    Il terzo quardo, questa volta di Otto Dix, "Giocatori di skate"rappresenta tre militari dopo il primo conflitto mondiale che giocano a carte, marcato però da tratti più tragici ed inquietanti. Si denotano gli effetti che la guerra ha prodotto su di loro: a partire da sinistra notiamo il primo, al quale manca il braccio destro e quello sinistro è stato sostituito da una protesi in legno; al posto della gamba sinistra si ritrova un bastone di legno nero e usa quella destra per tenere le carte; e per poter sentire i compagni è costretto a ricorrere ad un tubicino inserito nell'orecchio destro che è collegato ad un piccolo corno sul tavolo e non ha l'occhio destro.
    Il personaggio centrale, ha una parte del cranio ricucita con del metallo; non ha né le braccia, infatti tiene le carte con la bocca, né le gambe, diventate due bastoni di legno nero; parte della mandibola è di ferro ,ha un occhio di vetro e ha una placchetta metallica all'orecchio sinistro.
    Il terzo, sulla destra, è solo un busto con una protesi di legno al posto del braccio destro; ha perso sia il naso che la mandibola, sostituita da una metallica. La mostruosità che si intravede nella visione di questo dipinto, rappresenta una sorta ci denuncia per le atrocità che si vivono in guerra, corpi dilaniati e trasfigurati. Oltre questo aspetto ciò che rilevo è il sorriso, l’ espressione di volti divertiti, come quello dell’ uomo centrale. I tratti che fanno percepire la diversità di questi soggetti sono più marcati, e mostruosi. In realtà, come afferma la Braidotti a proposito della bellezza e della mostruosità, ritiene che esse potrebbero essere immaginate come due estremi opposti che si distanziano dal grado zero di mostruosità, che rappresenta quanto si intende soggettivamente per normalità. Questo ci fa comprendere quanto non esista un parametro oggettivo di riferimento, per definire cosa sia normale e cosa no!

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    Messaggio  michela esposito Mar Gen 25, 2011 9:45 pm

    clara esposito ha scritto:L'anoressia sta diventando un problema sempre più grave, che ormai colpisce non solo le adolescenti, ma anche le bambine, così ingenue ma così influenzabili. Vi racconto un episodio che mi colpì: una maestra di danza, rivolgendosi ad una bambina di 7 anni, le disse che doveva dimagrire, perchè era troppo tonda per ballare...dopo un ò ho rivisto quella bambina e dei suoi bellissimi occhi vivaci erano rimasti due occhi spenti.Come sono possibili certe situazioni? Non basta, secondo me, l'informazione: è necessario che ogni persona si assuma la responsabilità di ciò che fa, evitando di creare danni irreparabili.
    a me quest'anno al tirocinio è capitato di sentire come dei bambini prendevano in giro una loro compagna..la bambina un giorno mi ha chiesto "maestra ma quando divento grande sarò magra come te?"...
    la mia risposta è stata "quando sarai grande..deciderai come essere"...
    (praticamente non ho risposto!)...non sapevo farlo :-(
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    Messaggio  maria vellucci Mer Gen 26, 2011 10:27 am

    Il dipinto che mi ha più colpito è "Il ragazzo zoppo", perchè la prima cosa che si nota è il suo sorriso dolce e la sua forza d'animo, al di là della povertà e del dolore che si evincono. Il pittore conferisce a questo ragazzo tanta dignità e onore come se il personaggio raffigurato fosse una persona importante appartenente ad una elevata classe sociale.
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    Messaggio  puca anna Mer Gen 26, 2011 10:32 am

    conoscevo già da diverso tempo la storia di isabelle.speravo che la sua voglia di vivere dopo aver compreso cosa la avesse spinto verso l'anoressia bastasse a riportarla definitivamente al mondo.altalenante è stato il suo percorso,ma sicuramente la sofferenza non la ha mai lasciata come credo pure la speranza. addio isabelle.
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    Messaggio  maria vellucci Mer Gen 26, 2011 10:36 am

