A me ha colpito in particolar modo, la sottile associazione che c'è tra il sorriso del bambino e la città di Napoli. Ua città che nonostante i suoi tanti problemi,le sue sofferenze ma che in alcuni suoi momenti svela le sue BELLEZZE...lasciando trasparire l'altra immagine di sè, quella di una città che sorride.Solo un animo sensibile come quello di Ribera, avrebbe potuto cogliere tutto ciò.Se si pensa al periodo storico in cui è stato prodotto il quadro , ci appare strana la scelta dell'artista, di rappresentare "la bruttezza" , quando in quel periodo l'arte si concentrava sulla rappresentazione di soggetti belli. A tal proposito, ritengo che l'artista sia stato molto coraggioso perchè ha mostrato una realtà , che in quell'epoca , era tenuta nascosta, non considerata dai più... Anche oggi è cosi', "il brutto" viene tenuto lontano, viene escluso, perchè troppo diverso dai canoni di bellezza stabiliti dalla società attuale...
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lab. arte e disabilità
Ida D'Onofrio- Messaggi : 15
Data di iscrizione : 09.12.10
- Messaggio n°126
Re: lab. arte e disabilità
Attraverso i quadri , gli artisti, rappresentano la realtà.La potenza espressiva che risiede nell'arte è universale.Le emozioni che scaturiscono guardando un quadro sono individuali, però la trama della "storia "raccontata dalle immagini è condivisibile da tutti.Di fronte al quadro di Ribera, tutti siamo rimasti incuriositi dal sorriso del bambino.Approfondendo l'origine del quadro insieme alla prof.ssa i sentimenti scaturiti da quel sorriso ,si sono diversificati.
A me ha colpito in particolar modo, la sottile associazione che c'è tra il sorriso del bambino e la città di Napoli. Ua città che nonostante i suoi tanti problemi,le sue sofferenze ma che in alcuni suoi momenti svela le sue BELLEZZE...lasciando trasparire l'altra immagine di sè, quella di una città che sorride.Solo un animo sensibile come quello di Ribera, avrebbe potuto cogliere tutto ciò.Se si pensa al periodo storico in cui è stato prodotto il quadro , ci appare strana la scelta dell'artista, di rappresentare "la bruttezza" , quando in quel periodo l'arte si concentrava sulla rappresentazione di soggetti belli. A tal proposito, ritengo che l'artista sia stato molto coraggioso perchè ha mostrato una realtà , che in quell'epoca , era tenuta nascosta, non considerata dai più... Anche oggi è cosi', "il brutto" viene tenuto lontano, viene escluso, perchè troppo diverso dai canoni di bellezza stabiliti dalla società attuale...
A me ha colpito in particolar modo, la sottile associazione che c'è tra il sorriso del bambino e la città di Napoli. Ua città che nonostante i suoi tanti problemi,le sue sofferenze ma che in alcuni suoi momenti svela le sue BELLEZZE...lasciando trasparire l'altra immagine di sè, quella di una città che sorride.Solo un animo sensibile come quello di Ribera, avrebbe potuto cogliere tutto ciò.Se si pensa al periodo storico in cui è stato prodotto il quadro , ci appare strana la scelta dell'artista, di rappresentare "la bruttezza" , quando in quel periodo l'arte si concentrava sulla rappresentazione di soggetti belli. A tal proposito, ritengo che l'artista sia stato molto coraggioso perchè ha mostrato una realtà , che in quell'epoca , era tenuta nascosta, non considerata dai più... Anche oggi è cosi', "il brutto" viene tenuto lontano, viene escluso, perchè troppo diverso dai canoni di bellezza stabiliti dalla società attuale...
Ida D'Onofrio- Messaggi : 15
Data di iscrizione : 09.12.10
- Messaggio n°127
Re: lab. arte e disabilità
Rispetto al quadro "La donna barbuta",a primo impatto,non ho provato nessusa emozione.
In quell'immagine ho letto qualcosa di innaturale, ho pensato ad un'esagerazione del pittore.
Quando la prof.ssa ci ha detto che l'artista si è riferito alla reale condizione vissuta dalla donna, il mio stato d'animo è cambiato.
Mi sono rattristita molto di fronte agli scherzi che la natura spesso gioca.
In quell'immagine ho letto qualcosa di innaturale, ho pensato ad un'esagerazione del pittore.
Quando la prof.ssa ci ha detto che l'artista si è riferito alla reale condizione vissuta dalla donna, il mio stato d'animo è cambiato.
Mi sono rattristita molto di fronte agli scherzi che la natura spesso gioca.
