«Per inseguire l'ideale di bellezza si fanno di tutto - prosegue Toscani -: piercing, tatuaggi, naso, seni, con madri consenzienti perché vogliono farli diventare quello che a loro non è riuscito. Le femministe potevano esprimersi nella loro bruttezza. Oggi no. Si vive in uno stato di paura di non essere accettati e questa ricerca del consenso anche estetico porta dritti alla mediocrità». Il corpo è diventato il nuovo status symbol scrive l'Herald Tribune, che etichetta questo scorcio di secolo come la mass-medicalizzazione della bellezza. «Ma questo è già un corpo alienato, guardato come altro da sé - conclude Galimberti -. Ci porta a credere che la bellezza esteriore sia più importante del carattere. Siamo indotti a percepirci con gli occhi degli altri». Simili a prodotti di consumo.
Proprio l'ultima frase mi ha fatto riflettere sull'importanza del giudizio degli altri nel giudicare la nostra e l'altrui bellezza legata oggi solo all'apparire e non più al percepire ciò che siamo.