    Maria Rella ha scritto:IL QUADRO CHE MI è PIACIUTO MAGGIORMENTE è STATO QUELLO DI RIDERA " RAGAZZO ZOPPO". QUELLO CHE HO APPREZZATO DI QUESTO DIPINTO è IL FATTO CHE QUESTO RAGAZZO ANCHE SE è CONSAPEVOLE DELLA SUA NON BELLEZZA SFOGGIA UN SORRISO FIERO DI SE. QUESTO CI DIMOSTRA QUANTA FORZA HA QUESTO RAGAZZO. MA SOPRATTUTTO è DA APPREZZARE L'AUTORE DEL DIPINTO PERCHè FINALMENTE SI RENDE NOTO DI CERTI ARGOMENTI

    sono pienamente d'accordo con Maria, quest autore ha avuto davvero molto coraggio e sensibilità nel mettere in risalto nei suoi dipinti il problema della disabilità, in quanto a volte è più semplice parlare di cose positive o trasmettere delle belle emozioni invece di mostrare la debolezza e la fragilità di alcune persone.
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    lab. arte e disabilità - Pagina 8 Empty oltre la disabilità

    Messaggio  puca anna Mer Gen 26, 2011 11:04 am

    Tutti e tre i dipinti, ciascuno in modo diverso, mi ha colpito ed emozionato. Dix esprime la disabilità attaverso gli handicap che la guerra può provocare I suoi giocatori di carte : il soldato senza braccia con la parte di cranio ricucita ,senza le braccia ma che regge le carte con la bocca l'uomo busto,mi hanno rievocato le immagini diffuse dai tg di tutti quei ragazzi che sono stati dilaniati dalle mine antiuomo.Oggi sono loro i moderni reduci di guerre che non vogliono portare avanti, ma sono costretti a portare i segni nel loro corpo e le protesi sono lì a ricordarlo.
    Il ragazzo zoppo di Rbera mi è piaciuto per il sorriso del ragazzino.Mi è servito per riflettere sul fatto che non piangersi addosso aiuta a sviluppare la resilienza che porta tanti straordinari genitori a vedere le capacità alternative dei loro figli speciali e a farli dei'normali'.
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    Messaggio  natale maria Mer Gen 26, 2011 12:02 pm

    Tra i vari dipinti , quello che maggiormente mi ha colpito è stato il "Giocatori di skat" di Otto Dix
    Questo quadro, rappresenta tre militari che giocano a carte,da subito il dipinto ha destato la mia attenzione perchè mostra gli effetti che la guerra produce, osservando bene mi sono accorta che a qualcuno mancavano le gambe e di chi invece c'è l'aveva ma non avevano le braccia, poi anche altri particolari in quanto molte parti del corpo erano sostituite con oggetti mettalici. Ma questo quadro mi ha fatto venire in mente La Atzori che non avendo le braccia usava le gambe ; e così anche i giocatori per continuare a vivere fanno di tutto affinchè la loro vita possa essere più normale possibile , inizialmete può fare impressione ma poi ti accorgi che è solo un modo di vivere...
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    Messaggio  teodolinda natale Mer Gen 26, 2011 12:12 pm

    L'immagine che più mi ha colpito è stata l'opera di Otto Dix "i giocatori di skate":il quadro mostra tre ex militari intendi a giocare a carte,i quali con la guerra hanno perso mani ,gambe ,occhi.. .
    Secondo me, la particolarità di quest'immagine sta nel sorriso che i tre giocatori hanno nel giocare dando l'impressione di essere incuranti a quello che gli è capitato ....

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    Messaggio  luisa.fucito Mer Gen 26, 2011 2:29 pm

    Conoscevo già i quadri dell'Artista e non li ho mai trovati "belli" nel senso estetico dell'aggettivo. Ne ho sempre apprezzato esclusivamente l'intento ritrattistico e lo sguardo acuto e indagatore del pittore. Soprattutto nel "Ragazzo zoppo" la "verità" è impressionante, mentre nella "Donna barbuta" la scena rappresentata, pur con la stessa ricercatezza, risulta quasi surreale...
    Eppure non sono convinta che Ribera nel "Ragazzo zoppo" non abbia avuto intenti derisori... del ragazzino storpio e mendicante certamente no, ma di una certa ritrattistica ufficiale forse sì...
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    FILOMENA BARRACCA