Ida D'Onofrio- Messaggi : 15
Data di iscrizione : 09.12.10
- Messaggio n°128
Re: lab. arte e disabilità
Sono rimasta meravigliata di fronte ai successi che le tecnologie oggi hanno raggiunto.
Ho cercato da internet nozioni generali sull'utilizzo della domotica, la quale studia e realizza case adatte alle condizioni delle persone disabili.
Il video che abbiamo visto in classe, insieme ad alcune informazioni che ho rintracciato in rete mi hanno convinta molto sull'efficacia della domotica e sulle possibilità che essa offre per migliorare la qualità della vita delle persone disabili.
I sistemi domotica presenti all'interno delle abitazioni riguardano svariati setori:
-luci;
-tapparelle avvolgibili;
-telecamere;
-sensori;
-allarmi;
-video citofono ed apertura cancello e porta di ingresso.
E' possibile avere il totale controllo della casa tramite palmare.
Come si è detto in classe tutto ciò permette alle persone disabili di condurre un ritmo di vita come quello condotto da tutti , in piena autonomia (pensiamo al famoso orologio delle prime lezioni).
Tutti questi presupposti positivi che testimoniano indubbiamente progresso, vengono screditati dai prezzi elevati della domotica.
Se un Paese non è in grado di fornire questi servizzi indispensabili ai propri cittadini in modo del tutto gratuito, si può considerare veramente progredito?????
Ho cercato da internet nozioni generali sull'utilizzo della domotica, la quale studia e realizza case adatte alle condizioni delle persone disabili.
Il video che abbiamo visto in classe, insieme ad alcune informazioni che ho rintracciato in rete mi hanno convinta molto sull'efficacia della domotica e sulle possibilità che essa offre per migliorare la qualità della vita delle persone disabili.
I sistemi domotica presenti all'interno delle abitazioni riguardano svariati setori:
-luci;
-tapparelle avvolgibili;
-telecamere;
-sensori;
-allarmi;
-video citofono ed apertura cancello e porta di ingresso.
E' possibile avere il totale controllo della casa tramite palmare.
Come si è detto in classe tutto ciò permette alle persone disabili di condurre un ritmo di vita come quello condotto da tutti , in piena autonomia (pensiamo al famoso orologio delle prime lezioni).
Tutti questi presupposti positivi che testimoniano indubbiamente progresso, vengono screditati dai prezzi elevati della domotica.
Se un Paese non è in grado di fornire questi servizzi indispensabili ai propri cittadini in modo del tutto gratuito, si può considerare veramente progredito?????
Ida D'Onofrio- Messaggi : 15
Data di iscrizione : 09.12.10
- Messaggio n°129
Re: lab. arte e disabilità
Forse tutti abbiamo associato l'immagine di Anita Berber a quella della modella morta per anoressia.
Non riesco a giustificare questa condizione qundo non nasce per problemi di tipo pscicologici o come conseguenza di altre condizioni.
Spesso ragazze e ragazzi si ammalano per superficialità, imitazione verso altre persone o perchè insoddisfatti delle proprie vite.
Forse sbaglierò a giudicare però leggo una profonda cotraddizione se contemporaneamente parliamo di disabilità e di anoressia.
La prima infatti è una condizione che viene imposta, con la quale non possiamo fare altro che i conti quotidianamente, la seconda nei casi in cui "SE NE FACILITI LA COMPARSA" ci tengo a sottolinerala questa premessa, significa essere persone che non sanno apprezzare ciò che hanno e che la vita gli offre. Tutto ciò può sembrare retorica però secondo me è la semplice verità.
Spero di non essere stata troppo dura e che ognuno viva la propria vita intensamente senza sprecarla!!!!
Non riesco a giustificare questa condizione qundo non nasce per problemi di tipo pscicologici o come conseguenza di altre condizioni.
Spesso ragazze e ragazzi si ammalano per superficialità, imitazione verso altre persone o perchè insoddisfatti delle proprie vite.
Forse sbaglierò a giudicare però leggo una profonda cotraddizione se contemporaneamente parliamo di disabilità e di anoressia.
La prima infatti è una condizione che viene imposta, con la quale non possiamo fare altro che i conti quotidianamente, la seconda nei casi in cui "SE NE FACILITI LA COMPARSA" ci tengo a sottolinerala questa premessa, significa essere persone che non sanno apprezzare ciò che hanno e che la vita gli offre. Tutto ciò può sembrare retorica però secondo me è la semplice verità.
Spero di non essere stata troppo dura e che ognuno viva la propria vita intensamente senza sprecarla!!!!
anna rita perone- Messaggi : 17
Data di iscrizione : 13.12.10
- Messaggio n°130
Re: lab. arte e disabilità
Donna barbuta col marito (063), oggi a Toledo presso la fondazione Medinacoeli, il pittore ci rende partecipi di un’aberrazione della natura, ritraendo Maddalena Ventura, una donna abruzzese maritata e madre di molti figli, intenta ad allattare l’ultimo nato, pur munita di una faccia totalmente virile, di una folta barba e di un torace egualmente peloso, da cui protrude una mammella ripugnante, gonfia di latte, in grado di spegnere per lungo tempo qualsiasi desiderio erotico in chicchessia.
questo è una delle tantissime descrizioni del dipinto che possono essere rinvenute in Internet....io osservando il quadro e pensando all'esistenza reale di una donna in questa condizione...sono nuovamente tornata a riflettere soprattutto sul concetto di bellezza..e come per me difficile sarebbe stato catalogare questa donna in un ipotetico ideale di bellezza ma allo stesso tempo ho immaginato le difficoltà della stessa nel relazionarsi con gli altri nel suo quotidiano...e li mi sono rattristita.
questo è una delle tantissime descrizioni del dipinto che possono essere rinvenute in Internet....io osservando il quadro e pensando all'esistenza reale di una donna in questa condizione...sono nuovamente tornata a riflettere soprattutto sul concetto di bellezza..e come per me difficile sarebbe stato catalogare questa donna in un ipotetico ideale di bellezza ma allo stesso tempo ho immaginato le difficoltà della stessa nel relazionarsi con gli altri nel suo quotidiano...e li mi sono rattristita.
valentina cammarota- Messaggi : 13
Data di iscrizione : 16.12.10
Età : 36
Località : Ercolano
- Messaggio n°131
Re: lab. arte e disabilità
e come se la sua disabilità fosse completamente celata dal suo sorriso...è infatti vero che ad un primo momento non la si nota assolutamente e solo successivamente è possibile scorgerla sempre però come elemento secondario e mai come elemento di rilievo..Anna Cascone ha scritto:
Il quadro di Ribera mi ha colpito tantissimo, il ragazzino attraverso il suo sorriso ottimista esprime la sua voglia di
vivere, la sua disabilità è in questo modo ombrata e nascosta perchè non è la prima cosa che si evidenzia.
Sorridere alla vita e sperare nel futuro...
AcamporaLoredana- Messaggi : 33
Data di iscrizione : 09.12.10
- Messaggio n°132
Re: lab. arte e disabilità
No purtroppo l'Italia è indietro o meglio è sempre un passo indietro...sulle VERE RIVOLUZIONI!!!!!Ida D'Onofrio ha scritto:Sono rimasta meravigliata di fronte ai successi che le tecnologie oggi hanno raggiunto.
Ho cercato da internet nozioni generali sull'utilizzo della domotica, la quale studia e realizza case adatte alle condizioni delle persone disabili.
Il video che abbiamo visto in classe, insieme ad alcune informazioni che ho rintracciato in rete mi hanno convinta molto sull'efficacia della domotica e sulle possibilità che essa offre per migliorare la qualità della vita delle persone disabili.
I sistemi domotica presenti all'interno delle abitazioni riguardano svariati setori:
-luci;
-tapparelle avvolgibili;
-telecamere;
-sensori;
-allarmi;
-video citofono ed apertura cancello e porta di ingresso.
E' possibile avere il totale controllo della casa tramite palmare.
Come si è detto in classe tutto ciò permette alle persone disabili di condurre un ritmo di vita come quello condotto da tutti , in piena autonomia (pensiamo al famoso orologio delle prime lezioni).
Tutti questi presupposti positivi che testimoniano indubbiamente progresso, vengono screditati dai prezzi elevati della domotica.
Se un Paese non è in grado di fornire questi servizzi indispensabili ai propri cittadini in modo del tutto gratuito, si può considerare veramente progredito?????
come dire siamo stati i primi ad introdurre il digitale terrestre grazie anche a finanziamenti statali...ma era davvero necessario?? No non lo era...
e saremo gli ultimo o quasi ad introdurre agevolazioni nel quotidiano per i diversamente abili...?? si lo saremo :-(
e noi cittadini di oggi e di domani cosa facciamo per far cambiare tutto ciò....???
Maria Libera Di Luca- Messaggi : 12
Data di iscrizione : 15.12.10
- Messaggio n°133
Re: lab. arte e disabilità
Il ritratto della ballerina Anita Berber di Otto Dix mi ha ovviamente fatto pensare a quella che è la condizione di tante giovani ragazze che oggi vivono nella paura di non essere accettate,di non piacere, di avere forme troppo abbondanti e che fanno di tutto mettendo a rischio la loro esistenza per farsi accettare...