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    Messaggio  FILOMENA BARRACCA Mer Gen 26, 2011 2:57 pm

    Quando ho visto il quadro di Ribera “Ragazzo zoppo” ho notato il viso di un bambino felice e sorridente che mi ha trasmesso tranquillità,serenità e tenerezza senza rendermi conto della deformità dei piedi e delle proprie difficoltà che può incontrare nella vita. Questo scugnizzo napoletano non si lascia abbattere da queste condizioni disagiate,che la vita gli ha presentato, ma sorride alla vita.
    Ribera osserva il piccolo mendicante come se si trovasse davanti ad un personaggio di alto rango: un condottiero, un sovrano, un grande letterato, e ha una sentita partecipazione per la situazione del ragazzo, che non diviene pretesto per un 'indagine crudelmente realistica, bensì un' occasione per riaffermare un sentimento di fiduciosa solidarietà per un contesto problematico presente nella realtà napoletana di un tempo.

    Per quanto riguarda il quadro “Donna barbuta” inizialmente pensavo che erano entrambi maschi anche perché aveva tutte le caratteristiche di un uomo, guardando in modo più approfondito ho notato il vestito, il seno di questa donna che allattava suo figlio. Ed è proprio in questo momento mi sono stupita di fronte a questa immagine che sicuramente mi ha dato un impatto più forte e più mostruoso rispetto al quadro del “Ragazzo zoppo” . Ribera in questo quadro rappresenta questa donna barbuta dove la femminilità della donna è annullata dalla folta barba che le copre il viso e di come il problema della peluria sia un problema reale di quell’ epoca, ma, nonostante ciò traspare la dolcezza di questa donna che allatta il proprio figlio. Ribera attraverso i suoi quadri rappresenta la diversità e la disabilità in un modo molto sobrio e in un modo non drammatico in cui ci fa riflettere sulle problematiche di un tempo, ma anche di oggi giorno.
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    Messaggio  natale maria Mer Gen 26, 2011 3:12 pm

    Un altro dipinto che mi ha fatto riflettere è stato quello di Anita Berber, mi ha fatto ripensare al caso di Isabelle Caro una ragazza morta di anoressia.. forse la causa è anche un pò dei modelli che la nostra società promuove che sono irreali e danno l’idea di una bellezza contraffatta piuttosto che alla vera immagine femminile.Ho ripensato di nuovo alla bellezza di come può incidere sulle persone ...
    secondo me la bellezza è una qualità soggettiva xkè non tutti reputano una cosa, una persona, un luogo belli allo stesso modo...la bellezza di una persona non sta nel suo viso,nel modo di vestirsi ma nella propria personalità...la bellezza è sia esteriore che interiore e ognuno è libero di dire ciò che pensa...

    Ghandi diceva: "La vera bellezza, dopo tutto, sta nella purezza di cuore" ..
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    Messaggio  teodolinda natale Mer Gen 26, 2011 3:21 pm

    "Più magra sei e più bella sei" questa una delle tante idee che passa nella mente della gente per classificare una persona come bella o brutta e, forse,anche una delle cause che genera condizioni di disagio psicologico, emotivo,sociale ...
    In quest' ultimo periodo si è parlato molto di Isabelle Caro "la modella anoressica" ,ella con la sua campagna pubblicitaria voleva far capire a tutti e a se stessa come ci si può ridurre con una malattia che nella stragante maggioranza dei casi è sottovalutata, però anche se con la sua morte non c'e l'ha fatta a combatterla resta il fatto che il suo esempio non è stato vano.


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    Messaggio  Daniela Massesio Mer Gen 26, 2011 4:02 pm

    Il quadro che mi ha colpito maggiormente è stato quello di Ribera:Il ragazzo zoppo.Il dettaglio che mi ha maggiormente emozionato,e per quanto abbia notato non sono la sola,è stato il bellissimo sorriso che il bambino mostra e trasmette,sembra quasi che stesse in posa per fare una foto.Se non conoscessi il quadro non noterei minimamente la sua disabilità.La bellezza sta nel sorriso stesso del bambino.

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