[youtube]<iframe title="YouTube video player" class="youtube-player" type="text/html" width="480" height="390" src="https://www.youtube.com/embed/4IkvtoaAE5I" frameborder="0" allowFullScreen></iframe>[/youtube]
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Rosa Sgariglia- Messaggi : 20
Data di iscrizione : 10.12.10
- Messaggio n°134
Re: lab. arte e disabilità
Come ho potuto notare, leggendo gli altri commenti delle ragazze, quasi tutte abbiamo associato il ritratto della Ballerina Anita Berder di Otto Dix alla modella anoressica Isabelle Caro. E’ un quadro che mi ha suscitato subito un po’di tristezza, ma anche inquietudine, soprattutto nel vedere il volto bianco (sul quale è possibile notare i segni della malattia) circondato dal rosso acceso dello sfondo e dell’abito che fa risaltare ancor di più la sua magrezza.
Isabelle Caro ha perso la sua battaglia contro l’anoressia è stata la modella che nel 2007 si è posta come protagonista della campagna pubblicitaria che Oliviero Toscani firmò per Nolita, per diffondere un messaggio forte e polemico contro l’anoressia. Questa campagna ha provocato subito la reazione della stampa, ma anche della società poiché su quasi tutti i cartelloni pubblicitari si poteva osservare la foto che la ritraeva nuda.
Mi dispiace moltissimo che alla fine, nonostante tutto l’impegno e la forza, abbia perso la sua lotta contro l’anoressia, una malattia potente e terrificante che ci divora da dentro e dalla quale è davvero difficile uscirne.
In un intervista che Isabelle ha rilasciato per “La Repubblica” ha dichiarato che Nel mondo della moda il problema non è risolto perché si continua a chiedere alle ragazze di perdere peso.
Se le veniva chiesto se si poteva guarire dall’anoressia lei rispondeva "Bisogna amare chi non è capace di amarsi da solo".
Isabelle Caro ha perso la sua battaglia contro l’anoressia è stata la modella che nel 2007 si è posta come protagonista della campagna pubblicitaria che Oliviero Toscani firmò per Nolita, per diffondere un messaggio forte e polemico contro l’anoressia. Questa campagna ha provocato subito la reazione della stampa, ma anche della società poiché su quasi tutti i cartelloni pubblicitari si poteva osservare la foto che la ritraeva nuda.
Mi dispiace moltissimo che alla fine, nonostante tutto l’impegno e la forza, abbia perso la sua lotta contro l’anoressia, una malattia potente e terrificante che ci divora da dentro e dalla quale è davvero difficile uscirne.
In un intervista che Isabelle ha rilasciato per “La Repubblica” ha dichiarato che Nel mondo della moda il problema non è risolto perché si continua a chiedere alle ragazze di perdere peso.
Se le veniva chiesto se si poteva guarire dall’anoressia lei rispondeva "Bisogna amare chi non è capace di amarsi da solo".
Maria di Nuzzo- Messaggi : 31
Data di iscrizione : 15.12.10
- Messaggio n°135
lab. arte e disabilità
Guardando il quadro di Otto dix " la ballerina Anita Berber ", non so per quale motivo ho pensato: " Ma perchè ogni tanto non c'è qualcuno che va oltre i soliti canoni previsti per un siffatto contesto( in tal caso per la danza), certa e fiera di restare comunque intrisa di quella bellezza, di quella graziosità, di quella femminilità che magari non è solo dei più magri?!" L' " essere donna " è anche avere qualche chilo in più perchè altrimenti si rischia di diventare schiavi di alcune malattie che ci dominano senza che noi ce ne rendiamo conto! E poi sovviene quel gran dolore quando si ascoltano delle parole di qusto genere, dalla modella Caro morta di anoressia:
" Io presento la morte in quel cartellone! Ma era un dovere farlo per mostrare che è una malattia vera e propria, non uno stile di vita... "
E allora insorgono i tanti perchè, ai quali non si può dare una risposta e per i quali non basterebbe una semplice teoria poichè la malattia è ben altro; la vera malattia, quella che colpisce il nostro animo non ha cure!!!
Perchè si cade preda di un triste destino???
" Io presento la morte in quel cartellone! Ma era un dovere farlo per mostrare che è una malattia vera e propria, non uno stile di vita... "
E allora insorgono i tanti perchè, ai quali non si può dare una risposta e per i quali non basterebbe una semplice teoria poichè la malattia è ben altro; la vera malattia, quella che colpisce il nostro animo non ha cure!!!
Perchè si cade preda di un triste destino???
Maria di Nuzzo- Messaggi : 31
Data di iscrizione : 15.12.10
- Messaggio n°136
lab. arte e disabilità
Nel quadro di Otto Dix, " giocatori di skate",intravedo un piccolo margine di mostruosità: ciascuno di loro non possiede gli arti inferiori; a chi manca una mano e a chi invece quest' ultima è sostituita da una protesi; chi ha un solo occhio e chi invece mi da l' impressione di essre cieco! L' autore sicuramente ha ritratto dei mutilati di guerra che a me personalmente, hanno trasmesso emozioni negative: in primis l' impossibilità a quel tempo ( e per certi versi anche tutt'ora), a causa delle tecnologie non avanzate, di " salvare il salvabile" da parte della medicina; in secondo luogo, una sorta di esclusione sociale, quasi di abbandono a se stessi o perchè considerati ANORMALI dalla società. Può essere un esempio di relegazione ai margini del sociale...
Maria di Nuzzo- Messaggi : 31
Data di iscrizione : 15.12.10
- Messaggio n°137
lab. arte e disabilità
L' immagine della donna barbuta, nel quadro di Ribera, mi lascia esterefatta: è di certo un quadro che ritrae una situazione di anormalità, non per il fatto che ci sia un bambino ad allattare a un seno ma perchè la propria mamma abbia le sembianze di un uomo!!! Mi è venuto da sorridere, al di là del racconto che si nasconde nell' opera, poichè ho elaborato una breve riflessione: oggi è così facile un cambio di identità, è così semplice andare contro natura che si finisce col perdere sè stessi, la propria unicità. Eppure se ciascuno di noi è un essere irripetibili è soprattutto per i 1000 difetti che ha
LA DISABILITA' NON VA' ASSOLUTAMENTE CERCATA...
rosa nebiante- Messaggi : 26
Data di iscrizione : 15.12.10
- Messaggio n°138
Re: lab. arte e disabilità
...... tra i quadri visti in aula , quello che mi ha maggiormente colpita è stato quello do Otto Dix, " giocatori di skate". a primo impatto mi sono detta " ma chi sono? che fanno? e ..... perchè ha dipinto loro?
dopo un pò, riflettendoci un po su, la risposta è stata naturale: tre amici che trascorrono un pò di tempo insieme, rilassandosi, fanno una partitina a carte......"
loro rappresentano la normalità.
dopo un pò, riflettendoci un po su, la risposta è stata naturale: tre amici che trascorrono un pò di tempo insieme, rilassandosi, fanno una partitina a carte......"
loro rappresentano la normalità.
MURANO FULVIO- Messaggi : 15
Data di iscrizione : 15.12.10
- Messaggio n°139
Re: lab. arte e disabilità
non conosco molto bene l'argomento a dire il vero però imbattendomi in questo video su youtube mi sono accorto che forse troppo spesso le cause dell'anoressia vengono imputate al contesto esterno a ciò che circonda la persona che si ammala in questo video una ragazza parla della sua esperienza e di come nonostante tutto e tutti è dentro di lei che si è radicata l'idea del peso e della bellezza a tutti i costi!!
https://www.youtube.com/watch?v=v7oM4zW20yY
https://www.youtube.com/watch?v=v7oM4zW20yY
filomena sabatino- Messaggi : 14
Data di iscrizione : 14.12.10
- Messaggio n°140
anoressia
Ho da poco appreso dal telegiornale della morte della mamma della modella anoressica Isabelle Caro,mancata lo scorso novembre a causa di questa terribile malattia.La signora non riusciva a farsi una ragione per la morte della figlia e si è tolta la vita.L'anoressia indirettamente ha colpito ancora
giuseppina iavazzo- Messaggi : 18
Data di iscrizione : 09.12.10
- Messaggio n°141
Re: lab. arte e disabilità
Tra quelli visti in aula il quadro che mi ha colpito maggiormente è “il ragazzo zoppo “ di Ribera. Ciò che ha colto la mia attenzione, oltre al sorriso che sembra dare vitalità alla tristezza dei colori del ritratto, è la posizione in cui l’autore decide di ritrarre il povero ragazzo, quasi fosse un valoroso condottiero o un soldato; ho pensato che scegliendo tale posizione l’autore voglia far trasparire come il ragazzo, nonostante gli svantaggi, difende la sua umanità e la sua condizione. Mi viene allora spontaneo attribuire il suo vero trionfo alla sua capacità di sorridere e accettare il dono della vita, per quanto dura essa sia!
mariagnese ranieri- Messaggi : 23
Data di iscrizione : 09.12.10
- Messaggio n°142
Re: lab. arte e disabilità
Mai come in questa lezione ho pensato a come fosse assiomatico per la nostra mente il collegamento tra bellezza ed arte!!! Di quanto ciascuno di noi, o perlomeno io, abbia avuto un sussulto nel guardare le tele proposteci dalla Prof.ssa in aula!
Specialmente l'opera di Von Dix, dei giocatori di carte, mi ha quasi sconvolta.
In un primo momento ho avvertito un senso di angoscia, che ha raggiunto l'acme nel momento in cui ci è stato descritto il quadro nel dettaglio!!!
Ora mi chiedo: come ha potuto la società, partendo dai Greci, idealizzare così tanto la bellezza, dimenticandosi tanto ipocritamente dell' imperfezione?
Specialmente l'opera di Von Dix, dei giocatori di carte, mi ha quasi sconvolta.
In un primo momento ho avvertito un senso di angoscia, che ha raggiunto l'acme nel momento in cui ci è stato descritto il quadro nel dettaglio!!!
Ora mi chiedo: come ha potuto la società, partendo dai Greci, idealizzare così tanto la bellezza, dimenticandosi tanto ipocritamente dell' imperfezione?
Fasulo Anna- Messaggi : 32
Data di iscrizione : 12.12.10
- Messaggio n°143
Re: lab. arte e disabilità
Il quadro di Ribera"La donna barbuta"mi ha trasmesso un senso di mostruosità,nulla di femminile se non il seno scoperto per allattare il piccolo.Oltre al suo aspetto mascolino,non esprime garbo,gentilezza,manco un sorriso,avendo comunque un bimbo al seno.Insomma questo quadro non mi piace.
ANGELA MARTINO- Messaggi : 11
Data di iscrizione : 10.12.10
- Messaggio n°144
LABORATORIO ARTE E DISABILITA'
Il quadro che più mi ha entusiasmata è sicuramente quello del Ribera " il ragazzo zoppo", nel quale mi è subito risaltato all'occhio il sorriso del giovane, che sminuisce il suo stato di disabilità.
La gioia del ragazzo che supera ogni ostacolo porta ad un modo diverso di vedere il concetto di bellezza, non più inteso come aspetto esteriore, bensì come interiore.
Non è bello che ciò bello, ma è bello ciò che piace.....
La gioia del ragazzo che supera ogni ostacolo porta ad un modo diverso di vedere il concetto di bellezza, non più inteso come aspetto esteriore, bensì come interiore.
Non è bello che ciò bello, ma è bello ciò che piace.....
Fasulo Anna- Messaggi : 32
Data di iscrizione : 12.12.10
- Messaggio n°145
Re: lab. arte e disabilità
esatto... "si insidia piano piano" e silenziosamente! le malattie mentali sono peggiori di quelle fisiche, perchè sono trasparenti... i sintomi li mostrano solo alla fine, quando si arriva a svenire, a passare la vita anche alla nostra età, e anche prima in una camera di ospedale o una clinica per disturbi alimentari.Roberta De Lucia ha scritto:Valeria Iaquinto ha scritto:
ragazze io davvero non ho parole... è una cosa avvilente leggere tutto ciò... purtroppo è vero sono persone malate psicologicamente ed è molto difficile combattere questa malattia perchè è un male che si insidia pian piano senza che nessuno intorno alla persona interessata se ne accorga e quando appare più evidente, ormai è troppo tardi... perchè ormai si è impadronito di ogni pensiero o idea di quella persona che riesce a vedersi solo attraverso uno sguardo distorto e non più reale...
l'immagine più famosa dell'anoressia è questa
però forse la colpa è anche dei modelli che ci propongono da quando siamo piccole a quando siamo grandi.
la barbie è sproporzionata, se fosse umana, non riuscirebbe a camminare, come le bratz.
i manichini non potrebbero avere figli. hanno le anche troppo strette.
moltissime modelle, cantanti e attrici soffrono di disturbi alimentari.
Giusto per fare pochissimi nomi: Angiolina Jolie, Amy Winehouse, Carolina Reston (modella morta a 21 anni!!!!!)
ci hanno dato un'idea di perfezione fisica che è sbagliatissima!!!
[/quote]
questa foto rabbrividire!!!certo fa anche riflettere... qualche chilo in più non fa assolutamente male anzi![/quote E'VERO L'ANORESSI E'UN PROBLEMA MENTALE,LA FOTO ESPRIME LA DISPERAZIONE DELLA RAGAZZA.E' MAGRISSIMA MA ALLO SPECCHIO SI VEDE GRASSA,SONO SOLO LE SUE IDEEE IL "NON VOLERSI ACCETARE COSI COME SI E'"CHE LA FANNO VEDERE TALE.IDEE CHE DANNEGGIANO PRIMA LA NOSTRA MENTE E POI IL NOSTRO CORPO.
rita89- Messaggi : 2
Data di iscrizione : 12.12.10
- Messaggio n°146
Re: lab. arte e disabilità
Nel dipinto di Ribera “Ragazzo Zoppo” la bellezza traspare in modo particolare dal suo sorriso; il bambino è difatti l’immagine dell’innocenza e attraverso la sua figura il pittore ha voluto rappresentare un particolare della vita quotidiana dando una visione più popolare di essa, meno legata all’eleganza e alla ricchezza, caratteristiche maggiormente raffigurate nell’arte dell’epoca.
La professoressa ci ha spiegato che questo quadro vuole in qualche modo rappresentare l’immagine di Napoli, che nonostante il suo degrado, sorride..
Nell’altro dipinto “La donna barbuta” la bellezza sembra focalizzata nell’allattamento, che è un atto d’amore di una madre verso il proprio bambino, ma la figura non illustra una donna, bensì ciò che appare ai nostri occhi è l’immagine di un uomo che allatta e ciò non risponde ai canoni di normalità. Quanto alla mostruosità, questo di Ribera non è un quadro che sconvolge in modo particolare e non credo abbia sconvolto il pubblico dell’epoca; sappiamo infatti che la donna barbuta è sempre stata considerata un fenomeno da baraccone che si esibiva nei circhi, per questo non turba più di tanto vedere una donna dai tratti mascolini.
Quello che mi colpisceè l’intento dell’autore, questo potrebbe infatti essere un suo tentativo di esternare un desiderio, tra l’altro presente in molti uomini, nel voler instaurare quel contatto unico che nasce tra una madre e un figlio proprio durante l’allattamento. Inoltre, immedesimandomi maggiormente nella situazione di questa donna, immagino quanto possa soffire per la sua condizione: noi donne sappiamo bene quanto è importante per noi la femminilità, e avere qualcosa che non ci appartiene o addirittura perdere un elemento che ci contraddistingue (come il seno dopo un’operazione), non è facilmente accettabile da chi lo affronta
Ci è stato presentato, inoltre, “Anita Berber “ una ballerina ritratta da Otto Dix. Facendo una ricerca... Anita Berber è stata la prima ballerina a danzare nuda nella Germania di Weimar, divenendo rapidamente celebre per il suo essere scandalosa, ambigua, bisessuale e per il suo smodato uso di droghe.
L’immagine che appare nel quadro è di una donna vestita di rosso, molto magra, dal trucco pesante, che sembra quasi anziana; tutto questo ovviamente non appartiene all’immagine sobria, elegante, aggraziata e semplice di una ballerina, facendoci percepire la caratteristica diversità della Berber.
La professoressa ci ha spiegato che questo quadro vuole in qualche modo rappresentare l’immagine di Napoli, che nonostante il suo degrado, sorride..
Nell’altro dipinto “La donna barbuta” la bellezza sembra focalizzata nell’allattamento, che è un atto d’amore di una madre verso il proprio bambino, ma la figura non illustra una donna, bensì ciò che appare ai nostri occhi è l’immagine di un uomo che allatta e ciò non risponde ai canoni di normalità. Quanto alla mostruosità, questo di Ribera non è un quadro che sconvolge in modo particolare e non credo abbia sconvolto il pubblico dell’epoca; sappiamo infatti che la donna barbuta è sempre stata considerata un fenomeno da baraccone che si esibiva nei circhi, per questo non turba più di tanto vedere una donna dai tratti mascolini.
Quello che mi colpisceè l’intento dell’autore, questo potrebbe infatti essere un suo tentativo di esternare un desiderio, tra l’altro presente in molti uomini, nel voler instaurare quel contatto unico che nasce tra una madre e un figlio proprio durante l’allattamento. Inoltre, immedesimandomi maggiormente nella situazione di questa donna, immagino quanto possa soffire per la sua condizione: noi donne sappiamo bene quanto è importante per noi la femminilità, e avere qualcosa che non ci appartiene o addirittura perdere un elemento che ci contraddistingue (come il seno dopo un’operazione), non è facilmente accettabile da chi lo affronta
Ci è stato presentato, inoltre, “Anita Berber “ una ballerina ritratta da Otto Dix. Facendo una ricerca... Anita Berber è stata la prima ballerina a danzare nuda nella Germania di Weimar, divenendo rapidamente celebre per il suo essere scandalosa, ambigua, bisessuale e per il suo smodato uso di droghe.
L’immagine che appare nel quadro è di una donna vestita di rosso, molto magra, dal trucco pesante, che sembra quasi anziana; tutto questo ovviamente non appartiene all’immagine sobria, elegante, aggraziata e semplice di una ballerina, facendoci percepire la caratteristica diversità della Berber.
Alessandra De Vita- Messaggi : 33
Data di iscrizione : 15.12.10
Età : 36
- Messaggio n°147
Re: lab. arte e disabilità
A me è piaciuto molto il quadro di Ridera. Che bello quel sorriso!!Che belli quegli occhi sorridenti...Che bella fossetta sul viso...Si potrebbe dire che è un ragazzo zoppo??!Per niente...La sua diversità non traspare proprio dal quadro, forse perchè sono i nostri occhi che quasi non ci fanno caso, che concentrano la propria attenzione su ben altro. Perchè nella vita reale non ci impegniamo affinchè accada questo?! Perchè quando si incontra un ragazzo disabile siamo sempre pronti ad additarlo, ad appartarci con una nostra amica e bisbigliare:"Poverino!Ma cos'ha?!Mamma mia hai visto?!Che peccato..." Sono persone come noi, più sfortunate questo sì, ma degne di condurre una vita normale, di non suscitare in noi pietà e compassione, di non guardarle con occhi diversi...NON LO MERITANO!!Ricambiamo il loro sguardo con un semplice sorriso e perchè no...ricordiamoci quello del ragazzo zoppo!!Non sarà chissà che cosa, ma almeno potremo alleggerire il peso che i nostri sguardi fa incombere su di loro...
Fasulo Anna- Messaggi : 32
Data di iscrizione : 12.12.10
- Messaggio n°148
Re: lab. arte e disabilità
Guardando il quadro 8DIX "Invalidi di guerra giocano a carte"mi da subito un senso di stranezza.Lo trovo un modo un pò esagerato(quasi irreale)di esprimere la disabilità.Come gli occhi troppo sproporzionati,la gamba sembra smontabili come quella di una bambola, per non parlare poi,del tubicino che fuoriesce dall orecchio e si appoggia sul tavolo.Per me troppo esagerato.
Anna Cozzuto- Messaggi : 28
Data di iscrizione : 15.12.10
- Messaggio n°149
Re: lab. arte e disabilità
Nel quadro di ridera ciò che mi ha profondamente colpita è il sorriso del bambino che sembra esprimere, nonostante le difficoltà fisiche,gioia e speranza. E'un quadro che dovrebbe essere il nostro punto di riferimento e ricordo nella nostra vita quotidiana.
AngelaMolinari- Messaggi : 16
Data di iscrizione : 10.12.10
Età : 37
Località : San Giorgio a Cremano
- Messaggio n°150
Re: lab. arte e disabilità
“ DONNA BARBUTA ” di Ribera:
Non posso nascondere il fatto che, a prima vista, questo quadro mi abbia ingannata…!
Se non avessi saputo il titolo dell’opera, probabilmente non avrei nemmeno fatto caso al seno materno, e l’attenzione si sarebbe focalizzata solo sul volto dell’ ”uomo” (o meglio quello che io credevo fosse un uomo)!
Il pittore è riuscito a dipingere l’intero nucleo familiare facendo emergere la normalità dei gesti e delle azioni materne: l’allattamento è uno dei momenti più intimi della donna con il suo bambino, e nonostante la strana posizione del seno della donna, il quadro mi ha trasmesso tutta la tenerezza e l’amore della donna che tiene tra le sue braccia l’ultimo pargolo.
Non posso nascondere il fatto che, a prima vista, questo quadro mi abbia ingannata…!
Se non avessi saputo il titolo dell’opera, probabilmente non avrei nemmeno fatto caso al seno materno, e l’attenzione si sarebbe focalizzata solo sul volto dell’ ”uomo” (o meglio quello che io credevo fosse un uomo)!
Il pittore è riuscito a dipingere l’intero nucleo familiare facendo emergere la normalità dei gesti e delle azioni materne: l’allattamento è uno dei momenti più intimi della donna con il suo bambino, e nonostante la strana posizione del seno della donna, il quadro mi ha trasmesso tutta la tenerezza e l’amore della donna che tiene tra le sue braccia l’ultimo pargolo.